Magoni la tocca piano

che prometta benissimo è un dato di fatto,quello che temo è il distacco dal suo team,quando arriverà nell'orbita della nazionale (e ci arriverà sicuramente) e le possibili ingerenze della mammina HIHIHI

Meglio se segue la figlia sul campo ......almeno non farà commenti ipertecnici in tv HIHIHI
 
“Non mi abbasserò a commentarle...”, dice Vlhová riferendosi alle dichiarazioni miserabili di Magoni.
Si capisce che non vede l’ora, in privato, di assestargli un sacrosanto calcio nelle palle :DHIHIHI

Ha appena pubblicato questa foto su Instagram con lo stesso testo.

IMG_0969.jpg
 
Non posso parlare per lo sci agonistico.

Ti parlo per il rugby agonistico: si.
Pieno zeppo.

Vagonate di falliti, frustrati, repressi, schiera di Ex qui ex la ex nazionale e quindi apparentemente accreditati come fantageni di quello sport, che hanno
ROVINATO
intere generazioni di ragazzini che adoravano ciò che facevano.
Uno sport.
Perché a 14 anni (o anche meno) che sia rugby calcio tennis o sci, è comunque uno sport e basta.

Te lo dico perché son stato nel giro, ho visto il giro dell’alto livello in Italia e all’estero, e non sono sorpreso che non vinciamo una partita nel 6 nazioni dal 2015.


C’è secondo me una sindrome italica in cui si prende uno che faceva bene uno sport e lo si accredita come uno in grado di allenare bene per quello sport. Addirittura in grado di insegnare quello sport.

Ora uno sport di squadra amplifica nel lungo termine questi errori, ma negli sport individuali vengono un po’ più celati magari da quello che è fenomeno di suo, e viene ringraziato l’allenatore.

Ma non bisogna guardare al fenomeno.
Bisogna guardare ai 10 mediocri intorno a lui e ai 100 che hanno mollato.

Io alle medie, mi stavo avvicinando al canottaggio. Probabilmente senza nessuna velleità da campione già allora, ma l'idea di scendere sul fiume, a 12 anni, mi piaceva.
Neanche arrivato, hanno messo le mani avanti: solo canottaggio, canottaggio prima di tutto, lasciare tutto il resto (compreso pianoforte). Inutile dire che è durata molto poco. Capisco che chi vuole diventare un professionista deve dedicare tutto se stesso all'obiettivo. Ma allevare anche dilettanti che amano lo sport senza per questo farne una missione di vita, ci fa tanto schifo? Se si allarga la platea degli appassionati, è anche più facile trovare talenti, che magari, proprio grazie a questo sistema repellente, evitano in partenza di avvicinarsi all'acqua, al campo da gioco, alla neve, dove magari avrebbero scoperto una passione e una ragione di vita. Ma non la conosceranno mai e faranno altro.
 
Vhlova invece gran signora. Addirittura il post su instagram con lei e lui sorridenti.
Cmq ribadisco che i panni sporchi si lavano in casa. Io non ho mai parlato male delle persone che non ho più voluto a lavorare con me.
Ma i giornali slovacchi cosa scrivono?
Hanno messo in tutti i bar le freccette con la sua foto nel bersaglio?
 
Vero, però quella è anche l'età della svolta...o diventi un grande appassionato che scia bene e finirà forse in qualche circuito master o fai il salto e diventi agonista con prospettive di carriera. Forse avere un allentatore che aiuta nella scrematura, anche a livello mentale, non è del tutto sbagliato. Perchè dal punto di vista tecnico l'unico meglio di lui con cui ho sciato è stato un tale Vittorio Alliod

Se dobbiamo "sacrificare" una moltitudine di futuri appassionati per avere tanti campioni che vincono a livello internazionale, può valerne la pena.

Ma qui tutti questi campioni io non li vedo. Col bacino di utenza italiano, statisticamente dovremmo avere il doppio (minimo) dei campioni che ha, che so, la Norvegia.

Io amo lo sci, ma ho ODIATO il periodo dell'agonismo. Che produce bimbiminkia che si credono sto***** solo perché sanno tirare due curve, oppure produce sciatori che dopo l'eurotest fanno un bel falò con gli sci da GS e mandano a quel paese un mondo che, evidentemente, non gli ha lasciato molto di positivo. Bel risultato, complimenti!

