Sci Alpino 4.0 - Tra ideologie e CENSURA :-O

Ci sarebbe tantissimo spazio per fare turismo differente o integrando altre attività o sport. Purtroppo la mentalità spesso è quello che manca, dubito che il covid abbia cambiato le teste, forse qualcosa.
In estate ad esempio c'è un potenziale enorme ovunque ma alla fine capita che in alcune zone ci sia il deserto quando al gran sasso è preso d'assalto. Mancano ad esempio rifugi di alta quota, mancano percorsi come ferrate, spesso i sentieri sono mal segnati, troppi vincoli, pochi servizi.

Il fruitore della montagna a cui interessa solo lo sport va lo stesso, chi cerca qualcosa in più, una vacanza o anche attività già preconfezionate va al nord, al turista tipo di oggi fa fatica anche progettare ed ideare un giro (pensare che a me piace perderci le ore tra cartine, report, etc), se non trova quello che cerca in 5 min lascia perdere.
 
Domanda per gli appenninici: sarebbe pensabile un maggiore sfruttamento dell'Appennino a fini sciistici ? Non c'è la neve ? Non c'è l'utenza ? Frega niente a nessuno ? Ci sono gli ecologisti che si darebbero fuoco in piazza ? Oppure è già ben sviluppato e sciando io al nord non sono informato ?

Dipende da che Appennino parli... anche qui, la Dorsale passa dall'Appennino Tosco-Emiliano con rilievi e montagne belle che pescano neve abbondante, in anni normali, ma che ormai sti anni normali non si vedono più.
Murphisticamente parlando ovviamente questo sembra uno dei primi anni 2000 che meraviglia :evil:

Prendi queste montagne dove negli anni 60-70 sono nati decine di comprensori microscopici che ad oggi:
- non investono quasi più
- campano di sussidi regionali
- a malapena aprono per 40 giorni (spesso non consecutivi) ogni stagione (dic-apr)

I più fighi investono, 2-3 comprensori, i più fighi sempre questi 2-3 attraggono un po' di sciatori, ma non turismo.

Il bacino d'utenza è quello: parliamo di città del Nord dove in 2h-2h30 sei sulle Alpi... chi fa turismo in Appennino settentrionale? Chi viene più dal centro Italia!


In estate il discorso cambia, le zone che frequento io sono da qualche anno, fitte di persone, che si affollano in quei 3-4 posti rifugi gestiti... indipendentemente dagli impianti, perché non scherziamo parliamo quasi sempre di 2-300m di dislivello...

Gli operatori turistici vivono in estate, non in inverno... dove spesso si è pure chiusi causa maltempo (tempeste di vento, pioggia a 1800m...);


Se questo immobilismo di investimenti, di bandi triennali (chi si espone per solo 3 anni?), di punti interrogativi, continua... l'Appennino settentrionale come sci alpino è destinato a morire o a campare di stagionali residenti, SE sostenibili, e skipass giornalieri costosissimi!


Discorso diverso l'Appennino Abruzzese, mondo a sè... con Roma vicino, con stazioni e quote più grandi... però non conosco.


Io dico che per l'Appennino, se investire nell'innevamento artificiale è il piano B per far funzionare le cose in inverno, il piano C è uscire dal classico schema: si campa solo di sci alpino.
E volenti o nolenti, sta già succedendo.
 
Domanda per gli appenninici: sarebbe pensabile un maggiore sfruttamento dell'Appennino a fini sciistici ? Non c'è la neve ? Non c'è l'utenza ? Frega niente a nessuno ? Ci sono gli ecologisti che si darebbero fuoco in piazza ? Oppure è già ben sviluppato e sciando io al nord non sono informato ?

Sarebbe possibile, ma nessuno lo vuole, nemmeno io. Ci sono piccole stazione che vanno bene così come sono e sono comunque molto attrattive poiché c'è ampio bacino d'utenza e non esistono sono alternative in zona.
Nessuno auspica ulteriore sviluppo, è invece un peccato dismettere l'esistente poiché sarebbe estinzione. E le montagne sono bellissime, inoltre quando non nevica sulle Alpi causa correnti da nord, sull'Appennino nevica. Quest'anno si sta verificando la situazioe più rara, ma non impossibile, quella di un manto record dagli appennini alle Alpi già ad inizio stagione. Questo accade quando oltre che l'est e l'Atlantico, c'è anche il Rodano...
 
