Freeride vs Pista - Cosa cambia?

Cocojambo quella è la fanosa "serpentina caiana cogli sci da 1.5m e la scopa in culo"

Se vuoi impararla l'esercizio migliore è già contenuto nel nome
 
Sinceramente io vedo 20 cm di polverella sopra un fondo compatto e piuttosto uniforme, condizioni molto simili a quelle che si trovano su piste non modellate con le ruspe dopo una leggera nevicata.....poco importa che ci sia una palinatura o no a limitare I bordi del tracciato....quindi una situazione specifica e parecchio riconducibile alle condizioni di "pista" non può essere usata come prova totalizzante per trarre una conclusine così assoluta.

Mi sento però di aggiungere alcuni spunti di riflessione:

In fresca, lo ski scambia forze con la soletta, non con la lamina. La sciancratura concorre, assieme al profilo, ed al punto di montaggio a determinare il comportamento dello ski e l'assetto che lo skiatore dovrà tenere su di esso per essere in equilibrio e controllo.

Il Pinnacle 105 è un mid fat pensato per funzionare più o meno bene ovunqe, quindi presenta sciacratura, profile e montaggio piuttosto tradizionale...ne consegue che la tecnica che garantisce il miglio equilibrio e controllo sia quella tradizionale. Col termine tradizionale intend quella che si una in pista.

Mettilo anche solo in 50 cm di polvere leggera e ti ritroverai a tenere I piedi parecchio uniti per guadagnare il galleggiamento necessario per accellerare(a meno che tu non sia meno di 70Kg e hai preso una misura lunga)

Invito a provare uno ski come l'ARG di Armada, ovvero diametralmente opposto a questo, per farsi un'idea di come l'attrezzo imponga equilibri differenti....ovviamente va provato sia fuori che in pistaHIHIHI.

Oppure uno ski tipo il Daemon di BC, che con le sue punte morbidissime richiede di essere condotto dalle code perchè se lo si pinge dalle punte non offre il sostegno e la precisione necessaria.

Deformazione ski:

Siamo sicuri che la deformazione dello ski in fresca sia una condizione sempre necessaria per variare il raggio delle curve? Perchè in fresca si può variare l'angolo di incidenza dello ski rispetto alla neve, variando quindi la portanza generate dallo ski e quindi la forza, la sua direttrice e di consegueza l'assetto dello skiatore .

Questo grado di libertà in più è imho il nesso con il termine freeride, cadendo il vincolo della bi dimensionalità del vincolo(scusaste lo scioglilingua) si ottiene l'equilibro in molti altri modi rispetto ai canoni dello ski bidimensionale, che sostanzialmente ammette una sola soluzione.
 
1- sono al 100% o quasi sull'esterno (si vede bene come cerco di tenere l'interno leggero)
2- sono chiaramente sull'esterno
3- avanzamento a inizio curva (coda del vecchio esterno sollevata)
5- avanzamento a inizio curva (coda del nuovo esterno sollevata)
6- copro l'esterno
7- momento del cambio: sono ancora sull'esterno
9- inizio curva e sono già sull'esterno
10 - sono sull'esterno
11- sono clamorosamente sull'esterno
12- momento del cambio: sull'esterno (ma va?)

6- il bello di questa immagine è che potrei dire di essere in pista e nessuno se ne accorgerebbe.

Vediamo ora le cose diverse dalla pista

2-4-7-12: le punte a fine curva sono megaimpennate (indicate dalle frecce). La coda è sprofondata nella neve. La sensazione che ho se voglio deformare lo sci è quella di esagerare il lavoro di tallone per deformare la coda dello sci. Lo si fa anche in pista, ma qui è tutto esasperato: caviglia chiusa e premere giù col tallone per "sentire" la coda dello sci.

8- per uscire da quella situazione, sento molto utile fare il cambio in flessione, cosa che non farei mai in pista. Tirare su le ginocchia mentre apro le caviglie per alzare le code e abbassare le punte, e far entrare lo sci nella nuova curva. Nel fotogramma 8 si vede benissimo.

