Quanti punti FIS per superare le selezioni corso maestro?

Ci sono corsi di aggiornamento periodici e sono obbligatori.
La difformità di livello dei maestri arriva da un sistema di selezione (degli anni e decenni passati) non uniforme come invece abbiamo ora, grazie a questa selezione così tanto criticata. Non solo, ma prma c'erano più associazioni maestri di sci, se vuoi era in parte simile ai livelli di altre scuole.
Anche oggi, nella nostra formazione, se vuoi, ci sono i livelli, ma sono quello di allenatore di primo, secondo e terzo livello e quello di istruttore. Questi ultimi due, cioè allenatore di terzo livello ed istruttore, sono l'uno il rovescio dell'altro, cioè sono le due facce della stessa medaglia e cioè dell'eccellenza.
Questa è la formazione, l'esercizio della professione è un altro aspetto e dipende, come per tutto, dalle persone che trovi.
Come nel mio campo (chirurgo), si tratta di un lavoro fatto da uomini per gli uomini, dipende tanto anche da chi incontri, ma almeno cerchiamo di farci trovare pronti.
Condivido ogni intervento che hai fatto.
Il livello dei maestri di sci oggi è molto alto e non è minimamente paragonabile a quello di una volta .
Innanzitutto i ragazzi di oggi sono molto più colti di quelli di un tempo , che a malapena avevano la 3° media .
E brutto da dire , ma è così, in montagna un tempo se studiavi e ti laureavi o diplomavi di certo non ti mettevi a fare il maestro di sci , che di solito era destinato a chi faceva lavori manuali ( spesso muratori) che d'inverno a cantiere chiuso faceva quello per camparsi.
Oggi molti ragazzi che conosco che hanno voluto insegnare, lo fanno con la coscienza di volerlo fare , con la passione dell'insegnamento e molto spesso affiancano al corso una laurea in scienze motorie .

Si ci sono pochi maestri, ma trovo sacrosanto l'Eurotest ...

arrivano dei maestri dall'estero ... e li vedo al Cermis che a malapena tirano uno spigolo .....e poi stiamo qui a criticare i nostri ?

Ne ho visto uno con i bimbi che li faceva spezzare dalla parte sbagliata mentre faceva spazzaneve .....

Io mio figlio in mano a quelli spero che non ci finisca .....
 
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......e tra questi chissa quanti sono oramai nettamente inferiori come tecnica rispetto ai 500 freschi nuovi maestri " brocchi " perche' non riescono a passare l' eurotest..... ma va bene cosi' ☹️
si va beh ma così non migliori di certo il livello .

Adesso mi faccio un altro esempio che potrebbe calzare a pennello,
Come alcuni di voi già sanno , nella mia vita ho servito nella Benemerita, e come è risaputo le barzellette non sono del tutte inventate, soprattutto sull'appuntatazzo di 50/60 anni sovrappeso classico esempio di inefficienza e incapacità.
Bene, questo era dovuto dal fatto che purtroppo c'è stato un periodo ( soprattutto durante le Brigate Rosse) , che gli arruolamenti nell'arma erano scesi drasticamente, e quindi si è dovuta abbassare e di molto l'asticella per entrare a farne parte .
Risultato .... beh lo sappiamo tutti .
Se entri ora in una caserma , il livello dei giovani si è alzato e di molto, ottimo uso del PC, linguaggio più forbito ... ecc ecc.
E' inutile che ci lamentiamo che il corso è difficile , che non è facile diventar maestro ... e poi se vi arriva quello che non sa sciare o parlare vi incaxxate .... capite che la cosa non collima ?
 
