Anche se il motivo della discussione non esiste più , val la pena far due considerazioni generali:
- Non è vero che i prezzi degli immobili salgono sempre; sto parlando di prezzi "reali" , non "nomimali": la differenza sta nel concetto di inflazione, per cui la percezione delle persone (che ricordano i prezzzi nominali pagati) porta a confrontare prezzi di 15 anni fa con i prezzi attuali senza "rivalutare" i primi per tutta l'inflazione che si è avuta nel periodo di tempo considerato. Per fare un confrotto diretto e matematicamente corretto tra prezzi molto distanti nel tempo è necessario considerare l'andamento dei valori al netto dell'inflazione. A volte i prezzi nominali sembrano in salita, ma gli stessi prezzi, in termini "reali" magari sono in discesa; altre volte, soprattutto dopo che scoppiano le "bolle speculative immobiliari" scendono sia i prezzi reali che quelli nominali, e tanto anche. Chi dice che i prezzi non scendono mai generalmente è quello che cerca di convincervi a comprare ... oppure se non è in malafede è semplicemente ignorante. Quando le banche segano i finanziamenti alle immobiliari (che costruiscono quasi sempre a debito, non certo con le loro disponibilità di cassa liquide, pagando i loro debiti con le banche attraverso gli introiti derivanti via via dalle vendite degli alloggi) queste o abbassano i prezzi per vendere e onorare il debito ricevuto dalle banche forse con troppa facilità in periodi di vacche grasse , o falliscono, e se falliscono saranno le banche a vendere all'asta ( e con le aste giudiziarie sempre più deserte e con i ribassi al limite estremo fanno fatica anche loro a rientrare dalle esposizioni, perchè le garanzie cioè gli immobili pignorati non hanno proprio il valore che ci si aspettava quando si finanziavano...). Quindi se non si ha la prospettiva di un mercato che tende a salire infinitamente, è meglio attendere il fondo della crisi economica prima di comprare, ammesso che quando si arriva al fondo non siano finite anche quelle disponibilità (o quella voglia) che avrebbero portato all'acquisto. Per info sulle bolle immboliari, pregasi osservare i casi di America coi subprime e Spagna con finanziamenti jumbo quasi tutti incagliati che stan mettendo in ginocchio il loro sitema bancario.
- Ammesso che abbiate disponibilità abbastanza alte da prendere in considerazione l'acquisto, ma non così alte da poterlo fare tutto "sull'unghia" , vi prego di considerare il rischio, nel caso di mutui a tasso variabile, soprattutto se a lunga dirata, di un rialzo tassi... anche perchè in questo periodo del 2012 siamo ai minimi dell'Euribor mai registrati (0.42% il semestrale e 0.214% il trimestrale) e perchè da questo punto può solo riprender quota (miglioramento dell'economia, ipotesi più auspicabile), quindi fate (o fatevi fare) le simulazioni sulla vostra rata mutuo nel caso di tassi euribor a valori crescenti, e vedete se ci state ancora dentro... vi ricordo che ancora a settembre 2008 l'euribor a 3mesi era al 5.20% ... e che sotto lo zero non può andare ... quindi c'è pochissimo margine per abbassarsi (quasi nullo) e molto per alzarsi; le simulazioni le potete fare p.es. sul sito mutuionline ; considerate anche che l'euribor è un tasso "free risk" ma le banche italiane non vivono in uno Stato che non ha rischio-emittente, anzi, ce l'ha, eccome ! Quindi la loro raccolta fondi la devono fare guardando i rendimenti dei titoli di Stato per piazzare le loro obbligazioni sul mercato, e dal loro costo di raccolta dipende anche il costo degli impieghi; è per questo che ci sono oggi degli spread sui tassi variabili molto più alti che nel 2008 citato prima; se allora si poteva sottoscrivere un mutuo tasso variabile "euribor +100bp" (che nel 2008 dava una rata del 6.25% se consideriamo il picco massimo, cioè 5.25% + 1% di spread , ed oggi LO STESSO MUTUO da una rata dell' 1.21% , cioè 0.21% + 1% di spread , con gran vantaggio di chi allora ha fatto il mutuo variabile in una congiuntura che si è rivelata successivamente come di "caduta dei tassi") oggi lo spread si aggira sui 300 punti base, anche di più a volte, cioè oggi chi inizia un mutuo "euribor 3m + 300bp" paga 3.21% circa ma se i tassi salgono al 3% tra "n" anni lui pagherà il 6% di rata, e se ritornano a 5 pagherà l'8% di rata ... e su grossi capitali l'impatto per la rata di un mutuo che ha ancora 20 anni o 15 anni di vita residua è devastante, e ben al di là delle disponibilità che oggi potrebbero portare a considerare tollerabile il finanziamento a tasso variabile. OCCHIO ! Se non fate bene i conti immaginandovi lo scenario peggiore (e non di certo proiettando i tassi attualmente in vigore per i prossimi trenta o venti anni come immutati, perchè non succederà) la casa la pagate voi ma se la godrà qualcun'altro quando ve la pignoreranno ! Molti programmi che fanno lo sviluppo del piano di ammortamento mantengono INALTERATO il valore nel tempo del tasso variabile, facendovi vedere solo come cambia il rapporto tra interesse e capitale da rimborsare per via dei continui rimborsi mensili , quindi siete VOI o il vostro operatore bancario a DOVER fare varii scenari di tasso coprendo più ipotesi possibili ! Nessuno fin'ora aveva parlato dell'aspetto finanziario di un mutuo a tasso variabile in uno scenario di tassi ai minimi assoluti! Mi sembrava giusto mettervi la pulce nell'orecchio, indipendentemente dal fatto che la casa sia in montagna, al mare o in città ! Sperare che i tassi rimangano così ai minimi per 10-15 o 20 anni è come sperare nel suicidio economico di tutto ciò che conosciamo.