Bonsoir,
così come in passato ho condiviso "gioie" per me significative, oggi purtroppo è arrivato il momento dei "dolori" (premessa: fortunatamente nessuno si è fatto male).
Ritengo giusto condividere esperienze negative di questo tipo per vari motivi (spunti di riflessione/analisi degli errori etc): ometterò nomi/riferimenti ai componenti del gruppo.
Il gruppo è composto da 4 persone: A/B/C/D.
Martedì/mercoledì cominciamo a sentirci via whatsapp per organizzare il weekend. Sembra che da giovedì sera scenderanno le temperature e nevicherà bene ma c’è ancora molta incertezza. Inutile fare piani, ci limitiamo a darci appuntamento per venerdì sera per decidere la meta.
Venerdì B e C si aggiornano. Visto le alte temperature della settimana (domenica scorsa pioggia fino a 2400mt, anche nel corso della settimana acqua/neve a 2000mt), teniamo come unica destinazione la regione del Sempione, per stare il più alti possibile come quota di partenza. Sembra che le precipitazioni previste si siano notevolmente ridimensionate. A questo link il bollettino completo di slf delle ore 17 di venerdì.
http://www.slf.ch/schneeinfo/Archiv/lwdarchiv/2016/nb/it/pdf/201604081700_gk_c_it_complete.pdf
Riporto il dettaglio (pericolo 2 per la regione del sempione):
Poca neve prevista e poco vento dunque, con zero termico non eccessivamente elevato: B e C optano per il Mattwaldhorn da Engiloch. Gita con buon sviluppo e dislivello, in una zona del sempione abbastanza isolata. Non presenta grosse difficoltà tecniche, ma richiede buone condizioni del manto per via di un traverso abbastanza insidioso da fare.
A e D hanno altri programmi, ma decidono alla fine di unirsi. A e C parlano ancora un po’ della gita: A ci è già stato una volta ed in altre due occasioni ha affrontato il traverso per altre gite. Non hanno ancora capito quanta neve farà (dal radar e le webcam di venerdì sera sembrava stesse nevicando bene però). A reputa il traverso in questione fattibile se non dovesse nevicare troppo. Decidono di confermare la gita per una caratteristica “vantaggiosa” di Engiloch: i primi 500m di dislivello sono in comune con tutte le gite della zona. In base alle condizioni locali, si può quindi decidere per mete alternative.
Di seguito la cronaca della gita, cercando di riportare il più fedelmente possibile come si è svolta, mettendo anche qualche foto.
Sabato mentre saliamo al Sempione guardandoci in giro vediamo che ha nevicato bene e con temperature buone (neve fino poco sotto a Simplon Dorf, circa 1300m/1400m). Arriviamo a Engiloch e partiamo sci ai piedi verso le 6.45 (siamo i primi, subito dietro altre 4 persone). Temperatura fredda (-4 al parcheggio), cielo sereno con qualche velatura alta verso l’italia. Circa 35cm di neve invernale caduta senza vento. Mentre saliamo scambiamo due parole con le altre persone che ci seguono. Nessuno ha bene in mente la meta finale, visto la neve caduta. In circa un ora arriviamo al “bivio” in cui dobbiamo prendere una decisione sul da farsi. Breve pausa. C chiede se si è sicuri di tenere il Mattwaldhorn come destinazione finale. A è il più convinto e opta per mantenersi al piano originale. B e D non sono contrari. B analizza brevemente la situazione e la reputa positiva. C concorda con le le analisi di B. Procediamo verso il passo dove comincia quindi il traverso. Le altre persone dietro di noi procedono verso il Boshorn.
Arriviamo al traverso: lo giudichiamo buono, ma lo attraversiamo comunque con molta attenzione tenendo bene le distanze e sostando nei pochi punti riparati.
In breve usciamo dal traverso (foto del traverso appena fatto).
e giungiamo alla base degli ultimi pendii che portano verso un colle, svalicato il quale in breve si arriva in vetta.
Grosso modo dobbiamo superare tre risalti. Il meteo è sempre buono: verso la svizzera si intravede della nebbia in pianura. Una leggera brezza fresca ci accompagna: si sta bene, non fa caldo (ho ancora su i guanti, cosa molto rara in giornate simili). Procediamo con passo costante.
Siamo fuori dal secondo risalto e vicino a noi avviene un piccolo distacco spontaneo (la foto l’ho fatta al ritorno).
