Sicurezza: intervista da incorniciare

La questione è: qual è la soglia che separa la velocità corretta da quella eccessiva? E la soglia è fissa o varia? Rispetto a quali fattori?
Senza questo dato qualsiasi statistica non ha significato.
Per strada ci sono i limiti, oggettivi e quantificabili. Ma sugli sci?
Semplice.
La velocitá corretta é quella che ti consente di fermarti entro gli spazi di arresto disponibili in caso di imprevisto (es: quello di fronte a noi cade).

Fattori?
- spazi disponibili ridotti da traffico, larghezza della pista? Rallenti.
- la tua tecnica abbisogna di tempi di reazione piú lunghi e l'arresto si allumga? Rallenti.
- la pista é ripida e barrata e il poco grip allunga la frenata? Rallenti.
- visibilitá ridotta da curve e dossi che riducono il tempo disponibile per l'arresto? Rallenti.

Ogni volta che travolgi un ostacolo o un incolpevole sciatore fermo o quasi lungo la pista, correvi troppo per la particolare combinazione dei fattori qui sopra.
 
La velocitá corretta é quella che ti consente di fermarti entro gli spazi di arresto disponibili in caso di imprevisto...
- spazi disponibili ridotti ...? Rallenti.
- la tua tecnica abbisogna di tempi di reazione piú lunghi ...? Rallenti.
- la pista é ripida ...? Rallenti.
- visibilitá ridotta ...? Rallenti.

Ogni volta che travolgi un ostacolo...correvi troppo per la particolare combinazione dei fattori qui sopra.

Esatto. Questo bisognerebbe fare.
Ma poiché dilaga la retorica del "cretinochemihatagliatolastradaeiprincipiantivadanoaltroveiomifermoquandovoglioanchecongliR360lacolpaèsua", secondo cui l'incidente è sempre di qualcun altro, non si può far altro che regolamentare prima che scorra il sangue sulle piste.
Perché, vi assicuro, quando uno va a bomba sulla azzurra e travolge tuo figlio piccolo che ovviamente è lento perché sta imparando, la voglia di rompergli il naso c'è tutta e viene trattenuta solo per buonsenso ed educazione.
Non vogliamo arrivare a questo.

Per contro, se uno si ferma al centro della pista a far chiacchiere o a rollare (non li sopporto...) o azzarda le gambe su una pista che non è per lui, secondo me basta fermarsi un attimo e istruirlo pacatamente. Non servono le bestemmie e i vaffank urlati mentre ci si ferma in derapata per evitare l'urto.
Meglio fermarsi e spiegare.
Alla fine capirà che sta correndo un rischio serio, oltre che mettere a repentaglio la sicurezza degli altri.

Un paio di volte ho accompagnato giù ragazze abbandonate su piste difficili da amici cretini, che forzatamente occupavano il centro della pista cadendo in continuazione.

Non mi sento un buon samaritano, la legge non scritta della neve è come la legge del mare: ci si aiuta e basta.
E tuttavia le multe alle inguaribili TdC (acronimo che non spiegherò) saranno presto inevitabili.
Mia modestissima opinione.
 
Opinione sua. Se invece che piste piallate ci fossero campi di patate invece che scontri in pista ci sarebbero ginocchia maciullate. E giù a dire che le piste sono inadeguate.

A dire la verità negli ultimi dieci anni sono stato investito due volte e sempre da fermo sulle cunette del Ciampinoi perché in entrambi i casi è arrivato un russo che non ha saputo fermarsi in tempo proprio perché non era in grado di farlo.

Purtroppo quando vedi gente che viene giù a velocità molto superiori alle proprie capacità e che sperano di fermarsi non hai scampo, speri solo che non ti centrino.
 
A dire la verità negli ultimi dieci anni sono stato investito due volte e sempre da fermo sulle cunette del Ciampinoi perché in entrambi i casi è arrivato un russo che non ha saputo fermarsi in tempo proprio perché non era in grado di farlo.

Purtroppo quando vedi gente che viene giù a velocità molto superiori alle proprie capacità e che sperano di fermarsi non hai scampo, speri solo che non ti centrino.

Idem, investito due volte, la prima a Madesimo, alla fine della Lago Azzurro, da un idiota che parlava la nostra lingua, che non sapeva frenare, la seconda a Livigno, mentre dovevo ancora salire sulla seggiovia e mi ero piegato per allacciare i ganci, da un giovinastro dell’est (ma già alto quasi due metri), anche lui incapace di controllare la velocità.
 

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Semplice.
La velocitá corretta é quella che ti consente di fermarti entro gli spazi di arresto disponibili in caso di imprevisto (es: quello di fronte a noi cade).

