Sci Alpino 4.0 - Tra ideologie e CENSURA :-O

non capisco cosa ci sia di strano, i docenti volevano un certo tipo di argomento che escludesse lo sci, tutto qua...magari era solo un esercizio
tipo valorizzami Riccione senza sfruttare il mare...è solo una relazione, magari per cercar di farti pensar fuori dagli schemi classici
 
Una cosa che fa molto arrabbiare è che i personaggi che predicano il Turismo Lento come la panacea che salverà la montagna nel mondo, si presentano all’opinione pubblica come acculturati anticonformisti superiori alle frivolezze della moda.
Al contrario, questa litania del non-turismo, o turismo lento che sia, è quanto di più modaiolo e sfighettato possa esistere in questo attuale periodo storico. Sarebbe impossibile presentarsi all’opinione pubblica sostenendo una qualsiasi tesi che tenti di contraddire questi dictat.
Contraddire al giorno d’oggi qualsiasi teoria pseudo ambientalista o polically correct, sarebbe come presentarsi ad un evento della Ferragni con camicua a mezze maniche dentro dei bermuda bombé a vita alta, abbinati ai calzini lunghi color carne sopra i mocassini.

Però decidiamoci: o essere ambientalisti è di moda (e quindi il secondo periodo...), oppure non lo è, e si fa gli anticonformisti (e quindi il primo). Tertium non datur.

Per quanto mi riguarda, trovo il comportamento dei docenti sicuramente molto censurabile: trovo però altrettanto che un modello di sviluppo montano come quello attuale, basato su gigacomprensori, innevamento artificiale a tappeto e sci alpino di massa non sia sostenibile (che non è una parolaccia, come 66luca pare intendere, ma semplicemente un focus appunto alla possibilità di mantenere i livelli attuali di consumo per lungo tempo).
Non parlo di giustizia o moralità, parlo proprio di sostenibilità economica e ambientale. Non mi sono mai fatto i conti, ma sono convinto che il costo dello skipass dovesse "internalizzare" tutte le esternalità negative prodotte dallo sci alpino (il consumo di suolo, l'impatto paesaggistico, ambientale ed energetico) raggiungeremmo il doppio, se non il triplo del costo normale.

Pensare modelli di sviluppo e consumo alternativo non è una fighettata da accademici con la puzza sotto al naso, ma banalmente un meccanismo di sopravvivenza: Modelli che, peraltro, presentano casi di successo abbastanza notevoli (la Valle Maira, per dirne una, o la Formazza).
Trovo anche che il problema del bilanciamento delle esigenze di sviluppo delle comunità montane, della tutela del territorio, e della volontà di consumo della classe media sia molto interessante, e spero che questa discussione non diventi un tiro all'ambientalista (che saranno stronzi e fighetti, ma qualche ragione ce l'hanno pure loro)
 
Però decidiamoci: o essere ambientalisti è di moda (e quindi il secondo periodo...), oppure non lo è, e si fa gli anticonformisti (e quindi il primo). Tertium non datur.

Per quanto mi riguarda, trovo il comportamento dei docenti sicuramente molto censurabile: trovo però altrettanto che un modello di sviluppo montano come quello attuale, basato su gigacomprensori, innevamento artificiale a tappeto e sci alpino di massa non sia sostenibile (che non è una parolaccia, come 66luca pare intendere, ma semplicemente un focus appunto alla possibilità di mantenere i livelli attuali di consumo per lungo tempo).
Non parlo di giustizia o moralità, parlo proprio di sostenibilità economica e ambientale. Non mi sono mai fatto i conti, ma sono convinto che il costo dello skipass dovesse "internalizzare" tutte le esternalità negative prodotte dallo sci alpino (il consumo di suolo, l'impatto paesaggistico, ambientale ed energetico) raggiungeremmo il doppio, se non il triplo del costo normale.

Pensare modelli di sviluppo e consumo alternativo non è una fighettata da accademici con la puzza sotto al naso, ma banalmente un meccanismo di sopravvivenza: Modelli che, peraltro, presentano casi di successo abbastanza notevoli (la Valle Maira, per dirne una, o la Formazza).
Trovo anche che il problema del bilanciamento delle esigenze di sviluppo delle comunità montane, della tutela del territorio, e della volontà di consumo della classe media sia molto interessante, e spero che questa discussione non diventi un tiro all'ambientalista (che saranno stronzi e fighetti, ma qualche ragione ce l'hanno pure loro)


Hai ricalcato molto più nel dettaglio il mio pensiero!

