Sci Alpino 4.0 - Tra ideologie e CENSURA :-O

Perdonami, ma è un po' come dire che studiare medicina generale non serve a niente perché bisogna studiare da infettivologo, chirurgo, neurologo, odontoiatra etc.
Idem per la comunicazione, di cui tutti parlano e ben pochi conoscono.

E' naturale che quei corsi di studi richiedano una specializzazione successiva in un settore elettivo.
Ma se non si conoscono i fondamenti è difficile procedere.
Esattamente come un laureato in giurisprudenza è solo un laureato in giurisprudenza, non un avvocato né un notaio o altro, ma ha (si spera) i fondamenti per specializzarsi nel civile, nel penale, nella consulenza sul diritto di autore, nel diritto del lavoro, nel diritto sportivo o altro.
Anzi, tutto quanto detto e condiviso da quasi tutti, finora, milita nella direzione opposta a quanto affermi: servirebbero studi più intensi nella direzione economia-ambiente e una serie di specializzazioni successive.
Sono studi che dovrebbero essere perfezionati e intensificati, non disprezzati.
Faccio un esempio, basato sulla storia di Vettore.

Per valutare l'impatto economico e ambientale di un impianto a fune bisogna "entrare" pesantemente nelle caratteristiche tecniche dello stesso.

Parliamo di valutare portata oraria, consumo energetico, tempi e costi di installazione, costi delle manutenzioni e controlli periodici, impatto dei consumabili, vita utile, costo e impatto dello smantellamento.
E tutto ció va modulato in base al tipo di impianto se si vogliono confrontare piú soluzioni.

All'OITAF di Bolzano é stato presentato un lavoro di tesi sulla valutazione dell'impronta ecologica di un impianto urbano, confrontandolo con altri mezzi quali metropolitana, tram, bus.

Il laureando era uno studente di ingegneria meccanica che, al termine della quinquennale, ha fatto un periodo di 6 mesi presso un'azienda.

Dubito fortemente che un triennale di economia-ambiente-territorio possa avere le competenze per un lavoro del genere.
 
mi trovo a metà delle due vostre visioni (tanto ormai il 3d originale è andato in vacca)

la specializzazione a fronte di "un mondo che cambia" dovrebbe essere un punto fermo di un sistema universitario in salute..

Io invece sono completamente d'accordo con te.
Cambia il mondo, deve cambiare la formazione. Si sbaglia e si sbaglierà sempre, ci saranno mille inciampi, ma il cambiamento deve procedere.
Il futuro è in larga parte nelle mani della robotica, dell'ingegneria genetica, della comunicazione e dell'economia legata all'ambiente.
Tutte cose che fino a pochi decenni fa erano parole vuote.

A monte di questo, però, bisognerà tornare a studiare (ma davvero) filosofia etica.
Altrimenti il resto non ha alcun senso.

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All'OITAF di Bolzano é stato presentato un lavoro di tesi sulla valutazione dell'impronta ecologica di un impianto urbano, confrontandolo con altri mezzi quali metropolitana, tram, bus.

Il laureando era uno studente di ingegneria meccanica che, al termine della quinquennale, ha fatto un periodo di 6 mesi presso un'azienda.

Dubito fortemente che un triennale di economia-ambiente-territorio possa avere le competenze per un lavoro del genere.

Che devo dirti, io invece dubito che un ingegnere meccanico possa avere il quadro completo.
Io al posto dell'OITAF avrei convocato anche un valutatore proveniente da altre discipline, confrontando le due relazioni.

E' un po' come quando le PA affidano i lavori edili agli ingegneri senza consultare i geologi.
Alla fine palazzi costruiti perfettamente sprofondano a valle, e nessuno si chiede il perché.
Mia miserrima opinione.
 
Non commento nemmeno le idiozie di gigiotto: Io sono salito in VdA il 20 (perchè ho la fortuna di essere in smart working da praticamente un anno), i miei parenti no, in parte perchè lo smart è solo per alcuni giorni alla settimana, in parte perchè scoraggiati dalla totale assenza di servizi (in molte stazioni non hanno aperto nemmeno i servizi fondamentali.

