11-12-13 settembre 2022 - Dolomiti di Brenta: inizio col botto!

julianross

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Non ero mai stato nelle Dolomiti di Brenta.
Per me che vengo da Trieste sono veramente lontanissime, almeno 4 ore di strada. Ma questa è un'annata dove ho deciso di togliermi qualche sfizio e complice le belle previsioni del tempo e due giorni feriali liberi decido che sarà la volta di andare a conoscere questo misterioso e affascinante gruppo montuoso.

La parte più difficile quando ti avvicini a queste montagne è quella logistica. Lette mille recensioni (tra cui i report del caro Blitz), mille articoli, sfogliate mappe cartacee e online... ma ti resta sempre quella sensazione di non averci capito niente perchè gli avvicinamenti ti sembrano sempre troppo lunghi, le ferrate idem, non sai mai come concatenare le giornate, dove è più comodo dormire (anche perchè i rifugi sono quasi tutti pieni sempre), quando affrontare i vari tratti considerando il tempo (che cambia repentinamente) e l'infernale traffico su tratti attrezzati e scalette... un incubo insomma, che mi aveva sempre fatto desistere, anche poi per la necessità, la maggior parte delle volte, di dotazione da ghiacciaio. Ma stavolta sono motivato e ho finalmente le idee chiare.

Alla fine ho mezza domenica libera e decido di portarmi avanti col lavoro: una bella botta di macchina e alle 16.30 sono a Madonna di Campiglio. La mia meta è il Passo Grostè e la soluzione più comoda sarebbe la cabinovia che parte da Passo Campo Carlo Magno ma per vari motivi (comodità di rientro due giorni dopo, costo del parcheggio, costo degli impianti, voglia di farmi una sgambata) decido di parcheggiare al Parcheggio coperto Spinale (3 giorni 14 euro), in pieno centro, dove c'è anche la navetta che va e viene dal Parcheggio Vallesinella. Lì prendo la cabinovia Spinale che mi porta sul Monte Spinale a 2100m circa.

Il percorso odierno è molto semplice: sentiero 331 fino al Rifugio Graffer, poi 301 per il Rifugio Stoppani proprio sul Passo Grostè. Lì passerò la notte in modo da partire presto l'indomani già in quota. Ci sarà qualche saliscendi ma sono solo 500 metri scarsi di dislivello e 5km lineari: perfetto per farmi venire fame per la cena...

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Sceso dalla cabinovia le Dolomiti di Brenta mi accolgono così (in angolo a destra il Rifugio proprio sul Passo Grostè): :love:

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Per me è tutto nuovo, arrivo al primo bivio ma indugio su tutto quello che mi aspetterà nei prossimi giorni

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Intanto pascolando in perfetta solitudine (gli impianti avevano chiuso nel frattempo) mi avvicino alla meta

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con bei nuvoloni che vanno e vengono...

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Ma è già tempo di prima sosta nell'affascinante Rifugio Graffer. Avrei preferito dormire qui, essendo un rifugio vero e proprio e non un albergo, ma ho deciso di fare più dislivello possibile il primo giorno e anche 200 metri risparmiati domani saranno preziosi.

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Quindi via su per la pista da sci ed eccoci al Passo Grostè... ci sono varie possibilità, dove andrò domani?

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Intanto mi guardo un po' in giro...

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E poi vado a prendere possesso dei miei appartamenti (comodo letto con piumone in cameretta con 3 tedeschi), doccia e abbondante cena...

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Prima di dormire rapido passaggio all'esterno dove ci sono 7 gradi

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e via a letto sperando che le previsioni per una volta siano azzeccate...

La mattina appare nebbiosa ma già facendo colazione sopra le nuvole si inizia a intravedere qualcosa di interessante

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C'è una leggera nebbiolina ma la strada è lunga e c'è poco tempo per indugiare e alle 7.50 sono già in marcia

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Ma io devo andare in quella direzione e mi sembra che la giornata possa effettivamente evolversi positivamente

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e anzi, le nuvole mi permettono qualche scatto un po' più interessante

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Ah, non ve l'ho detto... sto entrando nel cuore del Brenta e il primo obiettivo di giornata è il Sentiero Attrezzato Benini, che tanti considerano la prima parte del Sentiero delle Bocchette partendo da Nord. Quindi il sentiero 305 fino alla Bocca del Tuckett.

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Non mi metterò a fare descrizioni dettagliate perchè si trovano ovunque sulla rete ma inserirò solo qualche foto e qualche breve riferimento.