È l’equivalenza gigante=saper sciare che è tanto radicata nella testa di chi fa gigante che non è sensata. Posto che l’eurotest lo passerebbe forse il 10% dei maestri attivi, per lo più allenatori, significherebbe che non ci sono in Italia maestri bravi. E invece ci sono eccome, sono bravi a fare il loro lavoro, e non sanno più fare gigante semplicemente perché per fare il maestro di sci non serve a una mazza.
Il mio punto è questo: è inutile richiedere all’accesso certe abilità sapendo che nei 2 anni successivi verranno perse. Non parlo dei maestri 60enni appartenenti ad un’altra generazione, parlo di maestri di 35/40 anni che in gioventù hanno passato l’eurotest ma oggi non lo passerebbero più; maestri che fanno comunque benissimo il proprio lavoro, che sono perfettamente in grado di dimostrare L7, non gente svogliata o incapace, ma che semplicemente con il passare del tempo ha perso quell’abilità in quanto totalmente inutile per il lavoro che fa. Anche giò, grande sostenitore dell’eurotest, ha scritto in un intervento precedente che la cosa migliore è farlo il prima possibile, dando per scontato che poi si smetta di allenarsi in modo specifico e che quindi diventi sempre più difficile superare la prova. Dopotutto se un maestro dovesse mantenere il livello necessario per l’eurotest avrebbe meno tempo per lavorare, è piuttosto chiaro. Quello che dico io è: che senso ha basarsi su una prova che è un exploit, sapendo già che l’anno dopo quella persona non avrà più quella capacità perché tanto non gli serve? È davvero utile sapere che un maestro 15 anni fa sapeva fare qualcosa che oggi (ma in realtà già due anni dopo) non sa più fare? Non sarebbe meglio concentrarsi su ciò che realmente è indispensabile per la professione (e sono gli archi, non c’è veramente nulla da fare) e magari pretendere che non degradino troppo nel tempo, e che si mantengano almeno a livelli accettabili considerando ovviamente l’età anagrafica del maestro? Sul discorso oggettività: non sarebbe opportuno che i nostri fior fior di istruttori trovassero un metodo il più obiettivo possibile di giudizio, invece di lasciare il tutto alla sensibilità personale? Se alle olimpiadi si danno medaglie in discipline come i tuffi, il pattinaggio di figura, il nuoto artistico, basandosi su punteggi, possibile che nello sci non si possa fare?
 
È l’equivalenza gigante=saper sciare che è tanto radicata nella testa di chi fa gigante che non è sensata. Posto che l’eurotest lo passerebbe forse il 10% dei maestri attivi, per lo più allenatori, significherebbe che non ci sono in Italia maestri bravi. E invece ci sono eccome, sono bravi a fare il loro lavoro, e non sanno più fare gigante semplicemente perché per fare il maestro di sci non serve a una mazza.
Il mio punto è questo: è inutile richiedere all’accesso certe abilità sapendo che nei 2 anni successivi verranno perse. Non parlo dei maestri 60enni appartenenti ad un’altra generazione, parlo di maestri di 35/40 anni che in gioventù hanno passato l’eurotest ma oggi non lo passerebbero più; maestri che fanno comunque benissimo il proprio lavoro, che sono perfettamente in grado di dimostrare L7, non gente svogliata o incapace, ma che semplicemente con il passare del tempo ha perso quell’abilità in quanto totalmente inutile per il lavoro che fa. Anche giò, grande sostenitore dell’eurotest, ha scritto in un intervento precedente che la cosa migliore è farlo il prima possibile, dando per scontato che poi si smetta di allenarsi in modo specifico e che quindi diventi sempre più difficile superare la prova. Dopotutto se un maestro dovesse mantenere il livello necessario per l’eurotest avrebbe meno tempo per lavorare, è piuttosto chiaro. Quello che dico io è: che senso ha basarsi su una prova che è un exploit, sapendo già che l’anno dopo quella persona non avrà più quella capacità perché tanto non gli serve? È davvero utile sapere che un maestro 15 anni fa sapeva fare qualcosa che oggi (ma in realtà già due anni dopo) non sa più fare? Non sarebbe meglio concentrarsi su ciò che realmente è indispensabile per la professione (e sono gli archi, non c’è veramente nulla da fare) e magari pretendere che non degradino troppo nel tempo, e che si mantengano almeno a livelli accettabili considerando ovviamente l’età anagrafica del maestro? Sul discorso oggettività: non sarebbe opportuno che i nostri fior fior di istruttori trovassero un metodo il più obiettivo possibile di giudizio, invece di lasciare il tutto alla sensibilità personale? Se alle olimpiadi si danno medaglie in discipline come i tuffi, il pattinaggio di figura, il nuoto artistico, basandosi su punteggi, possibile che nello sci non si possa fare?
Se sei un ragazzo di 20 anni e ti sei preparato per le selezioni maestri , l'eurotest lo passi a mani basse se sai far due curve , è questo che non capite .
poi che dopo non serva a niente e lo perdi ... non ci azzecca nulla con il discorso di selezionare gli allievi.
L'eurotest non è per i maestri che esistono già con anni di esperienza , serve per togliere di mezzo gente completamente storta.
Quando hanno formato i vecchi maestri non c'era il problema dei corsi fuffa esteri , i maestri erano tutti local ed erano nati a pochi metri dalle piste da sci, i tempi cambiano la globalizzazione è arrivata anche qui ....hanno equiparato gli albi e hanno dovuto trovare un modo per non trovarsi invasi da maestri della domenica, e l'unico modo non soggettivo e impugnabile è questo : il cronometro , non ci scappi , non puoi lasciare all'uomo la facoltà di promuovere o bocciare un allievo guardandolo sciare .
hanno impugnato L'eurotest in tribunale e vuoi che non impugnino una selezione senza tempi ???
ma non capisco quanto lontano siete dalla realtà quando fate certi discorsi .


