Una delle più interessanti zone delle Dolomiti, dal punto di vista geologico, è proprio la zona della val Biois.
Come accennavo nel primo messaggio, bellissima la zona tra le frazioni Marmolade, Valt e poi da Barezze fino a malga Bosch Brusà, lungo il torrente Gavon, ma anche quella del passo Valles!
Allora perché non unire un po' di curiosità, con una cima panoramicissima che richiede sì e no 1h10 di buon passo non allenato, tra andata e ritorno?
Ecco qui Cima Valles o, come riportato su alcune mappe, Cima Venegia: spartiacque tra val Biois e val di Femme, tra Cordevole e Avisio, tra Piave e Adige!
Tormentata nel suo profilo, di sedimenti di ogni tipo: il porfido delle rocce vulcaniche, consumato dalle ere geologiche che è diventato arenaria (simile alle formazioni della val Gardena), le marne argillose, ovviamente calcari e dolomie, tufo ed evaporiti!
La cosa più interessante di questo piccolo itinerario sono proprio le evaporiti, filoni di gesso che lasciano le loro striature nei sedimenti a vista dalla strada del Passo (lato di Fiemme)
Qui le si vede da sopra
Come detto itinerario facile, nemmeno tabellato, con qualche paletto per i bi-ruotisti
Non c'è molto da camminare in generale, figuriamoci per trovare due rocce degne di nota! Ecco subito i primi gessi!
Non si tratta di selenite, ovviamente! Quello è il gesso cristallizzato tipico della vena Romagnola, che va da... beh ovunque emerga la crisi di salinità del Messiniano tra la Repubblica di San Marino e Zaragoza, quella è la pietra di casa, su cui si basano letteralmente metà dei palazzi e torri medievali e rinascimentali di Bologna (e sono tutt'ora tanti ancora lì, tra cui il basamento della torre degli Asinelli e della Garisenda).
Questi sono gessi triassici, con più di 250 milioni di anni, all'apparenza marmo (ivi il toponimo Marmolada presente in val Biois e legato appunto a cave di gesso tra Caviola e Falcade), ma ovviamente molto più fragile
Il sentiero è banalissimo con 2 strappi: il primo subito, ad ammazzarti la digestione nel tuo tragitto post pranzo, mentre le donne fanno la nanna a casa, infine uno finale sotto la forcella Venegia. Altri 2 tratti, un molto dolce in costa ben visibile dalla strada lato Biois, e uno da forcella Venegia a cima Valles (o Venegia), quest'ultimo dal sapore di un fuorivia Appenninico: paleo-trekking (nel senso di palèo), con la sola differenza della frequente presenza di prodotti (scarti...) di pascolo di bovini ed equini.
Per fortuna che dopo il primo immediato strappo, c'è da rifiatare in un affioramento di una bellissima formazione di evaporiti, vista Laresei, Capanna Passo Valles
Dopo aver fotografato cristalli sagomati da qualche milione di anni e dalle attuali intemperie, si prosegue per il tratto dolce, anche questo di sapore appenninico, o comunque non completamente Dolomitico: le formazioni di cima Venegiota, Cimon della Stia e infine cime Pape, con le propagini nord del Mulàz nascoste dalle nebbie, regalano uno scorcio atipico!
Così tra una bolata di inutili laricini (suillus grevillei, ex boletus elegans)
Qualche raro sasso di dolomia con annesso addomesticato segnavia
inequivocabili tracce di...
...fuorilegge!
Prosegue il cammino con bei panorami, verso malga Valès Alt, i piani della Sussistenza con la pista Saline (nomen omen in questa zona...), dietro le cime dell'Auta che ingannano in molti, tra cui qualche forumer, Pelmo e Civetta col cappello a tesa larga!
Sotto i due bei cucuzzoli, che quasi si fermano in mezzo alla Val Biois, Col di Frena e Forcella Lagazzon da cui partono i principali itinerari per Cime dell'Auta, e il monte sopra il bellissimo paese di San Tomaso Agordino, con Forcella Santomaso (non carreggiabile)
Sotto un masso di Dolomia, un ricordo per noi: che la libertà non è mai scontata, che in questa valle il sangue di tanti eroi ha scorso a fiumi in una guerra molto più vicina di quella mitizzata dalla regione Veneto.
Tanti cognomi di valle risuonano orgogliosamente nella lotta al nazifascismo, Ganz in questo caso, ma anche i Murer (e partigiano fu anche il grande scultore Augusto, maestro di Mauro Corona), così anche il grande Attilio Tissi, di Vallada.
A monte, arenarie!
Qui tutto ha un colore diverso, anche i
calcari (gen.): un po' di rosso ammonitico, un po' di verde ehm... boh grigio-verdi?