Poi, bepi... Pensa che avrei preso il vallone di cime Bianche come un collegamento da NON fare: faraonico, impattante sull'ambiente (e in modo davvero considerevole... cime bianche è una delle rare aree di wilderness in zona) ed ormai assolutamente anacronistico.

Il vallone di cime bianche non è degli ambientalisti, ma non è nemmeno dei locals: è un bene pubblico, e come tale va tutelato.
Peraltro, un conto sono, per dire, i collegamenti al DSS delle valli laterali venete, luoghi davvero in cui c'è bisogno di sviluppo economico. Disfare una valle incontaminata perchè il palazzinaro di gressoney o di cervinia deve comprarsi il secondo Porsche anche no.

Naturalmente rispetto la tua opinione...ma non mi raccontare che il Vallone è una delle rare aree di wilderness in zona. Con questa scusa stanno svuotando Champoluc e Lignod.....E' una valle inutilizzata e senza sinceramente un grande interesse se non paesaggistico (che sarebbe valorizzato dal collegamento). Nessuno si vuole comprare la seconda porsche ma piuttosto creare un ritorno economico per investitori e locali che così non sarebbero costretti a lasciare le valli per trovare benessere altrove. In più scusami ma chi rivendica la tutela del vallone sono quattro pirla di mie concittadini che vanno ad Ayas in vacanza (hanno almeno 80 anni ciascuno) e sono comunque la minoranza visto che come qui ricordato hanno perduto il referendum.....
 
Certa gente sembra come quello scrittore che pur di rompere i gabbasisi agli impianti e piste si e’ comprato la villa giusta in fianco alle paure da sci ( con soldi dei suoi amici radical chic che hanno comprato i suoi libri ) per poi lamentarsi del disturbo dei gatti e dei cannoni. Con le decine di valli incontaminate, ed abbandonate dagli abitanti per mancanza di lavoro, che ci sono nelle Alpi e’ andato a prendersi una con alberghi, impianti e piste.
 

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Naturalmente rispetto la tua opinione...ma non mi raccontare che il Vallone è una delle rare aree di wilderness in zona. Con questa scusa stanno svuotando Champoluc e Lignod.....E' una valle inutilizzata e senza sinceramente un grande interesse se non paesaggistico (che sarebbe valorizzato dal collegamento). Nessuno si vuole comprare la seconda porsche ma piuttosto creare un ritorno economico per investitori e locali che così non sarebbero costretti a lasciare le valli per trovare benessere altrove. In più scusami ma chi rivendica la tutela del vallone sono quattro pirla di mie concittadini che vanno ad Ayas in vacanza (hanno almeno 80 anni ciascuno) e sono comunque la minoranza visto che come qui ricordato hanno perduto il referendum.....

Credo che però tu debba deciderti: Il vallone ha un interesse paesaggistico e naturalistico (e quindi è un'area di wilderness, in due valli che di wilderness vera ormai ne hanno pochina), oppure non lo è.

Mi devi anche spiegare come una fila di piloni d'acciaio possa valorizzare l'interesse paesaggistico e naturalistico di un luogo incontaminato... Così come, ad esempio, le cabinette Helbronner-Midi non valorizzano il Monte Bianco in alcun modo.
Inoltre (e qui parlo per esperienza diretta...) non mi pare che Champoluc e la Val d'Ayas in generale abbiano alcun tipo di problema di povertà: son tutti albergatori, maestri, guide, negozianti... Chi se ne va, di norma, mal sopporta il "piccolo paese", o ha ambizioni differenti rispetto al vivere di turismo.

Inoltre, la situazione politica è decisamente più variegata di come la metti giù... e in realtà noto con piacere una cosa che non sapevo, ossia che c'è una legge regionale che protegge l'area.

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un bene pubblico è meglio che sia fruito e goduto da milioni di sciatori o da qualche decina di radical chic?