E ragazzi francamente di tutti gli amici che ho chi non lo passa è perchè fa cagare a sciare c'è poco da dire .

Vi ricordate la tizia che aveva fatto ricorso ed era andata in tribunale , beh la conosco e ci ho sciato insieme ... era ed è inguardabile .

Aggiungo ....
non dite e ma per essere buoni maestri non devi saper sciare tra i pali , ok ... figurati se ti capita un maestro che non solo non sa sciare tra i pali ma non sa neppure insegnare , almeno così un problema se l'ha tolto....

ma poi non riuscire a stare dentro al 18% di un tempo parametrato per gli uomini e 25% per le donne ... dai devi essere un vero aratro .....
Colombi me lo dice sempre, essendo prametratore Eurotest, " Guarda che non tiro , scendo normalmente perchè il tempo deve essere ripetibile " , chepoi alla seconda tirano su il piede e si sa
 

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È l’equivalenza gigante=saper sciare che è tanto radicata nella testa di chi fa gigante che non è sensata. Posto che l’eurotest lo passerebbe forse il 10% dei maestri attivi, per lo più allenatori, significherebbe che non ci sono in Italia maestri bravi. E invece ci sono eccome, sono bravi a fare il loro lavoro, e non sanno più fare gigante semplicemente perché per fare il maestro di sci non serve a una mazza.
Il mio punto è questo: è inutile richiedere all’accesso certe abilità sapendo che nei 2 anni successivi verranno perse. Non parlo dei maestri 60enni appartenenti ad un’altra generazione, parlo di maestri di 35/40 anni che in gioventù hanno passato l’eurotest ma oggi non lo passerebbero più; maestri che fanno comunque benissimo il proprio lavoro, che sono perfettamente in grado di dimostrare L7, non gente svogliata o incapace, ma che semplicemente con il passare del tempo ha perso quell’abilità in quanto totalmente inutile per il lavoro che fa. Anche giò, grande sostenitore dell’eurotest, ha scritto in un intervento precedente che la cosa migliore è farlo il prima possibile, dando per scontato che poi si smetta di allenarsi in modo specifico e che quindi diventi sempre più difficile superare la prova. Dopotutto se un maestro dovesse mantenere il livello necessario per l’eurotest avrebbe meno tempo per lavorare, è piuttosto chiaro. Quello che dico io è: che senso ha basarsi su una prova che è un exploit, sapendo già che l’anno dopo quella persona non avrà più quella capacità perché tanto non gli serve? È davvero utile sapere che un maestro 15 anni fa sapeva fare qualcosa che oggi (ma in realtà già due anni dopo) non sa più fare? Non sarebbe meglio concentrarsi su ciò che realmente è indispensabile per la professione (e sono gli archi, non c’è veramente nulla da fare) e magari pretendere che non degradino troppo nel tempo, e che si mantengano almeno a livelli accettabili considerando ovviamente l’età anagrafica del maestro? Sul discorso oggettività: non sarebbe opportuno che i nostri fior fior di istruttori trovassero un metodo il più obiettivo possibile di giudizio, invece di lasciare il tutto alla sensibilità personale? Se alle olimpiadi si danno medaglie in discipline come i tuffi, il pattinaggio di figura, il nuoto artistico, basandosi su punteggi, possibile che nello sci non si possa fare?
Scusa ma secondo te un ingegnere dopo 10 anni dalla laurea passerebbe l‘esame di analisi 2 o di meccanica razionale? Io dico che nel 99% dei casi no, eppure sono due esami fondamentali per la formazione dell’ingegnere e anche per fare un po’ di scrematura. Questo esempio vale per tutti i percorsi formativi e professionalizzanti. Il maestro di sci è un professionista, siamo tutti d’accordo che il gs non serve ad insegnare e anche che il 90% dei maestri di 40 anni non passerebbe l‘Eurotest, tuttavia se preparandoti un minimo non passi l‘Eurotest vuol dire che ti mancano le basi per poterti definire “professionista” e sei solo un turista appassionato.
 