Un'altra cosa che ho notato (e chiudo altrimenti c'è troppa carne al fuoco) è che più la neve è fonda, meno bisogna cercare la piega perché non si troverà mai una sponda sufficientemente solida e si finirà inevitabilmente sull'interno, ma al contrario occorre stare bene sull'esterno senza inclinarsi, e flettere molto la gamba interna per riuscire a mettervi più peso possibile sopra. Meno la neve è fonda, e più ci si può avvicinare alla sciata in pista, cercando la piega.

Fatemi sapere come la pensate.

Parlavo di queste cose poco tempo fa dopo che il mio mentore era stato in giro a tenere i moduli di eurosecurite.
Di base tra pista e fuoripista tecnicamente non cambia niente. La piu grossa differenza è che in fp non si puo mai dare una curva per scontata e si ricorrere piu spesso ad adattamenti. Ad esempio se c'è tanta neve magari il cambio non è potentemente indirizzato avanti-giu ma magari si verticalizza un po di piu per trovare un alleggerimento e facilitare il cambio. Altra grande differenza direi che sono i piedi, in pista se non "piloti"/gestisci con i piedi puoi sempre tirare delle belle carvate; in fp è molto comodo lavorare tanto coi piedi(ma in fin dei conti è sempre un adattamento).

Per quello che vedo io in giro, il problema piu grosso dei freerider sono le caviglie: tutte aperte. È verissimo quello che dici dei talloni (utile in questo periodo anche in pista volendo...;) ), ma se spingi sui talloni mentre non chiudi le caviglie la sciata sarà parecchio limitata.
Il cambio in assorbimento a me non piace, utile in certe situazioni per carità, ma esteticamente non mi piace e fare tutte le curve così secondo me non fa chiudere bene la curva e viene una sequenza un po sfilata (però al corso guide è quella che chiamano "curva freeride").

Jms dice cose vere, l'attrezzo fa la differenza. Certi sci non sono fatti per, passatemi il termine, "sciare" ma per ricercare altro in fp (esempio, salti e freestyle). Quindi ritorno agli adattamenti e dico che dipende da cosa uno vuole, a THall non interesserà mai stare sull'esterno e fare una piega da testo!
 

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Sinceramente io vedo 20 cm di polverella sopra un fondo compatto e piuttosto uniforme, condizioni molto simili a quelle che si trovano su piste non modellate con le ruspe dopo una leggera nevicata.....poco importa che ci sia una palinatura o no a limitare I bordi del tracciato....quindi una situazione specifica e parecchio riconducibile alle condizioni di "pista" non può essere usata come prova totalizzante per trarre una conclusine così assoluta.

Mi sento però di aggiungere alcuni spunti di riflessione:

In fresca, lo ski scambia forze con la soletta, non con la lamina. La sciancratura concorre, assieme al profilo, ed al punto di montaggio a determinare il comportamento dello ski e l'assetto che lo skiatore dovrà tenere su di esso per essere in equilibrio e controllo.

Il Pinnacle 105 è un mid fat pensato per funzionare più o meno bene ovunqe, quindi presenta sciacratura, profile e montaggio piuttosto tradizionale...ne consegue che la tecnica che garantisce il miglio equilibrio e controllo sia quella tradizionale. Col termine tradizionale intend quella che si una in pista.

Mettilo anche solo in 50 cm di polvere leggera e ti ritroverai a tenere I piedi parecchio uniti per guadagnare il galleggiamento necessario per accellerare(a meno che tu non sia meno di 70Kg e hai preso una misura lunga)

Invito a provare uno ski come l'ARG di Armada, ovvero diametralmente opposto a questo, per farsi un'idea di come l'attrezzo imponga equilibri differenti....ovviamente va provato sia fuori che in pistaHIHIHI.

Oppure uno ski tipo il Daemon di BC, che con le sue punte morbidissime richiede di essere condotto dalle code perchè se lo si pinge dalle punte non offre il sostegno e la precisione necessaria.

