Pelmo per l'affascinante Cengia di Grohmann

CAPOLAVORO!

Complimenti davvero!!!

Grande itinerario e reportage sontuoso. Grande ammirazione e un briciolo di invidia per un tracciato grandioso che non credo avrò mai il coraggio di percorrere!
 
Sarà la lochescion, l'abilità del fotografo....ma non ricordo nessun report in cui il vuoto e l'altezza sono percepibili come in questo....in un itinerario del genere mi incroderei dopo un paio di metri, e figuriamoci da solo....Ancora applausi.
 
Sono d'accordo che da soli in questi casi è meglio. Sei responsabile solo di te stesso e puoi concentrarti al 100% su quello che hai davanti e su ciò che fai.
Certo la tensione è molta.
Chi ha parecchia tensione nella vita quotidiana e al lavoro non se la va a cercare nel tempo libero. Chi invece si annoia è comprensibile che vada in cerca di sensazioni forti. Una volta la gente arrivava a fare questi percorsi perchè costretti dalla guerra, dalla necessità di difendersi o aggirare e attaccare il nemico.
Oggi siamo troppo viziati dalla bella e tranquilla vita e abbiamo bisogno di crearci situazioni di pericolo e tensione per sentirci bravi dopo averle superati.

ottima riflessione in grassetto aggiungerei che la presenza di un compagno di gita può essere opinabile solo se la scelta dell'itinerario viene presa in autonomia.

Per le motivazioni invece credo che vadano ricercate nel "carattere esplorativo" di ognuno, nella genetica!

Esistono delle persone che hanno istintivamente il bisogno di spingersi oltre lo spigolo, fin sulla cima, di girare l'angolo: sono Esploratori. Non tutti hanno quest'animo e non si pongono proprio una meta o un obiettivo di "scoperta".

Qualcuno apre una via e qualcun'altro segue le sue orme: è molto affascinante per una persona che ha sintonia e confidenza con un particolare ambiente immergervisi.

Io posso addirittura affermare di stare bene su una cengia, di sentirmi al sicuro come su un albero, mentre sto malissimo in situazioni di folla o in mezzo al traffico in cui addirittura ho sofferto di attacchi di panico.

Purtroppo la recente esperienza sul sentiero degli dei mi ha segnato profondamente: ancora ho nelle orecchie il tonfo del corpo di quella donna che si frantumava nella caduta come fosse una bambola di porcellana. e tremo al pensiero che possa accadere a qualcuno a cui sono affezionata!

Tremo pensando che qualcuno per dimostrare qualcosa a qualcun'altro possa mettersi in situazioni di rischio e credo che se il proprio sistema di "autocontrollo" non è ben settato abbia bisogno di molta fortuna per portare a termine la sua "impresa". Questo fa parte della vita non si può "controllare". Ma se una persona "vive" di questa pratica (del praticare Montagne come alpinista, arrampicatore, escursionista della domenica) credo che metta in conto il rischio che corre, più del pedone investito sulle strisce pedonali.


Report bello, di grande ricchezza fotografica, da leggere per soddisfare l'immaginazione di chi non ha voglia o le qualità per affrontare tale faticoso, insidioso ed esposto percorso.

buon viaggio e in bocca al lupo a tutti!

p.s: una domanda per chi è attirato da questi percorsi esposti: se non ci fossero quelle funi ancorate per superare quei passaggi lo rifareste? Vi fidate di quell'appiglio? ne viene fatta manutenzione?
 
Ora ho capito è come credevo ho capito male 😀 ma l argomento era interessante. Secondo me più che dare sfogo alla necessità di uscire dalla comfort zone, la montagna soddisfa bisogni istintivi. Molto interessante però la tua osservazione, cosa ci spinge a svegliarci alle 3.50 per fare una fatica immane senza alcun motivo se non quello di gustare dei panorami? Bohhh, me lo chiedo ogni volta che canta il gallo della sveglia dei sabati invernali.

Spunto molto interessante, ne potrebbe nascere una discussione :D
Io mi rivedo in questo pensiero che ho trovato su Facebook (credo che l'autrice sia tale Valeria Tonella):

Chiedimi perché vado in montagna.
Chiedimi perché, quando il resto mi sta stretto, l’unica via è il sentiero.
Chiedimelo.

Perché?

