Discussioni tra forumer :)

No ma io dico lato consumatore: voi giustificate più uno skipass alto per n. di piste o per n. di impianti?
Normalmente il numero di impianti e piste sono due grandezze direttamente proporzionali, quindi il propblema non si pone piùimpianti più piste più costo, meno impianti meno piste meno costo. Il problema non è tanto nel più quanto nel meno, perchè costa meno, per impianto e pista, amministrare più impianti. Infattiil la retta della funzione impianti e piste con i costi non è una bisettrice e quindi più impianti e piste meno costo in proporzione
 
Il prezzo dello ski -pass dovrebbe essere (è, tendenzialmente) funzione del rapporto tra domanda/offerta per il dato resort.

Più alta è la domanda - relatvamente ai peers e indipendentemente dalle diverse dimensioni dei resorts - e più il prezzo può aumentare... Fermo restando che questo avrà una base di partenza, più o meno elevata che a sua volta potrebbe condizionare la domanda, in dipendenza dei costi fissi richiesti per gestire il tutto.

In sintesi, la dimensione del resort - il chilometraggio - di per sè non è fattore esiziale per determinare il prezzo del servizio al pubblico.

That simple! E poi dicono che nessuno nasce imparato.
 
Il prezzo dello ski -pass dovrebbe essere (è, tendenzialmente) funzione del rapporto tra domanda/offerta per il dato resort.

Più alta è la domanda - relatvamente ai peers e indipendentemente dalle diverse dimensioni dei resorts - e più il prezzo può aumentare... Fermo restando che questo avrà una base di partenza, più o meno elevata che a sua volta potrebbe condizionare la domanda, in dipendenza dei costi fissi richiesti per gestire il tutto.

In sintesi, la dimensione del resort - il chilometraggio - di per sè non è fattore esiziale per determinare il prezzo del servizio al pubblico.

That simple! E poi dicono che nessuno nasce imparato.

This.

Diciamo che, l’erogazione di un servizio, è molto più complessa della produzione e vendita di un bene, dove “semplicemente“ al cog (cost of good) ci ricarichi un mark-up necessario a sopravvivere.

I costi di gestione, i costi vivi che sostieni, sono difficilmente misurabili all’interno di un prezzo di vendita che è pochi €, moltiplicato per un numero di biglietti venduti, a fronte di spesso milioni spesi.

Chiaramente il breakeven c’è, ma si raggiunge dopo mesi e mesi…

In mezzo c’è un ricarico che ti deve far arrivare a breakeven prima possibile, se hai un servizio di qualità (pista impianti e off-ski), la gente percepisce ugualmente costi alti e qualità.
Perché c’è.

E paga, spesso per sciare tanto ma senza tanta gente e senza code
 
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Ad esempio Ladurno ha due impianti che coprono 900 mt di dislivello...il corno alle scale avrebbe 4/5 impianti ma lo skipass costa meno di ladurno... In teoria in termini di costi il Corno ne dovrebbe sostenere di superiori.... Ciò significa che la sua offerta sciistica non è ritenuta "appetibile" al pari di quella di ladurno
Però ci son persone che amano cambiare pista, anche se corta, invece di rifare tre volte sempre la stessa, e poi ci sono i principianti (e i parenti dei principianti, che li accompagnano) per i quali una pista di 300m di dislivello è già molto appagante; cosa me ne farei di una pista da 900m di dislivello potenziale se ogni 50m di dislivello dovessi fermarmi per attendere il principiante che sto accompagnando o comunque se dovessi farmela a velocità di lumaca per stargli a fianco o appena davanti? Queste categorie di sciarori preferiranno avere tante piste corte.
 