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(che non è una parolaccia, come 66luca pare intendere, )


Questa è semplicemente una tua libera interpretazione del mio pensiero che non corrisponde alla realtà. Io credo che nel tuo ragionamento ci sia un errore di fondo, tu fai riferimento allo sviluppo montano solo come ad un modello di " gigacomprensori " e turismo di massa ( cosa che neanche io amo molto ), Vettore, in realtà, poneva il problema di una piccola ed abbandonata stazione appenninica.
Quello che ci dovremo quindi chiedere è se sia più valido quanto proposto dallo studente, far rinascere lo sci, recuperando e razionalizzando in chiave ecologica gli impianti esistenti usandoli anche per attività in altri periodi o quanto proposto dai docenti, sviluppare attività culturali in quota, in luoghi raggiungibili da un impianto utilizzato solo per quello. Praticamente è come se ti dicessero : da domani al Seceda ci si sale solo per ascoltare concerti di musica da camera o letture di poesie.
L' esempio che ho portato calza perfettamente, una delle tante piccolissime stazioni appenniniche che si è riusciti a far rinascere con enorme beneficio di chi in montagna ci vive e lavora, in quel posto, per venti anni, si è cercato di promuovere alternative allo sci che non c'era più, dagli slittini per i bimbi, alle ciaspole, allo sleddog, al fondo, nessuna di queste è però riuscita a portare gli stessi turisti dello sci e se nei piccoli paesi dell' Appennino i turisti non ci vanno i paesi si spopolano e muoiono.
Il termine sostenibile assume un' accezione negativa nel momento in cui viene utilizzato contro un modello di sviluppo economico che per motivi di varia natura ( ambientali, politici, ideologici ) non si ama, io ho sempre pensato che, quando si parla di sviluppo turistico montano, le prime persone da interpellare sono gli abitanti del luogo, prova a dire agli abitanti di Ovindoli che dal prossimo anno non si scierà più e che gli impianti saranno utilizzati solo per andare a vedere delle retrospettive di Bunuel proiettate in quota, oppure vai a Castel del Monte per visitare lo splendido museo della transumanza, costato solo 9 milioni e che non ha mai aperto.
Le attività " alternative " vanno affiancate allo sci, per offrire opportunità anche a chi non ama solcare le piste ma pensare che possano essere il futuro del turismo montano invernale è un' errore.
 
Con la CO2 "emessa" da Daidola nei suoi numerosissimi viaggi attorno al mondo ci fai viaggiare per un anno tutti i battipista delle Alpi.

Se davvero fossimo tutti come lui non basterebbero 3 pianeti.
 

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Domanda per gli appenninici: sarebbe pensabile un maggiore sfruttamento dell'Appennino a fini sciistici ? Non c'è la neve ? Non c'è l'utenza ? Frega niente a nessuno ? Ci sono gli ecologisti che si darebbero fuoco in piazza ? Oppure è già ben sviluppato e sciando io al nord non sono informato ?

L' Appennino abruzzese offre molte possibilità di sviluppo, il Gran Sasso, la Majella, i Simbruini, Ovindoli\Campo Felice, Pescasseroli, sono zone poco sfruttate rispetto al loro potenziale, oltretutto con il bacino di Roma a meno di due ore la clientela sarebbe assicurata.
I motivi di questo mancato sviluppo sono molti e, spesso, di difficile comprensione per chi non è del luogo, ci sono motivi di natura ambientalistica, l' Abruzzo ha visto nascere molti parchi nazionali e regionali che hanno posto vincoli molto stringenti su gran parte del territorio, peccato però che a distanza di decenni dalla loro istituzione sono ancora delle scatole vuote, senza un piano del parco approvato, che non hanno portato alcuno sviluppo turistico ma solo vincoli e divieti. Ci sono motivi legati alla popolazione ed alla loro mentalità, i rancori, le faide paesane sono ancora molto presenti e, spesso, si preferisce non fare nulla purchè non sia Tizio a farlo. Ci sono motivi di ordine politico, il penultimo presidente della regione, ad esempio, nel corso del suo mandato ha concesso finanziamenti a Roccaraso per 28 milioni e praticamente nulla alle altre stazioni, evidentemente preferiva far sviluppare di più quella stazione. Anche la cultura degli operatori turistici locali è un ostacolo, specialmente quando parliamo di piccole stazioni, nessuna ha un sito internet degno di questo nome, non è possibile acquistare skipass on line, sulla majella devi fare due skipass diversi per due stazioni ad un km una dall' altra perchè i gestori sono 30 anni che non si mettono d'accordo.
Si potrebbe tranquillamente dire che chi ha il pane non ha i denti.
 