Il distacco ha la stessa esposizione dell’uscita al colle (NE). C chiede se si è sicuri di continuare. La neve è ancora buona ma il sole comincia a scaldare un po’. Mancheranno circa 30min per l’uscita al colle. Decidiamo per continuare.
Arriviamo alla base dell’ultimo pendio (sulla sinistra, poco meno di 40°).
Siamo tutti e 4 in un punto sicuro. Discutiamo un attimo sulla linea da tenere per uscire. Parte A, fa 3 diagonali. B chiede com’è. A risponde positivo. Parte B. Giunto a metà della prima diagonale, C e D si mettono ad urlare: si è staccata una valanga sopra A e B (foto fatta al ritorno in lontananza).
Al momento del distacco A si trovava circa 25m al di sotto della frattura. B una decina di metri sotto A. A era impegnato in una inversione: non ha tempo di reagire e viene preso in pieno. B prova a uscire di scatto ma nella foga cade e tira ABS. In poco tempo viene raggiunto anche lui. C e D sono al riparo e seguono con attenzione. Il tutto dura una decina di secondi. La valanga si ferma: A e B sono sdraiati in superficie: sono stati trascinati per una ventina di metri. C e D non si muovono ancora. Si assicurano a voce che A e B stiano bene. B risponde con un pollice, A risponde a voce. Dopo poco, C va in supporto di B, D di A. Non c’è bisogno di scavare. Entrambi stanno bene. Ovviamente spaventati. Tutto il gruppo reagisce velocemente e si fa il conto dei danni: gli sci per fortuna son rimasti attaccati. Entrambe le coppie dei bastoncini sono andate perse. La valanga era di neve a debole coesione: ancora morbida a camminarci sopra. B è il più reattivo di tutti, in brevissimo tempo è già in piedi, ha tolto le pelli ed è pronto per la discesa. C va verso A e D ad assicurarsi delle condizioni, si stanno preparando anche loro per la discesa. Fa altrettanto anche C. A/C/D mentre tolgono le pelli sentono un assestamento (sembra il pendio a sx di dove ha staccato). Siamo tutti tranquilli, nessuno si è fatto prendere dal panico, ma allo stesso tempo cominciamo a essere preoccupati per il rientro, in particolare per il traverso. B e C son pronti, A e D, quasi. B e C invitano a velocizzare i tempi. Siam finalmente pronti: scendiamo i pendii con maniacale attenzione. Va tutto bene. Arriviamo al pianoro sottostante, rimettiamo le pelli e in breve siamo all’inizio del traverso di rientro. Notiamo tutti quanti purtroppo una frattura lunga una ventina di metri nel pendio circa 40m sopra il primo pezzo di traverso. All’andata non c’era o non lo abbiamo visto. Ci rendiamo conto di essere in una bruttissima situazione. C e B sono seriamente preoccupati. A e D sembrano più tranquilli, ma la scelta è unanime. Non possiamo passare di li. A tira fuori la cartina e con C comincian a studiare eventuali soluzioni alternative. Stando bassi dovremmo riuscire a passare una zona pianeggiante alla base del pendio, perdere un po’ di quota e risalire per pendii pià dolci fino a ricongiungersi con la traccia del traverso, bypassando il primo pendio con la frattura. A raggiunge un primo punto ritenuto sicuro dopo la parte pianeggiante, seguito successivamente da C/D/B. Volevamo scendere ancora un pezzo ma non riusciamo bene a vedere sotto cosa ci sia (vista in parte offuscata da un cambio di pendenza). Non ci fidiamo: A prende in mano la situazione e con un paio di diagonali riesce a guadagnare accesso al pendio che avevamo identificato. Procede e in breve si è ricongiunto con il traverso. B/D/C lo seguono a debita distanza. In breve arriviamo alla fine del traverso.
Panoramica dei pendii con i distacchi.
Siamo un po’ più rilassati ora, ma vogliamo arrivare il più in fretta possibile alla macchina. Sta cominciando a salire la nebbia dalla svizzera. Verso l’italia già un po’ di nuvole. In breve arriviamo alla macchina e tiriamo un definitivo sospiro di sollievo.
