Era inizio settembre 2017 quando il tallone destro mi fece male per la 1a volta, cominciò il calvario.
Un dolore molto forte a 1 - 2 cm circa sopra al punto dove il tallone tocca terra, era l’entesite cioè l’infiammazione della parte terminale del tendine d’Achille, in pratica la parte dove il tendine si innesta sull’osso.
Appena flettevo la caviglia (come se mi sporgessi in avanti), appena tiravo un po’ il tendine erano dolori da lacrime.
Quello che più mi stupì fu che non ebbi preavvisi, semplicemente un giorno mi svegliai e tutto era precipitato.
La RX fortunatamente non evidenziò calcificazioni.
Andai da un ortopedico a pagamento che mi prescrisse Brufen, da 400 in su; andai avanti 10 - 12 giorni con 2 pastiglie al giorno (la gastrite ringraziò) e la situazione si stabilizzò con un leggero dolore giornaliero ad ogni tentativo di flessione/trazione del tendine, lo stesso dolore era 100 volte maggiore dopo i primi min successivi ad una prolungata inattività: sonno, diverse ore di lavoro seduto in ufficio, un pasto particolarmente lungo (nozze), ecc. Alla ripresa del movimento il dolore gradualmente diminuiva.
Decisi che la questione doveva finire e mi rivolsi al medico di base che passò la palla ad un ortopedico che dopo una visita (a pagamento) mi prescrisse un ciclo di terapie ad onde d’urto.
Se fossi andato tramite l’ULSS avrei avuto una lista d’attesa di 14 mesi, prenotate a pagamento il martedì pomeriggio iniziai a farle il giovedì mattina.
Tengo a precisare che in quel momento io avevo solo una fastidiosa (leggermente dolorosa) entesite.
Dopo la prima terapia (piuttosto dolorosa nonostante l’anestesia locale) ebbi un rapido peggioramento al punto che ripresi a zoppicare molto vistosamente.
La 2a terapia avvenne dopo 2 settimane e la situazione peggiorò ulteriormente, a causa del mio andamento da storpio si fece avanti pure la fascite plantare, ovviamente sul sinistro perchè lo avevo caricato troppo nei periodi precedenti, era marzo 2018.
L’ortopedico, preso dallo sconforto, mi fece 2 infiltrazioni di cortisone senza risultato.
Tutti siamo concordi che il cortisone devasta i tendini ma la situazione era nera e con rammarico si procedette a queste 2 iniezioni.
Ti assicuro che quando il liquido entra è come se entrasse fuoco.
Con il senno di poi dico che, visti i risultati infimi, le avrei potute evitare.
Consultai quindi un 3° ortopedico (sempre a pagamento) in una struttura specializzata, il quale si avvalse in un 1° momento, della collaborazione di un podologo e di un fisioterapista; successivamente entrò in gioco anche un posturologo (medico che io manco sapevo esistesse).
La loro attenzione si focalizzò immediatamente sui piedi, nel senso che mi fecero salire su una specie di pedana che misura la distribuzione del peso alla base del piede.
Ne evidenziarono uno squilibrio che andava corretto con dei plantari, intanto però era già aprile 2018 e dalla loro consegna ad oggi, questi plantari sono stati modificati 4 volte in base alle mie evoluzioni: un plantare costruito in base ad una misurazione effettuata durante la fase acuta del dolore sarà completamente diverso da quello costruito in base ad una misurazione effettuata in condizioni normali.
Dopo la consegna dei plantari iniziai subito la fisioterapia: principalmente allungamento, scarico, stretching; quindi panca, elastico a muro, croce con palla, rullo plantare, cuscino e allungamento su scalino. La panca consiste in una specie di sdraio rigido con uno snodo centrale dove va appoggiato il sedere e la possibilità di alzare a piacimento sia la parte che sorregge il busto che quella che sorregge le gambe. L’elastico a muro si svolge appoggiando la schiena a terra e le gambe verticali a muro (in modo da formare una angolo di 90° tra femore e spina dorsale) incrociandole l’una sull’altra più o meno all’altezza del ginocchio … non proprio ginocchio, più verso la caviglia, mettendo un elastico circa sulla fascia plantare e tirando con le braccia; questo esercizio lo faccio tutt’ora raramente perché sento spesso dolore da entesite. La croce con palla consiste nello stendersi pancia all’aria e appoggiare una palla ginnica (la mia misura 75 cm di diametro) a fianco di una gamba all’altezza circa della metà della tibia, l’altra gamba va messa sopra alla palla; teorizzando che la palla sia una semplice circonferenza piatta come un orologio, la 2a gamba va appoggiata circa tra l’una e le due per poi far ruotare la palla verso la 1a gamba trascinandosi sopra la 2a. Il rullo plantare te l’ha già spiegato thefabius, quando sono in palestra me lo fanno fare anche sulla panca, quando sono a casa lo faccio pure io con la bottiglietta da ½ l surgelata. Anche l’allungamento su scalino lo faccio raramente perché sento dolore; consiste nell’appoggiare circa 1/3 del piede sul bordo di uno scalino, lasciando libero il tallone e i rimanenti 2/3 di piede, da questa posizione si fa oscillare in alto e in basso il tallone sia con il ginocchio dritto che con il ginocchio flesso a formare un angolo di circa 150 - 160° tra femore e tibia. Per il cuscino si usa un pad simile a quello che sta dentro alle tavolette proprioaccettive, ci si mette sopra (circa al centro) con entrambi i piedi, si appoggiano le braccia su un punto per tenersi in equilibrio e si oscilla sulle caviglie.
