No Fausto.. tu vai oltre..sei troppo scientifico
Intendevo semplicemente che a L3-inizio L4 ci puoi arrivare in un tempo brevissimo (quindi da principiante a L4 attribuiremmo i primi 100 punti di una scala ipotetica 0-1000)
Dopodiche' i tempi per progredire si dilatano e i margini di miglioramento si assottigliano, fino a immaginare che se non scii piu' di 30-40 giorni all'anno puoi anche rimanere tutta la vita un L5-L6 e te ne devi fare una ragione.
E' normale pensare quindi che gli altri 900 punti della scala siano ripartiti sugli ultimi livelli L5-L6-L7.
Una volta dato per buono questo concetto, si tratta di capire come valutare tutta una serie di capacita' e abilita' che "completano" lo sciatore al di la della conduzione e che permetterebbero di cogliere la differenza (faccio un esempio) tra un L6 "apparente" e un L6 "vero", che cioe' ha un rendimento piu' costante in ogni situazione di visibilita' e fondo della pista.
Infatti il discorso di sviluppare e valutare la "destrezza" e' un punto chiave che abbiamo sempre in mente (della serie mettere da parte il binario e darsii una sveglia... fondo sconnesso, neve fresca, gobbe, cattiva visibilita')
Il problema e' l'autonomia degli allievi, lo sci attuale e' tamente "viziato" dalle piste lisce che quando insegni ad un gruppo ad andare nelle gobbe dopo 1 giro meta' del gruppo e' gia' sfatto.