Al ritorno in macchina abbiamo modo di analizzare a caldo gli errori (gravi) che sono stati fatti. Giungiamo a queste conclusioni:
- 1° errore: giunto al bivio, avremmo dovuto cambiare gita secondo gli accordi che erano stati presi la sera precedente (quanto meno nel dialogo tra A e C). Avevamo scelto questa zona apposta per le varie alternative che si possono percorrere dopo la prima parte, ma non siamo stati in grado di renderci conto che c’era troppa neve per poterla effettuare in sicurezza. Seppur allenati, con buon passo, è una gita lunga, era inevitabile che ci saremmo trovati ad affrontare i pezzi più insidiosi quando il sole avrebbe cominciato a scaldare. Su questo errore A e C hanno maggiori colpe;
- 2° errore: al primo segnale di pericolo oggettivo (distacco avvenuto nelle vicinanze), non siamo tornati indietro;
Non abbiamo riscontrato ulteriori errori, ma direi che i due sopra sono gravissimi e sufficienti per un potenziale disastro. Il distacco l’abbiamo attribuito a questi 3 fattori: pendio ripido + sole + rocce nere nei pressi del fronte. C sostiene che fosse spontanea: A e B si trovavano un bel pezzo più in basso: ovviamente però potrebbero aver influito anche loro. Nessuno ha sentito nulla (è stata silenziosa).
Abbiamo trovato anche delle cose positive in tutto ciò:
- al di fuori dei due gravissimi errori, la gita è stata svolta con le dovute attenzioni. L’abbiam ripercorsa mentalmente e abbiam sempre tenuto bene le distanze, fatto le soste in punti riparati, etc. In ogni momento se fosse successo qualcosa almeno 2 del gruppo eran sempre al riparo e pronti a intervenire (B è rimasto coinvolto per una questione di secondi: aveva appena ripreso a ripellare quando è successo il distacco);
- nessuno si è mai fatto prendere dal panico (APS però son sempre rimasti nello zaino perchè non necessari, quindi la parte più critica di gestione dell’emergenza non c’è stata). Successivamente però c’è stata molta lucidità nell’affrontare il ritorno. Siam riusciti ad uscirne bene;
- tutti concordi nel riconoscere che abbiamo fatto delle grosse cazzate. Forse solo A a caldo non ha riconosciuto pienamente gli errori (parlava di imprevisto, ma l’imprevisto è stato il risultato di pessime scelte). A freddo ha razionalizzato bene anche lui;
Considerazioni personali:
Mi è stata fatto una domanda: “Troppe sicurezze nel gruppo forse?”
Ho risposto così: “mi verrebbe da dire NI. Un po' siam caduti nella tradizionale trappola euristica della sicurezza del gruppo. nessuno oggi ha mai messo in dubbio seriamente la sicurezza (della serie: nessuno ha nulla da dire, tutto buono allora). Da questo punto di vista direi di si quindi. La cosa che mi pesa un po' in realtà è che secondo me nessuno dei 4 oggi si è reso veramente conto che c'era troppa neve per andare a fare questa gita. In passato a volte con serenità, a volte vivacemente, appena qualcuno aveva qualche dubbio sulla sicurezza o simili lo ha sempre reso “pubblico” con fermezza dei suoi pensieri. Oggi no, quindi mi viene da dire che per l’appunto nessuno si è reso conto che c’era troppa neve.”
Ecco, sono rammaricato per questo. Non mi reputo un esaltato/incosciente (così come non reputo i miei compagni di gita tali). Siamo ovviamente sempre alla ricerca della bella neve, ma cerchiamo sempre di farlo con cognizione di causa. Sappiamo rinunciare, sia nella preparazione a tavolino di una gita, sia durante la stessa. Personalmente rinuncio spesso (a memoria, solo quest’anno, nel corso di una gita tra salite e discese ho saputo rinunciare 7 volte, e in tutte queste 7 volte almeno uno del gruppo di sabato era presente). Ma tutte le rinunce son sempre state il frutto di scambbio di opinioni all’interno del gruppo o di segnali di pericoli oggettivi a cui abbiam SEMPRE reagito girando i tacchi. Sabato son mancate queste cose: la prima, nessuno ha mai messo seriamente in discussione la gita (solo C lo ha fatto in un paio di situazioni, ma con molta poca convinzione delle sue affermazioni, quindi riteneva anche lui che si potesse continuare). La seconda (questa veramente inspiegabile, blackout totale collettivo, contro ogni logica sensata), non abbiam rinunciato al primo distacco avvenuto nelle nostre vicinanze.