E temo, ma spero di sbagliarmi, che il mondo master a un certo livello sia qualcosa di paragonabile. Dovessi accorgermene starei alla larga 2 km da un mondo del genere. Fortunatamente sono in uno sci club il cui motto è "senza vino non si parte".
 
Se dobbiamo "sacrificare" una moltitudine di futuri appassionati per avere tanti campioni che vincono a livello internazionale, può valerne la pena.

Ma qui tutti questi campioni io non li vedo. Col bacino di utenza italiano, statisticamente dovremmo avere il doppio (minimo) dei campioni che ha, che so, la Norvegia.

Io amo lo sci, ma ho ODIATO il periodo dell'agonismo. Che produce bimbiminkia che si credono sto***** solo perché sanno tirare due curve, oppure produce sciatori che dopo l'eurotest fanno un bel falò con gli sci da GS e mandano a quel paese un mondo che, evidentemente, non gli ha lasciato molto di positivo. Bel risultato, complimenti!

E temo, ma spero di sbagliarmi, che il mondo master a un certo livello sia qualcosa di paragonabile. Dovessi accorgermene starei alla larga 2 km da un mondo del genere. Fortunatamente sono in uno sci club il cui motto è "senza vino non si parte".

Sul mondo agonistico di primo livello ti dò ragione : l' ho frequentato fino al livello children per una decina di anni come genitore di una bambina/ragazzina agonista qualsiasi , ovvero senza risultati eccelsi.
Anche il mio sci club , di pianura , è di quelli che prima si impara a sciare e poi se esce qualcosa di buono ci sono società ben organizzate per provare qualcosa di più concreto , questo sempre parlando di agonismo.
In effetti in quel micro mondo trovi situazione al limite del grottesco qualche volta : a parte ragazzini che se la tirano credendo di essere mini Hirscher perché vincono tre gare o solo perché hanno la tutina più fixa , ma parlo di genitori ossessionati dal risultato e alcuni allenatori con metodi da marines , perlopiù a livello psicologico , verso i ragazzi.
Tutto queste situazioni le ho viste di persona non sentite da amici o cuggini...
Ora mia figlia oramai 21enne detta alla Cattaneo HIHIHI non gareggia più , ma gli è rimasta la passione e scia molto bene .
PS sabato scorso c' erano anche alcuni miei colleghi di club a Zoldo e ci sarei stato anch'io in tempi normali , non come atleta , ma come accompagnatore perché in manifestazioni del genere si finisce sempre con qualcosa da affettare e altro da stappare comunque vada la gara 😜
 
Se dobbiamo "sacrificare" una moltitudine di futuri appassionati per avere tanti campioni che vincono a livello internazionale, può valerne la pena.

Ma qui tutti questi campioni io non li vedo. Col bacino di utenza italiano, statisticamente dovremmo avere il doppio (minimo) dei campioni che ha, che so, la Norvegia.

Io amo lo sci, ma ho ODIATO il periodo dell'agonismo. Che produce bimbiminkia che si credono sto***** solo perché sanno tirare due curve, oppure produce sciatori che dopo l'eurotest fanno un bel falò con gli sci da GS e mandano a quel paese un mondo che, evidentemente, non gli ha lasciato molto di positivo. Bel risultato, complimenti!

E temo, ma spero di sbagliarmi, che il mondo master a un certo livello sia qualcosa di paragonabile. Dovessi accorgermene starei alla larga 2 km da un mondo del genere. Fortunatamente sono in uno sci club il cui motto è "senza vino non si parte".

come scrivevo in un'altra discussione io feci tutta la trafila di sci club/gare con baby, cuccioli, ragazzi, allievi, giovani..
uscito da quell'ambiente ho scoperto il vero divertimento dello sci
e ho detto tutto...

sul fatto dei bimbominkia che si credevano dei fenomeni solo perchè vincevano tutte le gare in appennino ricordo che quando andavano poi a fare le gare in alto adige prendevano 3 secondi a manche dai loro pari età...
e quando tornavano a casa non si facevano vedere per una settimana...
 
