Dissesto idrogeologico, maltempo, tasse e storia d'Italia: ne parliamo civilmente qui

Cari amichetti.
Quando ci sono argomenti che ci fanno chiudere la vena proviamo a esprimerci tentando di imitare Maria Latella o Isabella Bossi Fedrigotti.
I commenti saranno soporiferi ma si evita di litigare.
Con immutata stima,
Fabio


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oggi a fuori tg su rai3 hanno parlato del problema gestione alberi in città, e hanno citato un po' tutti gli argomenti degli ultimi commenti

link http://www.tg3.rai.it/dl/RaiTV/prog...9c3c0-3f04-4c41-a697-c69ac130b203-tg3.html#p=

Deo gratias!

Non è nulla di nuovo, ripeto ci sono città che lo fanno e città che non lo fanno, ahimè alterniamo 3 anni di seccume clamoroso a eventi eccessivi in senso opposto = gli alberi soffrono per 3 anni, poi non reggono una piuma di più del loro peso.

Ne consegue che bisogna curarli più spesso con sale in zucca!

Parlo per esperienza, davanti a dove lavoro c'è un'ampia aiuola di acacie, che ha sofferto come una bestia negli ultimi 3 anni, 10cm di neve e 2 rami son venuti giù... ma 2 rami per fortuna, non 2 alberi!
 
Bellissimo servizio: appena qualche imprecisione o generalizzazione ma assolutamente corretto e supportato dalla letteratura in tema.

La capitozzatura selvaggia e maldestri impianti e scelte delle specie sono proprio i drammi delle nostre alberature!
La regola d’oro: potare poco, spesso e bene.
La potatura migliore è quella che NON si vede!

D’altra parte non ci si può aspettare lavori di manutenzione di qualità se si affidano appalti a cooperative per 60cent/mq come a Milano! Basta guardarsi in giro e si vedono TUTTI gli alberi capitozzati.
L’inverno scorso in Via Colombo hanno fatto uno scempio su quei poveri Olmi già drammaticamente malmessi!


Forse poco sottolineato ma espresso alla fine: un’albero ben messo e gestito dà MOLTI più benefici anche economici di quanto non costi o sia pericoloso!
In letteratura si parla di 3€ guadagnati ogni euro speso nel verde urbano (c’e addirittura un software di modellistica americano che stima in dollaroni i benefici dell’impianto).
 
purtroppo al nostro stato piace vivere di emergenze a rattoppature, piuttosto che di prevenzione, cosi giusto per cadere nel banale...ma forse poi tanto banale non è se non riescono a mantenere bene il verde

Il verde è la prima cosa che si nota entrando in un territorio comunale, e da li si può anche capire come viene gestito tutto il resto


@fabio se invece della bossi fedrigotti prendiamo zalone ad esempio?HIHIHI
 

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.... stessa problematica della galleria Adige-garda. La "fortuna" è che le piene sono prevalentemente a regime autunnale-primaverile.

@gigiotto: La diga di stramentizzo è stata ripetutamente citata da un mio professore di idraulica; forse, almeno a detta di molti miei professori (e lo dico a tutti voi a scopo informativo) il problema consiste nelle analisi idrauliche che si fanno attualmente in ambito pubblico-professionale, che sono quasi sempre ad acqua chiara/fondo fisso. In pratica non viene considerata la possibilità che vi sia trasporto solido dei sedimenti nelle fasi di piena, o viene fatto in minima parte. E pensate che in caso di piene ingenti vi possono essere depositi-erosioni dell'ordine di alcuni metri. Altro che fondo fisso.

A sostegno di ciò che dice neve94 sul trasporto solido

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Quel banco di detrito è stato accumulato durante la recente piena dell’Ogliolo a Edolo.
Il torrente a monte scava, poi si getta nella piana di Edolo dove corre in falso piano e poco prima dello sbocco in Oglio ecco che incontra quel “laghetto” ove la corrente quasi si ferma e il detrito precipita.
Quell’isolotto prima non c’era, quindi pensate cos’ha trasportato in poche ore un torrentello di 15 km di un bacino di pochi km^2.