Deformazione ski:

Siamo sicuri che la deformazione dello ski in fresca sia una condizione sempre necessaria per variare il raggio delle curve? Perchè in fresca si può variare l'angolo di incidenza dello ski rispetto alla neve, variando quindi la portanza generate dallo ski e quindi la forza, la sua direttrice e di consegueza l'assetto dello skiatore .

Questo grado di libertà in più è imho il nesso con il termine freeride, cadendo il vincolo della bi dimensionalità del vincolo(scusaste lo scioglilingua) si ottiene l'equilibro in molti altri modi rispetto ai canoni dello ski bidimensionale, che sostanzialmente ammette una sola soluzione.

Ottima analisi! se posso aggiungere un parere personale, in freeride con neve che offre meno "sostegno" la fase cosiddetta di float così accentuata è controproducente, i trasferimenti di carico devono essere meno bruschi e più distribuiti per permettere un galleggiamento più uniforme sulle varie fasi di curva...evitando eccessivi sovraccarichi nella fase di chiusura.
 
A me piace questa sciata. Ho sempre sciato fuoripista in tutte le condizioni con sci da pista. Questi sci scavano, sprofondano. Con neve alta sfrutto il carico delle code a fine curva che creano una rampa che ti consente di uscire dalla neve ed invertire. Anche io cambio in alleggerimento, ma non tirando su le gambe. Le gambe salgono da sole spinte dal rebound.
 
Io mi ritrovo molto in quanto scritto da JMS. Concordo che la tecnica di base è la stessa in pista e fuori, ma la grossa differenza secondo me è che fuori ci sono molte più variabili (quantità e qualità della neve, tipo di terreno, tipo di sci, ecc.) che richiedono innumerevoli aggiustamenti, compresa nella ripartizione dei carichi. Nella mia esperienza per sciare davvero bene (leggi sciata fluida ed efficace) in fuori pista serve molta più sensibilità di quanta ne serva in pista, e molta più capacità di adattarsi alle condizioni che trovi. E quindi è molto più difficile generalizzare e "standardizzare" l'impostazione e i movimenti da replicare ad ogni curva come per lo sci in pista.
 
Sinceramente io vedo 20 cm di polverella sopra un fondo compatto e piuttosto uniforme, condizioni molto simili a quelle che si trovano su piste non modellate con le ruspe dopo una leggera nevicata.....poco importa che ci sia una palinatura o no a limitare I bordi del tracciato....quindi una situazione specifica e parecchio riconducibile alle condizioni di "pista" non può essere usata come prova totalizzante per trarre una conclusine così assoluta.

Era la nevicata di sabato/domenica (60/80 cm almeno), dopo 4 giorni (mercoledì), quindi compatta, ma assolutamente non 20 cm (ben di più) e assolutamente non raggiungevo il fondo duro sottostante.
Era bella polvere nella prima run, polvere pesantina ma ancora più che sciabile nella seconda sequenza.

Mettilo anche solo in 50 cm di polvere leggera e ti ritroverai a tenere I piedi parecchio uniti per guadagnare il galleggiamento necessario per accellerare(a meno che tu non sia meno di 70Kg e hai preso una misura lunga)

Lunedì ero lì e c'era più di mezzo metro di polvere, non leggerissima, ma insomma abbastanza leggera. E in effetti sentivo il bisogno di qualcosa di più largo sotto ai piedi. Ciò nonostante, non sentivo il bisogno di cambiare tecnica, semplicemente occorreva più pendenza per prendere velocità e bisognava stare ancora di più sull'esterno, senza inclinarsi, per far rispondere lo sci.
Ammetto di essermi trovato diverse volte in difficoltà e in un paio di occasioni mi sono visto in terra, perché andavo in rotazione. In quel momento ho pensato di comprare un 120 sbananato al 100% il prossimo anno ;)

Invito a provare uno ski come l'ARG di Armada, ovvero diametralmente opposto a questo, per farsi un'idea di come l'attrezzo imponga equilibri differenti....ovviamente va provato sia fuori che in pistaHIHIHI.

Oppure uno ski tipo il Daemon di BC, che con le sue punte morbidissime richiede di essere condotto dalle code perchè se lo si pinge dalle punte non offre il sostegno e la precisione necessaria.

