E se l'anno prossimo comprassimo solo sci italiani?

Se dovessimo anche perdere le quote di esportazione saremmo apposto.
E' assolutamente necessario bilanciare import ed export.
Tu non compri gli sci a me io non compro il parmigiano a te.
Ci sono aziende che stanno in piedi in gran parte per le esportazioni,
il mercato nazionale era morto.

Le quote di esportazione sono GIÀ andate. È necessario ripensare il mondo, partendo dal nostro cortile di casa. Quando continuano a dire che è una guerra stanno dicendo che quando usciremo di casa troveremo macerie. Personalmente misurerò da domani il guasto, con decine di RIBA in scadenza. Quindi una quota di autarchia non sarà nemmeno un’opzione, sarà la vita.

P.s. Ho appena cambiato sci con una offerta irresistibile, ma il prossimo o sarà un Carpani, ottimo prodotto casalingo.
 
Sempre in zona Crotti son rimasti... a quanto leggo!
E il lagame con Blossom ski? È rimasto o è sparito insieme alla quota di maggioranza degli eredi?

Blossom 100% italiano, e mi risulta saldamente nelle mani della famiglia Moro. Il problema di queste piccole realtà è paradossalmente il loro successo. Ma poi per sopravvivere devono crescere, e per crescere servono risorse non reperibili a livello locale...
 
Ma l'Italia è un paese che necessità di materie prime che non ha.
Non si può prescindere da scambi commerciali. Il fabbisogno
interno richiede di più di quello che siamo in grado d produrre.
Per esempio, se vuoi produrre magliette di cotone, in Italia non
troverai nemmeno una pianta di cotone. Idem per il caffè.
Per gli sci si potrebbe pensare alle piante del proprio giardino.


P.S. L'orologio di sistema va messo avanti non indietro.
 
CMP vuol dire Cina.

Non so, discussione che trova il tempo che trova.
Nordica produce gli sci di alta gamma a Mittersill, nello stabilimento Blizzard che hanno comprato circa 10 anni fa.
La bassa gamma viene prodotta in altri stabilimenti nell'europa dell'Est.
Quando esauriscono la capacità produttiva, chiedono a Elan di produrre per loro, inviando materiali e progetti.
La stessa cosa fa Atomic, anche loro si rivolgono ANCHE a Elan.

In un mondo complesso e interconnesso, cercare di capire chi è italiano e chi no la vedo dura.

Sisì, ma è un "vizio" comune.

Anche AKU fa il top di gamma in Italia (scarponi dai 250 euro circa), mentre il medio gamma lo fa in Romania.
 
E invece è esattamente una dimostrazione di autarchia. Idea senza senso alcuno.

Ma no, al massimo una scelta di consumo (che, depurata dalla retorica e dalle evocazioni di stampo nazionalista, mi azzardo a definire responsabile, viste le circostanze). Un indirizzo consapevole che giunge “dal basso”.
Che c’entra l’autarchia, che fu una sciagurata imposizione (“dall’alto”) di politica industriale di epoca fascista?
 

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Ma l'Italia è un paese che necessità di materie prime che non ha.
Non si può prescindere da scambi commerciali. Il fabbisogno
interno richiede di più di quello che siamo in grado d produrre.
Per esempio, se vuoi produrre magliette di cotone, in Italia non
troverai nemmeno una pianta di cotone. Idem per il caffè.
Per gli sci si potrebbe pensare alle piante del proprio giardino.


P.S. L'orologio di sistema va messo avanti non indietro.

Quindi l’idea è che tra un mese riaccendiamo le fabbriche e ricominciamo come il mese scorso? Credo e temo che avrai una brutta sorpresa...
 
Ma si è normale... ahimè le logiche di mercato e costi di manodopera impongono questo.
Ma è 20 anni che il distretto di calzature di Montebelluna ha esportato i propri impianti di produzione in Romania e, in parte, in Cina.

Primo prezzo -> produzione cinese e ci marginano un fottigliardo (LaSportiva ha scarpe da trekking Made in China che costano 140€ da Sportler!!)

Fascia intermedia -> si va in Romania. Rossignol All Speed Pro 110, scarpone da 250€ di gran qualità, col quale scio da 4 stagioni, è Made in Romania

Top gamma -> Made in Italy rimane.. chiaro parliamo di prodotti molto costosi su cui c’è tanto know how.


Comunque ci sono eccezioni: per arrampicare in via lunga io uso 2 modelli La Sportiva da 80€ (Comprate allo spaccio a meno di 60€ al paio!) e sono Made in Italy!
Tra le entry level del momento le Oxygym da 85€, Made in China...
Differenza abissale pur stando su gradi ridicoli
 
No, non è proprio così, l'idea pareva fosse di comprare solo italiano (gli sci, che in questo momento sono
inutili e inutilizzabili). L'economia prima o poi deve ripartire altrimenti si affosserà tutto. Se ne sta già
parlando. Il problema è che non si può pensare ad un sistema puramente autarchico.