Sono dispiaciuto perché tutti quei meccanismi di "auto-conservazione" (termine del cavolo, non mi viene in mente un altro nome al momento...) che in passato han sempre funzionato in modo pressoché automatico, oggi son venuto completamente a mancare. Per il resto, non posso che essere molto felice che tutto si è risolto con un grosso spavento e che nessuno si sia fatto male.
Penso di avere imparato una bella lezione: spero vivamente di averla imparata.
Per completezza, aggiungo anche il bollettino aggiornato alle 8 di sabato mattina (disponibile a questo link http://www.slf.ch/schneeinfo/Archiv/lwdarchiv/2016/nb/it/pdf/201604090800_gk_c_it_complete.pdf)
EDIT:
aggiungo percorso gps della gita (avevo omesso):
Grosso modo la gita è composta in 5 parti:
1° parte: expo N pieno fino alla quota 2320 circa. L'unico pezzo "critico" di questa primo pezzo è superare un risalto con una cascata;
2° parte: expo SSE più o meno fino a quota 2621. Zero pericoli in questo tratto, un lungo piattone praticamente;
3° parte: expo NW fino a quota 2462. Il traverso, con tutti i rischi/pericoli annessi;
4° parte: expo NNE fino al colle quotato 3023. I pendii finali della gita (dove è avvenuto il distacco);
5° parte: expo S fino alla vetta. Diverse possibilità a seconda delle condizioni;
così come in passato ho condiviso "gioie" per me significative, oggi purtroppo è arrivato il momento dei "dolori" (premessa: fortunatamente nessuno si è fatto male).
Ritengo giusto condividere esperienze negative di questo tipo per vari motivi (spunti di riflessione/analisi degli errori etc): ometterò nomi/riferimenti ai componenti del gruppo.
Il gruppo è composto da 4 persone: A/B/C/D.
Martedì/mercoledì cominciamo a sentirci via whatsapp per organizzare il weekend. Sembra che da giovedì sera scenderanno le temperature e nevicherà bene ma c’è ancora molta incertezza. Inutile fare piani, ci limitiamo a darci appuntamento per venerdì sera per decidere la meta.
Venerdì B e C si aggiornano. Visto le alte temperature della settimana (domenica scorsa pioggia fino a 2400mt, anche nel corso della settimana acqua/neve a 2000mt), teniamo come unica destinazione la regione del Sempione, per stare il più alti possibile come quota di partenza. Sembra che le precipitazioni previste si siano notevolmente ridimensionate. A questo link il bollettino completo di slf delle ore 17 di venerdì.
http://www.slf.ch/schneeinfo/Archiv/lwdarchiv/2016/nb/it/pdf/201604081700_gk_c_it_complete.pdf
Riporto il dettaglio (pericolo 2 per la regione del sempione):
Manto nevoso
Alle quote di media montagna, la neve fresca di venerdì si lega velocemente con la neve vecchia umida. In quota, soprattutto in prossimità delle creste e dei passi, si sono formati accumuli di neve ventata che sono ancora instabili. Sotto alla neve fresca, il manto di neve vecchia si è umidificato sui pendii rivolti a nord al di sotto dei 2400 m circa e su quelli ripidi rivolti a sud al di sotto dei 3000 m circa. Grazie al raffreddamento si è leggermente stabilizzato. Sui pendii esposti a nord è presente un manto continuo di neve vecchia al di sopra di una fascia compresa fra i 1400 e i 1800 m, sui pendii esposti a sud circa 500 m più in alto.