Un bene pubblico è bene che sia tutelato, in modo tale che il maggior numero di persone possa fruirne nella sua interezza.
Costruirci un impianto vuol dire il venir meno dell'interezza del bene...

Peraltro, se la vuoi buttare sulla fruizione democratica, mi devi spiegare come sia meglio far pagare 70 euro a testa (ipotizzando un costo simile al giornaliero cervinia+zermatt) invece che stimolare una fruizione a piedi (che, mi risultano essere gratis)

In chiusura, due commenti:
L'ambientalista radical chic contrapposto al ruspante sciatore è una cosa che più anni '80 di così non si può, proverei ad aggiornare gli stereotipi.
Inoltre, l'opposto di radical chic è conservatore tamarro: A questo punto de gustibus, direi.
 
potrai pagare i 70€ per fruirne, o salire a piedi a gratis

qualche pilone non rovinerà certo la giornata ai radicali chic, o se preferisci dargli un altro nome ai no tutto

se poi proprio non sarà possibile sopportare la vista di qualche pilone, ci sono migliaia di vallate alpine senza impianti su cui riversarsi
 
Certa gente sembra come quello scrittore che pur di rompere i gabbasisi agli impianti e piste si e’ comprato la villa giusta in fianco alle paure da sci ( con soldi dei suoi amici radical chic che hanno comprato i suoi libri ) per poi lamentarsi del disturbo dei gatti e dei cannoni. Con le decine di valli incontaminate, ed abbandonate dagli abitanti per mancanza di lavoro, che ci sono nelle Alpi e’ andato a prendersi una con alberghi, impianti e piste.

Ma sei davvero del 98? Sembra di sentir parlare un sessantenne inacidito e incazzato col mondo.
Se ti riferisci a Cognetti, ha una baita lontano da dio e dagli uomini: il problema (per quanto sembri incredibile a gente come te, immagino abituata a curarsi solo del suo orticello, e del vicino che si è comprato il tagliaerba nuovo bruttoevasoredimerdadovehaipresoisoldi) non sono i gatti e i cannoni, il problema è il consumo di paesaggio, che non è infinito, e che una volta che ci hai costruito il condominio e l'impiantino, e hai disboscato per fare la pista larga 40 metri, non lo riporti più com'era.
Mi dirai: in montagna si è sempre fatto così.
E' falso: non su queste scale.
 
Se non gli sta bene può vendere e comprare in una delle centinaia di vallate abbandonate dagli abitanti per mancanza di lavoro. Se non ti piace il turismo ed i turisti perché comprare in una valle turistica? E come ho detto gli impianti e piste non consumano il territorio, lo utilizzano. Altrimenti anche i campi di patate consumano territorio.
 
potrai pagare i 70€ per fruirne, o salire a piedi a gratis

qualche pilone non rovinerà certo la giornata ai radicali chic, o se preferisci dargli un altro nome ai no tutto

se poi proprio non sarà possibile sopportare la vista di qualche pilone, ci sono migliaia di vallate alpine senza impianti su cui riversarsi

Ancora sta roba "ah, rovina la giornata".
****, il punto non è quello: il punto è che non si può più pensare di disporre della natura e del paesaggio come fosse una merce abbondante e a buon mercato.
Non lo è, e il conto ci sta venendo presentato (e ci sta venendo presentato...) ripetutamente: ad ogni frana o inondazione quando piove un po' più del normale, al fatto che piove più del normale un po' troppo spesso, più spesso rispetto al passato, ai crolli sulle montagne perchè il permafrost si scioglie...


Comunque, ribadisco anche a te, fortuna che l'area è protetta (grazie, anche, ai tanti cagacazzi...)

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Se non gli sta bene può vendere e comprare in una delle centinaia di vallate abbandonate dagli abitanti per mancanza di lavoro. Se non ti piace il turismo ed i turisti perché comprare in una valle turistica? E come ho detto gli impianti e piste non consumano il territorio, lo utilizzano. Altrimenti anche i campi di patate consumano territorio.