Per dovere di cronaca va detto che i problemi nascono al 90% delle volte con stazioni sciistiche pubbliche, quelle private hanno sicuramente un' attenzione maggiore verso questi temi (attività alternative). Il problema è che per me sviluppare la montagna non può limitarsi alla skiarea che è un puntino rispetto alle montagne presenti, o meglio va bene che le skiaree si muovano in tal senso ma la differenza la fa il resto.
 
Sviluppare le skiarea, specie quando sono troppo piccole, è importante ma parallelamente si possono sviluppare tante altre attività per offrire servizi anche a chi non ama sciare ed aumentare così la platea potenziale dei turisti, così come è fondamentale sviluppare anche il turismo estivo.
 
Per quanto concerne l'abruzzo le aree di sviluppo sono tante e tutte anche di buona qualità.
Ovindoli/Campofelice (che conosco bene perché ho casa) così come campo imperatore sono a meno della metà del loro potenziale. Si potrebbe fare assai poco per rendere questa zona molto, ma molto più appetibile e allo stesso tempo non deturpare il territorio.
Vi dico solo che è talmente minacciato l'ambiente che l'anno passato ci ha attraversato la pista una bella domenica mattina un lupo e che branchi di lupi (ho un video di un amico del 26 dicembre) passano sotto casa sua alle 10 di sera. Se non ci fosse una situazione favorevole alla fauna dubito che i lupi si farebbero vedere così.
Quindi, situazione ambientale........siamo sicuri che sia così male?
E' un gioco di equilibri e di soldi. Chi ha investito e tanto è Roccaraso e lì comandano i finanziatori.
Ovindoli, rocca di mezzo e rocca di cambio sono ancora ostaggio delle logiche tipiche del territorio e fino ad ora è mancato chi ha pianificato in modo razionale un piano di sviluppo sostenibile. Sì, sostenibile, perché si può fare rinunciando ad essere ingordi, ma la vedo dura.
Certo è che se si facesse come al nord e cioè che ad ogni impianto si "producono" una ventina di posti di lavoro il discorso (anche politico) potrebbe essere diverso.
 
Questa è semplicemente una tua libera interpretazione del mio pensiero che non corrisponde alla realtà. Io credo che nel tuo ragionamento ci sia un errore di fondo, tu fai riferimento allo sviluppo montano solo come ad un modello di " gigacomprensori " e turismo di massa ( cosa che neanche io amo molto ), Vettore, in realtà, poneva il problema di una piccola ed abbandonata stazione appenninica.
Quello che ci dovremo quindi chiedere è se sia più valido quanto proposto dallo studente, far rinascere lo sci, recuperando e razionalizzando in chiave ecologica gli impianti esistenti usandoli anche per attività in altri periodi o quanto proposto dai docenti, sviluppare attività culturali in quota, in luoghi raggiungibili da un impianto utilizzato solo per quello. Praticamente è come se ti dicessero : da domani al Seceda ci si sale solo per ascoltare concerti di musica da camera o letture di poesie.
L' esempio che ho portato calza perfettamente, una delle tante piccolissime stazioni appenniniche che si è riusciti a far rinascere con enorme beneficio di chi in montagna ci vive e lavora, in quel posto, per venti anni, si è cercato di promuovere alternative allo sci che non c'era più, dagli slittini per i bimbi, alle ciaspole, allo sleddog, al fondo, nessuna di queste è però riuscita a portare gli stessi turisti dello sci e se nei piccoli paesi dell' Appennino i turisti non ci vanno i paesi si spopolano e muoiono.
Il termine sostenibile assume un' accezione negativa nel momento in cui viene utilizzato contro un modello di sviluppo economico che per motivi di varia natura ( ambientali, politici, ideologici ) non si ama, io ho sempre pensato che, quando si parla di sviluppo turistico montano, le prime persone da interpellare sono gli abitanti del luogo, prova a dire agli abitanti di Ovindoli che dal prossimo anno non si scierà più e che gli impianti saranno utilizzati solo per andare a vedere delle retrospettive di Bunuel proiettate in quota, oppure vai a Castel del Monte per visitare lo splendido museo della transumanza, costato solo 9 milioni e che non ha mai aperto.
Le attività " alternative " vanno affiancate allo sci, per offrire opportunità anche a chi non ama solcare le piste ma pensare che possano essere il futuro del turismo montano invernale è un' errore.