Se sei un ragazzo di 20 anni e ti sei preparato per le selezioni maestri , l'eurotest lo passi a mani basse se sai far due curve , è questo che non capite .
poi che dopo non serva a niente e lo perdi ... non ci azzecca nulla con il discorso di selezionare gli allievi.
L'eurotest non è per i maestri che esistono già con anni di esperienza , serve per togliere di mezzo gente completamente storta.

E ragazzi francamente di tutti gli amici che ho chi non lo passa è perchè fa cagare a sciare c'è poco da dire .

Vi ricordate la tizia che aveva fatto ricorso ed era andata in tribunale , beh la conosco e ci ho sciato insieme ... era ed è inguardabile .
E aggiungo......di tutti i ragazzi che hanno fatto il corso maestri e che non passano l'eurotest buona parte arriva da corsi "paralleli" di altre nazioni riconosciute in Italia a cui si accede attraverso altro tipo di selezione (tipo il gs dimostrativo).
L'eurotest è semplicemente una prova che serve a uniformare il livello di sciata dei maestri che possono così insegnare anche in altre nazioni.
E non è l'Italia ad averlo voluto fortemente, ma, guarda caso, la Francia e la Germania.
All'inizio (parlo dei primi anni 2000) la prova di gs a tempo per le selezioni in alcune regioni italiane valeva anche come eurotest, dopo uno o due anni per l'eurotest si decise di fare una prova a parte.
Me le regioni che iniziarono a fare la prova a tempo la trovarono molto più efficace nella prima scrematura dei candidati di una selezione basata sulla prova dimostrativa.
Un ragazzo che ha completato il percorso, è diventato maestro, ha fatto l'eurotest, se vuole andare avanti e diventare allenatore di II o III livello o istruttore, deve rimettersi tra i pali ed allenarsi forte.
Se rimani a fare il maestro non è necessario ripetere e rinnovare questa prova, ma conta altro, primo fra tutto, continuare, appena possibile, a sciare, lasciarsi libera qualche mattina per andare a sciare.
 