Se uno vuole etichettare come stronzi gli ambientalisti e le loro idee, deve ricordarsi di una cosa:
- la popolazione mondiale aumenta esponenzialmente e così il loro sfruttamento delle risorse naturali e ambientali
- che mi risulti la Terra non si sta allargando

Se per di più questo ha anche dei figli, probabilmente sta sparando agli stronzi sbagliati: i suoi figli stessi...
 
Io so solo che su una pista del Sellaronda possono avere anche 100.000 passaggi al giorno.
Oggi ero in Val Sassovecchio e son bastati una 50ina di skialper ad arare tutto il pendio.
Ci son stagioni che non puoi fare una gita prima di febbraio, mentre gli impianti, con la neve programmata danno continuitá a tutto l'indotto (ristoranti, alberghi, scuole sci).
Gli skialper si muovono con scarsissimo preavviso, seguendo la neve e il meteo, e fanno brevi soggiorni.

La Dantercrpies arriva a UN MILIONE di passaggi all'anno. Un singolo impianto vede piú passeggeri di tutti gli escursionisti, gli skialper, i fondisti in tutta Italia.

Escursionismo con le ciaspe, skialp et similia, possono esser attivitá complementari come di fatto viene GIÁ fatto in AA e in Austria, ma non arriveranno MAI a sostituire lo sci alpino, in termini di ritorno economico.

Ah, sulla sostenibilitá... Tutta questa idolatria caiana verso lo skialp. Se prendiamo gli sciatori da pista e li mandiamo tutti a fare skialp... Avete idea dell'impatto sulla fauna? Almeno i comprensori concentrano le persone in un'area ristretta, lasciando il bosco sul limite dell'alta montagna agli animali che vi svernano. Ogni volta che un torma di cinghialatori ravananti entra in un bosco, gli animali devono spostarsi, muoversi nella neve fonda, nascondersi. Possono spendere cosí tante energie da non arrivare alla primavera, possono morire di stenti.

Vedrete in Lagorai, quest'anno con il boom degli alpinisti improvvisati, se i vari Daidola e compagnia cantante non invocheranno chiusure e divieti agli skialper e ai ciaspolatori.

Partiamo da qui.

Ah, e se sparare neve artificiale non é sostenibile, come fate a difendere lo stile di vita cittadino?
 

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Ciao a tutti,
Ho avuto modo di aiutare uno studente fornendo tante informazioni sulla storia di una località sciistica, l’oggetto dell’esame era la riqualificazione del territorio.
Lui in prima battuta aveva proposto ai docenti di lavorare sui vecchi impianti per razionalizzarli al fine di rendere la stazione meno impattante a livello ambientale, al contempo più efficiente, oltre a creare per essa grandi potenzialità di destagionalizzazione. I docenti hanno fatto pollice verso, allora lui ha proposto un’altra chiave.
La relazione che ne è scaturita, stavolta accettata dai docenti con buon entusiasmo, è stata quella di recuperare le strutture (rifugi etc.) per mostre ed eventi culturali, sia al chiuso che all’aperto, e recuperare degli impianti solo quel minimo indispensabile per permette a tutti, disabili compresi, raggiugere tali rifugi.

Quando ho letto la relazione, ho subito notato che qualcosa non tornava, ed ho fatto notare che nessun impianto a fune in montagna può reggersi senza considerare lo sci alpino, che è giusto creare enormi valvole di sfogo per la destagionalizzazione, ma che gli impianti si fanno per sciare, poi tutto il resto ben venga e ottimo se potrà in futuro diventare importante o addirittura prevalente.

La risposta è stata questa:
“Condivido pienamente la sua analisi, ho fatto questa presentazione evitando il più possibile riferimenti allo sci poiché sapevo che non sarebbe stato gradito dai miei docenti… omissis… In ogni caso, le ribadisco che condivido il suo pensiero, ma per una questione di direttive impartitemi "dall'alto" ho dovuto snaturare un po’ la mia idea e la mia convinzione”.


Vi sembra questa una bella cosa?

Eh be', il momento giusto per piazzare un topic del genere. Giusto per rasserenare un po' gli animi.
 