Retrospettiva meteo di venerdì, 8.4.2016
Il tempo è stato molto nuvoloso con precipitazioni. Nelle regioni settentrionali il limite delle nevicate era collocato intorno ai 1000 m circa, in quelle meridionali estreme intorno ai 2000 m. Neve fresca Al di sopra dei 1600 m circa nelle regioni settentrionali e al di sopra dei 2400 m circa in quelle meridionali sono cadute le seguenti quantità di neve: · Dal Ticino occidentale a Vals e Surselva sino alle Alpi Garonesi e Sangallesi meridionali: dai 20 ai 40 cm · Regione del Gottardo, restanti regioni del nord e centro dei Grigioni, restante versante nordalpino orientale: dai 10 ai 20 cm · Altrove: meno di 10 cm, regioni occidentali: tempo per lo più asciutto Temperatura Sul mezzogiorno a 2000 m compresa tra -4 °C nelle regioni settentrionali e +2 °C in quelle meridionali Vento Da debole a moderato; sul versante nordalpino negli strati più bassi proveniente da nord est, al di sopra e nelle restanti regioni proveniente da sud
Previsioni meteo sino a sabato, 9.4.2016
Tempo generalmente molto nuvoloso con solo brevi schiarite soprattutto nel pomeriggio. Nel Vallese e in Ticino ci saranno tratti soleggiati più lunghi. Nella notte le precipitazioni interesseranno molte regioni e al mattino cesseranno anche sul versante nordalpino centrale e orientale. Il limite delle nevicate si collocherà intorno ai 1200 m circa nelle regioni settentrionali e intorno ai 1700 m circa in quelle meridionali. Neve fresca Fino a sabato sera, al di sopra dei 1500 m nelle regioni settentrionali e al di sopra dei 2000 m in quelle meridionali sono previste le seguenti quantità di neve: · Versante nordalpino a ovest della Reuss, Vallese, Ticino occidentale: dai 10 ai 20 cm · Restanti regioni: meno di 10 cm Temperatura Sul mezzogiorno a 2000 m di -5 °C nelle regioni settentrionali e di +1 °C in quelle meridionali Vento · Durante la notte debole a 2000 m, sul versante nordalpino moderato proveniente da nord est; in alta montagna moderato proveniente da sud · Durante il giorno generalmente debole
Poca neve prevista e poco vento dunque, con zero termico non eccessivamente elevato: B e C optano per il Mattwaldhorn da Engiloch. Gita con buon sviluppo e dislivello, in una zona del sempione abbastanza isolata. Non presenta grosse difficoltà tecniche, ma richiede buone condizioni del manto per via di un traverso abbastanza insidioso da fare.
A e D hanno altri programmi, ma decidono alla fine di unirsi. A e C parlano ancora un po’ della gita: A ci è già stato una volta ed in altre due occasioni ha affrontato il traverso per altre gite. Non hanno ancora capito quanta neve farà (dal radar e le webcam di venerdì sera sembrava stesse nevicando bene però). A reputa il traverso in questione fattibile se non dovesse nevicare troppo. Decidono di confermare la gita per una caratteristica “vantaggiosa” di Engiloch: i primi 500m di dislivello sono in comune con tutte le gite della zona. In base alle condizioni locali, si può quindi decidere per mete alternative.
Di seguito la cronaca della gita, cercando di riportare il più fedelmente possibile come si è svolta, mettendo anche qualche foto.
Sabato mentre saliamo al Sempione guardandoci in giro vediamo che ha nevicato bene e con temperature buone (neve fino poco sotto a Simplon Dorf, circa 1300m/1400m). Arriviamo a Engiloch e partiamo sci ai piedi verso le 6.45 (siamo i primi, subito dietro altre 4 persone). Temperatura fredda (-4 al parcheggio), cielo sereno con qualche velatura alta verso l’italia. Circa 35cm di neve invernale caduta senza vento. Mentre saliamo scambiamo due parole con le altre persone che ci seguono. Nessuno ha bene in mente la meta finale, visto la neve caduta. In circa un ora arriviamo al “bivio” in cui dobbiamo prendere una decisione sul da farsi. Breve pausa. C chiede se si è sicuri di tenere il Mattwaldhorn come destinazione finale. A è il più convinto e opta per mantenersi al piano originale. B e D non sono contrari. B analizza brevemente la situazione e la reputa positiva. C concorda con le le analisi di B. Procediamo verso il passo dove comincia quindi il traverso. Le altre persone dietro di noi procedono verso il Boshorn.
Arriviamo al traverso: lo giudichiamo buono, ma lo attraversiamo comunque con molta attenzione tenendo bene le distanze e sostando nei pochi punti riparati.
In breve usciamo dal traverso (foto del traverso appena fatto).
e giungiamo alla base degli ultimi pendii che portano verso un colle, svalicato il quale in breve si arriva in vetta.
Grosso modo dobbiamo superare tre risalti. Il meteo è sempre buono: verso la svizzera si intravede della nebbia in pianura. Una leggera brezza fresca ci accompagna: si sta bene, non fa caldo (ho ancora su i guanti, cosa molto rara in giornate simili). Procediamo con passo costante.
Siamo fuori dal secondo risalto e vicino a noi avviene un piccolo distacco spontaneo (la foto l’ho fatta al ritorno).