E le belle rosse arenarie! Quarzose più dell'Appennino (che però è spesso ricco di cristalli di quarzo liberi nel terreno, di cui ne raccolgo tantissimi al Corno)
Qui questa roccia sedimentaria è frutto di una lenta erosione (e poi risedimentazione) delle tante intrusioni di profido nei basamenti di molte zone tra val di Cembra, Fiemme e Laresei.
Lo strato di arenarie della Val Gardena che affiorano qui, raggiunge in zona Bosch Brusà (altro lato della valle) i 150m di spessore, venivano scavate a mano per produrre una sabbia finissima (Sabiòn, toponimo anch'esso presente in valle), utile a due cose importantissime:
1) creare la pietra refrattaria per i
fornèl (in agordino si chiamano così, ma sono state altoatesinizzate in
stube) delle case
2) lucidare gli strumenti in rame, prodotti nelle miniere e nei forni delle varie valli
Ecco il secondo strappetto, almeno questo va a tornanti, ci si guarda indietro verso Capanna passo Valles, casera Pradazzo e la SP che scende a Caversòn e poi Falcade
Si guadagna la panoramicissima sella, forcella Venegia, con 3/4 di Mulàz, Bureloni, Vezzana e Cimon della Pala
Zoom sul Travignolo (ghiacciaio) e la piana da cui poi sorge l'omonimo Torrente, il becco del Cimone che gioca a nascondino
Il tempo pomeridiano è incerto, quindi non mi fermo molto, gita da pensionato, ma almeno una cima la devo staccare!
Certo che anche se coperto, non è mica male: val Venegia e il Castellaz sotto, là lontano il Lagorai parte per la sua lunga cavalcata verso sudovest
Dietro di me quella bellezza della nord del Mulaz, col suo pilastro grigio che mai scalerò perché proprio non è nemmeno nel mio interesse (VII- o VI+/A0 sai che bazza😅)
Proseguire!
Labile palèo-traccia, ne sbaglio anche una trovandomi su un terrazzino erboso pieno di... ehm... recenti
residuati bellici. Torno sui miei passi, andiamo dritto per dritto quasi sul filo di cresta
Qua vere trincee, postazione sicuramente ambita fino a 104 anni fa
Tra muretti a secco si vede la cima... Valles o Venegia?
Valles!
Dalla vetta gli occhi si riempiono, perché il sole mi regala uno squarcio, velocissimo, come devo essere io: se la bimba si sveglia e non arrivo in casa nel giro di 20' saranno brontolate
Laggiù,
molto giù, il lago di Paneveggio
Altro residuato bellico recente: una mina! Attenzione a metterci sopra i piedi!
Constatato che la mia auto è ancora là, occorre fare in fretta!
Però emergono le punte

con la travagliatissima cresta del Cimon della Pala, che quando sei al bivacco Bolver-Lugli, ti tocca ancora 1h per fare 100m netti di dislivello su un saliscendi di rotture infinite tra torri, torrette e gendarmi, fino ai 3184 della vetta!
Meglio salire per lo spigolone nordovest, o no?! Prima o poi mi affitto una guida, perché a fare un percorso sì scabroso non trovo più nessuno dei moderni climber amici miei
La sponda assolata della val Biois, un angolo di Sappade e sotto Falcade
Mal d'arenaria!
Oh Sandstone, where art thou?!
Mentre scendo... ecco i clandestini (ci ruberanno anche loro il lavoro)?!?
Con un cartello così eloquente a inizio percorso, sono col coltello tra i denti: prometto a me stesso che non muoverò un centimetro e andrò dritto per la mia strada. E gliene dirò 4.
Si fermano loro a debita distanza, mi scrutano.
Sono l'uomo col fucile.
Salutano per primi.
Contraccambio con un mezzo sorriso.
Tutto sommato sono un bonaccione.
Rallentando il passo, una meraviglia a fianco a me! Su un piccolo sasso di Dolomia, formazioni fossilifere di fondale marino! E' una rarità trovar fossili in dolomie e calcari, è piccolino sta comodamente nello zainetto, ma... che me ne faccio che 2 anni fa tutti i miei sassi li ho portati in cantina? Starà là ad ammagliare qualche raro nerd di passaggio!
Canaloni sulla via del rientro
La prova che non dico cazzate: è gesso!
Un ricordo di quanto facilmente si scioglie alle intemperie! Qui andava sotto almeno 40cm
Zebrate
Tra porfidi e prati
Capanna in vista
Uno sguardo indietro al mio 270m D+ in 1h10 a/r compreso foto e viaggio mentale per descrizione, arrivo al baule della macchina per cambiarmi le scarpe.
Sguardo al telefono: la piccola ancora dorme! Yeah!
Un ricordo per quando sarà grande: gesso ferroso
Panoramicamente, geologicamente, è tutto quel che potevo dare

60 foto per 1h10 di camminata, di cui la metà sono foto di sassi.
Alla prossima secchionata!