Due anni fa, quando avevo fatto la prima cavalcata di confine sulla Pitturina, mi ero ripromesso di tornare in quei posti e fare il bis con un suo vicino, il Palombino.
Fare il bis, e rivedere le spettacolari Crode Longerin, da vicino, magari senza foschia e con la luce che meritano.
Un bel giro transfrontaliero ad anello partendo dalla Val Visdende, bellissima vallata di pascoli disseminata di malghe nella zona del Comelico, e valicando il confine prima a Forcella Dignas, e poi al Passo di Cima Vallona.
Il giro era previsto in due giorni, dormendo in Austria al Porzehütte, peccato che quando potevo io non avevano posto, e quando avevano posto non potevo io.
Bel casino vista la mancanza di allenamento... farlo in giornata è fattibile, ma 1500 di dislivello in un sol colpo (che sarebbero la normalità per me) in questa estate balorda non li ho ancora fatti...
Amen, o cosí o cosí.
E allora andiamo!
La mattina la sveglia suona ben presto, da Cortina ci vuole un' ora e mezza di strada e non vorrei dover lasciare la macchina in parcheggi lontani dalla partenza, visto che quello piú vicino è piccolo e quindi... chi primo arriva meglio alloggia!
Via, la strada scorre veloce, Passo Tre Croci, Auronzo, Santo Stefano di Cadore...
Arrivo all' inizio della dolcissima valle, pago il parcheggio (5 EUR per un giorno, si può lasciare la macchina in uno qualsiasi dei tanti parcheggi in zona) e vado a lasciare la macchina a Bivio Ciadon, dove c' è il parcheggio piú alto.
Si comincia!
Su lo zaino, e prendo il sentiero 170 verso Malga Dignas
sentiero che in realtà è una comoda strada sterrata che sale molto tranquilla
Subito compare la Cima Palombino, che viene a darmi il buongiorno
IGO
mentre ben presto una targa rivela la natura militare della strada: costruita negli anni 30, è stata risistemata dalla Compagnia Genio Pionieri della Brigata Alpina "Cadore" negli anni '60
La strada scorre piacevole, mentre i panorami via via si aprono e la malga si avvicina
ed in breve eccomi alla graziosa Malga Dignas
Qua mi faccio una fetta di dolce ed un cappuccino, la giornata bisogna cominciarla bene :buongiorno:
Poi mi rimetto in marcia
Le regine non si vedono, ma si sente il loro scampanellio: visto il caldo sono andate a pascolare tra gli alberi che hanno ricolonizzato i pascoli piú bassi, e se ne stanno belle fresche.
Anzi no, eccone un paio spuntare
Un tempo tutta la testata della valle era un immenso pascolo e c' erano parecchie malghe attive, purtroppo l' industria dell' occhiale le ha fatte abbandonare, e cosí qua in alto mi pare ne restino attive giusto un paio, mentre le altre sono chiuse o usate per altri scopi, ed il bosco si sta impossessando di molti dei vecchi pascoli.
Arrivo ad un bivio: a destra il segnavia 170 prosegue lungo la Strada delle Malghe, un bellissimo percorso da fare a piedi o in MTB passando per tutte le vecchie malghe dell' alta valle, a sinistra invece si prosegue lungo la strada militare verso Forcella Dignas e l' Austria
In breve la strada esce definitivamente dal bosco, e questi pascoli danno una sensazione di enorme serenità
e davanti eccolo il Palombino
È ancora presto, ed il silenzio è rotto solo da qualche ciclista e dai primi escursionisti - ben piú veloci di me - che salgono verso la ferrata italiana per la cima.
La strada sembra quasi andargli addosso, bello lui :skiamo:
au suoi piedi ci sono anche un paio di mucche pioniere che cercando un po' di tranquillità son venute a pascolare qua in alto
si, davvero incantevole questa valle :skiamo:
Tralascio il bivio con il sentiero 172 che porterebbe alla cima per la ferrata, e proseguo passeggiando beatamente
Arrivo cosí alle casermette di Forcella Dignas, costruite negli anni 30 per la Guardia di Finanza, e ristrutturate negli anni 60 come presidio del Battaglione Alpini Val Cismon nel periodo buio del terrorismo sudtirolese.
Faccio qualche minuto di riposo, e mi accorgo che non sono l' unico ad avere avuto questa idea: in lontananza vedo un gruppetto di "regine pioniere" che si godono la giornata belle... stravaccate
Via, mi rimetto in marcia, adesso in discesa
e valico il confine
Da qua prendo il sentiero austriaco 403: la lunghissima Altavia Carnica (da non confondere con la Traversata Carnica che in parte ha percorso diverso) che unisce Sillian, dietro Sesto, e Thörl, tra Tarvisio e Arnoldstein, dove si collega poi con il sentiero 603: l' Altavia delle Caravanche.
Il sentiero é una bella mulattiera che scende a tornanti (dove incrocio parecchi italiani che salgono dall' Austria)
con vista su Obertilliach e le Dolomiti di Lienz
ed in breve mi porta al grazioso Porzehütte (tradotto sarebbe "Rifugio Palombino")
