Jérémie Heitz -- La Liste

ho seguito il progetto sin dall'inizio, per due anni, con la promessa di averlo appena pronoto a milano montagna.
Bisogna capire bene il contesto e la prospettiva.
Jeremie è un predestinato, uno che da minorenne ha fatto l'apripista all xtreme sul bec de rosses sbalordendo tutti per la facilità con la quale faceva cose precedentemente ritenute impossibili.

Proprio questa attitudine (rendere semplici le cose impossibili) in quasi tutti gli ambiti viene ritenuto "blasfemo" / "spettacolarizzazione"
tanto per citare alcuni alpinisti che si sono beccati questi epiteti negli ultimi anni, menzionerei bonatti, siffredi, coombs, perret, fransson

Jeremie ha patito moltissimo questa incomprensione di fondo con i giudici del FWT. Nonostante sia evidente che da diversi anni è il più veloce e fluido di tutti, i giudici gli preferiscono quelli che fanno un salto più lungo, una capriola in più.

Per questo motivo è partito il progetto de la liste: far vedere che esiste un nuovo modo di sciare le grandi pareti delle alpi.
IMVHO questo film, questo stile, cambiano le prospettive, i riferimenti, le misure dello sci su queste pareti.
Come tutti i grandi salti, penso che verrà capito solo tra un bel po.

sempre IMVHO i particolari tecnici sulla salita sono insignificanti. Alcune volte è salito a piedi, altre in eli, a seconda delle circostanze.
Ma è come stare a discutere della cornice della gioconda

I particolari tecnici sulla salita non sono affatto insignificanti. Farsi 1800m di dislivello con attrezzattura da freeride sulle spalle (e ai piedi) a certe quote e poi scendere in quel modo è molto diverso a farsi la salita in eli o con gli sci da 1.5kg e attacchino.
La mia opinione riguarda soltanto il film, non Heitz, la sua sciata, determinazione e spettacolarità. Il film non trasmette empatia, le emozioni, il senso di avventura e la progettazione che c'è dietro ognuna di quelle salite/discese, che non è poca. Non mi piace l'idea "all'americana" di ingrandire tutto e mitizzare ogni impresa ma si può fare sempre un bel film restando umili ed obiettivi.
Resto critico solo con il film, non con i fatti, heitz è al momento al top. IMO il film poteva essere un po' più emozionante, invece rimane molto freddo e sintetico. Iin sostanza, una checklist.
 
I particolari tecnici sulla salita non sono affatto insignificanti. Farsi 1800m di dislivello con attrezzattura da freeride sulle spalle (e ai piedi) a certe quote e poi scendere in quel modo è molto diverso a farsi la salita in eli o con gli sci da 1.5kg e attacchino.
La mia opinione riguarda soltanto il film, non Heitz, la sua sciata, determinazione e spettacolarità. Il film non trasmette empatia, le emozioni, il senso di avventura e la progettazione che c'è dietro ognuna di quelle salite/discese, che non è poca. Non mi piace l'idea "all'americana" di ingrandire tutto e mitizzare ogni impresa ma si può fare sempre un bel film restando umili ed obiettivi.
Resto critico solo con il film, non con i fatti, heitz è al momento al top. IMO il film poteva essere un po' più emozionante, invece rimane molto freddo e sintetico. Iin sostanza, una checklist.

Condivisibile. Ma in 40 min la vedo dura fare un filmato strutturato come dici su 15 discese.
 
1. il film aveva un budget legato a un format temporale preciso (lunghezza film/tempi di consegna ai festival/etc), sono andati già oltre i tempi prefissati... Spero che poi esca un director's cut lungo con la storia ben raccontata

2. tutti preferiamo le salite a piedi rispetto a quelli in eli, ovvio. Ma nel contesto di questo progetto, che parla di un nuovo modo di sciare queste pareti, continuo a pensare che sia come parlare della cornice della gioconda. Ma d'altra parte è sempre stato così, anche a siffredi contestavano la salita con l'ossigeno.
 
Credo che per scelta il film sia sostanzialmente due cose: la storia di una lista impressionante di discese da compiere nell’arco di due anni e la dimostrazione di uno modo di sciare ben preciso. La narrazione riflette la maniera in cui si é scelto di sciare queste pareti: essenziale.


Per i miei, gusti ci sono immagini di sci molto più belle di quelle che si possono vedere in questo film; immagini con una ripresa dello sciatore più ravvicinata e in cui il gesto atletico é messo più in risalto (per esempio Perret, per citare un suo connazionale).


