Funivie "toste" e persone anziane: ci sono controindicazioni?

Il paragone con l'aereo c'entra poco. Una cosa è stare seduti fermi immobili in aereo, un'altra camminare, magari in salita, alla stessa altitudine.
Il fabbisogno di ossigeno è molto diverso e di conseguenza i fastidi dovuti all'aria rarefatta.
Io, per dire, a 5000 metri non avverto alcun sintomo dell'altitudine, seduta su un bus. Ma se scendo e inizio a camminare ho il fiatone dopo 10 passi, anche in piano.

Si ma qui non si parla di fatica (che ovviamente è legata all’ipossia ma anche al fatto che la compensazione acuta dell’ipossia è sconveniente, visto che si tratta di accelerare e aumentare la profondità degli atti respiratori, il che diminuisce la CO2 e rende meno disponibile L’ossigeno legato all’emoglobina), ma di mal di montagna acuto (capogiri, malessere, nausea, cefalea ) che insorgono andando oltre i 2700-3000 m. Sono tutti fenomeni legati all’ipossia, che tu faccia sforzo oppure no. Che poi la maggior parte delle persone non allenate possa resistere seduta a 5000 m ok, ma ci resisterà meno bene se deve dormirci, specie se non ha passato qualche giorno a quote progressivamente crescenti.
Una buona lettura è questa, anche se non recentissima
https://www.theuiaa.org/documents/m...an_UIAA_MedCom_Rec_No15_lavoro_2012_V2-15.pdf
 
Dopo aver letto tutti gli interventi, ragazzi, mi sono convinto, "morirò in montagna" cosa che non mi infastidisce assolutamente, anzi penso che morirò contento, perché ho scritto ciò? Perché di queste problematiche, vere, reali, IMPORTANTI, non mi sono mai preoccupato, perché non ho nessun sintomo di quelli descritti, nonostante una ipertensione certificata con tanto di pillole quotidiane, l'età (67 e passa) e anche qualcosa altro che ometto. Come si dice meglio un giorno da leone che 100 da 🐑
 
Il paragone con l'aereo c'entra poco. Una cosa è stare seduti fermi immobili in aereo, un'altra camminare, magari in salita, alla stessa altitudine.
Il fabbisogno di ossigeno è molto diverso e di conseguenza i fastidi dovuti all'aria rarefatta.
Io, per dire, a 5000 metri non avverto alcun sintomo dell'altitudine, seduta su un bus. Ma se scendo e inizio a camminare ho il fiatone dopo 10 passi, anche in piano.

Certo, ma in funivia solitamente si sta fermi.
Fabio ha chiesto relativamente a persone anziane, e dubito che sulla cima voglia farle camminare o sciare.
L'attività che è richiesta per la traversata del Monte Bianco in funivia, non è molto dissimile da quella richiesta su un volo.
Se poi in cima alla funivia le intenzioni sono quelle di camminare, dormire, il discorso cambia.
Ma se devo portare un anziano (senza patologie specifiche che rendano pericolosa la montagna) in funivia a vedere il panorama, specialmente se l'arrivo è sotto i 3000 m, perché dovrebbe essere diverso da un aereo?
 
ci pensavo giusto ieri a sta cosa, ma non so che controindicazioni ci siano e che eventuali precauzioni si possano prendere, arriverà Ami
Ecco Ami: Sta facendo il Tour del Monte Rosa e per fortuna sua ha poca rete
Bere molto aiuta per l'altitudine.
Però più che l'altitudine il problema credo sia la velocità con cui si sale di quota, e per quello non ci si può fare molto.

Allora: Il problema principale è la quota, il secondo nonmeno importante la fatica che fai a salire. Se sali a palla é peggio soprattutto se sali a piedi se ti porta su una cabina moooolto meno. Bere serve se cmmini (la disidratazione peggiora lecose). Idem il consum di carboidrati. Se vai su con la skyway... Non ti meni il torrone e scendi. Di sicur non muori nei 10 min che stai su. Diverso se devi passare a notte a 4500 metri (se stai male digiorno meglio scendere). Aspirina serve a niente. Infine: Nessuno studio ha mai documentato maggiore suscettibilità a mal di montagna di anziani che giovani anzi potrebbe essere il contrario. Ora spengo Cell e torno a tmr :D

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Ps a 3500 metri una persona sana su tre soffre di mal di montagna
 
Testimonianza diretta
Ogni volta salgo il piccolo cervino e faccio la lunga galleria, mi devo fermare a metà per una sosta
Averto senso di rin*******imento anche scendendo al plateau, poi scendendo la situazione si normalizza
 

.

Allora boh.
Davo per scontato che i cardiologi (quello di mia madre, per esempio) avessero una qualche credibilità quando sconsigliano per determinate patologie di andare oltre i 1200 ma non fanno cenno all'evitare i viaggi aerei, lunghi o corti che siano.

Da qui ho immaginato che la discriminante potesse essere proprio il fatto che in aereo si sta imobili e in montagna, anche facendo solo qualche passo in piano fuori dalla funivia, il battito accelera molto di più che a dare quegli stessi passi in piano. A me almeno succede così. Quindi ho sempre pensato che sarà pur vero che il mal di montagna non è necessariamente peggio per gli anziani che per i giovani, è probabile che un sistema cardiovascolare meno efficiente sia più suscettibile di soffrire.

A me per esempio il mal di montagna vero è successo solo una volta (vomito, mal di testa, confusione) a quote relativamente modeste a cui ero già stata mille altre volte, ma in un momento in cui ero debilitata e disidratata per altri fattori.
 
Allora boh.
Davo per scontato che i cardiologi (quello di mia madre, per esempio) avessero una qualche credibilità quando sconsigliano per determinate patologie di andare oltre i 1200 ma non fanno cenno all'evitare i viaggi aerei, lunghi o corti che siano.

Da qui ho immaginato che la discriminante potesse essere proprio il fatto che in aereo si sta imobili e in montagna, anche facendo solo qualche passo in piano fuori dalla funivia, il battito accelera molto di più che a dare quegli stessi passi in piano. A me almeno succede così. Quindi ho sempre pensato che sarà pur vero che il mal di montagna non è necessariamente peggio per gli anziani che per i giovani, è probabile che un sistema cardiovascolare meno efficiente sia più suscettibile di soffrire.
.

Eh Kendi hai scambiato la causa con l’effetto. Non preoccuparti, è frequente, anche tra insospettabili professoroni.

Che molti cardiologi dicano questo è legato al fatto che non sanno molto di medicina di montagna (che non si insegna in genere all’università, salvo se non si ha un prof che se ne interessa e vuole per forza insegnarla agli studenti).
 
Testimonianza diretta
Ogni volta salgo il piccolo cervino e faccio la lunga galleria, mi devo fermare a metà per una sosta
Averto senso di rin*******imento anche scendendo al plateau, poi scendendo la situazione si normalizza

Penso tutti nella galleria

Allora boh.
Davo per scontato che i cardiologi (quello di mia madre, per esempio) avessero una qualche credibilità quando sconsigliano per determinate patologie di andare oltre i 1200 ma non fanno cenno all'evitare i viaggi aerei, lunghi o corti che siano.

Da qui ho immaginato che la discriminante potesse essere proprio il fatto che in aereo si sta imobili e in montagna, anche facendo solo qualche passo in piano fuori dalla funivia, il battito accelera molto di più che a dare quegli stessi passi in piano. A me almeno succede così. Quindi ho sempre pensato che sarà pur vero che il mal di montagna non è necessariamente peggio per gli anziani che per i giovani, è probabile che un sistema cardiovascolare meno efficiente sia più suscettibile di soffrire.

A me per esempio il mal di montagna vero è successo solo una volta (vomito, mal di testa, confusione) a quote relativamente modeste a cui ero già stata mille altre volte, ma in un momento in cui ero debilitata e disidratata per altri fattori.

Purtoppo nonostante sia assurdo tanti lo fanno e la ragione è stata già spiegata, vedi quote successivo.

In genere fino a 2500 metri di giorno e 2000 di notte ci puoi portare chiunque a qualunque età e con qualunque patologia.

