... e sul medio Stefano Belingheri scia da paura anche in quel modo lì :shock:
Sul corto mi sembra un pelo più impacciato, ma diamogli tempo un paio di discese
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P.S. Il neozelandese mi piace sempre parecchio.
Della scuola svizzera non mi piace il cadere sull'interno nelle curve più ampie, è un vizio che hanno i nostri maestri che sciano tutti con SL.
Lezioni con gli istruttori:
Tuttavia penso che sarebbe controproducente impararlo perché bisognerebbe introdurre degli "errori tecnici" che verrebbero rifiutati da un cervello allenato per anni e anni ad evitarli accuratamente.
Edge, bellissime le dimostrazioni degli istruttori dal minuto 8:35! Bravissima l'istruttrice al minuto 8:48, peccato per il tipo meno bravo che la segue e la copre un po'
Da notare prima di tutto che NON sono corti in assorbimento "alla giapponese", qui quando flettono e tirano indietro il vecchio esterno cercano sempre l'appoggio sul nuovo esterno. Interessante la discesa al minuto 9:06 con l'istruttore che dimostra alcune "phantom turns" che significano anche, appunto, ricerca di appoggio solido sul nuovo esterno.
Poi al minuto 9:19 il dimostratore giapponese (Takao Maruyama?) è seguito da uno neozelandese (Joshua Duncan Smith?) che invece scia "in assorbimento". Per me non c'è confronto
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Nel video dell’Interski la dimostratrice del minuto 9 è Yui Sunohara, la svizzera che la segue mi sembra Nadine Grunënfelder. Gli ultimi due invece sono proprio Takao e JDS.
Wellness, ma tecnicamente qual è la differenza?
La sciata in retrazione è farsi passare sotto gli sci mentre vai sostanzialmente dritto. Tipo sbattere gli sci di qua e di là dal tuo baricentro che sostanzialmente non cambia direzione. Come sulle gobbe: dritto per dritto, assorbendo le gobbe, ma non c'è curva vera.
L'errore tecnico (dal "nostro" punto di vista cioè da un punto di vista race) è il seguente: la pressione sull'esterno arriva solo a fine curva. Una sciata race dove l'obiettivo è quello di spostare il baricentro a destra e sinistra, cioè curvare per davvero, si ottiene andando a caricare l'esterno il prima possibile. Per fare questo non puoi cedere alle forze a fine curva, devi resistere, per portare il baricentro verso il nuovo esterno, andarci sopra, e solo dopo iniziare ad inclinarti dentro la nuova curva.
Se andiamo a vedere i segni che lascia in terra il giappo, vediamo due strisce a fine curva, prima il nulla. Io quando mi giro a guardare le strisce che ho lasciato sono contento se la maggior parte dell'incisione è prima della massima, e non dopo. Prima della massima il giappo non lascia nulla: i suoi sci sono completamente scarichi. Si vede benissimo all'inzio del video short turn postato da edge: per 3/4 di curva lo sci galleggia passando sotto il corpo dello sciatore, poi arriva la pressione a fine curva, dura un amen e poi via, nuovo assorbimento e sci che passa dall'altra parte.
Bellissimo esercizio stilistico, ma per me sciare è un'altra cosa. E poi tutti quei rinculi mi piacciono il giusto, meglio il buon Mc G. che è superfluido.
Sulle curve ampie invece se vedi il confronto con Belingheri, lui è sempre ben piazzato col peso sull'esterno, l'altro molto, ma molto meno, tira di spalla e si inclina troppo, ergo deforma meno lo sci. Anche qua l'esercizio è stilistico: piegone estremo sacrificando la performance. Fermo restando che la differenza non è così evidente: tutti gran sciatori, magari avere i loro piedi...
Infatti questa sciata non crea velocità, sarà per quello che non vengono fuori atleti dai loro vivai? a parte quelli allenati qui in europa?
Bellissimo!Video postato dagli australiani:
Dal minuto 3:41 rivediamo la svizzera Nadine Grunënfelder dimostrare curve "javelin" molto dinamiche e poi carvare esibendo anche inizi curva sull'interno "alla Magri". Il tutto su pista devastata :shock: