Parto dalla fine: l'innevamento artificiale è un complemento, non un sostituto, è clamorosamente energivoro ed antieconomico, ha bisogno di condizioni a contorno non controllabili che ne consentano l'utilizzo, quindi non è la soluzione.
La soluzione è diversificare l'offerta, ed ampliare quello che te definisci "contorno infrastrutturale", cosa che ad esempio alla doganaccia stanno facendo molto bene in versione estiva, motivo per cui a confronto i loro bilanci sono migliori rispetto al corno o all'abetone, dove ogni anno c'è bisogno dell'intervento pubblico per salvare le casse. Anche il cimone questa cosa l'ha capita da tempo e d'estate si dà il suo bel da fare con downhill, parchi avventura ed attrazioni per la famiglia. Cosa che all'abetone non interessa/riesce perchè ancorati all'idea che il turismo sia solo sci.
Dici bene, continueranno a campare con le famigliole, con le poche decine di affezionati e con chi semplicemente vuole godersi una giornata in montagna, non necessariamente sulla neve o sugli sci, ed è giusto così. Va bene investire, ma con sale in zucca altrimenti la cura rischia d'essere peggio del male.
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Aggiungo, il collegamento a cui fai riferimento passerebbe per una delle zone più ventose dell'appennino (tant'è che in passato la proposta di un parco eolico fu accantonata solo per ragioni paesaggistiche), dove ogni anno si registrano record di raffiche (lo scorso anno sono stati toccati i 270 km/h!), che significa rischio concreto di doverlo tenere chiuso molto spesso.
Siamo sicuri che sia furbo spendere lì decine di milioni?