Fattori?
- spazi disponibili ridotti da traffico, larghezza della pista? Rallenti.
- la tua tecnica abbisogna di tempi di reazione piú lunghi e l'arresto si allumga? Rallenti.
- la pista é ripida e barrata e il poco grip allunga la frenata? Rallenti.
- visibilitá ridotta da curve e dossi che riducono il tempo disponibile per l'arresto? Rallenti.

Ogni volta che travolgi un ostacolo o un incolpevole sciatore fermo o quasi lungo la pista, correvi troppo per la particolare combinazione dei fattori qui sopra.

Posso anche essere d’accordo con te. Ma il tutto è parecchio aleatorio, la vedo dura estrarne una statistica!
 
Io son convinto che se uno sa stare in pista (velocità sotto controllo, non si ferma in punti critici, non fa traiettorie imprevedibili per chi segue ecc..) le sue probabilità di sopravvivenza aumentano notevolmente, se poi si ha il coraggio di uscire dal gregge evitando i giorni e le località più affollate ecco che la prosecuzione della specie è garantita!
Senza bisogno di vietare tutto a tutti che è la cosa piu idiota e inutile in assoluto!
 
Semplice.
La velocitá corretta é quella che ti consente di fermarti entro gli spazi di arresto disponibili in caso di imprevisto (es: quello di fronte a noi cade).

Fattori?
- spazi disponibili ridotti da traffico, larghezza della pista? Rallenti.
- la tua tecnica abbisogna di tempi di reazione piú lunghi e l'arresto si allumga? Rallenti.
- la pista é ripida e barrata e il poco grip allunga la frenata? Rallenti.
- visibilitá ridotta da curve e dossi che riducono il tempo disponibile per l'arresto? Rallenti.

Ogni volta che travolgi un ostacolo o un incolpevole sciatore fermo o quasi lungo la pista, correvi troppo per la particolare combinazione dei fattori qui sopra.

Sintesi perfetta.
Ma poi come la traduciamo in pratica?
Perchè davvero, posto che contare sul buon senso di tutti non si può, servirebbe chi sulle piste osserva i comportamenti e fa multe. Ed obbliga a frequentare corsi di sci sicuro (1,2 o 4 o n ore secondo l'infrazione).
Ma temo sia impossibile, oltre che fonte di recriminazioni e ricorsi, ecc....

Pensiamo ad un'ipotesi futuribile (ma mica tanto) che nello skipass ci sia un chip che tramite GPS misura e registra le velocità (tipo scatola nera ....): ma io sciatore come faccio a sapere che velocità sto tenendo? E quale era la velocità possibile e giusta su quella pista con quell'affollamento?
Siccome non c'è limite alla tecnologia, posso pensare anche che la velocità istantanea sia visualizzabile nella maschera da sci e .......

Ma dai, in che imbuto ci si infila? Nemmeno sulla statale Romea ci saranno mai misure così draconiane.

Dunque?
Non lo so :ARR
 
perchè non togliamo le autostrade e lasciamo le strade in terra battuta?
Ogni tanto anche i grandi sparano ca****e.
Avremmo meno scontri e gambe e ginocchia fracassate.
Chi rimpiange il tempo che lo sci era sport d'elite? Siamo al razzismo chi può lo fa chi non può sta a casa? Ma pensare prima di scrivere?
Basterebbero più controlli e più ritiro di skipass ai ca***i, daspo per 5 anni e vedi come la gente si educa da sola. Se non li tocchi nel portafoglio non succede nulla, le parole valgono zero al giorno d'oggi. Slavo ubriaco o no, che scende a bomba, ritiro immediato dello skipass e nessuna possibilià di ricomprarlo.
 
Ultima modifica:

Non avevo letto l'intervista, ma di fatto è quello che affermo da sempre. I materiali e le piste perfette ci spingono a osare di più.

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Io ho paura a parlarne, perché sono pienamente d’accordo e sarei anche fautore di ridurre la velocità di risalita degli impianti perché meno gente arriva in cima in breve tempo e meno gente satura la pista, sarei favorevole a non piallare sbancando come si fa ora con le piste ma lasciando le piste più naturali possibili, sarei favorevole all’introduzione del casco per tutti, sarei favorevole affinché tutti debbano avere in mano il dodecagolo dello sciatore e che con l’ingresso sulle piste lo sciatore accetti di fatto un regolamento ben esposto e se va contro tale comportamento possa essere allontanato dalle piste dagli addetti alla sicurezza che non siano le forze dell’ordine a cui demanderei solo gli interventi di estrema ratio e l’intervento in caso di reati e sarei anche favorevole alla somministrazione controllata di alcool sulle piste. Ma so che sono un utopista e che noi preferiamo pagare di più sia come skipass sia come società per i costi indiretti che abbiamo piuttosto che rinunciare alla performance.