Qua ci do dentro :skipasta: una bella goulaschsuppe seguita da würstel & patate: proprio uno spuntino leggero
Caffettino, grappino e :sig: e sono pronto a rimettermi in marcia, sempre lungo il sentiero 403
il sentiero, in leggera discesa ed in un ambiente di estremo relax, mi permette di rimettermi in marcia senza accusare troppo lo sfondamento da cibo
intanto mi godo il panorama sulla Obertilliacher Tal
Continuo il passeggio digestivo, sempre in falsopiano
intanto imparo a guardare le Dolomiti di Lienz, con Spitzkofel e Kreuzkofel a dominare la scena
Arrivo ad un bivio: la pacchia è finita :sbonk:
Abbandono infatti il piacevole sentiero 403 per prendere il 17 ( già il nome è un programma
) verso il Passo di Cima Vallona (in tedesco Porzescharte, che significherebbe Forcella Palombino)
L' inizio è soft, e punta dritto alla bella parete Nord
poi diventa meno soft, e prende a salire le ghiaie con una serie di tornanti
Passano le ghiaie, ma non i tornanti :sudato:
mentre alle spalle la testata della valle è dominata da una lunghissima cresta verde
Entro finalmente nella Porzekar, la conca che si apre tra Palombino e Col de Lai: qua non serve risalire il ghiaione: il sentiero percorre questi ultimi metri piacevolmente tra i pascoli
Ormai ci siamo, sono sotto il valico
e cominciano a comparire i primi resti di reticolati
Arrivo al confine, al Passo di Cima Vallona
Qua i segni della guerra sono ben evidenti
addirittura alcuni tratti di reticolato sono ancora in piedi! :shock:
Al mio rientro in Italia vengo accolto da un gregge di pecore, con tanto di agnellini
... e con l' immancabile pecora nera
Fanno un casino assurdo, sembra di essere al mercato :bla
BEEEEEEEH
BEH
BEEEHEHEHEHEHE
Ma il top è il montone che comanda il gregge: abbarbicato su per il pendio, manco fosse uno stambecco, sta là a fissarmi e comincia:
BOOH
BOOOOOOOOOOOH
Ora, probabilmente sono i metri di dislivello e la stanchezza che si fanno sentire, ma io gli rispondo!
BOOOOOH
e niente, attacchiamo bottone e andiamo avanti a discutere quasi 10 minuti, senza neanche sapere che cavolo ci stiamo dicendo :rotlf: :rotlf: :rotlf:
Ad un certo punto inizio a riavermi dalla stanchezza ed a rendermi conto del delirio, sto singhiozzando dal ridere, e qua accade l' incommensurabile: ridendo mi parte un BOOOOH particolarmente potente: non ho la piú pallida idea di che cavolo abbia detto con quel verso, fatto sta che di colpo le pecore ammutoliscono, pure il montone, si girano di scatto e partono tutti come soldatini su per il monte :shock:
Non ho la piú pallida idea di dove stiano andando, ma ho una certezza: se niente niente c' è il pastore, bene che vada finisco impallinato come un fagiano
Meglio tagliare la corda!
rd:
Via, mi fiondo sul sentiero 160, che sale alla cresta da sud bypassando la ferrata (ero in astinenza di un po' di ravanamento
)
Il vecchio sentiero inizia contornando la base delle pareti
Poi ti guarda e ti dice: hai voluto la bicicletta? Bene, su di qua! :sbonk:
Comincio lo sbudellamento, mentre alle spalle ho Cima Vallona ed il suo Cadín, teatro il 25 giugno 1967 di un' ignobile strage dei terroristi
ai margini del Cadín si intravvede anche il bivacco dedicato ad Armando Piva - Alpino di leva del Battaglione Val Cismon - una delle vittime di quel vigliacco gesto.
Lo sbudellamento è faticoso, ma breve, ed un roccione piantato in piedi mi segnala che sono alla fine del canale
Arrivo su, mi affaccio e...
SBADADAM!!! :shock: :shock: :shock: :skiamo: :skiamo: :skiamo:
Eccole, ecco le Crode dei Longerín, uno spettacolo di aghi e di guglie incredibile, sono stupende!
:arf:
Qua mi siedo e resto alcuni minuti in contemplazione, non si può tirar dritto indifferenti a questo spettacolo.
E aspetta che non è finita, perché in fondo compaiono anche le Dolomiti Pesarine con i loro torrioni
Bon, ciccio animo che è ancora lunga, in marcia!
Si, ma dove? :???
La traccia diciamo che non è il massimo, ho trovato sentieri "fantasma" messi decisamente meglio, comunque si lascia percorrere, fino ad arrivare ad uno strappetto-ravanino che porta a prendere quota
Da qua punta tutto sotto cresta fino a ricongiungersi con la ferrata bypassata, e diventa ben piú evidente
Inoltre anche la pendenza diventa modesta
ed il tutto si trasforma in una piacevolissima passeggiata con vista Longerin: non male, no?
IGO
Affronto un ultimo passaggio scavato nella roccia
e poi TAAAAC, come per magia mi trovo su un bel sentierino tra i prati, manca solo la nonna col nipotino
Ultimi sforzi, manca poco alla cima
Eccola, è là!
ed ecco comparire le prime caverne: la cima infatti è stata contesa nei primi mesi di guerra, prima di passare definitivamente in mano italiana
ECCOLAAAAA! Ci siamo!!!