Sperando che si riesca a continuare la discussione in modo costruttivo e civile
 
cleon e neve94.. proprio ieri sera in una trasmissione televisiva (che ho indicato in diretta nel thread sui danni del maltempo) diego bianchi ha proposto un lungo e bel servizio (bel servizio tra virgolette ovviamente, mi perdoneranno i veneti..) tutto girato nella provincia di belluno.. ha seguito il suo standard, mostrato immagini, parlato con gente, etc.. ad un certo punto, ora non ricordo se fosse un ingegnere dell'arpa o dei VdF.. ma ha spiegato chiaramente che i danni delle zone più colpite sono imputabili a tutto quello di cui state parlando.. in un paese (di cui non ricordo il nome) è stato anche più preciso andando ad individuare gli scavi di una condotta per l'acqua fatta più a monte..

se non avete visto quel servizio provate a cercarlo.. io l'ho fatto ma non lo trovo..
 
cleon e neve94.. proprio ieri sera in una trasmissione televisiva (che ho indicato in diretta nel thread sui danni del maltempo) diego bianchi ha proposto un lungo e bel servizio (bel servizio tra virgolette ovviamente, mi perdoneranno i veneti..) tutto girato nella provincia di belluno.. ha seguito il suo standard, mostrato immagini, parlato con gente, etc.. ad un certo punto, ora non ricordo se fosse un ingegnere dell'arpa o dei VdF.. ma ha spiegato chiaramente che i danni delle zone più colpite sono imputabili a tutto quello di cui state parlando.. in un paese (di cui non ricordo il nome) è stato anche più preciso andando ad individuare gli scavi di una condotta per l'acqua fatta più a monte..

se non avete visto quel servizio provate a cercarlo.. io l'ho fatto ma non lo trovo..

Visto anche io il servizio, molto interessante (e molto triste, quelle zone sono state flagellate).
Sul sito di La7 trovate la versione integrale della puntata di Propaganda:HIP
 
Più che un caso politico lo definirei un caso psichiatrico...

Da La Stampa:

“Si potrà scavare il letto dei fiumi”. La proposta della Lega è un caso politico

Non ti fanno toccare l’albero nell’alveo - aveva detto dopo le alluvioni il vicepremier Matteo Salvini - ed ecco che l’alberello ti presenta il conto». Contro l’«alberello» e per porre fine ad esondazioni e allagamenti, la Lega ha presentato alla Camera un progetto di legge (tra i firmatari il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il capogruppo Riccardo Molinari) che è diventato un caso politico. La soluzione, secondo il Carroccio, è riprendere a scavare gli alvei di fiumi e torrenti, a decenni dallo stop di questa pratica pesantemente distruttiva. Una soluzione che andrebbe benissimo alle aziende produttrici di materiale per l’edilizia, ma che a sentire esperti e scienziati farebbe malissimo ai fiumi italiani, aumentando l’erosione e spostando catastroficamente a valle le piene (aggravate) e favorendo l’erosione delle coste marine.

Il pdl leghista n. 260, dal titolo «Disposizioni per la manutenzione degli alvei dei fiumi e dei torrenti», nella relazione afferma che «la causa di tanti disastri sta, purtroppo, nella mancata pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti che provoca l’innalzamento degli alvei, dovuto alla cronica deposizione dei sedimenti e di trasporto solido, riducendo la sezione, che non riesce più a contenere il volume d’acqua del bacino scolante». Tutta colpa di «una legislazione obsoleta, carica di inopportune ideologie ambientaliste». Per rimediare, il testo concede per 3 anni poteri straordinari ai Presidenti delle Regioni per concedere tra l’altro a privati l’autorizzazione a estrarre «ciottoli, ghiaia e sabbia e altre materie» dal letto dei fiumi. Materiali che verrà donato ai cavatori, come «compensazione» del lavoro svolto.

Peccato che secondo la stragrande maggioranza degli esperti e scienziati la premessa di fondo di questa riforma - limitare le alluvioni trasformando i fiumi e i torrenti del Belpaese, contemporaneamente, in canali artificiali e in cave - sia del tutto infondata. Non a caso questa pratica era stata vietata per i suoi effetti devastanti dal punto di vista idrologico-idrico sin dagli anni ’70, e la ghiaia è stata considerata «patrimonio indisponibile dello Stato».

Come spiega Francesco Comiti, professore di Sistemazioni Idraulico forestali all’Università di Bolzano, la maggior parte dei grandi corsi d’acqua «sono stati privati di milioni di metri cubi di sedimento dagli anni ’60 agli anni ’90 del secolo scorso. E non tanto per scopi di prevenzione, quanto per ricavare inerti per l’edilizia. Ciò ha comportato abbassamenti di molti metri dell’alveo». «I fiumi italiani - dice Giancarlo Gusmaroli, direttore del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale - hanno in alcuni casi registrato un abbassamento del fondo di oltre dieci metri. Questo in molti casi ha concorso ad accentuare la propagazione verso valle delle piene, a destabilizzare ponti e difese spondali, e contribuito a determinare il problema dell’erosione costiera».