Se sei un ragazzo di 20 anni e ti sei preparato per le selezioni maestri , l'eurotest lo passi a mani basse se sai far due curve , è questo che non capite .
poi che dopo non serva a niente e lo perdi ... non ci azzecca nulla con il discorso di selezionare gli allievi.
C’entra eccome. Selezionare gli allievi ha senso se lo fai tarandoti sulle capacità utili a svolgere la mansione, altrimenti sono seghe, per dirla con un francesismo. Nessuno che si sia mai preoccupato di selezionare gli allievi su abilità fondamentali come la conoscenza dell’inglese o un test logico, per esempio, chissà come mai.
non puoi lasciare all'uomo la facoltà di promuovere o bocciare un allievo guardandolo sciare .
Puoi dare una medaglia olimpica a un atleta guardandolo performare, non puoi promuovere un maestro di sci? Ma sei serio? Gli istruttori sono così trogloditi da non essere in grado di mettere insieme un metodo univoco di giudizio, esprimendo un voto su ognuna dei 4 movimenti e non sula sciata generale a loro gusto personale?
ma non capisco quanto lontano siete dalla realtà quando fate certi discorsi .
In realtà, come già detto altrove, molto vicino, vicinissimo, anzi, praticamente dentro 😆
E ragazzi francamente di tutti gli amici che ho chi non lo passa è perchè fa cagare a sciare c'è poco da dire .
In realtà c’è un tot di gente che passa per il rotto della cuffia e fa cagare lo stesso, proprio perché non c’entra una sega con il saper sciare in modo dimostrativo. Sono semplicemente abilità diverse. Anzi, se vuoi ti dico anche che l’abilità del gigante è più evoluta, ma resta il fatto che non c’entra granché con la scuola sci.
non dite e ma per essere buoni maestri non devi saper sciare tra i pali , ok ... figurati se ti capita un maestro che non solo non sa sciare tra i pali ma non sa neppure insegnare , almeno così un problema se l'ha tolto....
Magari è anche bravissimo a fare la parmigiana, ma continuo a non farmene un granché.
Colombi me lo dice sempre, essendo prametratore Eurotest, " Guarda che non tiro , scendo normalmente perchè il tempo deve essere ripetibile " , chepoi alla seconda tirano su il piede e si sa
Questo era più vero una volta, quando si vedevano parametri di traverso alle ultime due porte. Ora capita spesso che si ingarellino tra loro, sono pur sempre atleti (alcuni più soddisfatti di altri) e il celodurismo esce anche se non vogliono (o dicono di non volere). Comunque il mio punto non è la facilità o meno dell’eurotest, è proprio il fatto che è un non-senso misurare una capacità temporanea e distaccata dalla pratica sul campo.
 
All'inizio (parlo dei primi anni 2000) la prova di gs a tempo per le selezioni in alcune regioni italiane valeva anche come eurotest, dopo uno o due anni per l'eurotest si decise di fare una prova a parte.
Questo merita un discorso a parte: se è così fondamentale per diventare un accettabile maestro di sci, perché non proseguire con l’eurotest in fase di selezione? Che senso ha scremare su parametri diversi e più laschi? Perché la scuola italiana pretende due livelli diversi in due momenti diversi? Forse per fare più corsi maestri?
 
No, Nedjem, non è per questo.
L'eurotest è un esame che ha la sola finalità di porre un livello, una asticella che chiunque voglia insegnare, in possesso del diploma di un corso maestri rilasciato da un ente preposto di qualsiasi Paese europeo, deve superare.
Altro esame con la stessa finalità è l'eurosecuritè che riguarda lo sci fuoripista e il soccorso in caso di valanga.
I nostri maestri sono i primi ad essere chiamati in causa per il soccorso e il recupero di chi è finito sotto una slavina, quindi sono i primi a rischiare nel caso in cui qualche sprovveduto o imprudente o per pura casualità sia rimasto sotto.
Da fruitori dei comprensori, giustamente, viene visto solo l'aspetto più evidente della professione, ma fare il maestro di sci comporta anche altri aspetti che non vengono, molto spesso, neanche immaginati.
Facciamo una selezione troppo dura? Possibile. Guardiamo troppo al mondo race? Possibile anche questo. Tuttavia chi fa o ha fatto gare è uno sciatore che ha un bagaglio di esperienze e di montagna un pò superiore rispetto al semplice appassionato, pur ottimo sciatore. E non è solo lo stare sulla lamina o condurre due curve, è aver vissuto per anni la montagna e il suo mondo anche assieme a chi in montagna ci nasce, ci vive e ci rimane.
 
C’entra eccome. Selezionare gli allievi ha senso se lo fai tarandoti sulle capacità utili a svolgere la mansione, altrimenti sono seghe, per dirla con un francesismo. Nessuno che si sia mai preoccupato di selezionare gli allievi su abilità fondamentali come la conoscenza dell’inglese o un test logico, per esempio, chissà come mai.

Puoi dare una medaglia olimpica a un atleta guardandolo performare, non puoi promuovere un maestro di sci? Ma sei serio? Gli istruttori sono così trogloditi da non essere in grado di mettere insieme un metodo univoco di giudizio, esprimendo un voto su ognuna dei 4 movimenti e non sula sciata generale a loro gusto personale?