Il distacco ha la stessa esposizione dell’uscita al colle (NE). C chiede se si è sicuri di continuare. La neve è ancora buona ma il sole comincia a scaldare un po’. Mancheranno circa 30min per l’uscita al colle. Decidiamo per continuare.
Arriviamo alla base dell’ultimo pendio (sulla sinistra, poco meno di 40°).
Siamo tutti e 4 in un punto sicuro. Discutiamo un attimo sulla linea da tenere per uscire. Parte A, fa 3 diagonali. B chiede com’è. A risponde positivo. Parte B. Giunto a metà della prima diagonale, C e D si mettono ad urlare: si è staccata una valanga sopra A e B (foto fatta al ritorno in lontananza).
Al momento del distacco A si trovava circa 25m al di sotto della frattura. B una decina di metri sotto A. A era impegnato in una inversione: non ha tempo di reagire e viene preso in pieno. B prova a uscire di scatto ma nella foga cade e tira ABS. In poco tempo viene raggiunto anche lui. C e D sono al riparo e seguono con attenzione. Il tutto dura una decina di secondi. La valanga si ferma: A e B sono sdraiati in superficie: sono stati trascinati per una ventina di metri. C e D non si muovono ancora. Si assicurano a voce che A e B stiano bene. B risponde con un pollice, A risponde a voce. Dopo poco, C va in supporto di B, D di A. Non c’è bisogno di scavare. Entrambi stanno bene. Ovviamente spaventati. Tutto il gruppo reagisce velocemente e si fa il conto dei danni: gli sci per fortuna son rimasti attaccati. Entrambe le coppie dei bastoncini sono andate perse. La valanga era di neve a debole coesione: ancora morbida a camminarci sopra. B è il più reattivo di tutti, in brevissimo tempo è già in piedi, ha tolto le pelli ed è pronto per la discesa. C va verso A e D ad assicurarsi delle condizioni, si stanno preparando anche loro per la discesa. Fa altrettanto anche C. A/C/D mentre tolgono le pelli sentono un assestamento (sembra il pendio a sx di dove ha staccato). Siamo tutti tranquilli, nessuno si è fatto prendere dal panico, ma allo stesso tempo cominciamo a essere preoccupati per il rientro, in particolare per il traverso. B e C son pronti, A e D, quasi. B e C invitano a velocizzare i tempi. Siam finalmente pronti: scendiamo i pendii con maniacale attenzione. Va tutto bene. Arriviamo al pianoro sottostante, rimettiamo le pelli e in breve siamo all’inizio del traverso di rientro. Notiamo tutti quanti purtroppo una frattura lunga una ventina di metri nel pendio circa 40m sopra il primo pezzo di traverso. All’andata non c’era o non lo abbiamo visto. Ci rendiamo conto di essere in una bruttissima situazione. C e B sono seriamente preoccupati. A e D sembrano più tranquilli, ma la scelta è unanime. Non possiamo passare di li. A tira fuori la cartina e con C comincian a studiare eventuali soluzioni alternative. Stando bassi dovremmo riuscire a passare una zona pianeggiante alla base del pendio, perdere un po’ di quota e risalire per pendii pià dolci fino a ricongiungersi con la traccia del traverso, bypassando il primo pendio con la frattura. A raggiunge un primo punto ritenuto sicuro dopo la parte pianeggiante, seguito successivamente da C/D/B. Volevamo scendere ancora un pezzo ma non riusciamo bene a vedere sotto cosa ci sia (vista in parte offuscata da un cambio di pendenza). Non ci fidiamo: A prende in mano la situazione e con un paio di diagonali riesce a guadagnare accesso al pendio che avevamo identificato. Procede e in breve si è ricongiunto con il traverso. B/D/C lo seguono a debita distanza. In breve arriviamo alla fine del traverso.
Panoramica dei pendii con i distacchi.
Siamo un po’ più rilassati ora, ma vogliamo arrivare il più in fretta possibile alla macchina. Sta cominciando a salire la nebbia dalla svizzera. Verso l’italia già un po’ di nuvole. In breve arriviamo alla macchina e tiriamo un definitivo sospiro di sollievo.
