subsahara
Coldest Ice
Attorno al massiccio dei Sibillini vivono diversi popoli: piceni, sabini, umbri, ecc.
Tali popoli differiscono per usi e costumi, ma concordano nel chiamare la più alta vetta del massiccio “lu Vettore”.
Ci sono chiaramente diversi modi per salire in cima a lu Vettore: il più semplice e veloce prevede di partire da Forca di Presta, valico automobilistico posto più o meno al confine tra Umbria e Marche (seppur di poco, la Forca è totalmente marchiciana).
Forca di Presta - Vettore A/R: sì, è una buona idea per una rapida e poco impegnativa incursione nei Sibillini.
E allora, dopo due ore e mezza di macchina (ma famo pure due ore e quaranta…) giungo alfine alla benedetta Forca di Presta, e mi metto tosto in marcia
Mi lascio la Forca alle spalle; dietro di me vigilano i Monti della Laga, presenza costante del panorama durante l’intera escursione. I monti della Laga sono alti quanto i Sibillini, ma hanno aspetto totalmente diverso
I piani di Castelluccio alla mia sinistra
Si sale per traccia evidentissima lungo i pendii del Vettoretto, contrafforte meridionale del Vettore
I pendii del Vettoretto appena risaliti.
Forca di Presta non si vede più perché è nascosta dal Vettoretto stesso, però si vede il breve tratto di sterrata che porta dalla Forca fino al rifugio Giovanni Giacomini (inagibile dopo il sisma)
Castelluccio e i suoi piani
Si continua verso il bivacco Zilioli e il Vettore stesso
In questa foto si vede benissimo, sul fianco occidentale del Redentore, la lunga faglia chiamata “Cordone del Vettore” (è un po’ strano, ma un tempo il Redentore veniva chiamato “Vettore”, mentre la cima più alta del massiccio veniva chiamata “Cima di Pretare”)
La Valle Santa
La traccia è sempre chiara e comoda
Ultimo strappo prima del bivacco Zilioli
In fondo Pretare e le altre frazioni di Arquata. Buona parte di ciò che è inquadrato in foto è abruzzese: dai monti della Laga a destra ai monti Gemelli a sinistra
Sullo sfondo, a destra, il Terminillo. Altra presenza costante nei panorami di quest’escursione
Dopo un’ora di marcia arrivo al bivacco Zilioli (2253 m slm)
Il nuovo bivacco Zilioli, che ha rimpiazzato il vecchio lesionato dal sisma. Mi “nascondo” una decina di minuti dietro al bivacco, all’ombra, per rifiatare e bere un po’ d’acqua.
Lo Zilioli è posto sulla Sella delle Ciaule, che divide il Vettore a nordest…
… dal gruppo Cima del Lago - Redentore a nordovest, quasi di pari altezza
A nord della Sella delle Ciaule si sprofonda nella Valle del Lago di Pilato…
… mentre a sud si scende verso Forca di Presta (il Terminillo domina in centro foto)
Bene, proseguo in direzione nordest seguendo l’ovvia traccia
La vetta è ormai vicina
Salendo di quota, si vedono sempre meglio le ipnotiche pareti del Pizzo del Diavolo
Fino a questo momento ho sentito un gran caldo e ho pure sudato copiosamente, anche perché sono salito rapidamente; ora però, poco sotto al Vettore, comincio a essere sferzato da raffiche di vento freddo
Quasi in cima
In cima. Quel lontano panettoncino in ultimo piano sulla sinistra ha tutta l’aria d’essere il Subasio ( :think: )
Passo una mezz’oretta gironzolando sulla spianata sommitale del Vettore. Nel mentre mangio un pacchetto di crackers e studio il panorama.
Colline marchigiane
Il gruppo dei Sibillini, verso nord. Impossibile non notare la stradina che sfregia le pendici meridionali dell’arcano monte Sibilla, raggiungendone quasi la cima.
“Dannatissimi marchiciani” - esclamo in un moto di rabbia - “siate stramaledetti!”
Mi calmo un po’ osservando un altro arcano, misterioso sito sibillinico: il lago di Pilato
Lago che dà il nome anche alla valle che scende verso nord, chiusa in tale direzione proprio dal monte Sibilla
La giornata non è delle più terse, però dietro la Laga è comunque possibile scorgere senza sforzo la gigantesca sagoma del Corno Grande
Bene, s’è fatta ‘na certa. Con lo stomaco che brontola per la fame, torno indietro
Un’ora dopo sono di nuovo a Forca di Presta, dove mi concedo due grandi panini che mi rimettono in sesto: pane sciocco farcito con abbondante prosciutto di Norcia e circa mezzo chilo ( ) di pecorino.