Perché in montagna non puoi sprecare fiato per parole inutili. Lo devi conservare per arrivare in cima, e il resto è silenzio o parole gentili.
Perché l’unico peso è lo zaino. Non c’è peso per il cuore.
Perché tutti, se lo desiderano, possono arrivare in cima. Solo un passo dietro l’altro.
Perché incroci persone che trovano ancora un momento per salutarti.
Perché non ci sono orpelli: ci sei tu e c’è il tuo corpo, che devi custodire e curare, se vuoi avere le forze. C’è il cielo con i suoi umori.
Non si scherza con la pioggia, il vento, la neve o la notte.
Devi fare molta attenzione, e tornare a quello stadio primitivo in cui la natura e i suoi movimenti erano parte della tua vita, parte integrante del tuo quotidiano.
Non puoi snobbare la natura, in montagna: ti tira per la manica, ti chiede di guardarla, di studiarla, di esserle presente.
In montagna puoi e devi essere presente a te stesso, senza distrazioni.
Forse è per questo che, sopra tante vette, telefonini e internet funzionano a singhiozzo… è la natura che ti dice: “Lascia stare, lascia stare il superfluo. Stai con gli amici. Stai con gli animali. Stai con te stesso. Non ti serve nient’altro”.
 

.

Infatti giustamente non è segnalato e spesso bisogna interpretarlo. Sull'esagerare non saprei che dire, tutto sommato se tutto va bene non è nulla di che (e tutto deve andare bebe sempre).
Di certo è una cosa personale e non prevedibile: il gentile signore chiaccherone incontrato in cima disse che ci sono persone che in parete o falesia tirano vie anche di più tiri e di sesto grado che su percorsi di cengia si fermano terrorizzati dopo pochi metri.
Sul in solitaria, secondo me questi percorsi sono più belli fatti da soli (a parte il fatto che non penso sia facile il venerdì pomeriggio trovare compagni affiatati per gitarelle da 11-13 ore).
la differenza tra un non alpinista ed un alpinista:TTTT
anche fare un'arrampicata in falesia o in ambiente mostra molto i limiti di una persona, ma non come le cengie a mio parere

se conosci qualcuno che è al tuo livello di allenamento fisico e psicologicamente reagisce come te, credo sia piu bello in due, altrimenti da soli tutta la vita per goderselo al meglio
 
la differenza tra un non alpinista ed un alpinista:TTTT
anche fare un'arrampicata in falesia o in ambiente mostra molto i limiti di una persona, ma non come le cengie a mio parere

Non è questione di limiti.
Falesia è sport. Per definizione, si chiama arrampicata sportiva, dove si minimizza il rischio ambientale.

Questi itinerari, come l'alpinisimo, dove su 300m di via hai 10 chiodi, il resto è protezione che incastri a occhio, sulle quali è vietato volare, NON è sport.
Grazie al cielo!
Questo per (riba)dire che l'esposizione non si misura necessariamente in metri di dislivello, in larghezza di un sentiero o cengia.
L'esposizione si misura, in molti percorsi, in tempo e mente: l'esposizione al rischio per lungo tempo, espone appunto la testa che a lungo andare si stanca.

Che esposizione c'è nell'attraversare un deserto per 12h da un punto a ad un punto B, da soli?
Paradossalmente è la stessa che ha affrontato Fabio su questo itinerario.


Quindi grande rispetto, ma lasciamo fuori da questa discussione genuina cose che, di fatto e per definizione, non c'entrano un'acca.

Anche il solo tirare in ballo persone che vanno anche su sesti, settimi, ottavi gradi di arrampicata sportiva, è come parlare in questo stesso thread del trasporto pubblico.
Nello sport si dà valore al gesto tecnico (si spera), o al limite fisico.

In questo genere di attività, il valore è leggermente più soggettivo. Io lo misuro in "Bellezza" e qua siamo a livello oltreHIHIHI
 
Vie del genere io invece preferisco affrontarle in compagnia, con un paio di imbraghi, corda, cordini, un paio di chiodi e friend, nello zaino. Al 99% non li tiri fuori, anche perche quando sei li dici ma chi me lo fa fare di tirar fuori tutto per due metri esposti, pero' la tranquillita psicologica di averli e di avere un compagno che ti fa e a cui fare sicura, mi rende il tutto piu godibile.

Personalmente anche quest anno mi e' capitato di cag.garmi piu in mano su di un 2/3 grado in discesa su massi instabili, ghiaie e sfasciumi, che durante la salita su passaggi di 5...
Ma anche qua siamo su preferenze personali, e attitudini.

saluti
 
Vie del genere io invece preferisco affrontarle in compagnia, con un paio di imbraghi, corda, cordini, un paio di chiodi e friend, nello zaino. Al 99% non li tiri fuori, anche perche quando sei li dici ma chi me lo fa fare di tirar fuori tutto per due metri esposti, pero' la tranquillita psicologica di averli e di avere un compagno che ti fa e a cui fare sicura, mi rende il tutto piu godibile.