Sono molto curioso di provare sci diversi... Prossimo anno spero.

Deformazione ski:

Siamo sicuri che la deformazione dello ski in fresca sia una condizione sempre necessaria per variare il raggio delle curve? Perchè in fresca si può variare l'angolo di incidenza dello ski rispetto alla neve, variando quindi la portanza generate dallo ski e quindi la forza, la sua direttrice e di consegueza l'assetto dello skiatore .

Questo grado di libertà in più è imho il nesso con il termine freeride, cadendo il vincolo della bi dimensionalità del vincolo(scusaste lo scioglilingua) si ottiene l'equilibro in molti altri modi rispetto ai canoni dello ski bidimensionale, che sostanzialmente ammette una sola soluzione.

Questa è probabilmente la più grande differenza (forse l'unica) tra lo sci su neve battuta e su polvere.

Dunque c'è tutto un campo da approfondire, resta da capire se qualcuno lo ha fatto ;)

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Io mi ritrovo molto in quanto scritto da JMS. Concordo che la tecnica di base è la stessa in pista e fuori, ma la grossa differenza secondo me è che fuori ci sono molte più variabili (quantità e qualità della neve, tipo di terreno, tipo di sci, ecc.) che richiedono innumerevoli aggiustamenti, compresa nella ripartizione dei carichi. Nella mia esperienza per sciare davvero bene (leggi sciata fluida ed efficace) in fuori pista serve molta più sensibilità di quanta ne serva in pista, e molta più capacità di adattarsi alle condizioni che trovi. E quindi è molto più difficile generalizzare e "standardizzare" l'impostazione e i movimenti da replicare ad ogni curva come per lo sci in pista.

Ok, ma la tecnica è sempre quella, lo sciatore bravo riesce a mantenere una buona tecnica anche su terreni sconnessi, perché si sa adattare, ma non è che su terreni sconnessi saltano i fondamentali... Quelli restano, cambia la sensibilità e l'assetto. Il terreno sconnesso è un problema perché ti induce all'errore (es ti fa arretrare o perdere l'esterno o incrociare gli sci...) sostanzialmente facendoti perdere l'equilibrio, ma i fondamentali rimangono quelli.

Alla fine anche in pista hai potenzialmente innumerevoli situazioni diverse, fuori ne hai di diverse ancora, che a un pistaiolo magari sembrano "strane" perché abituato a sciare in pista e non fuori.

Ad esempio in pista su neve facile puoi permetterti meno precisione sull'esterno e puoi pure arretrare un poco, ma se per caso arriva il duro improvvisamente e non ti sai adattare immediatamente portandoti avanti e bene sull'esterno, lo sci ti parte per la tangente...

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Ottima analisi! se posso aggiungere un parere personale, in freeride con neve che offre meno "sostegno" la fase cosiddetta di float così accentuata è controproducente, i trasferimenti di carico devono essere meno bruschi e più distribuiti per permettere un galleggiamento più uniforme sulle varie fasi di curva...evitando eccessivi sovraccarichi nella fase di chiusura.

Verissimo, questa è una delle cose che ho analizzato lunedì, non l'ho messa nel post per non fare troppo casino.

Sostanzialmente lunedì, con polvere leggera e fonda, spesso e volentieri mi trovavo a dar troppa pressione col risultato di "piantarmi".

Un po' come in pista quando la neve è morbida, tu vuoi fare il carvatone ma la neve non dà il supporto necessario, sfondi e derapi.

Allora cercavo l'assetto giusto avanti/dietro e cercavo di "dargli" il più possibile ma senza arrivare a "sfondare".

Facendo un parallelo con la pista... Era un po' come su asfalto bagnato, quando devi parzializzare il gas ;)

Permettimi una pedanteria: la fase di float è lunga perché lo sci ha risposto bene, quindi è ok. Il piantarsi non va bene, e quando ti pianti la fase di float è infima.