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Ma si è normale... ahimè le logiche di mercato e costi di manodopera impongono questo.
Ma è 20 anni che il distretto di calzature di Montebelluna ha esportato i propri impianti di produzione in Romania e, in parte, in Cina.

Primo prezzo -> produzione cinese e ci marginano un fottigliardo (LaSportiva ha scarpe da trekking Made in China che costano 140€ da Sportler!!)

Fascia intermedia -> si va in Romania. Rossignol All Speed Pro 110, scarpone da 250€ di gran qualità, col quale scio da 4 stagioni, è Made in Romania

Top gamma -> Made in Italy rimane.. chiaro parliamo di prodotti molto costosi su cui c’è tanto know how.


Con quelle cifre una volta le scarpe te le facevano su misura.
Non si capisce perchè se vengono fatte in paesi a basso costo di manodopera i prezzi poi salgano così' tanto.
 
io da anni acquisto abbigliamento extreme e sono ultra soddisfatto:
https://www.extremewinter.it/

Anch'io mi trovo benissimo con Extreme però anche loro non producono in Italia , per conferma ho appena guardato l' etichetta sulla giacca dove riporta un bel made in Europe , se non sbaglio in Slovacchia.....forse non a caso vestono e sponsorizzano Petra Vlova.
I grossi marchi soprattutto di abbigliamento ( sportivo ) seppur nazionali hanno delocalizzato praticamente tutti la produzione all' estero , Colmar , Dainese , Energiapura compresi .
 
Più che acquistare made in Italy, sarebbe da favorire chi vende in Italia, quindi salutare sport Conrad ed ekosport, oppure privatesportshop e sportpursuit...ma chi lo farebbe con i prezzi che fanno?
 
In molti casi è difficile comprare roba italiana fatta in Italia ma non impossibile, io avendo la fortuna di vivere in Abruzzo tra la zona costiera e le Marche (da Macerata in giù) sono anni che acquisto vestiario e calzature direttamente in fabbrica di qualità alta ed a un prezzo che molto spesso marchi italiani vendono t-shirt fatte in Cina.
Secondo me oltre a comprare quanto più di italiano ci si deve concentrare anche nel sostenere il sistema del commercio in Italia prediligendo i negozi fisici oppure se ci vogliamo orientare sul web per la maggiore scelta e convenienza scegliere quei e-shop italiani, per esempio scegliendo Maxi sport o Sportler e tanti altri anziché Sport-Conrad o Bittl.

Come poi anche altri hanno scritto ormai viviamo in un mondo interconnesso quindi spesso acquistando un bene estero magari sosteniamo molto di più l'economia che acquistando un prodotto italiano che di italiano ha solamente il nome e la proprietà. Prendete ad esempio le auto dove le aziende italiane sono le principali fornitrici per l'industria tedesca dell'auto, se acquistiamo un Tipo o una 500 in pratica in italia non lasciamo nulla, se acquistiamo una VW o un Audi almeno in parte si sostiene l'economia italiana. Ma di esempi ce ne potrebbero essere migliaia anche in settori come l'agricoltura.
Quando acquistate una bottiglia di olio in negozio è meglio leggere la provenienza piuttosto che vedere il marchio, perché la stragrande maggioranza degli oli italiani presenti negli scaffali dei supermercati provengono da paesi come Spagna, Tunisia, Turchia, etc. quindi non si sta lasciando nulla in Italia.

Non è facile ma io sarei più per iniziare ad essere più accorti e responsabili nelle decisioni di spesa, che acquistare italiano tout court
 
Attenzione ragazzi a capire bene la differenza tra "marchi italiani" e "made in Italy", perchè se pensiamo di risollevare l'economia comprando i primi (marchi italiani) sappiate che a guadagnarci è soprattutto il "titolare", perchè la delocalizzazione ha fatto chiudere le produzioni da noi per aprirle nei paesi dove la manodopera costa meno (anche se i prezzi a cui compriamo sono rimasti "italiani"), per cui non so quanti vantaggi avrà l'economia italiana da questa scelta, alla fin fine non vedo grosse differenze.
Si ok, questi marchi italiani avranno pure un magazzino qui in Italia ed è sempre bello sapere che le vendite del marchio facciano in modo che pure i (pochi) dipendenti italiani "rimasti" possano continuare a lavorare, ma l'economia italiana del manifatturiero è già "morta" ben prima del coronavirus, quest'ultimo sta ulteriormente dando un "colpo di grazia" perchè coinvolge anche attività che tutto sommato la "crisi" o la "concorrenza straniera a basso costo" non l'hanno mai sentita.
 
Lo sapete vero che le materie prime per fare lo sci non sono autoctone? Quindi di cosa si parla? Blossom giusto per fare un’esempio, ha meno dipendenti della catena Maxisport, quindi chi favorire? Forse più che comprare italiano dovremmo dire di andare nei negozi italiani al posto dell’online, no?
Ciao
 
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