Il primo tratto è di avvicinamento, tutto in salita, fino al vero e proprio attacco a 2715m. Si passa per bellissimi campi solcati carsici con un panorama magnifico

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La prima corda fissa si trova dopo una paretina con passaggio di primo grado

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Poi si entra su una bellissima cengia ascendente

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che porta su un pulpito panoramico a 2800 metri, con vista sulla prosecuzione del percorso, sempre su spettacolare cengia

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e sulla sottostante Bocchetta dei Camosci (2770m)

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Sono completamente solo in un posto meraviglioso e la sensazione è fantastica...

Eccomi sulla prima Bocchetta della mia vita, dopo 35 anni che le vedevo sui libri e poi sul web e mi sento un po' emozionato. Mi affaccio dall'altra parte...

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e inizia ora il tratto forse più spettacolare, tutto in cengia... ecco il percorso da fare...

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e voltandomi indietro quello già fatto (col solito grande enigma di tutte le cenge, ma davvero sono passato di là?)

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Il panorama si apre sempre di più e arrivo al primo check-point di giornata

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Non sono nemmeno le 10 e c'è una piccola scritta nera che mi ispira

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Massì dai, sono solo ma è presto, il cielo è azzurro e la via per la Cima Falkner, anche se non segnata, è di soli 100 metri e molto evidente... e a me piace metterci almeno una cima in un giro così... andata...
Esco dal sentiero tracciato salgo una decina di metri sulla destra seguendo qualche ometto, lascio lo zaino, porto con me solo cellulare e treppiede e mi infilo nel canale.
Se si scelgono i punti migliori non c'è quasi bisogno di arrampicare, bisogna solo stare attenti a non smuovere sassi.

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Madonna, più si sale e più è uno spettacolo... sono letteralmente invasato e, grazie anche alla schiena libera da una decina di chili, zompo su come un camoscio seguendo i rari ometti puntando a una forcellina. 10 metri di numero prima di raggiungerla si abbandona il canale dirigendosi verso sinistra e c'è l'unico punto un po' aereo dove fare veramente attenzione con 3-4 passi sicuri.

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Si sbuca già in cresta con una visione fantastica di Cima Brenta e la sua vedretta

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e in un attimo si è in cima (venti minuti scarsi dalla deviazione sul Sentiero Benini, merita alla grande)

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Sono solo le 10.20 di mattina e mi sono già riempito gli occhi per 4 gite. Resto in estasi in cima per 10 minuti...

Ma ho raggiunto le 50 foto e devo interrompere il racconto...

Che proseguirò domani...
 
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Eravamo rimasti sulla Cima Falkner che ha come unica pecca quella dell'altitudine di "soli" 2992m... rimuginando se ci fosse il materiale necessario per costruire un ometto da 8 metri scatto qualche foto panoramica in giro e poi, a malincuore, inizio la discesa... el sol magna le ore e il percorso è ancora moooooooolto lungo

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Nel bel mezzo del canalino inizio a sentire delle voci.... non sono più solo... :skifrusta:

Incrocio infatti 3 tedeschi (in questa tre giorni il 60% di persone incontrate saranno tedeschi/austriaci, il 20% italiani, il 15% slavi, il 5% tutto il resto) che anche loro hanno abbandonato gli zaini poco sopra la biforcazione dal sentiero Benini e stanno salendo alla cima. Ne approfitto per una foto fatta bene

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e solo adesso mi accorgo che in fondo c'è il Lago di Molveno... :roll:

Torno sui miei passi, recupero lo zaino e via giù per il primo tratto un po' rognoso della giornata.... 100 metri per paretine e canalini per raggiungere il ghiaione sottostante, quasi interamente attrezzati. Tra lo zaino abbastanza ingombrante, tra il lungo percorso da fare decido che in queste giornate si lascerà poco spazio alla "tecnica" HIHIHI e quindi giù alla pene di segugio, due mani sulla corda e via...

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Voltandomi indietro vedo il percorso effettuato in discesa (e qualche altra persona che, partita dal Passo Grostè dopo di me, mi sta raggiungendo avendo saltato la deviazione per la Cima Falkner)

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Finalmente mi rendo conto della presenza del Lago di Molveno, battezzato da Blitz la "Fabbrica delle Nebbie" (che questi due giorni, però, risulterà essere chiusa per manutenzione)

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e con un'altra bella cengia

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raggiungo la Bocca di Vallesinella (2857m) dopo la quale il percorso passa a nord-ovest, sul lato di Madonna di Campiglio per capirsi.