Personalmente anche quest anno mi e' capitato di cag.garmi piu in mano su di un 2/3 grado in discesa su massi instabili, ghiaie e sfasciumi, che durante la salita su passaggi di 5...
Ma anche qua siamo su preferenze personali, e attitudini.

saluti

Su una cengia del genere di legarsi non te ne fai nulla, anzi....
 
Fabio tu non puoi fare questo genere di cose, hai una responsabilità verso noi skifosi, se muori tu muore anche il forum.

Hai fatto testamento? C'è qualcuno che prenderebbe in mano skiforum e lo saprebbe tirare avanti in caso di tua morte improvvisa?

Non lasciarci questo vuoto, poi noi come faremmo?
 
Fabio tu non puoi fare questo genere di cose, hai una responsabilità verso noi skifosi, se muori tu muore anche il forum.

Hai fatto testamento? C'è qualcuno che prenderebbe in mano skiforum e lo saprebbe tirare avanti in caso di tua morte improvvisa?

Non lasciarci questo vuoto, poi noi come faremmo?
Minchia che positività...:aaahhh:
Secondo me Fabio non può rispondere alla tastiera che si sta toccando a due mani....HIHIHI
 
Fabio tu non puoi fare questo genere di cose, hai una responsabilità verso noi skifosi, se muori tu muore anche il forum.

Hai fatto testamento? C'è qualcuno che prenderebbe in mano skiforum e lo saprebbe tirare avanti in caso di tua morte improvvisa?

Non lasciarci questo vuoto, poi noi come faremmo?


Sperando che sia una battuta...di criptico humor inglese....anche se faccio fatica a capirla...:KEV:PAAU....Nel frattempo mi dò una grattatina anch'io....inviterei tutti noi skifosi a farlo....:D....non si sa mai...
 
Fabio tu non puoi fare questo genere di cose, hai una responsabilità verso noi skifosi, se muori tu muore anche il forum.

Hai fatto testamento? C'è qualcuno che prenderebbe in mano skiforum e lo saprebbe tirare avanti in caso di tua morte improvvisa?

Non lasciarci questo vuoto, poi noi come faremmo?

Ha già lasciato tutte le password a Missouri, il forum passerà in mano sua.
Quindi, la prossima volta, materassi a fondovalle please
:TTTT
 
Non sono alpinista, ne arrampicatore. E neanche montanaro. Non ho tradizioni o esperienze precedenti di montagna, in famiglia.
Non ho mai fatto alte vie.
Non ho mai arrampicato, ne fatto una ferrata.
Di più, semmai sono un uomo di mare, siamo una famiglia "di mare".
Ho "frequentato" la montagna a livello di escursione turistica per la prima volta a 18 anni, trascinato da un gruppo di amici.
Mi avevano scritto su un pezzo di carta "pedule", dovevo acquistarne un paio se volevo andare con loro, ma neppure sapevo cosa fossero.
Poi per una decina d'anni ho frequentato la Montagna come turista estivo, facendo piccole e facili escursioni.
Poi un lustro di nulla, "montagnamente" parlando.
E adesso, da qualche anno, di nuovo sui monti, da scivolatore verso valle con gli sci sulla neve.
Ma, vedendo tutto ciò, tutto il report, le foto, il racconto, non riesco proprio a capacitarmi del fatto che esistano persone che non comprendono nei propri ragionamenti logici il fatto ci siano altre persone che, invece, volontariamente, si mettano a fare simili immensità!

I miei più vivissimi complimenti.

E scusate se mi sono dilungato.
 
Sulla cengia no, ma nei due passaggi sugli spigoli immagino si riesca a proteggersi (mi sembra di capire che lo suggerisca fra le righe lo stesso Fabio, quando scrive "mettendo 3m di cavo nei due passaggi degli spigoli sarebbe la normale perfetta").

A tal proposito rubo una foto per capire dove si passa esattamente nel secondo spigolo: tracciato blu o rosso?

Visualizza allegato 56024

E comunque: i miei complimenti, chissà se prima o poi riuscirò anch'io a passare di là.


I 3m di cavo che suggerisce Fabio, sono probabilmente corda fissa, quindi trapani -> fori -> pianti fittoni -> cementi -> tiri il cavo o il canapone


Proteggersi in 2-3 hai bisogno di almeno una clessidra buona, o qualche fessura dove piantare preferibilmente 2-3 chiodi, o alla peggio (ma molto peggio) un friend o un dado (a nessuno auguro di volare su una protezione rapida)... e vedendo la solidità della cengia, non sono cose che puoi fare a occhio e rimaner sereno.
 
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