Io penso che qui l'unico insegnamento che dovrebbero apprendere molte località è che si possono organizzare attività complementari allo sci (slittino, sci di fondo, ciaspole) e farle convivere tra loro, penso a tutte quelle località che hanno basato il turismo solo sullo sci alpino.
Inutile dire che moltissime località hanno già intrapreso questa strada da tempo, lo dimostra il fatto che nei due anni dove non c'era neve a capodanno moltissimi sono saliti per fare attività complementari diverse dallo sci, idem per il boom estivo degli ultimi anni (in gran parte dovuto alla mtb).
 
Partiamo da qui.

Ah, e se sparare neve artificiale non é sostenibile, come fate a difendere lo stile di vita cittadino?

Certo che ho letto il tuo commento precedente, e sono d'accordo con te.
Lo scialpinismo "di massa" non è senz'altro la soluzione: forse un po' più il fondo, ma di sicuro non è in grado di fare i numeri dello sci alpino di massa.
Il problema però è un altro: consumiamo troppo, e consumiamo male... talmente troppo e talmente male che ci stiamo mangiando le risorse del pianeta.
Le soluzioni sono due: o ce ne battiamo il *****, e a questo punto vediamo cosa succede dopo, e che mondo consegniamo ai nostri figli, oppure iniziamo, se non altro, a porci il problema e a pensare a qualche possibile soluzione.
 
non capisco cosa ci sia di strano, i docenti volevano un certo tipo di argomento che escludesse lo sci, tutto qua...magari era solo un esercizio
tipo valorizzami Riccione senza sfruttare il mare...è solo una relazione, magari per cercar di farti pensar fuori dagli schemi classici

Ma come puoi ricostruire una seggiovia da 600 m di dislivello, che attualmente sta in una stazione sciistica, rinunciando del tutto allo sci ed utilizzandola solo per raggiungere un rifugio dive si tengono concerti etc. Ma quanti concerti devi fare, non bastano tutti i cantanti dell’universo per renderla sostenibile economicamente. Ma de che stanno a parlare. Inoltre non si capisce il perché, quando non c’è un concerto, non la si possa usare anche per sciare, boh...

Io sono notoriamente un fautore delle piccole resort a misura d’uomo, tuttavia non capisco perchè sciare con gli impianti sua diventato peccato, boh...

Forse molto non hanno capito il punto della questione, non si parlava di ingrandire la stazione o fare collegamenti nuovi semplicemente di integrare lo sci con dell’altro, ciò nonostante, questi hanno velatamente minacciato di segarlo se avesse solo nominato la parola sci alpino. Parliamo di una località che fu la prima dell’Appennino e tra le prime in Italia ad avere impianti a fune per lo sci alpino che coprivano dislivelli di un certo rispetto. È anche un’offesa alla storia.
 
Ma come puoi ricostruire una seggiovia da 600 m di dislivello, che attualmente sta in una stazione sciistica, rinunciando del tutto allo sci ed utilizzandola solo per raggiungere un rifugio dive si tengono concerti etc. Ma quanti concerti devi fare, non bastano tutti i cantanti dell’universo per renderla sostenibile economicamente. Ma de che stanno a parlare. Inoltre non si capisce il perché, quando non c’è un concerto, non la si possa usare anche per sciare, boh...

Io sono notoriamente un fautore delle piccole resort a misura d’uomo, tuttavia non capisco perchè sciare con gli impianti sua diventato peccato, boh...

se fosse una richiesta da parte del presidente di una Regione, sarebbe ovvio che non utilizzare gli impianti e le strutture per lo sci sarebbe un suicido, ma per fare un esercizio particolare ad uno studente, non vedo quale sia il problema
 
Io penso che qui l'unico insegnamento che dovrebbero apprendere molte località è che si possono organizzare attività complementari allo sci (slittino, sci di fondo, ciaspole) e farle convivere tra loro, penso a tutte quelle località che hanno basato il turismo solo sullo sci alpino.
Inutile dire che moltissime località hanno già intrapreso questa strada da tempo, lo dimostra il fatto che nei due anni dove non c'era neve a capodanno moltissimi sono saliti per fare attività complementari diverse dallo sci, idem per il boom estivo degli ultimi anni (in gran parte dovuto alla mtb).