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Qui il percorso cambia e diventa un po' più labirintico. Bisogna scendere 150 metri da destra verso sinistra stando molto attenti ai pochi segni (e per lo più tracciati per essere visti nell'altro senso) e agli ometti. E' tutto un susseguirsi di cengette, saltini e roccette (per capirsi, tipo la VN alla Tofana di Rozes) dove è molto facile sbagliare strada. Un incubo in caso di nebbia e poca visibilità.
In ogni caso si perde quota rapidamente e in breve si raggiungono i 2723m del bivio con la Ferrata Dellagiacoma, e cioè una via di fuga più rapida per raggiungere il rifugio Tuckett-Sella senza passare dalla Bocca di Tuckett e la relativa vedretta la cui discesa spesso può essere problematica.

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Io però continuo per la Ferrata Benini iniziando a risalire costeggiando la Cima Sella in direzione Sud-Est riportandomi sopra i 2750m (tratto non assicurato con qualche passaggio esposto). Si inizia chiaramente a intuire la spaccatura della Bocca di Tuckett

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e voltandomi a destra, nel vallone, ecco le sagome dei rifugi Tuckett e Sella (che non saranno obiettivi odierni, però)

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Resta da fare il tratto più impegnativo, quello per il quale molte guide consigliano di fare il Sentiero Benini piuttosto nell'altro senso: 100 metri abbondanti di ripidissima discesa con cavi e numerose scalette

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Sempre con la tecnica a pene di segugio raggiungo velocemente la Bocca di Tuckett (2648m), luogo iconico e crocevia fondamentale dei sentieri del gruppo delle Dolomiti di Brenta. Da qui infatti partono le Bocchette "ufficiali" (le Alte) ma per stavolta la cosa non mi riguarda. Non sono nemmeno le 12 (quindi calcolate 4 ore, deviazione alla Cima Falkner compresa) ma per oggi ho finito il percorso impegnativo e soprattutto non ho la minima voglia di infilarmi nel traffico (dall'alto già si sente il vociare delle comitive che, partite presto dal Rifugio Alimonta, stanno concludendo in discesa le Bocchette Alte). Quindi sosta qui e poi un bel sentiero panoramico e tranquillo.
Qui incontro un simpatico signore bavarese che parla un inglese più che decente e mi farà compagnia per il resto della giornata. E' anche lui da solo ed è ben contento di avere un po' di compagnia. In base a un paio di cose che mi dice, con qualche rapido calcolo stimo abbia un'età compresa tra i 75 e gli 80 anni. Era partito da Vallesinella la mattina e quindi aveva già nelle gambe 1200 metri di dislivello... :aaahhh: spero di arrivare come lui alla sua età... :ad:
Approfitto per farmi fare qualche foto...

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e mi siedo un po' a controllare altri escursionisti che stanno scendendo per l'ultimo tratto del Sentiero Benini (se posso dire, più impegnativo di come viene classificato sulle guide).

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La nostra giornata invece si concluderà con lo spettacolare Sentiero Orsi che praticamente corre parallelo alle Bocchette Alte e Centrali 500-600 metri più a valle sul lato di Molveno per raggiungere il Rifugio Pedrotti-Tosa dove entrambi pernotteremo.

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Pronti via, ci sono subito da scendere 150 metri per un ghiaione di quelli ravanosi... c'è la corda sulla sinistra orografica ma non serve a una cippa e metà degli ancoraggi sono divelti... quindi si scende alla meno peggio confidando in San Vibram e aiutandosi con i bastoni

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L'ambiente è spettacolare e la Bocca del Tuckett vista da qui è veramente magnifica

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Toh, ecco una traccia finalmente... così me lo aspetto il Sentiero Orsi: panorami spettacolari, poca salita, sentierino che corre in costa... i miei percorsi preferiti, praticamente HIHIHI Oggi ho già faticato abbastanza.