Vedere un piccolo puntino nero su un immensa parete può non aggiungere molto alla bellezza della parete stessa (anche se poi questo puntino si muove… e che linee!). Ma se si pensa a cos’é quel puntino, a cosa sta facendo, al lavoro che c’é dietro, e al livello tecnico e di concentrazione mentale che sono necessari… beh, allora tutto cambia.


Non direi poi che il film non trasmetta emozioni; piuttosto queste ultime sono trasmesse dal vero protagonista: le discese a velocità folli su parte quasi verticali.


Se dovessi riassumere, non parlerei affatto di spettacolarizzazione, ma di “sci concettuale”.
 
veramente fenomenale, emozionante soprattutto le prime discese che nn te l'aspetti riesca a chiuderle davvero in quel modo senza esplodere, anzi senza neanche una sbavatura (poi dopo c'ha i suoi 5 minuti di terrore pure lui), ha alzato propio l'asticella.

per chi nn l'avesse ancora visto c'è anche qua:

 

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1. il film aveva un budget legato a un format temporale preciso (lunghezza film/tempi di consegna ai festival/etc), sono andati già oltre i tempi prefissati... Spero che poi esca un director's cut lungo con la storia ben raccontata

2. tutti preferiamo le salite a piedi rispetto a quelli in eli, ovvio. Ma nel contesto di questo progetto, che parla di un nuovo modo di sciare queste pareti, continuo a pensare che sia come parlare della cornice della gioconda. Ma d'altra parte è sempre stato così, anche a siffredi contestavano la salita con l'ossigeno.

ciao fransceso, ho visto il film per intero ieri.

la mia opinione in merito al film è che di sicuro è ben fatto, riprese ottime e il protagonista è uno sciatore alieno ma non si possono trascurare certi aspetti soprattutto quando ci si pone ad un vasto pubblico come in questo caso. l'unico aspetto che secondo manca (del film intendo a livello di regia) come ha fatto notare pato è una parte "emozionale".

usare la parola ridifinire lo sci ripido per un progetto come questo è un pò arrogante (da parte mia). Con questo film ( o meglio documentario) si è ridifinito solo una piccola parte di ciò che riguarda questo mondo. 15 discese ? ( che poi 15 non sono state ) non possono ridifinire più di 200 300 ??? montagne nelle alpi.

è un problema di comunicazione sbagliata. comunicare qualcosa che in realtà non è cosi.

magari io lo so, tu lo sai, egli lo sa, ma magari 10.000 persone che lo vedono e non capiscono un "h" si fanno un idea "sbagliata".

abbiamo visto tutti quanti che su certe pareti jeremie ha 50 marce in piu degli altri ( ma ci scommetto le ginocchia che un kye petersen o un callum petitn e molti altri con quell cundi scierebbero uguali)

è gia capitato altre volte che quando c'è di mezzo la red bull si deve sempre far passare una cosa per un altra.

come ha fatto notare pablo nel gervasutti, che già a trovarlo cosi sono condizioni d'oro, si vede che adotta un altro tipo di sciata.

nelle alpi è pieno di montagne assurde che non potranno mai e dico mai essere sciate cosi, e far passare al grande pubblico che questo progetto ha ridimensionato un mondo, un visione, e uno stile di vita di tante persone, secondo me, è una grave miopia.


purtroppo ripeto, non bisogna soffermarsi solo alle immagini (spettacolari) del film ma anche al messaggio che trasmette.
 
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ciao fransceso, ho visto il film per intero ieri.

la mia opinione in merito al film è che di sicuro è ben fatto, riprese ottime e il protagonista è uno sciatore alieno ma non si possono trascurare certi aspetti soprattutto quando ci si pone ad un vasto pubblico come in questo caso. l'unico aspetto che secondo meanca (del film intendo a livello di regia) come ha fatto notare pato è una parte "emozionale"

usare la parola ridifinire lo sci ripido per un progetto come questo è un pò arrogante da parte mia. Con questo film ( o meglio documentario) si è ridifinito solo una piccola parte di ciò che riguarda questo mondo. 15 discese ? ( che poi 15 non sono state ) non possono ridifinire più di 200 300 ??? montagne nelle alpi.

è un problema di comunicazione sbagliata. comunicare qualcosa che in realtà non è cosi.

magari io lo so, tu lo sai, egli lo sa, ma magari 10.000 persone che lo vedono e non capiscono un "h" si fanno un idea "sbagliata".

abbiamo visto tutti quanti che su certe pareti jeremie ha 50 marce in piu degli altri ( ma ci scommetto le ginocchia che un kye petersen o un callum petitn e molti altri con quell cundi scierebbero uguali)

è gia capitato altre volte che quando c'è di mezzo la red bull si deve sempre far passare una cosa per un altra.

come ha fatto notare pablo nel gervasutti, che già a trovarlo cosi sono condizioni d'oro, si vede che adotta un altro tipo di sciata.

nelle alpi è pieno di montagne assurde che non potranno mai e dico mai essere sciate cosi, e far passare al grande pubblico che questo progetto ha ridimensionato un mondo, un visione, e uno stile di vita di tante persone, secondo me, è una grave miopia.


purtroppo ripeto, non bisogna soffermarsi solo alle immagini (spettacolari) del film ma anche al messaggio che trasmette.

ciao jerry,
per me invece è così, Jeremie appartiene al limitatissimo gruppo di persone che nel suo campo (sia alpinismo, sport, biologia, fisica, politica....) ha una visione innovativa e la realizza.
La sua visione innovativa è sciare veloce e fluido lungo alcune grandi pareti delle alpi (4000 o meno... a me sembra poco interessante). Mai fatto prima a questi livelli di fluidità e velocità. IMVHO i due che citi (Petersen e Pettit) e gli altri della generazione presente - mettiamoci anche Cody Townsend che ha fatto nel 2014 alcune discese fantastiche - sono veloci e fluidi ma non a questo livello e su questo tipo di parete che - come ricordato da qualcuno - va raramente in buone condizioni.
Devo umilmente dirti che non mi intendo abbastanza di sci per essere sicuro di esser nel giusto, e ho sempre avuto paura di sopravvalutare Jeremie per via del fatto che sta a mezz'ora da casa e l'ho visto crescere da ragazzino. Però in questi ultimi anni ho chiesto un po' di pareri in giro e tanti di quelli che stimo mi han confermato che anche per loro è un alieno.

Perchè poi è questo che cambia la prospettiva: arriva uno che fa una cosa diversa (aliena) e ti fa guardare in modo diverso.

Tutto questo non significa che - come scrivi tu - un mondo e/o uno stile di vita esce ridimensionato. Tutt'altro. Einstein non ha certo ridimensionato Planck o Cartesio o Galilei... A mio modo di vedere questo mondo appare valorizzato (non ridimensionato) proprio per il fatto che ne viene offerta un interpretazione nuova e innovativa.

Poi sai come la penso, a me piace Ptor e piaceva Marco esattamente come Jeremie anche se appartengono a culture apparentemente agli antipodi
 
Parentesi. Dopo 3 minuti che avevo chiuso il film mi sono detto, spero che si faccia male il più tardi possibile (o che non se ne faccia mai).
Saranno anche riprese frontali, che schiacciano etc etc ma penso che anche in quel film ci sono molti punti in cui l'errore o lo stacco dello sci non è permesso.
 
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Ma se si pensa a cos’é quel puntino, a cosa sta facendo, al lavoro che c’é dietro, e al livello tecnico e di concentrazione mentale che sono necessari… beh, allora tutto cambia. [/FONT]
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Ecco, io ho pensato esattamente questo...fa paura!
 
io sono d'accordo con verbier, con i dovuti distinguo (ad esempio le condizioni), stiamo guardando un ripidista del 2030, oggi
ovvio che può andare a certe velocità con certe nevi, ma se non le trova non è che si fa venire a prendere dal soccorso, scende come scenderemmo tutti, anzi, come scendono in tanti, io probabilmente no, se le condizioni contano per qualsiasi "signor nessuno" e ti cambiano radicalmente una discesa, figuriamoci se non contano a maggior ragione per chi vuole scenderla stile freeride
non sono però d'accordo sul discorso che salire in elicottero è solo una parte di contorno, secondo me è una questione fondamentale, intendo dire che non è vietato ed essendo una scelta "etica" ognuno sceglie in coscienza come salire, ma per lo sci ripido la salita non è una questione di contorno, scendere dall'holzer dopo essere saliti in funivia viene fatto da tantissime persone tutti gli anni, altri canali di pari grado vengono fatti da una decina di persone se è l'anno che vanno in condizione spesso, chiunque provi a sciare un canale o una parete di 6-800 m dopo esserselo salito si accorgerà che le gambe non rispondono proprio alla tessa maniera