E’ ora di tuffarsi nuovamente nella Salaria...
Alla prossima, Sibillini!
Tali popoli differiscono per usi e costumi, ma concordano nel chiamare la più alta vetta del massiccio “lu Vettore”.
Ci sono chiaramente diversi modi per salire in cima a lu Vettore: il più semplice e veloce prevede di partire da Forca di Presta, valico automobilistico posto più o meno al confine tra Umbria e Marche (seppur di poco, la Forca è totalmente marchiciana).
Forca di Presta - Vettore A/R: sì, è una buona idea per una rapida e poco impegnativa incursione nei Sibillini.
E allora, dopo due ore e mezza di macchina (ma famo pure due ore e quaranta…) giungo alfine alla benedetta Forca di Presta, e mi metto tosto in marcia
Mi lascio la Forca alle spalle; dietro di me vigilano i Monti della Laga, presenza costante del panorama durante l’intera escursione. I monti della Laga sono alti quanto i Sibillini, ma hanno aspetto totalmente diverso
I piani di Castelluccio alla mia sinistra
Si sale per traccia evidentissima lungo i pendii del Vettoretto, contrafforte meridionale del Vettore
I pendii del Vettoretto appena risaliti.
Forca di Presta non si vede più perché è nascosta dal Vettoretto stesso, però si vede il breve tratto di sterrata che porta dalla Forca fino al rifugio Giovanni Giacomini (inagibile dopo il sisma)
Castelluccio e i suoi piani
Si continua verso il bivacco Zilioli e il Vettore stesso
In questa foto si vede benissimo, sul fianco occidentale del Redentore, la lunga faglia chiamata “Cordone del Vettore” (è un po’ strano, ma un tempo il Redentore veniva chiamato “Vettore”, mentre la cima più alta del massiccio veniva chiamata “Cima di Pretare”)
La Valle Santa
La traccia è sempre chiara e comoda
Ultimo strappo prima del bivacco Zilioli
In fondo Pretare e le altre frazioni di Arquata. Buona parte di ciò che è inquadrato in foto è abruzzese: dai monti della Laga a destra ai monti Gemelli a sinistra
Sullo sfondo, a destra, il Terminillo. Altra presenza costante nei panorami di quest’escursione
Dopo un’ora di marcia arrivo al bivacco Zilioli (2253 m slm)
Il nuovo bivacco Zilioli, che ha rimpiazzato il vecchio lesionato dal sisma. Mi “nascondo” una decina di minuti dietro al bivacco, all’ombra, per rifiatare e bere un po’ d’acqua.
Lo Zilioli è posto sulla Sella delle Ciaule, che divide il Vettore a nordest…
… dal gruppo Cima del Lago - Redentore a nordovest, quasi di pari altezza
A nord della Sella delle Ciaule si sprofonda nella Valle del Lago di Pilato…
… mentre a sud si scende verso Forca di Presta (il Terminillo domina in centro foto)
Bene, proseguo in direzione nordest seguendo l’ovvia traccia
La vetta è ormai vicina
Salendo di quota, si vedono sempre meglio le ipnotiche pareti del Pizzo del Diavolo
Fino a questo momento ho sentito un gran caldo e ho pure sudato copiosamente, anche perché sono salito rapidamente; ora però, poco sotto al Vettore, comincio a essere sferzato da raffiche di vento freddo
Quasi in cima
In cima. Quel lontano panettoncino in ultimo piano sulla sinistra ha tutta l’aria d’essere il Subasio ( :think: )
Passo una mezz’oretta gironzolando sulla spianata sommitale del Vettore. Nel mentre mangio un pacchetto di crackers e studio il panorama.
Colline marchigiane
Il gruppo dei Sibillini, verso nord. Impossibile non notare la stradina che sfregia le pendici meridionali dell’arcano monte Sibilla, raggiungendone quasi la cima.
“Dannatissimi marchiciani” - esclamo in un moto di rabbia - “siate stramaledetti!”
Mi calmo un po’ osservando un altro arcano, misterioso sito sibillinico: il lago di Pilato
Lago che dà il nome anche alla valle che scende verso nord, chiusa in tale direzione proprio dal monte Sibilla
La giornata non è delle più terse, però dietro la Laga è comunque possibile scorgere senza sforzo la gigantesca sagoma del Corno Grande
Bene, s’è fatta ‘na certa. Con lo stomaco che brontola per la fame, torno indietro
Un’ora dopo sono di nuovo a Forca di Presta, dove mi concedo due grandi panini che mi rimettono in sesto: pane sciocco farcito con abbondante prosciutto di Norcia e circa mezzo chilo ( ) di pecorino.
E’ ora di tuffarsi nuovamente nella Salaria...
Alla prossima, Sibillini!