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Mamma mia che spettacolo :ad:. Capisco immediatamente perchè questo è considerato da tutti uno dei sentieri più belli delle Dolomiti

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Adesso c'è da salire questo spallone, con qualche attrezzatura, per riportarsi sopra quota 2500m

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Anche se continuo a voltarmi all'indietro

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Eccoci alla cengia attrezzata dei Massodi

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E girato l'angolo in panorama si apre ancora di più... un vero incanto, con le nuvolette coreografiche (quella a destra credo sia la Bocchetta di Molveno, proprio sotto l'inizio delle Bocchette Alte)

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Incontriamo la targa dedicata all'alpinista a cui è dedicato il sentiero

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e ci affacciamo su un imponente vallone dominato dal Naso dei Massodi

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Qua dove ti volti è uno spettacolo, non so veramente dove guardare

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Il sentiero ora scende e Reinhardt, che era stato qua quasi 50 anni fa, mi promette grandi cose... ma ho finito lo spazio delle 50 foto e quindi vi rimando al prossimo post... :TTTT
 
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Da un'ora ormai il mio nuovo amico Reinhardt mi dice che deve arrivare alla "Gug-lia" o qualcosa del genere, ma io che non ho guardato bene le relazioni e men che meno quelle fotografiche gli rispondo "Sì sì" senza manco sapere cosa intenda...

Intanto continuo a seguirlo guardandomi in giro ammaliato dalle bellezze della natura. Ora si entra in una specie di Città dei Sassi...

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Continuo a magnificare quello che vedo ma Reinhardt insiste dicendo di proseguire e che presto ci sarà sta "Gug-lia"...
Quindi continuo e a un certo punto... ma cos... ma cos'è quella roba che spunta dalla nebbia?

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Finalmente Reinhardt si gira felice verso di me dicendo "Das ist Gug-lia"... ammazza che stordito sono.... intendeva la guglia, il campanile! Do un'occhiata alla cartina e mi rendo conto che siamo sotto al Campanile Basso di Brenta. Beh vabbè, una roba pazzesca

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Arriviamo ad un bivio a quota 2366m dove a destra parte la traccia per la Ferrata Spellini che porta alla Bocca d'Armi.

Qui inizia ad armeggiare col cellulare e mi tira fuori una foto del 1976 in cui aveva tipo 32 anni, in piedi su un masso proprio sotto al campanile.
Vorrebbe ritrovare il punto e fare una foto identica ma c'è il piccolo particolare che bisogna risalire un po' (non si sa bene quanto)...
Io sono abbastanza stanchino ma non me la sento di deluderlo e quindi mi accodo. Grazie a Dio dopo una decina di minuti trova la roccia e visibilmente commosso si mette in posa per la foto da mandare ai nipoti...

Io invece vi rifilo la mia e quella di Cioccorso, il mio portafortuna che mi accompagna in tutte le gite

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Qui decidiamo di fare una lunga sosta: il luogo è oggettivamente spaziale, c'è una luce magica e non c'è nessuno. Ormai siamo vicini al Rifugio Pedrotti-Tosa e sono appena le 14.

Rifocillati e rinfrancati dal panorama incominciamo a tornare sui nostri passi con Reinhardt che non smette di girarsi ed esclamare tristemente "Ciao gug-lia!" con un velo di tristezza... ovviamente, vista l'età, capisco cosa pensa ma cerco di consolarlo dicendogli che tra 10 anni ci tornerà e farà un'altra foto uguale... glielo auguro di cuore.
Eccoci di nuovo sul Sentiero Orsi, sempre spettacolare

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Giriamo l'angol ed ecco lassù i Rifugi Tosa (sotto) e Pedrotti (più in alto)

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Il Sentiero Orsi confluisce nel sentiero che arriva da fondovalle e termina a 2380m.

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Ancora un po' di salita ed eccoci prima al Rifugio Tosa (credo usato come ricovero di emergenza quando l'altro è pieno) e poi al Pedrotti, vero e proprio balcone panoramico.

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Anche questo bel crocevia di mille sentieri.... chissà quale farò domani...

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Sono le 15.40, ci abbiamo messo 3h e 30 minuti dalla Bocca del Tuckett ma considerate che abbiamo perso almeno un'ora tra deviazione e sosta sotto al Campanile Basso di Brenta.
Mi scolo mezzo litro di radler in 17 secondi (avevo finito l'acqua già da un bel po') e vado a prendere possesso della cuccetta... stavolta sono meno fortunato, ci sono camerate di tutte le dimensioni, anche da 4, ma mi tocca il posto in una da 12.
Acqua ce n'è poca quindi quest'estate niente doccia. Ci si lava a pezzi con un'acqua che dir gelida è poco.
Alle 18.30 è già ora di cena (così così) e a letto presto che l'indomani la sveglia è già alle 6...

E' stata una giornata dura, la combinazione Benini + Orsi è lunghetta... 8 ore comprese pause. Il GPS mi dice 12 km, 1100 metri di D+ e 1050 di D-... io penso siano di più o quanto meno a me sembrano di più perchè mi sento bello stanco. Ma domani si riparte, destinazione...
 