Butto giú lo zaino, mi siedo, e mi accendo la :sig: della soddisfazione.
E mi siedo proprio SUL confine, visto che il cippo è esattamente in vetta
Poi mi dedico al panorama, faccio l' appello
Dolomiti Pesarine, gruppo del Rinaldo, e cupolone del Peralba ✓
Dolomiti di Lienz ✓
Cavallino e Col Quaternà ✓
Crode Longerin
e Dolomiti di Sesto e del Comelico ✓
Direi che ci siamo
IGO
Bene, posso mettermi in marcia, e mi incammino lungo il sentiero 142, che mi porterà a seguire quella dorsale verde in basso, la Cresta del Palombino, punto di partenza per l' attacco italiano alla cima.
Inizio a discendere la piacevole traccia
che in breve diventa un sentierino tra i pratoni
inframmezzato solo da un breve passaggio - ancora una volta - scavato nella roccia
Poi si torna definitivamente nel verde, ed inizio a rilassare le gambe mentre lo sguardo si colma di questi scenari :skiamo:
eccomi quindi in vista della selletta che separa Cima Palombino dalla sua Cresta
Qua tralascio il sentiero che scende diretto a Malga Dignas lungo la Val Palombino
do uno sguardo alle spalle, verso la Cima da cui sono appena sceso
e mi preparo ad affrontare gli ultimi cinquanta metri di salita della giornata
Il sentiero tradisce chiaramente la sua origine di mulattiera militare, cosí come le rocce tradiscono la loro origine cosí diversa dai calcari della cima o dalle dolomie dei Longerin
Le opere militari in questa zona abbondano, e guardando indietro mi nasce piú di qualche sospetto...
Guarda, riguarda... si, c' è piú di qualcosa di sospetto... :think:
Via, prendiamo nota e andiamo avanti, altrimenti si fa notte!
Arrivo sulla bella cresta verde, dove trincee e camminamenti si sprecano
Ora il sentiero cambia versante
e segue i vecchi camminamenti protetti
passando davanti ad alcune caverne rinforzate
mentre possenti muraglie dominano l' orizzonte alle mie spalle
La discesa se ne va cosí, per piacevoli e rilassanti pratoni
godendo di meravigliose vedute
Guarda che spettacolo questa valle tutta verde, con in fondo il Peralba ed il gruppo del Rinaldo a fare da sfondo :skiamo:
Ma il meglio deve ancora arrivare.
All' inizio del report ho scritto "rivedere le spettacolari Crode Longerin, da vicino, magari senza foschia e con la luce che meritano".
Sono vicino.
La foschia non c' è e le nuvole se ne sono andate.
C' è una luce bassa che è qualcosa di assurdo.
ELAMADONNA :skiamo: :skiamo: :skiamo: :arf: :arf: :arf:
Penso che neanche nei desideri piú profondi avessi mai immaginato di trovarmici con queste condizioni, è tutto semplicemente perfetto, da non crederci :shock:
Perdo il conto di quanto tempo resto imbambolato, poi - quasi controvoglia - vado ad aggirare un dosso infilandomi nel bosco
Quando ne esco sono a Passo Palombino, valico che separa la Val di Londo (laterale della Val Visdende) dalla Val Melín (laterale della Val Digón) ed importante crocevia di sentieri
Adesso le splendide crode le guardo dal basso, mentre mi appresto a scendere lungo il sentiero 167 per Malga Londo
Scendo rapido attraversando i pascoli, ed ecco comparire le regine
Io educatamente saluto
IACERE:
e loro ricambiano
Un paio addirittura si avvicinano e vengono a farsi fare i grattini
Dopo l' incontro con le padrone di casa, il sentiero riprende le antiche sembianze di strada militare
ed in breve mi porta alla grande Malga Londo
Da qua in pochi minuti sono di ritorno alla macchina, stanco morto (ed ho ancora un' ora e mezza di strada
), ma la soddisfazione è proporzionale alla stanchezza, le Crode Longerin mi hanno fatto davvero un bel regalo.
Fare il bis, e rivedere le spettacolari Crode Longerin, da vicino, magari senza foschia e con la luce che meritano.
Un bel giro transfrontaliero ad anello partendo dalla Val Visdende, bellissima vallata di pascoli disseminata di malghe nella zona del Comelico, e valicando il confine prima a Forcella Dignas, e poi al Passo di Cima Vallona.
Il giro era previsto in due giorni, dormendo in Austria al Porzehütte, peccato che quando potevo io non avevano posto, e quando avevano posto non potevo io.
Bel casino vista la mancanza di allenamento... farlo in giornata è fattibile, ma 1500 di dislivello in un sol colpo (che sarebbero la normalità per me) in questa estate balorda non li ho ancora fatti...
Amen, o cosí o cosí.
E allora andiamo!
La mattina la sveglia suona ben presto, da Cortina ci vuole un' ora e mezza di strada e non vorrei dover lasciare la macchina in parcheggi lontani dalla partenza, visto che quello piú vicino è piccolo e quindi... chi primo arriva meglio alloggia!
Via, la strada scorre veloce, Passo Tre Croci, Auronzo, Santo Stefano di Cadore...
Arrivo all' inizio della dolcissima valle, pago il parcheggio (5 EUR per un giorno, si può lasciare la macchina in uno qualsiasi dei tanti parcheggi in zona) e vado a lasciare la macchina a Bivio Ciadon, dove c' è il parcheggio piú alto.
Si comincia!
Su lo zaino, e prendo il sentiero 170 verso Malga Dignas

