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Matteo Harlock
Guest
Faccio un esempio, basato sulla storia di Vettore.Perdonami, ma è un po' come dire che studiare medicina generale non serve a niente perché bisogna studiare da infettivologo, chirurgo, neurologo, odontoiatra etc.
Idem per la comunicazione, di cui tutti parlano e ben pochi conoscono.
E' naturale che quei corsi di studi richiedano una specializzazione successiva in un settore elettivo.
Ma se non si conoscono i fondamenti è difficile procedere.
Esattamente come un laureato in giurisprudenza è solo un laureato in giurisprudenza, non un avvocato né un notaio o altro, ma ha (si spera) i fondamenti per specializzarsi nel civile, nel penale, nella consulenza sul diritto di autore, nel diritto del lavoro, nel diritto sportivo o altro.
Anzi, tutto quanto detto e condiviso da quasi tutti, finora, milita nella direzione opposta a quanto affermi: servirebbero studi più intensi nella direzione economia-ambiente e una serie di specializzazioni successive.
Sono studi che dovrebbero essere perfezionati e intensificati, non disprezzati.
Per valutare l'impatto economico e ambientale di un impianto a fune bisogna "entrare" pesantemente nelle caratteristiche tecniche dello stesso.
Parliamo di valutare portata oraria, consumo energetico, tempi e costi di installazione, costi delle manutenzioni e controlli periodici, impatto dei consumabili, vita utile, costo e impatto dello smantellamento.
E tutto ció va modulato in base al tipo di impianto se si vogliono confrontare piú soluzioni.
All'OITAF di Bolzano é stato presentato un lavoro di tesi sulla valutazione dell'impronta ecologica di un impianto urbano, confrontandolo con altri mezzi quali metropolitana, tram, bus.
Il laureando era uno studente di ingegneria meccanica che, al termine della quinquennale, ha fatto un periodo di 6 mesi presso un'azienda.
Dubito fortemente che un triennale di economia-ambiente-territorio possa avere le competenze per un lavoro del genere.