In realtà, come già detto altrove, molto vicino, vicinissimo, anzi, praticamente dentro 😆

In realtà c’è un tot di gente che passa per il rotto della cuffia e fa cagare lo stesso, proprio perché non c’entra una sega con il saper sciare in modo dimostrativo. Sono semplicemente abilità diverse. Anzi, se vuoi ti dico anche che l’abilità del gigante è più evoluta, ma resta il fatto che non c’entra granché con la scuola sci.

Magari è anche bravissimo a fare la parmigiana, ma continuo a non farmene un granché.

Questo era più vero una volta, quando si vedevano parametri di traverso alle ultime due porte. Ora capita spesso che si ingarellino tra loro, sono pur sempre atleti (alcuni più soddisfatti di altri) e il celodurismo esce anche se non vogliono (o dicono di non volere). Comunque il mio punto non è la facilità o meno dell’eurotest, è proprio il fatto che è un non-senso misurare una capacità temporanea e distaccata dalla pratica sul campo.
Cioè che fai ?
 
No, Nedjem, non è per questo.
L'eurotest è un esame che ha la sola finalità di porre un livello, una asticella che chiunque voglia insegnare, in possesso del diploma di un corso maestri rilasciato da un ente preposto di qualsiasi Paese europeo, deve superare.
Perché non farlo prima di tutto, allora? Tanto è il livello minimo sotto al quale non si sa sciare, giusto? Perché non scremare subito tutti quelli che non sono adatti, evitando di far perdere loro tempo e denaro?
Altro esame con la stessa finalità è l'eurosecuritè che riguarda lo sci fuoripista e il soccorso in caso di valanga.
I nostri maestri sono i primi ad essere chiamati in causa per il soccorso e il recupero di chi è finito sotto una slavina, quindi sono i primi a rischiare nel caso in cui qualche sprovveduto o imprudente o per pura casualità sia rimasto sotto.
Da fruitori dei comprensori, giustamente, viene visto solo l'aspetto più evidente della professione, ma fare il maestro di sci comporta anche altri aspetti che non vengono, molto spesso, neanche immaginati.
Facciamo una selezione troppo dura? Possibile. Guardiamo troppo al mondo race? Possibile anche questo. Tuttavia chi fa o ha fatto gare è uno sciatore che ha un bagaglio di esperienze e di montagna un pò superiore rispetto al semplice appassionato, pur ottimo sciatore. E non è solo lo stare sulla lamina o condurre due curve, è aver vissuto per anni la montagna e il suo mondo anche assieme a chi in montagna ci nasce, ci vive e ci rimane.
Bello questo dare dell’ignorante tra le righe dando per scontato che opinioni diverse non possano derivare da altro se non ignoranza e mancanza di conoscenze.
Ribadisco, per chiarezza, che ho una maestra e allenatrice in casa, abilitata con Eurotest e Eurosicurité quando le selezioni erano l’ Eurotest, che si avvicina alle 700 ore tra scuola e sciclub (non agonistico). Con la quale, da semplice appassionato, mi confronto continuamente. In famiglia ci sono altri 3 maestri/allenatori a tempo pieno (quindi non cittadini da weekend) e la maggioranza dei miei amici sono maestri di sci, quasi tutti allenatori (anche se alcuni non esercitano più). Ho una chiara visuale su chi di neve e di montagna ci vive, non sono il cittadino esaltato che vuole prendere la patacca per fare il ganassa al bar. In realtà non mi interesserebbe la patacca in assoluto perché so di non essere portato al contatto con le persone, questo anche se avessi il livello che, sempre chiarezza, non ho. Queste mie idee non derivano da alcuna frustrazione, sono semplicemente ragionamenti, a mio avviso molto logici, che faccio sulla base di ciò che vedo e sento dai professionisti.
Questo sistema alla maggioranza dei maestri non piace, il mio campione piuttosto nutrito dice questo. Capisco anche che chi vive a stretto contatto con l’agonismo possa avere un punto di vista differente, a mio giudizio del tutto scollegato da mondo “scuola sci”; perché sono due cose profondamente diverse, anche se per alcuni così non è.
In ultimo, eurosicurité è una panzana che non viene rinnovata e che faceva giusto vedere cosa fosse un artva. Come ho già detto, le abilità vanno mantenute, altrimenti sono inutili: visto che sei medico, cosa pensi di un corso aziendale di primo soccorso, e in più mai rinnovato? Su tutto ciò che è nivologia e attività fuori pista la scuola italiana è un colabrodo e, pur non essendo guida alpina (ma anche qui, frequentandone) so di parlare con nozione di causa.