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La storia nella storia poi... è ai limiti del commovente.
Come certi panorami :)

Andar per monti è speciale, per tanti non per tutti, certamente magico.
Alla fine anche andar da solo non mi dispiace, anche se la cosa migliore è essere in compagnia di qualcuno con cui vai d'accordo e con cui trovi un equilibrio tra parole e silenzi.
Sono sempre restio ad attaccarmi o far attaccare altre persone trovate sul percorso ma sono stato felice di passare mezza giornata col nonnetto tedesco, una vera forza della natura....
 
Con le mie esperienze montane, ho sempre notato che i tedeschi quando sono da soli o 2-3, scambiano quasi sempre volentieri chiacchiere e magari condividono percorso foto etc... trovano una socialità che il montanaro italiano "da stereotipo" non ha.

A me ad esempio è capitato in parete di scambiarmi relazioni, info, un rinvio, volete passare no per carità siamo lentissimi, risate... robe che quando incontro cordate italiane spesso ci credono talmente tanto che manco ti salutano
 
Che bellissima avventura! Raccontata anche molto bene.
L'unica cosa a cui non credo è che tu non sapessi che stavi andando verso il Campanile Basso: ammettilo, dai, anche l'orsetto lo sapeva...
Mitico nonno Reinhardt! Pure i pantaloni alla zuava aveva!
 
Forse l'orsetto lo sapeva, io di sicuro no.
Mi sono informato su tempi, difficoltà, logistica, dislivello, salite, discese ma ho cercato di non leggere descrizioni troppo precise e soprattutto di non guardare foto in modo che tutto fosse una sorpresa...
Sapevo che in Brenta c'era il Campanile Basso e che da qualche parte ci sarei passato vicino ma ti giuro che non sapevo come e quando lo avrei visto.
 
No, sto lavorando all'ultima giornata. Forse in mattinata... Comunque sarà un po' più breve perché via via mi sono un po' rotto le balle di fare foto... HIHIHI
 
Ritorniamo al Rifugio Pedrotti-Tosa...

Nottata abbastanza agitata in cui avrò dormito forse 4-5 ore, svegliato spesso e volentieri dalle fughe al bagno di chi era rimasto in piedi fino alle 23 a bere litri di birra... ma ok, ci sta.... sono abituato...
Alle 6.10 mi alzo (primo di tutta la camerata), mi infilo in bagno e dalla finestrella mi appare questo:

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Scendo a far colazione e qui c'è da fare una piccola postilla sulla qualità del servizio al Rifugio Pedrotti.
In senso assoluto non si può dir nulla, le camerate sono pulite, accoglienti, i letti decenti (materassi così così) col piumone, bagni a posto, qualità del cibo decente, gestori abbastanza disponibili, servizio buono (specie per la cena, con più di 100 persone, sono molto ben organizzati)... però boh, secondo me manca qualcosa... dà l'idea di una gestione un po' stantia, che si è adagiata al livello medio della gente che viene e che è sempre tantissima a prescindere dal servizio. Un po' brutto da dire ma a me è sembrato che il fine ultimo e unico sia tirar su più soldi possibile e basta.
La colazione per me è abbastanza improponibile: io personalmente non bevo caffè (non c'erano succhi di frutta e ho dovuto pagarlo a parte) ma non è possibile che ti dicano che la macchina è chiusa e fino alle 9 c'è solo caffè d'orzo. Ok, non vuoi star dietro a 100 richieste di caffè diverse, ma qualche litro di caffè americano o di caffè solubile devi riuscire a gestirlo. Per il resto solo pane, qualche marmellatina e qualche piatto di affettato.
Per me troppo poco considerando che c'è la teleferica e si paga comunque 70 euro per la mezza pensione.
Alla fine ho dovuto integrare con un due barrette in camerata.... ma vabbè, poco male...

Finisco di preparare lo zaino e dalla finestra noto che la luce sta invadendo tutto :love:

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Sono le 7.20 ed è ora di andare... esco e mi trovo davanti questo spettacolo

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Qui mi separo dall'amico Reinhardt... la sua giornata prevede la salita a Cima Tosa (alla faccia, 20 metri di II+ da fare anche in discesa) ma ha deciso che prima lascerà lo zaino in rifugio e scenderà in velocità sul sentiero Orsi per rivedere ancora una volta la sua "Gug-lia". :roll:
Io gli rispondo che gliela saluterò anche dall'alto e mi avvio direzione Bocca di Brenta. Il percorso di oggi dipenderà dalle gambe, dal tempo (ma lì non dovrebbero esserci problemi) e dal traffico... ma l'unica cosa certa è che percorrerò la Ferrata delle Bocchette Centrali e che chiuderò al parcheggio di Vallesinella. Il resto si deciderà.