Al ritorno in macchina abbiamo modo di analizzare a caldo gli errori (gravi) che sono stati fatti. Giungiamo a queste conclusioni:
- 1° errore: giunto al bivio, avremmo dovuto cambiare gita secondo gli accordi che erano stati presi la sera precedente (quanto meno nel dialogo tra A e C). Avevamo scelto questa zona apposta per le varie alternative che si possono percorrere dopo la prima parte, ma non siamo stati in grado di renderci conto che c’era troppa neve per poterla effettuare in sicurezza. Seppur allenati, con buon passo, è una gita lunga, era inevitabile che ci saremmo trovati ad affrontare i pezzi più insidiosi quando il sole avrebbe cominciato a scaldare. Su questo errore A e C hanno maggiori colpe;
- 2° errore: al primo segnale di pericolo oggettivo (distacco avvenuto nelle vicinanze), non siamo tornati indietro;
Non abbiamo riscontrato ulteriori errori, ma direi che i due sopra sono gravissimi e sufficienti per un potenziale disastro. Il distacco l’abbiamo attribuito a questi 3 fattori: pendio ripido + sole + rocce nere nei pressi del fronte. C sostiene che fosse spontanea: A e B si trovavano un bel pezzo più in basso: ovviamente però potrebbero aver influito anche loro. Nessuno ha sentito nulla (è stata silenziosa).
Abbiamo trovato anche delle cose positive in tutto ciò:
- al di fuori dei due gravissimi errori, la gita è stata svolta con le dovute attenzioni. L’abbiam ripercorsa mentalmente e abbiam sempre tenuto bene le distanze, fatto le soste in punti riparati, etc. In ogni momento se fosse successo qualcosa almeno 2 del gruppo eran sempre al riparo e pronti a intervenire (B è rimasto coinvolto per una questione di secondi: aveva appena ripreso a ripellare quando è successo il distacco);
- nessuno si è mai fatto prendere dal panico (APS però son sempre rimasti nello zaino perchè non necessari, quindi la parte più critica di gestione dell’emergenza non c’è stata). Successivamente però c’è stata molta lucidità nell’affrontare il ritorno. Siam riusciti ad uscirne bene;
- tutti concordi nel riconoscere che abbiamo fatto delle grosse cazzate. Forse solo A a caldo non ha riconosciuto pienamente gli errori (parlava di imprevisto, ma l’imprevisto è stato il risultato di pessime scelte). A freddo ha razionalizzato bene anche lui;
Considerazioni personali:
Mi è stata fatto una domanda: “Troppe sicurezze nel gruppo forse?”
Ho risposto così: “mi verrebbe da dire NI. Un po' siam caduti nella tradizionale trappola euristica della sicurezza del gruppo. nessuno oggi ha mai messo in dubbio seriamente la sicurezza (della serie: nessuno ha nulla da dire, tutto buono allora). Da questo punto di vista direi di si quindi. La cosa che mi pesa un po' in realtà è che secondo me nessuno dei 4 oggi si è reso veramente conto che c'era troppa neve per andare a fare questa gita. In passato a volte con serenità, a volte vivacemente, appena qualcuno aveva qualche dubbio sulla sicurezza o simili lo ha sempre reso “pubblico” con fermezza dei suoi pensieri. Oggi no, quindi mi viene da dire che per l’appunto nessuno si è reso conto che c’era troppa neve.”
Ecco, sono rammaricato per questo. Non mi reputo un esaltato/incosciente (così come non reputo i miei compagni di gita tali). Siamo ovviamente sempre alla ricerca della bella neve, ma cerchiamo sempre di farlo con cognizione di causa. Sappiamo rinunciare, sia nella preparazione a tavolino di una gita, sia durante la stessa. Personalmente rinuncio spesso (a memoria, solo quest’anno, nel corso di una gita tra salite e discese ho saputo rinunciare 7 volte, e in tutte queste 7 volte almeno uno del gruppo di sabato era presente). Ma tutte le rinunce son sempre state il frutto di scambbio di opinioni all’interno del gruppo o di segnali di pericoli oggettivi a cui abbiam SEMPRE reagito girando i tacchi. Sabato son mancate queste cose: la prima, nessuno ha mai messo seriamente in discussione la gita (solo C lo ha fatto in un paio di situazioni, ma con molta poca convinzione delle sue affermazioni, quindi riteneva anche lui che si potesse continuare). La seconda (questa veramente inspiegabile, blackout totale collettivo, contro ogni logica sensata), non abbiam rinunciato al primo distacco avvenuto nelle nostre vicinanze.
