Mhhh forse mi sono spiegato male o meglio non so bene come la penso e sto cercando di capirlo insieme a voi.
Quello che dice epaps io lo leggo come un "uguale" a quello che dico io. Ovvero, la nostra vecchia università difficile, quella dei 5 anni, era magnifica perchè non dava nessuna nozione ma solo metodi e processi, ti insegnava a imparare in fretta. Soprattutto non fornendo nozioni non mortificava la creatività. Uscivi da un percorso formativo e non avevi mai visto nulladi come funziona in azienda: ECCEZIONALE secondo me. Ma a patto queste persone siano a numerochiuso e siano l'eccellenza.
Succedeva che gli ingegneri VO uscivano dall'università che non sapevano nulla del mondo del lavoro e questo secondo me era il più grande vantaggio a disposizione del giovane laureato. Sapeva ragionare ed analizzare, ma non sapeva nulla di come le cose funzionano nelle aziende. Il risultato era che, finchè non si è adottato il metodo geriatrico, quei ragazzi entravano in azienda, per 1anno imparavano e poi, grazie a una creatività non mortificata, iniziavano a modificare i processi verso il meglio. Dopo un anno, il laureato era messo a fare il dirigente.
Ora l'univeraità è nozionistica, ti insegnano come si fa e non ti insegna "come si ragiona". Ci stiamo appiattendo verso i pessimi (secondo me) metodi anglosassoni.
Metodo tanto lodato per il fatto che "esci dall'università e sei pronto per il mondo del lavoro", una frase a mio avviso AGGHIACCIANTE!
Se voglio fare un percorsodi formazione che mi prepari al lavoro, lavoro! L'università deve pompare la creatività e il senso critico.