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Imbocco la cengia che parte praticamente dal terrazzo del rifugio e via verso la Bocca

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Impossibile però non voltarsi a guardare indietro

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Eccomi alla Bocca di Brenta:

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Sulle Bocchette, forse uno dei sentieri più famoso al mondo, ci sono miliardi di foto e descrizioni del percorso quindi per una volta sarò poco prolisso.
Da sottolineare, visto che l'informazione non è proprio così facile da trovare, che l'attacco è diverso da qualche anno fa. Una volta si scendeva una trentina di metri sull'altro lato verso il Rifugio Brentei per poi prendere una lunga scala che ti portava sulla prima cengia. Ora invece è stata attrezzata la cosiddetta variante Nicolini (il gestore del rifugio Pedrotti, l'avrà fatta lui evidentemente) che con cavi e cambre porta direttamente in cengia da poco sotto la Bocca di Brenta.

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All'altezza della targa sbuca anche la vecchia scala, che credo sia ancora utilizzabile da quelli che arrivano dal Rifugio Brentei, senza dover raggiungere la Bocca di Brenta.

Si continua lungamente in cengia

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fino ad arrivare in vista del Campanile Basso (dove alpinisti veri sono già all'opera)

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Qui la cengia si interrompe e bisogna proseguire per un tratto attrezzato più impegnativo prima in salita

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e poi in discesa, per raggiungere la Bocchetta del Campanile Basso

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Fino a questo punto il percorso si svolge tutto sul lato Madonna di Campiglio, quindi Ovest... ed è tutto all'ombra.... da qui invece si passa sul lato Molveno, quindi Est... ed è tutto al sole (caldo pazzesco anche a settembre in giornate relativamente fresche, non oso pensare a cosa dev'essere in agosto).
Inizia ora il tratto più impegnativo per raggiungere la cengia principale che poi sostanzialmente condurrà fin quasi alla Bocca di Brenta: in questo senso si fa in salita ed è sicuramente meglio perchè alterna tratti attrezzati a molti tratti (per me ben più "pericolosi") senza cavo o attrezzature.
Per me questa è una cosa di cui tenere conto quando si dà una valutazione delle difficoltà di queste ferrate che non sono, giustamente, reputate tanto difficili perchè non ci sono passaggi tecnicamente troppo impegnativi. Restano comunque vie di montagna non per tutti, sia per la lunghezza sia per l'esposizione sia perchè ci sono tantissimi punti in cui non puoi permetterti di mettere male un piede dato che non ci sarà l'autoassicurazione a salvarti.

Ma continuiamo sulle spettacolari cenge; fino a questo momento non mi ha superato nessuno e non ho superato nessuno... da metà ferrata in avanti invece si inizia a incrociare la gente che è partita contemporaneamente a me dal Rifugio Alimonta e sta percorrendo il sentiero da Nord verso Sud. Quindi bisogna un po' barcamenarsi con gli incroci, che in qualche tratto (cenge strette e scalette) sono abbastanza delicati.

Tutto quello che si vede davanti è spettacolare, ma in questo tratto forse è più suggestivo il panorama dietro

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Più velocemente di quanto si pensi si inizia già a girare verso sinistra e si ha la sensazione che la cengia stia per finire.... e infatti ecco ci si affaccia sul versante Ovest e appare in basso la Bocca d'Armi, dove terminerà la ferrata.

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Di questo tratto in discesa, quello "tecnicamente" più impegnativo e molto verticale, non ho manco foto perchè l'ho fatto in supervelocità cercando di infilarmi in mezzo a comitive che stavano iniziando a salire. Devo dire che mi è andata anche molto bene visto che, una volta che la gente capiva che ero da solo, non aveva alcuna rimostranza alla mia richiesta di aspettare un attimo alla base della scala o su qualche terrazzino in modo che io potessi passare.
Tremo all'idea di cosa possa succedere qui in agosto :PAAU

Com'è, come non è, alle 10 in punto (2h e 30 dal Rifugio Pedrotti con numerose pause foto, i cartelli sono abbastanza più "pessimisti") appoggio il mio piede sulla Bocca d'Armi e inizio a pensare al da farsi... (continua)
 
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