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Jms dice cose vere, l'attrezzo fa la differenza. Certi sci non sono fatti per, passatemi il termine, "sciare" ma per ricercare altro in fp (esempio, salti e freestyle). Quindi ritorno agli adattamenti e dico che dipende da cosa uno vuole, a THall non interesserà mai stare sull'esterno e fare una piega da testo!

Al Tonale c'è uno sciatore mitico, che non so quanti anni abbia, non meno di 60 comunque, a detta di tutti una istituzione del freeride in quella zona.

Ogni tanto lo becco in giro e ovviamente lo stolkerizzo cercando di carpire qualche segreto... Be', mercoledì parlando della neve ha detto "c'è neve molto bella, già un po' trasformata..." e lì mi si sono illuminati gli occhi perché è esattamente come la penso io: il polverone leggero dove per prendere velocità hai bisogno di un pendio a 45 gradi non mi piace e francamente non penso piaccia a molti... Perché alla fine le sensazioni che vuole il freerider sono quelle che vuole il pistaiolo: velocità e accelerazione! E per avere questo ci vuole una neve che risponda.
I video dove vedi gente che va sotto fino alle cosce sono belli... Ma poi la realtà è un po' diversa ;)
 
sono troppe le variabili che entrano in ballo in fresca per paragonare la sciata in pista, che poi in pista... se scii sul ghiaccio, su neve farinosa e su neve sfatta, scii in modo leggermente diverso variando carichi e posizione...
stessa cosain fresca, la tua sciata é efficiente su quel tipo di pendio, con quel raggio, quella neve e quegli sci...
in 1 metro di farina, scieresti diversamente d’istinto, su neve pesante e lenta in un’altro. odod ancora...
piccole variazioni di assetto e di carico di peso sui due sci, io noto che ad esempio con i kuro (reverse camber e sidecut) sto molto piú bilanciato sui due sci che con l’opus (rocker e sidecut classico).

A mio parere l’impostazione di base é “di base” e quindi va bene sempre, ma i piccoli adattamenti sono quelli che fanno la differenza tra una sciata fluida e leggera e una sciata arretrata e faticosa...

EDIT: ho scritto prima di vedere il posto di JMS, che quoto al 100%

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Invito a provare uno ski come l'ARG di Armada, ovvero diametralmente opposto a questo, per farsi un'idea di come l'attrezzo imponga equilibri differenti....ovviamente va provato sia fuori che in pistaHIHIHI.

in pista meglio di no, di tutti i superfat che ho avuto era l’unico a spaventarmi in pista, aggancia in modo repentino e in velocità rischi la spaccata da un momento all’altro... in powder peró era una vera macchna da velocitá!
 
A mio parere l’impostazione di base é “di base” e quindi va bene sempre, ma i piccoli adattamenti sono quelli che fanno la differenza tra una sciata fluida e leggera e una sciata arretrata e faticosa...

Sono perfettamente d'accordo.

Provo a spiegarmi meglio.

Siamo tutti d'accordo che dire che su polvere bisogna sciare arretrati è una boiata pazzesca? Credo di sì, perché se si esagera è un disastro.

Bene: io sto dicendo esattissimamente la stessa cosa riguardo l'esterno.

Se tu vai a sciare su polvere pensando "devo stare arretrato" starai TROPPO arretrato.

Se tu vai a sciare su polvere pensando "devo sciare col peso sui due sci" scierai TROPPO sull'interno.

Quando vai a sciare su polvere devi sciare al tuo meglio, con la stessa tecnica, è la SENSIBILITÀ che cambia. Non devi pensare di fare qualcosa di diverso, ma devi cercare di sciare come in pista, ma su fondo diverso.

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Il cambio in assorbimento a me non piace, utile in certe situazioni per carità, ma esteticamente non mi piace e fare tutte le curve così secondo me non fa chiudere bene la curva e viene una sequenza un po sfilata (però al corso guide è quella che chiamano "curva freeride").

Non piace nemmeno a me, mi è venuto naturale farlo e quando l'ho avvertito mi si è subito accesa una campanella "starò mica diventando un jappo?" ;)
Se si esagera si inizia a non chiudere le curve ed è una cosa che assolutamente non voglio, tuttavia mi è davvero venuto naturale farlo, quindi credo bisognerà trovare un compromesso.
 