spero anche io che esca una versione più lunga del film

e concordo con jerry quando dice che forse è vero che io lo so, tu lo sai, noi lo sappiamo cosa vuol dire sciare su certe pendenze mentre il grande pubblico non lo sa, ma è la stessa cosa che sta succedendo in tutti gli "action sport", nel trail running la gente vede kilian e si divide tra chi "non si corre in montagna, è sbagliato, è pericoloso, non ci si gode bla bla bla" e chi pensa "mi compro le scarpette e corro anche io come kilian" (e poi li devono andare a prendere quelli del soccorso alpino perchè si sono persi e stanno assiderando in braghe corte), in arrampicata vedono caldwell o ondra, leggono un grado di fianco al nome della via, e poi li trovi top rope che dicono "ho quasi chiuso il mio primo 6a+ a vista" perchè sono arrivati (sempre top rope) al penultimo chiodo (poi magari te li trovi su qualche via in montagna con i 5a obbl. perchè pensano che in falesia ho fatto il 6a+ e in palestra il 6c quindi cosa vuoi che sia lo faccio a vista), anche qui ci sarà chi dice che "ah ma il ripido non è questo, non si trovano praticamente mai le condizioni, avrà fatto 3 discese così e nemmeno per intero..." e quelli che domani vorranno fare sci ripido solo perchè una volta con la guida dopo 100mila passaggi hanno fatto la val mezdì o l'arp vieille e allora figurati sono esperti di freeride cosa vuoi che sia al massimo sul ripido scendo un po' più piano... ma questo è il problema dei tempi moderni, la gente vuole tutto subito, non gli interessa arrivarci per gradi... e in questo modo si perde anche l'esperienza! o tempora o mores!
 
Bellissimo discorso ma non ho capito cosa centra con Jeremie Heitz , che è OGGETTIVAMENTE un marziano. ( quando ho visto come è entrato nel Obergabelhorn :shock::shock::shock:)
 
Giusto... Si possono fare i discorsi che si vogliono, ma vederlo scendere l'Obergabelhorn é qualcosa di stratosferico. Penso sia una discesa che fa storia a livello assoluto nello sci. Poi potete parlare di elicotteri, di sponsor, di organizzazione, di culo, di tutto insomma. Ma per me il succo resta quello. Ho ancora la pelle d'oca ripensando a come ha sciato quella linea.

Per quanto riguarda il modo di scendere le linee ha perfettamente ragione Jerry, non é una novità. Devenport l'ha mediatizzato bene rivolgendosi alle Alpi, ma si tratta comunque di qualcosa che era nell'aria da molto prima. La strada secondo me é stata tracciata fra gli altri da Coumbs in Alaska dove sciare delle pendenze estreme in condizioni perfette era ed é fattibile in molte occasioni. Ma chiaramente avere le condizioni giuste sulle Alpi, dove ci sono delle discese con uno spessore nettamente maggiore, é difficilissimo. E l'Obergabelhorn non era in condizioni perfette, tutt'altro. Ma Heitz l'ha fatto. E come l'ha fatto!
 
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Rispondo a Gerry come gli ho già detto tante volte: se vuoi vivere della tua immagine devi venderti. E le prime persone che ti insegnano a venderti stanno a bordo strada, di solito di sera...

Io ero sicuro che nella lista di JH non ci fosse il Gervasutti, perché non c'entrava niente con le altre pareti che richiedono avvicinamenti in taluni casi allucinanti con tanto di bivacco in mezzo al nulla. Come è evidente che la "sua" discesa al Liskamm sarebbe la De Benedetti, ma neanche lui è riuscito a trovarla in condizioni. Solo io e Gerry :TTTT. E il progetto comunque sembra partire dalla Lenzspitze, unica discesa notevole dello splendido video "Mission steeps" e fatta da Anthamatten e De La Rue nel modo in cui l'ha poi rifatta JH. Secondo me ha aggiunto roba "in itinere" perché quella della lista originale in questi due anni non è mai stata in condizioni.

E per tornare ai commenti di qualcuno: che doveva fare, un secondo "Mission steeps?" il suo film è una checklist, lo dice anche il titolo, e deve durare il giusto. Io me lo sono gustato dall'inizio alla fine (a differenza di buona parte degli ski movie che ogni anno escono) due volte, oltre ad aver già rivisto alcune scene molte altre volte ;).
 
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