Sono vere entrambe le cose alla fine, per qualcuno questo ardore non finisce mai (neanche a cent'anni) e per qualcuno si attenua, più o meno gradatamente.
E' normale che ci siano tantissime persone a fare il percorso che ha individuato Pat, così come ce ne sono altre che invece tendono ad alzare sempre più l'asticella. Il mondo è bello perchè è vario. A volte in questo percorso che muta si insinua la famiglia, i figli, altre cose. Altre volte l'età, la consapevolezza, la volontà di ricercare l'emozione in altro.
Il pensiero di Pat, che ho avuto brevemente la fortuna di conoscere, è chiaro. Ma è anche rispettoso delle visioni differenti, e questo ahimè non è sempre scontato.
Dipende... certi percorsi uno non li fa solo per cercare i propri limiti, per alzare l' asticella...
Io ci sono passato per quel periodo, nello specifico l' anno scorso, ho passato un momento "particolare" che mi ha portato a sfogarmi cercando i miei limiti, o meglio a cercare di superare quelli che consideravo i miei limiti...
Li ho raggiunti e li ho superati, dopodiché di colpo mi sono calmato, ho detto
"bene, sono andato oltre ai limiti che mi ero dato, quello che dovevo dimostrare a me stesso l' ho dimostrato, posso mettermi l' animo in pace"
anche perché i giri in programma per i prossimi anni sono tutti al di sotto di quei limiti, e non me ne frega una cippa di andare oltre...
E adesso quando organizzo un giro, non decido in base alle difficoltà, ma semplicemente in base alla bellezza del posto dove andrò, cosí magari può capitarmi un giro su una cengia esposta e friabile, e magari il giro successivo sui sentieri della nonna: il mio filo conduttore adesso è solo la bellezza dei posti.
(poi vabbé, chi ha letto i miei report sa che ho un disturbo mentale per il quale "posto bello = posto incasinato"
)
E poi, come ho già detto in altro 3d, il giro mi si deve "accendere": se ho anche un solo 1% di "bad feeling" su un giro, non lo metto in cantiere.