Comunque, in generale: il mio punto non è neanche selezione “dura” o no. Il mio punto è selezione (anche dura, che mi importa?) su ciò che realmente serve, e mantenimento della qualifica duro sempre sugli stessi requisiti. Un requisito che serve per entrare ma non per esercitare è un requisito idiota. È una questione puramente logica, per quel che mi riguarda, e le cose illogiche mi mandano in corto circuito.
 
Punto primo: non ti ho dato dell'ignorante
Punto secondo: se sei dentro l'ambiente dovresti essere a conoscenza del fatto che quella di gs a tempo è una prova di ammissione ad un corso di formazione professionale ed è una sola del programma, non la prova unica e vera, perchè poi ci sono gli archi. C'è chi passa il gs e viene bocciato agli archi, e sai quando succede? Quando il tempo del parametro è accessibile a molti.
Punto terzo: si è sostituita la prova dimostrativa in gs con la prova a tempo per il semplice fatto che si pensa che in questo modo si possano evitare tutte quelle situazioni in cui hai un candidato che scende tra le porte in 40 secondi ed un altro che fa lo stesso tracciato in 50 ma con bello stile e quindi tra i due passa il secondo (è un esempio, ma da sempre motivo di ricorsi e blocchi delle selezioni).
Punto quarto: ho anche io in casa un maestro e allenatore e di altri professionisti del settore (maestri, allenatori ed istruttori) ne conosco e ci confrontiamo spesso ed è chiaro che tutto è migliorabile, ma è anche vero che si deve trovare un sistema che dia uguali possibilità a tutti. In quest'ottica il cronometro è imparziale, molto più del "vediamo il figlio di tizio o di caio e diamgli una mano".
Punto quinto: sarei d'accordo a fare l'eurotest come prova di ammissione al corso, tuttavia ci sono altre Nazioni europee che lo vogliono mantenere come prova distinta.
Punto sesto: mio figlio ha passato la selezione dopo anni che non faceva più gare, si è allenato da settembre e a febbraio ha passato la prima selezione a cui era iscritto. L'eurotest lo ha passato poco prima della fine del corso, dopo averne provato un altro che ha mancato per una manciata di centesimi.
Le abilità si mantengono lavorando e lasciandosi del tempo per non perdere il piacere di sciare.
Dopo tre anni di campetto (quindi tre anni durante i quali non ha sciato), con mio figlio abbiamo fatto qualche giorno al plan a inizio dicembre.
E' una cosa che gli è servita per rimettersi in sesto e riprendere la sciata.
E da ultimo, vuoi o non vuoi, se necessario il maestro viene anche chiamato per i soccorsi, se necessario.
Infine, sul mio lavoro: magari bastasse il corso aziendale! io ho dovuto fare 6 anni di università, un esame di laurea, un esame di abilitazione, 4 anni di specializzazione (ora sono 5), ridiscutere altra tesi ed esame finale e poi cominciare a fare il mio lavoro. E il bello della mia professione è che è come lo sci, non si smette mai di imparare e migliorarsi tecnicamente e culturalmente. Forse questo deve essere il vero motore di tutto, mantenere dentro noi stessi la voglia continua di migliorarci, non adagiarsi sui risultati ottenuti.
Anche io criticavo questo sistema fino a che non ho imparato a conoscerlo e tutto sommato il livello medio dei maestri da una decina d'anni a questa parte è migliorato.
 