sentiero che in realtà è una comoda strada sterrata che sale molto tranquilla

Subito compare la Cima Palombino, che viene a darmi il buongiorno


mentre ben presto una targa rivela la natura militare della strada: costruita negli anni 30, è stata risistemata dalla Compagnia Genio Pionieri della Brigata Alpina "Cadore" negli anni '60

La strada scorre piacevole, mentre i panorami via via si aprono e la malga si avvicina


ed in breve eccomi alla graziosa Malga Dignas

Qua mi faccio una fetta di dolce ed un cappuccino, la giornata bisogna cominciarla bene :buongiorno:
Poi mi rimetto in marcia

Le regine non si vedono, ma si sente il loro scampanellio: visto il caldo sono andate a pascolare tra gli alberi che hanno ricolonizzato i pascoli piú bassi, e se ne stanno belle fresche.
Anzi no, eccone un paio spuntare

Un tempo tutta la testata della valle era un immenso pascolo e c' erano parecchie malghe attive, purtroppo l' industria dell' occhiale le ha fatte abbandonare, e cosí qua in alto mi pare ne restino attive giusto un paio, mentre le altre sono chiuse o usate per altri scopi, ed il bosco si sta impossessando di molti dei vecchi pascoli.
Arrivo ad un bivio: a destra il segnavia 170 prosegue lungo la Strada delle Malghe, un bellissimo percorso da fare a piedi o in MTB passando per tutte le vecchie malghe dell' alta valle, a sinistra invece si prosegue lungo la strada militare verso Forcella Dignas e l' Austria