Così però vedremmo i morti nelle file agli impianti HIHIHI
 
Dati alla mano postati sopra mostrano chiaramente che il tasso di incidenti in Italia e’ meno della metà delle piste francesi, che sono lasciate molto più “naturali”.
Per cui i presupposti ( piste piallate=più velocità=più incidenti ) sono completamente sbagliati. Ergo tutto l’articolo e’ fuffa.
 

Io non aggiungo altre parole alla discussione che ormai ha già detto tutto. Arrivo da una tre giorni a Sesto Pusteria , Moso e Croda Rossa , un posto meraviglioso, dovevano essere 3 giorni di relax , invece la pazzia che regna sovrana in pista ha rovinato la festa .Abbiamo goduto dei rifugi, delle Spa , della cortesia degli albergatori .....ma in pista ad un certo punto , evitato per miracolo l'ennesimo incidente , non certo per colpa mia , ho alzato Bandiera bianca e ho smesso. ....
Peccato ma..
 
Dati alla mano postati sopra mostrano chiaramente che il tasso di incidenti in Italia e’ meno della metà delle piste francesi, che sono lasciate molto più “naturali”.
Per cui i presupposti ( piste piallate=più velocità=più incidenti ) sono completamente sbagliati. Ergo tutto l’articolo e’ fuffa.

Come sempre difendi il tuo orticello dando del fuffaro ad una persona responsabile che racconta più di una cosa sensata.

Tuttavia sono d’accordo che gli incidenti non avvengono perché le piste sono “facili” ma sono perfettamente d’accordo con quello che si dice nell’intervista che uno dei grandi temi è la voglia esasperata del protagonismo e l’individualismo che fa pensare che si è soli e più importanti ovunque ed anche in pista, autostrada, condominio ecc.
 
Dati alla mano postati sopra mostrano chiaramente che il tasso di incidenti in Italia e’ meno della metà delle piste francesi, che sono lasciate molto più “naturali”.
Per cui i presupposti ( piste piallate=più velocità=più incidenti ) sono completamente sbagliati. Ergo tutto l’articolo e’ fuffa.

sarebbe interessante approfondire queste statistiche, leggendo meglio i numeri per capire le tipologie e le cause

c'è qualche documento in merito?

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No sono 255 giornate/sciatore...
Te la do in cifre diverse:
F: 144000 interventi su 53200000 giornate/sci (2019)
I: 35000 interventi su 27350000 giornate/sci
Fa 0.00128 per l’Italia e 0.00271 per la Francia. Un tasso di incidenti più che doppio.

Stefi, la domanda è più per te: c'è qualche sito o documento per approfondire?
 
Le statistiche servono ad un emerito nulla se non vengono “raccontate” e se non si confrontano dati omogenei e, sopratutto, se non hanno una loro finalità di ricerca (si, sono ingegnere e per di più “regalato” alle assicurazioni mirate al target grandi aziende. Per altro, la qualifica giusta per parlare di certi argomenti andrebbe ricercata nei laureati in matematica attuariale)

Lo sci è uno sport traumatico. È insito nella sua natura l’incidente: tutti qui sappiamo il perché.

Quindi, ai fini della sicurezza, cosa ci proponiamo? Limitare il numero di eventi o ridurre i picchi?
Un crociato, un menisco a peripatetiche sono gran seccature e son pure dolori, ma prima di tutto coinvolgono un solo sciatore e in secondo luogo sono recuperabili con le cure del caso.
Nello scontro (ed è questo il caso che in genere ha come causa l’alta velocità) i coinvolti sono almeno due e le conseguenze spesso sono devastanti.

Quindi: il maggior numero di interventi in Francia (ammesso le piste siano davvero così diverse rispetto a quelle di altre zone alpine) o in genere laddove le piste sono meno addomesticate, corrisponde pure ad una diversa gravità degli incidenti? Maggiore, minore, uguale? Quali sono i costi che gravano sul servizio sanitario? Quanti giorni di assenza dalle abituali attività sono costati?

Queste e molte altre possono essere le domande alle quali bisognerebbe dare una risposta sensata e pesata se si volesse fare una ricerca seria per individuare la corretta prevenzione e non parlare a ruota libera tanto per occupare spazi sulle cronache di giornale o sulle pagine di un forum.
 
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