Punto secondo: se sei dentro l'ambiente dovresti essere a conoscenza del fatto che quella di gs a tempo è una prova di ammissione ad un corso di formazione professionale ed è una sola del programma, non la prova unica e vera, perchè poi ci sono gli archi. C'è chi passa il gs e viene bocciato agli archi, e sai quando succede? Quando il tempo del parametro è accessibile a molti.
Io contesto solo il gs, la prova di archi è sacrosanta e credo che nessuno si sognerebbe di contestarla.
Punto terzo: si è sostituita la prova dimostrativa in gs con la prova a tempo per il semplice fatto che si pensa che in questo modo si possano evitare tutte quelle situazioni in cui hai un candidato che scende tra le porte in 40 secondi ed un altro che fa lo stesso tracciato in 50 ma con bello stile e quindi tra i due passa il secondo (è un esempio, ma da sempre motivo di ricorsi e blocchi delle selezioni).
Cosa che peraltro sarebbe cosa buona e giusta, parlando di maestri e non di allenatori.
Punto quarto: ho anche io in casa un maestro e allenatore e di altri professionisti del settore (maestri, allenatori ed istruttori) ne conosco e ci confrontiamo spesso ed è chiaro che tutto è migliorabile, ma è anche vero che si deve trovare un sistema che dia uguali possibilità a tutti. In quest'ottica il cronometro è imparziale, molto più del "vediamo il figlio di tizio o di caio e diamgli una mano".
Ribadisco: diamo medaglie olimpiche ad atleti basandoci su un punteggio, non riusciamo a mettere d’accordo una “giuria” di 6/8 istruttori scartando gli estremi?
Punto quinto: sarei d'accordo a fare l'eurotest come prova di ammissione al corso, tuttavia ci sono altre Nazioni europee che lo vogliono mantenere come prova distinta.
Magari perché hanno i livelli, nel qual caso sarebbe sensato perché altrimenti bloccheresti in entrata gente che non farà mai l’eurotest.
Punto sesto: mio figlio ha passato la selezione dopo anni che non faceva più gare, si è allenato da settembre e a febbraio ha passato la prima selezione a cui era iscritto. L'eurotest lo ha passato poco prima della fine del corso, dopo averne provato un altro che ha mancato per una manciata di centesimi.
Le abilità si mantengono lavorando e lasciandosi del tempo per non perdere il piacere di sciare.
Dopo tre anni di campetto (quindi tre anni durante i quali non ha sciato), con mio figlio abbiamo fatto qualche giorno al plan a inizio dicembre.
E' una cosa che gli è servita per rimettersi in sesto e riprendere la sciata.
Evidentemente era un buon agonista. Esercita la professione? È fisso in una scuola sci? Perché io continuo a dire che scuola sci e agonismo sono due mondi diversi, e da lì le abilità necessarie.
E da ultimo, vuoi o non vuoi, se necessario il maestro viene anche chiamato per i soccorsi, se necessario.
Infine, sul mio lavoro: magari bastasse il corso aziendale! io ho dovuto fare 6 anni di università, un esame di laurea, un esame di abilitazione, 4 anni di specializzazione (ora sono 5), ridiscutere altra tesi ed esame finale e poi cominciare a fare il mio lavoro.
Esatto, per quello ti paragonavo il corso aziendale di primo soccorso (che ho fatto anche io all’epoca in cui avevo una società) con l’eurosicurité: sono belle iniziative, assolutamente approssimative e non esaustive, che non certificano granché, soprattutto se non vengono ripetute.
E il bello della mia professione è che è come lo sci, non si smette mai di imparare e migliorarsi tecnicamente e culturalmente. Forse questo deve essere il vero motore di tutto, mantenere dentro noi stessi la voglia continua di migliorarci, non adagiarsi sui risultati ottenuti.
E su questo sono perfettamente d’accordo, tanto che credo che gli aggiornamenti dovrebbero essere riconferme, un po’ come succedeva con gli istruttori: ovviamente con le debite proporzioni e con un livello richiesto che sia adeguato allo svolgimento della professione. Quello stesso identico livello che, secondo me, dovrebbe essere richiesto per accedere alla professione.

Ci sarebbero altre cose da affrontare, ma detta sinceramente, per quanto il discorso mi appassioni, non ho più granché voglia di discuterne. Alla prossima volta in cui si parlerà di questo argomento, in cui ripartiremo da zero a ridire le stesse cose 😂
 
Hai ragione e anche io non ne posso più😂
Credo che la cosa più giusta da fare, a questo punto, sia di incrociare le lamine in pista.
😀⛷️🎿
 
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