Cmq per me consumatore skipass+bevanda+panino dovrebbe stare sotto i 50 euro
Poi preferisco dare più denari nei comprensori dove si passa molto più tempo in discesa che a fare code e a risalire
 

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Diciamo che, l’erogazione di un servizio, è molto più complessa della produzione e vendita di un bene, dove “semplicemente“ al cog (cost of good) ci ricarichi un mark-up necessario a sopravvivere.
Spesso - anche nei prodotti - il prezzo non lo fa il costo+mark up, ma la capacità o meglio, la propensione alla spesa dell'utilizzatore. Nei servizi la cosa è molto visibile - benchè anche lì si possano considerare i costi 'industriali ed applicare un margine - ma lo è spesso anche nei prodotti.
Per il costo degli skipass la cosa è chiarissima e lo studio, al di là di un necessario ed auspicabile break even, è: quanto è disposto a spendere lo sciatore per venire a sciare nel mio resort?
 
io son convinto che il prezzo sia influenzato più da questioni commerciali, per quanto riguarda i servizi invece le strutture influenzano relativamente, poiché comprensori piccoli e a bassa quota spesso hanno meno rapporto qualità/prezzo di comprensori grandi e in quota, senza contare che un comprensorio grande può aprire o mantenere solo una parte delle strutture mentre uno piccolo o apre o chiude
il prezzo vedo che varia più in base alle infrastrutture (strade, parcheggi, accessi) e ai servizi terzi (pubblicità, location, alberghi, servizi). Poi il costo dell'innevamento artificiale si è fatto sentire anche quello, ma in fin dei conti più i numeri son alti e più si alza il prezzo.
E' sempre una scommessa dell'imprenditore ma il prezzo non è quasi mai un fattore determinante. A natale e in alta stagione ci sarà sempre sold out , code e disagi nella maggior parte delle località.
 
Io mi chiedo semplicemente: ma in Italia si fanno sinergie tra impiantisti e indotto (rifugi, alberghi, bar, ristoranti, noleggi, ecc. ecc.) o ciascuno tira semplicemente acqua al proprio mulino finché la va la va senza prendere in considerazione la possibilità di mettere in comune le risorse e praticare prezzi più interessanti per il pubblico sì da attirare più clientela? L'esempio più negativo che io conosca in tal senso è l'Abetone, dove addirittura diverse società di gestione degli impianti si sono fatte e si fanno tuttora la lotta a discapito della fruibilità del comprensorio (vedi l'abbandono forzato di Campolino a tutto vantaggio della cementificazione della Val di Luce e della società che ne gestisce gli impianti nonché della S.A.F. che gestisce l'ovovia e la parcella Monte Gomito - Pulicchio). Con il risultato di un giornaliero caro che dà accesso a solo due terzi del comprensorio originario. Un giornaliero meno caro che desse accesso alla totalità del comprensorio attirerebbe senza ombra di dubbio quote maggiori di turisti, anche più stanziali e non solo mordi e fuggi.

Due forumer della Turrita Città,
chattano in privato su whatsapp

Comunque, non ci sono più i forummisti di una volta (cit.) :)
 
Spesso - anche nei prodotti - il prezzo non lo fa il costo+mark up, ma la capacità o meglio, la propensione alla spesa dell'utilizzatore. Nei servizi la cosa è molto visibile - benchè anche lì si possano considerare i costi 'industriali ed applicare un margine - ma lo è spesso anche nei prodotti.

Sì certamente, tuttavia nei servizi ci sono una serie di cose immateriali ”imputate” sul mark-up, che essenzialmente sono frutto di un confronto tra aspettative ed esperienza del cliente

Per il costo degli skipass la cosa è chiarissima e lo studio, al di là di un necessario ed auspicabile break even, è: quanto è disposto a spendere lo sciatore per venire a sciare nel mio resort?

Quello è il saggio marginale di sostituzione del consumatore.

E secondo me si sta spostando verso il basso… purtroppo a causa di altri fattori, ma se ti dai un budget di 180€ al giorno per sciare (es per chi scia in giornata), una volta ti partivano 50€ di skipass, 80 di broda e 20 di un pranzo veloce e 25 di autostrada, ora la situazione cambia dal momento che lo skipass costa 55-60, la broda diventano 100 e l'autostrada 27
 
Ultima modifica:
Non capisco niente di break even e mark up, ma condivido il pensiero di qualcuno poco sopra: il divertimento dello sci è scendere, non salire e men che meno aspettare di salire.
Quindi anche a svantaggio di costi preferisco pagare per un comprensorio meno affollato e con impianti migliori piuttosto che uno anche con piste strafighe ma pieno di gente, che oltre a dilatare i tempi di salita, mi peggiora anche la qualità delle discese.