Infatti i campi di patate consumano territorio.
 
Credo che però tu debba deciderti: Il vallone ha un interesse paesaggistico e naturalistico (e quindi è un'area di wilderness, in due valli che di wilderness vera ormai ne hanno pochina), oppure non lo è.

Mi devi anche spiegare come una fila di piloni d'acciaio possa valorizzare l'interesse paesaggistico e naturalistico di un luogo incontaminato... Così come, ad esempio, le cabinette Helbronner-Midi non valorizzano il Monte Bianco in alcun modo.
Inoltre (e qui parlo per esperienza diretta...) non mi pare che Champoluc e la Val d'Ayas in generale abbiano alcun tipo di problema di povertà: son tutti albergatori, maestri, guide, negozianti... Chi se ne va, di norma, mal sopporta il "piccolo paese", o ha ambizioni differenti rispetto al vivere di turismo.

Inoltre, la situazione politica è decisamente più variegata di come la metti giù... e in realtà noto con piacere una cosa che non sapevo, ossia che c'è una legge regionale che protegge l'area.

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Un bene pubblico è bene che sia tutelato, in modo tale che il maggior numero di persone possa fruirne nella sua interezza.
Costruirci un impianto vuol dire il venir meno dell'interezza del bene...

Peraltro, se la vuoi buttare sulla fruizione democratica, mi devi spiegare come sia meglio far pagare 70 euro a testa (ipotizzando un costo simile al giornaliero cervinia+zermatt) invece che stimolare una fruizione a piedi (che, mi risultano essere gratis)

In chiusura, due commenti:
L'ambientalista radical chic contrapposto al ruspante sciatore è una cosa che più anni '80 di così non si può, proverei ad aggiornare gli stereotipi.
Inoltre, l'opposto di radical chic è conservatore tamarro: A questo punto de gustibus, direi.


perdonami non ci siamo......1) se dici che ci sono albergatori o ristoratori ricchi non prendi in considerazione quello che è successo negli ultimi 12 mesi; 2) del vallone non gliene è fregato nulla a nessuno fino a ieri. All'improvviso è diventata una perla rara. Quando peraltro sostieni che sarebbe un operazione legittima in una valle laterale in veneto ma non in VdA......beh scusami ma dimostri di non conoscere entrambe le realtà....ad esempio per dirne una credi quindi che sia possibile sviluppare il collegamento Pocol Cinque Torri con un impatto ambientale inferiore? Quello che fanno o sostengono quello che tu sostieni lo fanno esclusivamente in maniera demagogica. Mi piacerebbe peraltro capire (te e quelli che sostengono la unicità del vallone) quanto bene conosci il Cortaud....quante volte ci saresti andato, se hai mai letto il piano economico ambiatale già sviluppato etc etc...

Beh se parliamo d'impianti e della censura dei cosiddetti ambientalisti benpensanti....questo è un chiaro esempio....

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No, per fortuna l'area è protetta, quindi non ci si può fare un *****



ne sei tanto sicuro????
 
Partiamo da qui.

Ah, e se sparare neve artificiale non é sostenibile, come fate a difendere lo stile di vita cittadino?
Sai che lo ho proprio notato quest anno? Io sono uno skialper che ama i posti selvatici. Ho capito che le stazioni sciistiche servono a tenere la gente li cosi non viene a rompere nei posti di noi skialper. Due domeniche fa nelle classiche scialpinistiche era un delirio.
 
Mi dirai: in montagna si è sempre fatto così.
E' falso: non su queste scale.

Atre parole da scolpire nella pietra.
E nella testa di certa gente (e forumer), qualora sia ancora presente.

L’errore è vedere il territorio montano come sfruttabile per le masse, anche il più antropizzato degli ambienti montani è comunque incastrato in un delicato equilibrio, lo è ancor di più proprio perché fortemente antropizzato, in cui una virgola incazzata della natura che scende dal cielo, fa DISASTRI
 
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