In Norvegia, un dodicesimo della popolazione italiana, lo sci è prima di tutto un'attività ludica non competitiva, praticata dalla popolazione per divertirsi e stare bene.
Questo non impedisce di sfornare campioni, anzi, dominano lo sci nordico e competono alla grande nello sci alpino.
Anche nei mitici paesi socialisti lo sport, prima ancora che essere uno spietato terreno di competizione con l'Occidente, era un'attività sociale di base, praticata e incoraggiata nelle scuole, nei luoghi del dopo lavoro, per stare meglio.
Da noi o tutto o niente. Anche lo pseudo dilettantismo, scimmiotta lo sport professionistico, vivendo le gare dei sessantenni con uno spirito competitivo davvero fuori luogo (e in alcuni sport, perfino col doping, neanche ci fosse una medaglia olimpica di mezzo), e dall'altro lato, chi non fa sport, sta sul divano e non concepisce di fare fatica per salire 500 m più in alto con le proprie gambe.
A guardare i risultati han ragione gli altri. Tolta la scherma, quale ambito sportivo vede un'Italia stabilmente dominante o fortemente competitiva? Adesso nello sci alpino abbiamo la fortuna di avere tre ottime ragazze, ma nello sci maschile cosa c'è? E prima della Brignone e compagnia, in quello femminile cosa c'era?
Ormai le performance sono più che mediocri perfino nel calcio. Ora per un po' bisogna smettere di ispirarsi ai film americani sulla "grinta" bisogna avvicinare i cittadini allo sport, alle attività motorie, prima di tutto per creare una base di appassionati (e magari per migliorare la salute della popolazione). Poi, con un bacino d'utenza molto ampio, su 60 milioni di cittadini, emergerà anche il campione su cui puntare.
 
beh non è che dopo la cacciata di Magoni le cose siano precipitate o cambiate in negativo però,anzi...Fede fino a quel momento non aveva ancora vinto una gara in coppa del mondo,per dire..
cmq girano voci che vedrebbero Magoni in un team privato con la Brignone,io la vedo una cosa assolutamente inverosimile,innanzitutto perchè la FISI non vuole i team privati,poi per una questione di costi ,ma chissà...
 
In Norvegia, un dodicesimo della popolazione italiana, lo sci è prima di tutto un'attività ludica non competitiva, praticata dalla popolazione per divertirsi e stare bene.
Questo non impedisce di sfornare campioni, anzi, dominano lo sci nordico e competono alla grande nello sci alpino.
Anche nei mitici paesi socialisti lo sport, prima ancora che essere uno spietato terreno di competizione con l'Occidente, era un'attività sociale di base, praticata e incoraggiata nelle scuole, nei luoghi del dopo lavoro, per stare meglio.
Da noi o tutto o niente. Anche lo pseudo dilettantismo, scimmiotta lo sport professionistico, vivendo le gare dei sessantenni con uno spirito competitivo davvero fuori luogo (e in alcuni sport, perfino col doping, neanche ci fosse una medaglia olimpica di mezzo), e dall'altro lato, chi non fa sport, sta sul divano e non concepisce di fare fatica per salire 500 m più in alto con le proprie gambe.
A guardare i risultati han ragione gli altri. Tolta la scherma, quale ambito sportivo vede un'Italia stabilmente dominante o fortemente competitiva? Adesso nello sci alpino abbiamo la fortuna di avere tre ottime ragazze, ma nello sci maschile cosa c'è? E prima della Brignone e compagnia, in quello femminile cosa c'era?
Ormai le performance sono più che mediocri perfino nel calcio. Ora per un po' bisogna smettere di ispirarsi ai film americani sulla "grinta" bisogna avvicinare i cittadini allo sport, alle attività motorie, prima di tutto per creare una base di appassionati (e magari per migliorare la salute della popolazione). Poi, con un bacino d'utenza molto ampio, su 60 milioni di cittadini, emergerà anche il campione su cui puntare.

beh lo sci femminile non ha mai avuto una squadra forte come oggi,ma ad onor del vero è dai primi anni 90 che "sforniamo" ragazze in grado di fare bene e vincere gare,tralasciando Deborah che è esplosa quando la nazionale di fatto non c'era neppure ci sono state ragazze capaci di vincere le coppette tipo Kostner e Karbon,karen Putzer,le sorelle Fanchini,le Curtoni ,la stessa Brignone è in coppa dal 2009 che era veramente un'altra epoca..poi che ci sia un bacino potenzialmente immenso di talenti in cui pescare è vero,ma è altrettanto vero che più ce ne sono più è difficile emergere,e tantissimi perdono la motivazione..
 
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