OT Tutto giusto, tranne la parola mtb: purtroppo si parla di ebikes. Visto che è un topic incendiario buttiamo altra benzina.

HIHIHI
 
Pensare modelli di sviluppo e consumo alternativo non è una fighettata da accademici con la puzza sotto al naso, ma banalmente un meccanismo di sopravvivenza: Modelli che, peraltro, presentano casi di successo abbastanza notevoli (la Valle Maira, per dirne una, o la Formazza).

Azzarderei che gli ottimi risultati si sono raggiunti proprio perché questa forma di turismo è circoscritta ad alcuni distretti.
Allargando la stessa tipologia a -enne- altre valli è plausibile che non avresti un grande incremento dei fruitori ma più che altro uno spezzettamento della domanda. Credo.
 
Domanda per gli appenninici: sarebbe pensabile un maggiore sfruttamento dell'Appennino a fini sciistici ? Non c'è la neve ? Non c'è l'utenza ? Frega niente a nessuno ? Ci sono gli ecologisti che si darebbero fuoco in piazza ? Oppure è già ben sviluppato e sciando io al nord non sono informato ?
 
Io in fondo la penso in parte un po’ come lui, mi piacciono le resort a misura d’uomo, non frequento grandi caroselli. Pero lui non deve sputare in piatti dove ha mangiato, a lo abbiamo tutti incontrato comodamente accomodato agli apres ski di mezzo globo, dopo intere giornate d’impianti, in occasione dei telemark festival ospitati dalle più grandi importanti resort. Avrà preso più impianti lui in un anno che io in tutta la vita. Quindi dovrebbe star zittino chi predica bene ma razzola male...

Anni fa visto che sono un fan di (certi articoli che si trovano su) GognaBlog ho comprato il libro di Daidola, anche perchè gli articoli sui pionieri dello sci di montagna/scialpinismo che aveva pubblicato su skialper mi avevano aperto un mondo.

Il libro e certe opinioni contenute al suo interno sono abbastanza indifendibili. La morale a doppio standard contenuta all'interno (detesto lo sci da pista ma non il freeride con impianti "nell'incantevole stazioncina dove solo io trovo la prima traccia alla faccia dei pistaaioli, delle tutine, dei freerider che cliffano e mi da fastidio, degli austriaci che sciano a curvette, dei tavolari con le ciaspe, degli alieni") potrebbe anche risultare comprensibile ad uno del settore. Dovrebbe però essere mitigata da un ragionamento empatico (che guardi alla mole di persone che vivono di un settore intero) e da uno di ordine economico: nessun settore o filiera per quanto dannosi son stati chiusi così in tric e trac, le famose catene del valore (per evitarvi l'inglesismo) hanno ramificazioni sociali ed economiche ben più elaborate.

Ogni volta che sulle Alpi nevicava poco in sti anni lui saltava in cattedra e berciava dello "ski spirit", di altre cagate fuori dal tempo che ricordano lo sfogo da bar dei "gIoVAnI coL tElEfOnINo", dei bidoni in marmolada che invece avevano la fila (RIP bidoni, mi mancate)...a parte che da un docente universitario una condizione tale di astrazione dalla realtà e dalle sue dinamiche effettive mi provoca una certa compassione mista a paura, mi sembra ancora più attuale oggigiorno (visto quello che succede...) che propagandare un abbandono (in certi versi anche legittimo) di un modello economico dicendo "oh ******** chiudi non servi a un *****" serva davvero a poco.

Forse lo sci da pista è un mastodonte "too big to fail"? forse sì,in certi ambiti nel lungo termine. E' anche vero secondo me che vi è un modello dello sviluppo dello sci da pista "italiano", quello carosello con il quale non ho e non ho mai voluto avere nulla a che fare (battere tutto, multe e ordinanze comunali per fare la guerra al fuoripista, abbruttimenti vari) ma per i due motivi a cui facevo riferimento prima (empatia ed economia per farla breve, e io ho impianti vicino a casa e conoscenti che ci lavorano) non riuscirei mai a dire "smonta tutto".

Anche perchè a smontare e riqualificare nell'atto pratico (non parlo del "rottamare" preliminare in forma squisitamente orale, in quello siamo i migliori al mondo) non siamo mai stati bravissimi in questo Paese

per il resto concordo con madflyhalf e Matteo
 
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