Sono dispiaciuto perché tutti quei meccanismi di "auto-conservazione" (termine del cavolo, non mi viene in mente un altro nome al momento...) che in passato han sempre funzionato in modo pressoché automatico, oggi son venuto completamente a mancare. Per il resto, non posso che essere molto felice che tutto si è risolto con un grosso spavento e che nessuno si sia fatto male.
Penso di avere imparato una bella lezione: spero vivamente di averla imparata.
Per completezza, aggiungo anche il bollettino aggiornato alle 8 di sabato mattina (disponibile a questo link http://www.slf.ch/schneeinfo/Archiv/lwdarchiv/2016/nb/it/pdf/201604090800_gk_c_it_complete.pdf)
Manto nevoso
Alle quote di media montagna, la neve fresca di venerdì si lega velocemente con la neve vecchia umida. In quota, soprattutto in prossimità delle creste e dei passi, si sono formati accumuli di neve ventata che sono ancora instabili. Sotto alla neve fresca, il manto di neve vecchia si è umidificato sui pendii rivolti a nord al di sotto dei 2400 m circa e su quelli ripidi rivolti a sud al di sotto dei 3000 m circa. Grazie al raffreddamento si è leggermente stabilizzato. Sui pendii esposti a nord è presente un manto continuo di neve vecchia al di sopra di una fascia compresa fra i 1400 e i 1800 m, sui pendii esposti a sud circa 500 m più in alto.
Retrospettiva meteo di venerdì, 8.4.2016
Il tempo è stato molto nuvoloso con precipitazioni. Nelle regioni settentrionali il limite delle nevicate era collocato intorno ai 1000 m circa, in quelle meridionali estreme intorno ai 2000 m.
Neve fresca
Al di sopra dei 1600 m circa nelle regioni settentrionali e al di sopra dei 2400 m circa in quelle meridionali sono cadute le seguenti quantità di neve: · Dal Ticino occidentale a Vals e Surselva sino alle Alpi Garonesi e Sangallesi meridionali: dai 20 ai 40 cm · Regione del Gottardo, restanti regioni del nord e centro dei Grigioni, restante versante nordalpino orientale: dai 10 ai 20 cm · Altrove: meno di 10 cm, regioni occidentali: tempo per lo più asciutto
Temperatura
Sul mezzogiorno a 2000 m compresa tra -4 °C nelle regioni settentrionali e +2 °C in quelle meridionali
Vento
Da debole a moderato; sul versante nordalpino negli strati più bassi proveniente da nord est, al di sopra e nelle restanti regioni proveniente da sud
Previsioni meteo sino a sabato, 9.4.2016
Tempo generalmente molto nuvoloso con solo brevi schiarite soprattutto nel pomeriggio. Nel Vallese e in Ticino ci saranno tratti soleggiati più lunghi. Nella notte le precipitazioni interesseranno molte regioni e al mattino cesseranno anche sul versante nordalpino centrale e orientale. Il limite delle nevicate si collocherà intorno ai 1200 m circa nelle regioni settentrionali e intorno ai 1700 m circa in quelle meridionali.
Neve fresca
Fino a sabato sera, al di sopra dei 1500 m nelle regioni settentrionali e al di sopra dei 2000 m in quelle meridionali sono previste le seguenti quantità di neve: · Versante nordalpino a ovest della Reuss, Vallese, Ticino occidentale: dai 10 ai 20 cm · Restanti regioni: meno di 10 cm
Temperatura
Sul mezzogiorno a 2000 m di -5 °C nelle regioni settentrionali e di +1 °C in quelle meridionali Vento
Durante la notte debole a 2000 m, sul versante nordalpino moderato proveniente da nord est; in alta montagna moderato proveniente da sud · Durante il giorno generalmente debole
EDIT:
aggiungo percorso gps della gita (avevo omesso):
Grosso modo la gita è composta in 5 parti:
1° parte: expo N pieno fino alla quota 2320 circa. L'unico pezzo "critico" di questa primo pezzo è superare un risalto con una cascata;
2° parte: expo SSE più o meno fino a quota 2621. Zero pericoli in questo tratto, un lungo piattone praticamente;
3° parte: expo NW fino a quota 2462. Il traverso, con tutti i rischi/pericoli annessi;
4° parte: expo NNE fino al colle quotato 3023. I pendii finali della gita (dove è avvenuto il distacco);
5° parte: expo S fino alla vetta. Diverse possibilità a seconda delle condizioni;
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