In effetti gli aerei sono pressurizzati a 2000. Detto questo se ti presenti con la bombola dell'ossigeno al gate (perchè magari hai una broncopatia cronica in ossigenoterapia) secondo me non ti caricano (e forse fanno bene)

Comunque chiaro se se sei disidratato o altrimenti debilitato stai male di più in quota e il discorso di bere (se in quota ci vai a piedi) è del tutto corretto.
Ma se torniamo alla domanda di Fabio è poco probabile che la nonna in quota con la funivia ci arrivi disidratata e se non sta bene già a valle la mia domanda è che ce la porti a fare a 300 metri?

Eh Kendi hai scambiato la causa con l’effetto. Non preoccuparti, è frequente, anche tra insospettabili professoroni.

Che molti cardiologi dicano questo è legato al fatto che non sanno molto di medicina di montagna (che non si insegna in genere all’università, salvo se non si ha un prof che se ne interessa e vuole per forza insegnarla agli studenti).
 
Eh Kendi hai scambiato la causa con l’effetto. Non preoccuparti, è frequente, anche tra insospettabili professoroni.

Che molti cardiologi dicano questo è legato al fatto che non sanno molto di medicina di montagna (che non si insegna in genere all’università, salvo se non si ha un prof che se ne interessa e vuole per forza insegnarla agli studenti).


Medicina di montagna non se ne insegna per nulla, purtroppo.
C'è stato qualche accenno nel corso di fisiologia e in quello di semeiotica medica.

Poi, grazie alla prof. di fisiologia 2 che me lo ha indicato, io mi sono avvicinato alla Società di Medicina di montagna, partecipando a qualche convegno. .
Veramente interessante.
 
Allora boh.
Davo per scontato che i cardiologi (quello di mia madre, per esempio) avessero una qualche credibilità quando sconsigliano per determinate patologie di andare oltre i 1200 ma non fanno cenno all'evitare i viaggi aerei, lunghi o corti che siano.

Da qui ho immaginato che la discriminante potesse essere proprio il fatto che in aereo si sta imobili e in montagna, anche facendo solo qualche passo in piano fuori dalla funivia, il battito accelera molto di più che a dare quegli stessi passi in piano. A me almeno succede così. Quindi ho sempre pensato che sarà pur vero che il mal di montagna non è necessariamente peggio per gli anziani che per i giovani, è probabile che un sistema cardiovascolare meno efficiente sia più suscettibile di soffrire.

A me per esempio il mal di montagna vero è successo solo una volta (vomito, mal di testa, confusione) a quote relativamente modeste a cui ero già stata mille altre volte, ma in un momento in cui ero debilitata e disidratata per altri fattori.
Beh un conto è l'anziano a 1200 m, che va al mercato e si fa la salita del paese, sotto al sole, con le borse della spesa in mano. Se ha problemini di ipertensione o al cuore non fa bene di certo.
Un altro prendere la funivia, portarlo alla terrazza a 2500 m a riposare, mangiare qualcosa e scendere.
Poi attenzione, sono pressurizzati a 2000 gli aerei intercontinentali, il 737 Ryanair, non ho i dati di bordo, ma penso che sia più probabile che sia pressurizzato a 2400 (anche perché gli aerei che fanno tratte brevi, fanno molti più cicli di atterraggi e decolli, lo stress strutturale dell'aereo è maggiore, quindi suppongo che pressurizzino di meno anche per preservare l'aereo).
 
Ribadisco: a 1200 metri ci puoi portare l'iperteso, l'infartuato, il bypassato, quello con l'ipertensione polmonare, la BPCO, il diabetico, il dializzato.... ecc. ecc. fino al moribondo perchè la più bassa pressione parziale di ossigeno è IRRILEVANTE per l'organismo. Poi se la pressione non è a posto.... va messa a posto! ma anche se abita sulla riviera adriatica a 0,1 metri slm.