Dal tuo intervento si intendeva un tono molto più massimalista di come invece appare questo, che condivido.
Concordo con tutti quelli che ritengono questo professore universitario un emerito ******** (nonché un pessimo biglietto da visita per la categoria, alla quale appartengo), specie se la richiesta di "no sci alpino" non è un esercizio concettuale, ma viene vista come una cosa seria.

Per il resto, se anche voi siete convinti che la montagna e il turismo montano non possa più permettersi di essere "sci alpino e basta", direi che siam d'accordo.
 
Io amo profondamente la natura e la montagna in particolare, con un nonno veneto ed uno abruzzese non poteva essere altrimenti, è nel mio DNA, da sempre pratico trekking, ferrate, mtb, ciaspolate e, logicamente, sci e non amo i luoghi molto affollati ed antropizzati. Non nascondo però di avere poca simpatia per gli ambientalisti, perlomeno per quelli che dicono no a tutto senza se e senza ma, categoria molto presente in Abruzzo, che ha contribuito allo scarso sviluppo di tanti progetti turistici. Tanto per fare un esempio, la scorsa estate io ed il mio socio di trekking abbiamo discusso con due tizi del cai, su una vetta dei Simbruini, perchè questi tizi si erano lamentati di aver incontrato, sul loro percorso, troppe mtb ed auspicavano a breve una serie di divieti di transito sui sentieri. Questo non vuol dire difendere l' ambiente ma solo il proprio orticello.
Come quel tuo collega, anche questi personaggi fanno una pessima pubblicità alla categoria.
 
OK l'ambiente ecc.
Ma questo dare sempre contro allo sci alpino mi da un po' fastidio. Anche perché non è che andare al mare in aereo oppure in crociera sia poco inquanante. Alla fine il socio Cai che fa la scalata sulle Ande o sull'Himalaya non credo inquin meno di qualcuno che va sciare col Cayenne turbo.
 
MTB fuori dai sentieri da trekking sono per lo più ragioni di sicurezza.
Sacrosante in tantissimi sentieri, e viste certe frequentazioni.

Percorsi per tutti, ma possibilmente differenziati.

Vale anche il contrario eh.
 
OK l'ambiente ecc.
Ma questo dare sempre contro allo sci alpino mi da un po' fastidio. Anche perché non è che andare al mare in aereo oppure in crociera sia poco inquanante. Alla fine il socio Cai che fa la scalata sulle Ande o sull'Himalaya non credo inquin meno di qualcuno che va sciare col Cayenne turbo.

Cosa c'entra il mare, però? Ma sopratutto, cosa c'entra l'andare a scalare in Himalaya con l'andare a sciare in Cayenne (o altro suv inquinante a scelta...). La prima cosa non è la regola del caiano medio, la seconda è nettamente più comune.
 
Domanda per gli appenninici: sarebbe pensabile un maggiore sfruttamento dell'Appennino a fini sciistici ? Non c'è la neve ? Non c'è l'utenza ? Frega niente a nessuno ? Ci sono gli ecologisti che si darebbero fuoco in piazza ? Oppure è già ben sviluppato e sciando io al nord non sono informato ?

Se parliamo strettamente dell'Umbria, dopo la dipartita di Forca Canapine ormai siamo a zero e gli unici luoghi che si presterebbero sono all'interno del parco nazionale dei Sibillini. Personalmente ci ho messo una croce sopra.
Se parliamo più ampiamente dell'appennino umbro-marchigiano, nelle Marche più o meno quel che si poteva fare si è fatto, anche gettando caterve di milioni lire in assurdità tipo la funivia di Monte Bove a Frontignano, ai tempi in cui si pensava che i soldi crescessero sui rami degli alberi al posto delle foglie.
Più che altro bisognerebbe razionalizzare quei tre-quattro posti con un po' di potenziale, ma non mi pare l'aria.
 
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