Visti i risultati insoddisfacenti, il dottore tentò anche delle Tecar (mi pare 3) ma desistì subito per mancanza di riscontri, parole testuali del dottore: - E’ come cercare di spegnere un incendio con una bottiglia! Quindi chiese l’intervento del posturologo il quale diagnosticò che tutti i miei problemi sono da imputare a 17 anni di postura sbagliata, nel 2001 infatti subii un grave infortunio alla caviglia: frattura malleolo (la scheggia recise un’arteria che causò un’emorragia), rottura legamenti, danneggiamento tendine d’Achille, ecc. Dovetti saltare le ferie: 1 settimana a Ibiza + 1 settimana a Maiorca + 1 settimana a Formentera + 1 in Versilia e misi la parola fine alla mia carriera cestistica, di sicuro non avrei sfondato ma giocare mi piaceva e mi manca ancor oggi. Purtroppo fui mal curato ma questo non lo scoprì lui, già lo sapevo io e lo potevo dimostrare con un semplice esercizio: seduto a letto con le gambe distese e i piedi dritti con gli alluci puntati al soffitto (90° tra asse del piede e piano letto) distanziati di circa 30 – 40 cm; se cercavo di avvicinare gli alluci, il piede sinistro si piega di tra i 50 e i 60°, il destro non arrivava neppure a metà, oggi dopo diversi mesi, svariate centinaia di €, molti sacrifici, tanti dolori e troppa tristezza riesco a fare quasi le stesse inclinazioni, differenza di pochi gradi.
Il posturologo ha comunque imposto della fisioterapia diversa, partendo più dall’alto per migliorare la mia postura, d’altronde mica lo chiamano posturologo per niente, figlia di 17 anni di posizione sbagliata.
Attualmente sono ancora in alto mare nel senso che pur avendo fatto tutto quello che mi hanno imposto la fascite non molla (tieni presente che guarirla in soli 6 – 8 mesi è un successo) e l’entesite se ne sta buona ma appena sforzo torna a mordere: lo scorso sabato sono andato con la famiglia all’Orto Botanico di Padova, partendo a piedi dalla zona Ospedale, non ho guardato quanto è ma sarà circa 1 – 1.2 km tutto pianeggiante; il risultato è stato Brufen e un paio di giorni di dolori lancinanti (intendo da non dormirci la notte) al tallone proprio come quando l’entesite era incaxxata nera. I plantari funzionano bene perché se non li porto mi sento male tuttavia la postura diversa che sto prendendo adesso grazie a questi nuovi esercizi dovrebbe giovare alla lunga sia all’entesite che alla fascite ma per il momento sono KO visto che vivere da alcune settimane con una postura diversa (ovviamente non ho ancora raggiunto la postura corretta) rispetto a molti anni passati mi causa dolori, fortunatamente sopportabili, anche alla schiena e alle ginocchia.
Comunque i soldi spesi (ormai oltre 2000 €) e i dolori fisici patiti sono nulli rispetto al dolore morale che provo da 1 anno 1 mese 12 giorni e 22 ore cioè da quando non faccio un’escursione (26/08/2017 Alpe di Siusi ore 16 fine della passeggiata al Molignon). Per me che vorrei essere sepolto sotto al Cristo del capitello del Passo del Monte Passo sugli Alpeggi di Villandro, è un castigo che non riesco a sopportare, mi strappa l’anima; senza le mie montagne mi sento perso.
Sono consapevole di aver scritto molto (troppo) e, probabilmente, di non giovare al morale di chi legge ed ha i miei stessi problemi ma è una testimonianza accorata e triste, un invito a correre (magari) ai ripari prima che la situazioni degeneri.
Bene il magnesio (lo prendo pure io) sempre su eccellente segnalazione di thefabius, bene i plantari, bene la fisioterapia, le Tecar, le onde d’urto, bene tutto ma vai a farti vedere da uno bravo per evitarti un calvario come il mio.
Ciao