Sinceramente io vedo 20 cm di polverella sopra un fondo compatto e piuttosto uniforme, condizioni molto simili a quelle che si trovano su piste non modellate con le ruspe dopo una leggera nevicata.....poco importa che ci sia una palinatura o no a limitare I bordi del tracciato....quindi una situazione specifica e parecchio riconducibile alle condizioni di "pista" non può essere usata come prova totalizzante per trarre una conclusine così assoluta.
Era la nevicata di sabato/domenica (60/80 cm almeno), dopo 4 giorni (mercoledì), quindi compatta, ma assolutamente non 20 cm (ben di più) e assolutamente non raggiungevo il fondo duro sottostante.
Era bella polvere nella prima run, polvere pesantina ma ancora più che sciabile nella seconda sequenza.
Mettilo anche solo in 50 cm di polvere leggera e ti ritroverai a tenere I piedi parecchio uniti per guadagnare il galleggiamento necessario per accellerare(a meno che tu non sia meno di 70Kg e hai preso una misura lunga)
Lunedì ero lì e c'era più di mezzo metro di polvere, non leggerissima, ma insomma abbastanza leggera. E in effetti sentivo il bisogno di qualcosa di più largo sotto ai piedi. Ciò nonostante, non sentivo il bisogno di cambiare tecnica, semplicemente occorreva più pendenza per prendere velocità e bisognava stare ancora di più sull'esterno, senza inclinarsi, per far rispondere lo sci.
Ammetto di essermi trovato diverse volte in difficoltà e in un paio di occasioni mi sono visto in terra, perché andavo in rotazione. In quel momento ho pensato di comprare un 120 sbananato al 100% il prossimo anno
Invito a provare uno ski come l'ARG di Armada, ovvero diametralmente opposto a questo, per farsi un'idea di come l'attrezzo imponga equilibri differenti....ovviamente va provato sia fuori che in pista
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Oppure uno ski tipo il Daemon di BC, che con le sue punte morbidissime richiede di essere condotto dalle code perchè se lo si pinge dalle punte non offre il sostegno e la precisione necessaria.
Sono molto curioso di provare sci diversi... Prossimo anno spero.
Deformazione ski:
Siamo sicuri che la deformazione dello ski in fresca sia una condizione sempre necessaria per variare il raggio delle curve? Perchè in fresca si può variare l'angolo di incidenza dello ski rispetto alla neve, variando quindi la portanza generate dallo ski e quindi la forza, la sua direttrice e di consegueza l'assetto dello skiatore .
Questo grado di libertà in più è imho il nesso con il termine freeride, cadendo il vincolo della bi dimensionalità del vincolo(scusaste lo scioglilingua) si ottiene l'equilibro in molti altri modi rispetto ai canoni dello ski bidimensionale, che sostanzialmente ammette una sola soluzione.
Questa è probabilmente la più grande differenza (forse l'unica) tra lo sci su neve battuta e su polvere.
Dunque c'è tutto un campo da approfondire, resta da capire se qualcuno lo ha fatto
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Io mi ritrovo molto in quanto scritto da JMS. Concordo che la tecnica di base è la stessa in pista e fuori, ma la grossa differenza secondo me è che fuori ci sono molte più variabili (quantità e qualità della neve, tipo di terreno, tipo di sci, ecc.) che richiedono innumerevoli aggiustamenti, compresa nella ripartizione dei carichi. Nella mia esperienza per sciare davvero bene (leggi sciata fluida ed efficace) in fuori pista serve molta più sensibilità di quanta ne serva in pista, e molta più capacità di adattarsi alle condizioni che trovi. E quindi è molto più difficile generalizzare e "standardizzare" l'impostazione e i movimenti da replicare ad ogni curva come per lo sci in pista.
Ok, ma la tecnica è sempre quella, lo sciatore bravo riesce a mantenere una buona tecnica anche su terreni sconnessi, perché si sa adattare, ma non è che su terreni sconnessi saltano i fondamentali... Quelli restano, cambia la sensibilità e l'assetto. Il terreno sconnesso è un problema perché ti induce all'errore (es ti fa arretrare o perdere l'esterno o incrociare gli sci...) sostanzialmente facendoti perdere l'equilibrio, ma i fondamentali rimangono quelli.
Alla fine anche in pista hai potenzialmente innumerevoli situazioni diverse, fuori ne hai di diverse ancora, che a un pistaiolo magari sembrano "strane" perché abituato a sciare in pista e non fuori.
Ad esempio in pista su neve facile puoi permetterti meno precisione sull'esterno e puoi pure arretrare un poco, ma se per caso arriva il duro improvvisamente e non ti sai adattare immediatamente portandoti avanti e bene sull'esterno, lo sci ti parte per la tangente...
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Ottima analisi! se posso aggiungere un parere personale, in freeride con neve che offre meno "sostegno" la fase cosiddetta di float così accentuata è controproducente, i trasferimenti di carico devono essere meno bruschi e più distribuiti per permettere un galleggiamento più uniforme sulle varie fasi di curva...evitando eccessivi sovraccarichi nella fase di chiusura.
Verissimo, questa è una delle cose che ho analizzato lunedì, non l'ho messa nel post per non fare troppo casino.
Sostanzialmente lunedì, con polvere leggera e fonda, spesso e volentieri mi trovavo a dar troppa pressione col risultato di "piantarmi".
Un po' come in pista quando la neve è morbida, tu vuoi fare il carvatone ma la neve non dà il supporto necessario, sfondi e derapi.
Allora cercavo l'assetto giusto avanti/dietro e cercavo di "dargli" il più possibile ma senza arrivare a "sfondare".
Facendo un parallelo con la pista... Era un po' come su asfalto bagnato, quando devi parzializzare il gas
Permettimi una pedanteria: la fase di float è lunga perché lo sci ha risposto bene, quindi è ok. Il piantarsi non va bene, e quando ti pianti la fase di float è infima.
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Jms dice cose vere, l'attrezzo fa la differenza. Certi sci non sono fatti per, passatemi il termine, "sciare" ma per ricercare altro in fp (esempio, salti e freestyle). Quindi ritorno agli adattamenti e dico che dipende da cosa uno vuole, a THall non interesserà mai stare sull'esterno e fare una piega da testo!
Al Tonale c'è uno sciatore mitico, che non so quanti anni abbia, non meno di 60 comunque, a detta di tutti una istituzione del freeride in quella zona.
Ogni tanto lo becco in giro e ovviamente lo stolkerizzo cercando di carpire qualche segreto... Be', mercoledì parlando della neve ha detto "c'è neve molto bella, già un po' trasformata..." e lì mi si sono illuminati gli occhi perché è esattamente come la penso io: il polverone leggero dove per prendere velocità hai bisogno di un pendio a 45 gradi non mi piace e francamente non penso piaccia a molti... Perché alla fine le sensazioni che vuole il freerider sono quelle che vuole il pistaiolo: velocità e accelerazione! E per avere questo ci vuole una neve che risponda.
I video dove vedi gente che va sotto fino alle cosce sono belli... Ma poi la realtà è un po' diversa