A 2500 metri la ridotta pressione parziale diventa rilevante, ma ci puoi portare l'infartuato non disfunzionante, il bypassato, il diabetico BEN CONTROLLATO, l'iperteso BEN CONTROLLATO.
NON ci devi portare chi ha ipertensione polmonare o una broncopneumopatia importante. NON dovresti portare l'iperteso non ben controllato. Devi fare attenzione con chi ha angina (ma nel mondo occidentale è quasi scomparsa perchè si spallonano le coronarie a tutti. Quelli che non devono andare a 2500 metri non devono dormire sopra i 2000 metri, in più non ci deve dormire chi ha sindrome delle apnee notturne in terapia (ovvio...). NON si devono prendere sonniferi ed è meglio non bere alcol la sera.
In passato si è detto che non si doveva portare il paziente con disfunzione ventricolare/scompenso cardiaco - probabilmente non è del tutto vero e il disfunzionante asintomatico ci può andare (uno che banfa già a livello del mare ovviamente no, ma va da sè, porti in quota uno che non fa le scale di casa?).
L'epilettico dipende da che terapia fa - con alcuni farmaci è sconsigliato.

La nonna ottantenne che 99% è ipertesa in terapia se è ben controllata può andare a godersi il panorama sul dente del gigante, tale e quale alla ventenne, se non ha le condizioni di cui sopra
 
Quante info interessanti, grazie ami.

Nella mia famiglia, mia nonna, pur con qualche acciacco e la testa che un po' era partita, fino a 92 anni ci è arrivata bene (ed è morta a 96), abituata da sempre alla montagna:
- ha preso l'ultima seggiovia a 85 anni (frenata ovviamente in stazione) la biposto di Frassenè per il rif. Scarpa
- è andata tranquillamente a 2200m fino a 92 anni (a 90 sulle sue gambette dal passo Valles al rifugio Laresei)
- sempre a 85 fece il rif. Bianchet in giornata a/r dalla SR203

Ma erano altre generazioni, con ben altra buccia, in confronto a noi smidollati.


Invece mi pare di capire che non ci sia una letteratura fitta né particolarmente univoca, circa la frequentazione della montagna per donne incinte...
 
Quante info interessanti, grazie ami.

Nella mia famiglia, mia nonna, pur con qualche acciacco e la testa che un po' era partita, fino a 92 anni ci è arrivata bene (ed è morta a 96), abituata da sempre alla montagna:
- ha preso l'ultima seggiovia a 85 anni (frenata ovviamente in stazione) la biposto di Frassenè per il rif. Scarpa
- è andata tranquillamente a 2200m fino a 92 anni (a 90 sulle sue gambette dal passo Valles al rifugio Laresei)
- sempre a 85 fece il rif. Bianchet in giornata a/r dalla SR203

Ma erano altre generazioni, con ben altra buccia, in confronto a noi smidollati.


Invece mi pare di capire che non ci sia una letteratura fitta né particolarmente univoca, circa la frequentazione della montagna per donne incinte...

Beh, se io avrò l'opportunità di diventare vecchio, mi piacerebbe arrivarci così, camminando in montagna fino alla fine..
Speriamo 🤞🏻
 
Quante info interessanti, grazie ami.

Nella mia famiglia, mia nonna, pur con qualche acciacco e la testa che un po' era partita, fino a 92 anni ci è arrivata bene (ed è morta a 96), abituata da sempre alla montagna:
- ha preso l'ultima seggiovia a 85 anni (frenata ovviamente in stazione) la biposto di Frassenè per il rif. Scarpa
- è andata tranquillamente a 2200m fino a 92 anni (a 90 sulle sue gambette dal passo Valles al rifugio Laresei)
- sempre a 85 fece il rif. Bianchet in giornata a/r dalla SR203

Ma erano altre generazioni, con ben altra buccia, in confronto a noi smidollati.


Invece mi pare di capire che non ci sia una letteratura fitta né particolarmente univoca, circa la frequentazione della montagna per donne incinte...

Complimenti per la nonna! E per i geni che avrai ereditato...
Effettivamente c’è poco sulle donne in gravidanza, ma come linea di massima in letteratura si è abbastanza univoci sul fatto che:
A) altitudini fino a 3000 m non pongono rischi per madre e feto (se la madre è in buona salute)
B) i voli in aereo non espongono ad alcun rischio (parlo di ossigeno)
C) le condizioni di alta montagna (>3500-4000 m) prolungate espongono il feto ma anche la madre a rischi (ipossia, sofferenza fetale, rischio più elevato di eclampsia) e andrebbero evitate
 
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