La Lombardia ha i soldi ed il peso "politico" di Milano ,la quales ebbene non abbia l'autonomia pesa molto più di una Trento che promette (magari sotto elezioni), illude ma non mantiene. O se lo fa, passa un lustro. Sto parlando di infrastrutture (tra cui ovviamente gli impianti di risalita) non di posti letto alberghieri o qualità dell'ospitalità. Pure io sono convinto che nella fettina trentina del Tonale ci siano più posti letto rispetto a Ponte o Temù.
temo che si scateni futile polemica...
sicuramente si può riconoscere facilmente la supremazia lombarda nel contributo al PIL nazionale, nel peso e influenza politica (sin da prima che l'italia fosse repubblica), con una grande potenza di investimenti (anche li a volte discutibili, vedi Malpensa e altro), ma non capisco come essa si possa "trasferire" nel settore del turismo invernale e dello sci.
Parlando del settore sci e turismo invernale, malgrado un grande potenziale qualitativo (altitudine ed esposizione) di molti comprensori lombardi dalla valtellina alla valcamonica, mi sembra che l'unica stazione moderna e importante con un rilevante peso turistico sia la sola Livigno, geograficamente e non solo quasi più elvetica che italica. Il trentino come qualità del turismo invernale e delle stazioni sciistiche mi sembra collocarsi a un livello non paragonabile con la ricca Lombardia.
Non capisco dove stiano, anche in presenza delle fatidiche e un po perculanti olimpiadi, questi grandi investimenti in infrastrutture impiantistiche dello sci in Lombardia.
A ponte si pubblicizzava da almeno 4 anni (anche piu) un fatidico e avveniristico centro termale a oggi inesistente. Premesso che il comprensorio adamello non primeggia sicuramente nel panorama alpino come qualità, modernità e neanche come bellezza, mi sembra che ci sia un abisso in termini di di impianti, piste, dimensioni sciabili a favore del settore trentino, seppure in uno dei piu brutti paesaggi offerti dalla provincia autonoma al passo.
Ponte-temu è un carino e articolato comprensorio, fermo a 30/40 anni fa forse, con piste ben esposte, tecniche, non larghe, ben posizionate nel bosco, servite da seggiovie di standard medio appennico e con innevamento vetusto. Unico impianto "potente" una cabinovia che serve per andare nel settore trentino, dove malgrado il caos di piste appiccicate, un paesaggio depresso da ruderi e mostri architettonici (i famigerati grattacieli), ci sono comunque oltre 1000 m di dislivello sciabile dal presena al passo, 3 cabinovie, seggiovie esaposto, alcune di design moderno, altre con coperture che "misteriosamente" sono soggette a distruzione e incuria come non avviene in nessun altra stazione trentina.
In questo scenario dove si manifesta la grande potenza di investimenti sciistici dei lumbard? in qualche modifica necessaria alla viabilità del proprio settore viario? (quello trentino non ha particolari problemi di congestione, visto che non è meta di turismo "mordi e fuggi" o weekendisti ) . Forse in un bellissimo e modernissimo centro benessere, che non però non esite, e non riguarda direttamente lo sci?
O in un grandioso progetto di realizzare impianti e piste su un settore tra i peggio esposti e difficili da innevare, come testimonia la situazione dell'alpino?
Sinceramente non trovo riscontro nei fatti su queste esternezioni,
Se poi mi confermate sul versante Lombardo, malgrado ci siano 2/3 paesi, di cui almeno un paio belli con belle strutture, l'offerta alberghiera di tutti i centri abitati è inferiore a quella del versante trentino con qualche albergo dislocato lungo una statale su un passo senza paese, sinceramente non vedo questa grande capacità di investimento e infrastrutture della Lombardia, che simil Piemonte si limita a un gran proliferare di seconde case, che i fatti insegnano non dare grandi contributi all'economia e allo sviluppo turistico delle stazioni.
Ribadisco che il confronto con il trentino riguarda una stazione marginale nell'economia della regione, senza paese, con poche attrazioni, che ciò malgrado muove più introiti turistici del versante lumbard.