Contrarissimi sono pure gli ambientalisti. La proposta «è in aperto contrasto con le attuali evidenze e conoscenze scientifiche e con le normative italiane ed europee», dice Stefano Ciafani, direttore di Legambiente, mentre Italia Nostra (che ricorda che almeno in passato per i materiali estratti dai fiumi si pagavano gli oneri concessori) parla di «assalto speculativo ai fiumi italiani». «La proposta della Lega è imbarazzante se non preoccupante», denuncia la deputata di LeU Rossella Muroni. «Imbarazzante perché denuncia un’ignoranza totale dei criteri di cui si fa manutenzione degli alvei e dei corsi d’acqua; interventi che necessariamente debbono essere contestualizzati e scientificamente supportati; preoccupante perché come nel caso dello spargimento dei fanghi in agricoltura è evidente che anche stavolta si risponde alla lobby di turno: questa volta saranno i cavatori a fregarsi le mani potendo estrarre sabbia e ghiaia gratis dai nostri fiumi».

E si rischia un nuovo duello nella maggioranza, perché i Cinque Stelle di Montecitorio esprimono grandissimo malumore contro una norma che secondo loro «non sta in piedi».
 
Come al solito la verità sta nel mezzo.
Ma sarebbe troppo semplice proporre di poter fare rimozioni periodiche del "di più" e basta.

E non parlo contro la lega o altri; è proprio il parlamento che da tempo immemore riesce a emanare le leggi scritte al contrario di quel che servirebbe.
Basta guardare le modifiche dei reati ambientali; buone per riempirsi la bocca e vantarsi, inapplicabili nel concreto (a detta addirittura dell'ex corpo forestale).
 
Dragare i fiumi in cui si accumula detrito è come mettersi un tappo durante lo squaraus.
Le domande da porsi a livello puntuale sarebbero:

"perchè si accumula detrito?"
"mi sta bene che si accumuli?"
"cosa posso fare per evitarlo?"
"il mio intervento cosa comporta a monte e a valle?"

Dragare sistematicamente è un intervento insostenibile sia economicamente che a livello ambientale, per non parlare delle oscillazioni che si inducono nel regime idrologico.
 
I fiumi da quando esistono per loro natura portano detriti e se lasciati allo stato naturale cambiano corso, esondano, fanno anse che si creano e disfano in continuazione.
Dato che ciò non e’ possibile in un paese abitato come l’Italia, i fiumi vanno gestiti con argini, rimuovendo l’eccesso di detriti quando si formano cumuli, e facendo briglie per imbrigliare la forza del fiume quando ci sono le piene.
L’alternativa è tornare al primo paragrafo.
 
I fiumi da quando esistono per loro natura portano detriti e se lasciati allo stato naturale cambiano corso, esondano, fanno anse che si creano e disfano in continuazione.
Dato che ciò non e’ possibile in un paese abitato come l’Italia, i fiumi vanno gestiti con argini, rimuovendo l’eccesso di detriti quando si formano cumuli, e facendo briglie per imbrigliare la forza del fiume quando ci sono le piene.
L’alternativa è tornare al primo paragrafo.

sembrerebbe così semplice, se non fossimo in Italia...
 
Bisogna rallentare le acque.

I trend climatici ci raccontano che le briglie, i letti dei torrenti, gli argini, passeranno sempre più 2-5 anni di fila in "disuso" (leggasi: malora; quindi manutenzione che non viene fatta, vegetazione che cresce), poi in 3 giorni cade la pioggia di 3 mesi e capitano disastri perché il terreno e le strutture si sono deteriorate!

Se non rallenti e gestisci le acque superficiali, almeno dove puoi, tratti solo metà del problema!

Invasi, scoli e canali che regolano i flussi d'acqua hanno questa funzione, insieme a quella idroelettrica, nonché fungono come serbatoi per emergenze (incendi, crisi idriche, siccità).


Qua in provincia 4-5 anni fa ne hanno costruiti 3, a 80m slm, fondovalle, prima dello sbocco in pianura della valle del Reno, cogliendo 3 piccioni con la famigerata fava:
- invaso di deflusso in caso di piene anomale
- idroelettricità
- bacino di emergenza per un'industria chimica nei paraggi
 
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