Sono perfettamente d'accordo.

Provo a spiegarmi meglio.

Siamo tutti d'accordo che dire che su polvere bisogna sciare arretrati è una boiata pazzesca? Credo di sì, perché se si esagera è un disastro.

Bene: io sto dicendo esattissimamente la stessa cosa riguardo l'esterno.

Se tu vai a sciare su polvere pensando "devo stare arretrato" starai TROPPO arretrato.

Se tu vai a sciare su polvere pensando "devo sciare col peso sui due sci" scierai TROPPO sull'interno.

Quando vai a sciare su polvere devi sciare al tuo meglio, con la stessa tecnica, è la SENSIBILITÀ che cambia. Non devi pensare di fare qualcosa di diverso, ma devi cercare di sciare come in pista, ma su fondo diverso.

ripeto, dipende, dipende dalla neve e dagli sci, ma non incorrere nell’errore opposto, caricare troppo l’anteriore ti fa affondare di punta, caricare troppo l’esterno te lo pianta e ti rallenta!
piú scii n powder piú gli adattamenti vengo naturalmente e senza forzarli!
 
Premetto che le mie conoscenze di tecnica freeride "vera" stanno a 0 (ho solo sci skialp K2 Wayback 88... più o meno degli stuzzicadenti :D).

Ne approfitto però per chiedervi un parere su questi video "didattici" che avevo trovato chiari nelle spiegazioni:




La cosa interessante è che propongano lo stesso identico approccio, con movimento-base tipo "dolphin turn" (Klaus Mair nel suo video parla di "dolphin move") e conseguente cambio in assorbimento.

Cosa ne pensate?
 
Io comunque per l'ennesima volta vorrei ricordare che il freeski si chiama free non a caso, ma perché non ci sono i pali e ognuno deve trovare la propria goduria con i movimenti che regalano, soggettivamente, la sensazione di libertà.
Free arbitrio appunto. Pertanto, rispettabilissima la tua ricerca dell'esterno esasperato, che ti spara come una molla verso il cambio. Rispettabile anche la mia opinione che il fotogramna 6, parlando di freeride, non si può vedere.
Avendo un pendio smisurato a disposizione che male c'è a rolassare tutti i muscoli farsi portare dalla sciancratura? Che poi non è esattamente così, se molli tutto a vai a cannone, sempre che la neve è sufficientemente fonda, a voglia se piloti piegando più o meno è dosando il peso a piacimento, anche tutyo sull'esterno se serve e nei momenti in cui ne hai voglia...

Inoltre se la neve è abbastanza fonda, e se si aprono le linee mollando a cannone, il modo di farsi sparare come una molla sul cambio si trova facilmente, anche con il corpo in totale relax.
 
Io riassumerei la differenza tra fuoripista e pista con tridimensionalità e eterogeneità. (Sottoscrivo anche le analisi di gPasca e JMS-1).

Fuoripista occorre molta sensibilità per adattarsi alle condizioni della neve che variano in continuazione (sia "orizzontalmente" che con la profondità). C'è inoltre molta più libertà nel variare l'assetto sugli sci, perché, su neve morbida, la posizione che dobbiamo assumere per rimanere "centrali" dipende dall'angolo tra gli sci e la superficie, che non è fisso (anzi, soprattutto in neve profonda, deve essere modificato continuamente durante le fasi di curva, per esempio per facilitare lo svincolo e l'inversione). Per me sono queste le caratteristiche che rendono lo sci fuoripista così interessante.

Venendo al video postato da Wellness, non mi sembra di vedere una gran polvere, ma una neve piuttosto trasformata dalla radiazione solare, sulla quale una sciata più aggressiva aiuta.

Devo dire però che a me la sciata del video non piace (il secondo spezzone meglio del primo): troppo movimento nella parte alta e troppa foga, che non mi sembrano necessari per tenere quelle linee (ma dal divano resta il beneficio del dubbio...); e troppa poca sensibilità che è, secondo me, la caratteristica che distingue un'ottimo sciatore fuoripista.
 
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