Solitamente è vero che i comprensori più attrattivi solo quelli più moderni che quindi possono permettersi di alzare un po' i prezzi; io sono ben disposto a riconoscere il merito (quindi pagando un qualcosina in piu') di comprensori che investono, spendono in marketing e comunicazioni e in efficientamento di cio' che hanno, certo qualche volta sarebbe gradita anche un pochino di elasticità: ho metà piste chiuse, ti riduco il costo del giornaliero del 30%.

In questo ad esempio l'Abetone secondo me è pessimissima come gestione, ma li' si innesca un fattore tipico dell' Appennino, il monopolio.
All'Abetone, a Roccaraso, al Cimone, fanno il piffero che gli pare, tanto o vai li', o vai li' comunque.

Se l'Abetone fosse stato sulle Alpi secondo me era morto da un'era geologica, con analoga strategia gestionale.
 
La discussione è venuta fuori confrontando ad esempio skipass delle piccole località alto atesine, 45-50€ / gg dove hai 3 impianti.

M2 dice: "Ma non sta né in cielo né in terra, io lo skipass te lo faccio pagare sul n. di impianti, sono pochi, deve costare relativamente"
M1 dice: "si ok ci sono 3 impianti, ma cacchio se scii! Non fai quasi mai fila, c'è poca gente, ok relativamente poche piste, ma lunghe, grandi dislivelli (spesso >1000m) e alla fine ti trovi alle 15.00 che hai le gambe cucinate"
 
molto dipende anche dalla moda, se un comprensorio è più modaiolo costa di più di magari
uno migliore per impianti e piste ma meno modaiolo.
faccio un esempio per quello che conosco in VDA
La Thuile con oltre 150 km di piste per tutti i livelli molti impianti e non troppo affollamento
ha un giornaliero in alta stagione di 51 €uro mentre Courmayeur con meno della metà di km
di piste impianti neanche troppo moderni e spesso affollato ha un giornaliero a 61 €uro.
Perchè? perché Courma è figo, è da riccastri ed ha ha lo struscio ma sciisticamente a mio parere vale la metà.
Quindi tutti i discorsi che facciamo sono quelli che piacerebbero a noi ma poi la realtà è diversa
 
La discussione è venuta fuori confrontando ad esempio skipass delle piccole località alto atesine, 45-50€ / gg dove hai 3 impianti.

M2 dice: "Ma non sta né in cielo né in terra, io lo skipass te lo faccio pagare sul n. di impianti, sono pochi, deve costare relativamente"
M1 dice: "si ok ci sono 3 impianti, ma cacchio se scii! Non fai quasi mai fila, c'è poca gente, ok relativamente poche piste, ma lunghe, grandi dislivelli (spesso >1000m) e alla fine ti trovi alle 15.00 che hai le gambe cucinate"
la vera qualità per uno sciatore è il dislivello, esempio Senales, in 10 minuti da 2000 a 3200m con un unico impianto. Poi scegli se fare le varianti larghe/azzurre, se tagliare dritto per le nere ghiacciate o se andare libero in freeride sul versante che più ti aggrada... Soldi ben spesi per un servizio di qualità. Anche la presenza di seggiovie veloci e impianti multipli garantisce viabilità e varietà.
Peio* invece è simile, 1400-3000 però con 2 impianti. E le altre strutture sono lente o affollate causa la piccola dimensione del comprensorio che fa convergere tutte le piste "al centro". Belle entrambe, ma avendo simile costo e simile distanza la preferenza negli ultimi anni ha girato nel versante altoatesino, giustamente.
 
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Aggiungerei un'ulteriore variabile, la larghezza delle piste, che va a influenzare la superficie del dominio sciabile.
...se poi vogliamo includere anche il fuoripista, si passa a una valutazione all'Americana, dove ti indicano gli acri sciabili, e non le miglia di piste
 
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