In breve la strada esce definitivamente dal bosco, e questi pascoli danno una sensazione di enorme serenità

e davanti eccolo il Palombino

È ancora presto, ed il silenzio è rotto solo da qualche ciclista e dai primi escursionisti - ben piú veloci di me - che salgono verso la ferrata italiana per la cima.
La strada sembra quasi andargli addosso, bello lui :skiamo:

au suoi piedi ci sono anche un paio di mucche pioniere che cercando un po' di tranquillità son venute a pascolare qua in alto

si, davvero incantevole questa valle :skiamo:


Tralascio il bivio con il sentiero 172 che porterebbe alla cima per la ferrata, e proseguo passeggiando beatamente


Arrivo cosí alle casermette di Forcella Dignas, costruite negli anni 30 per la Guardia di Finanza, e ristrutturate negli anni 60 come presidio del Battaglione Alpini Val Cismon nel periodo buio del terrorismo sudtirolese.



Faccio qualche minuto di riposo, e mi accorgo che non sono l' unico ad avere avuto questa idea: in lontananza vedo un gruppetto di "regine pioniere" che si godono la giornata belle... stravaccate


Via, mi rimetto in marcia, adesso in discesa


e valico il confine

Da qua prendo il sentiero austriaco 403: la lunghissima Altavia Carnica (da non confondere con la Traversata Carnica che in parte ha percorso diverso) che unisce Sillian, dietro Sesto, e Thörl, tra Tarvisio e Arnoldstein, dove si collega poi con il sentiero 603: l' Altavia delle Caravanche.

Il sentiero é una bella mulattiera che scende a tornanti (dove incrocio parecchi italiani che salgono dall' Austria)

con vista su Obertilliach e le Dolomiti di Lienz

ed in breve mi porta al grazioso Porzehütte (tradotto sarebbe "Rifugio Palombino")

Qua ci do dentro :skipasta: una bella goulaschsuppe seguita da würstel & patate: proprio uno spuntino leggero

Caffettino, grappino e :sig: e sono pronto a rimettermi in marcia, sempre lungo il sentiero 403

il sentiero, in leggera discesa ed in un ambiente di estremo relax, mi permette di rimettermi in marcia senza accusare troppo lo sfondamento da cibo


intanto mi godo il panorama sulla Obertilliacher Tal

Continuo il passeggio digestivo, sempre in falsopiano

intanto imparo a guardare le Dolomiti di Lienz, con Spitzkofel e Kreuzkofel a dominare la scena

Arrivo ad un bivio: la pacchia è finita :sbonk:
Abbandono infatti il piacevole sentiero 403 per prendere il 17 ( già il nome è un programma


L' inizio è soft, e punta dritto alla bella parete Nord

poi diventa meno soft, e prende a salire le ghiaie con una serie di tornanti

Passano le ghiaie, ma non i tornanti :sudato:

mentre alle spalle la testata della valle è dominata da una lunghissima cresta verde

Entro finalmente nella Porzekar, la conca che si apre tra Palombino e Col de Lai: qua non serve risalire il ghiaione: il sentiero percorre questi ultimi metri piacevolmente tra i pascoli


Ormai ci siamo, sono sotto il valico

e cominciano a comparire i primi resti di reticolati

Arrivo al confine, al Passo di Cima Vallona

Qua i segni della guerra sono ben evidenti

addirittura alcuni tratti di reticolato sono ancora in piedi! :shock:

Al mio rientro in Italia vengo accolto da un gregge di pecore, con tanto di agnellini


... e con l' immancabile pecora nera

Fanno un casino assurdo, sembra di essere al mercato :bla
BEEEEEEEH
BEH
BEEEHEHEHEHEHE
Ma il top è il montone che comanda il gregge: abbarbicato su per il pendio, manco fosse uno stambecco, sta là a fissarmi e comincia:
BOOH
BOOOOOOOOOOOH
Ora, probabilmente sono i metri di dislivello e la stanchezza che si fanno sentire, ma io gli rispondo!
BOOOOOH
e niente, attacchiamo bottone e andiamo avanti a discutere quasi 10 minuti, senza neanche sapere che cavolo ci stiamo dicendo :rotlf: :rotlf: :rotlf:
Ad un certo punto inizio a riavermi dalla stanchezza ed a rendermi conto del delirio, sto singhiozzando dal ridere, e qua accade l' incommensurabile: ridendo mi parte un BOOOOH particolarmente potente: non ho la piú pallida idea di che cavolo abbia detto con quel verso, fatto sta che di colpo le pecore ammutoliscono, pure il montone, si girano di scatto e partono tutti come soldatini su per il monte :shock:

Non ho la piú pallida idea di dove stiano andando, ma ho una certezza: se niente niente c' è il pastore, bene che vada finisco impallinato come un fagiano

Meglio tagliare la corda!
Via, mi fiondo sul sentiero 160, che sale alla cresta da sud bypassando la ferrata (ero in astinenza di un po' di ravanamento


Il vecchio sentiero inizia contornando la base delle pareti

Poi ti guarda e ti dice: hai voluto la bicicletta? Bene, su di qua! :sbonk:


Comincio lo sbudellamento, mentre alle spalle ho Cima Vallona ed il suo Cadín, teatro il 25 giugno 1967 di un' ignobile strage dei terroristi

ai margini del Cadín si intravvede anche il bivacco dedicato ad Armando Piva - Alpino di leva del Battaglione Val Cismon - una delle vittime di quel vigliacco gesto.

Lo sbudellamento è faticoso, ma breve, ed un roccione piantato in piedi mi segnala che sono alla fine del canale

Arrivo su, mi affaccio e...
SBADADAM!!! :shock: :shock: :shock: :skiamo: :skiamo: :skiamo:

Eccole, ecco le Crode dei Longerín, uno spettacolo di aghi e di guglie incredibile, sono stupende!

Qua mi siedo e resto alcuni minuti in contemplazione, non si può tirar dritto indifferenti a questo spettacolo.
E aspetta che non è finita, perché in fondo compaiono anche le Dolomiti Pesarine con i loro torrioni


Bon, ciccio animo che è ancora lunga, in marcia!
Si, ma dove? :???

La traccia diciamo che non è il massimo, ho trovato sentieri "fantasma" messi decisamente meglio, comunque si lascia percorrere, fino ad arrivare ad uno strappetto-ravanino che porta a prendere quota

Da qua punta tutto sotto cresta fino a ricongiungersi con la ferrata bypassata, e diventa ben piú evidente


Inoltre anche la pendenza diventa modesta

ed il tutto si trasforma in una piacevolissima passeggiata con vista Longerin: non male, no?


Affronto un ultimo passaggio scavato nella roccia

e poi TAAAAC, come per magia mi trovo su un bel sentierino tra i prati, manca solo la nonna col nipotino



Ultimi sforzi, manca poco alla cima

Eccola, è là!

ed ecco comparire le prime caverne: la cima infatti è stata contesa nei primi mesi di guerra, prima di passare definitivamente in mano italiana

ECCOLAAAAA! Ci siamo!!!




Butto giú lo zaino, mi siedo, e mi accendo la :sig: della soddisfazione.
E mi siedo proprio SUL confine, visto che il cippo è esattamente in vetta

Poi mi dedico al panorama, faccio l' appello
Dolomiti Pesarine, gruppo del Rinaldo, e cupolone del Peralba ✓

Dolomiti di Lienz ✓

Cavallino e Col Quaternà ✓

Crode Longerin


Direi che ci siamo

Bene, posso mettermi in marcia, e mi incammino lungo il sentiero 142, che mi porterà a seguire quella dorsale verde in basso, la Cresta del Palombino, punto di partenza per l' attacco italiano alla cima.

Inizio a discendere la piacevole traccia


che in breve diventa un sentierino tra i pratoni

inframmezzato solo da un breve passaggio - ancora una volta - scavato nella roccia

Poi si torna definitivamente nel verde, ed inizio a rilassare le gambe mentre lo sguardo si colma di questi scenari :skiamo:

eccomi quindi in vista della selletta che separa Cima Palombino dalla sua Cresta

Qua tralascio il sentiero che scende diretto a Malga Dignas lungo la Val Palombino

do uno sguardo alle spalle, verso la Cima da cui sono appena sceso

e mi preparo ad affrontare gli ultimi cinquanta metri di salita della giornata

Il sentiero tradisce chiaramente la sua origine di mulattiera militare, cosí come le rocce tradiscono la loro origine cosí diversa dai calcari della cima o dalle dolomie dei Longerin

Le opere militari in questa zona abbondano, e guardando indietro mi nasce piú di qualche sospetto...

Guarda, riguarda... si, c' è piú di qualcosa di sospetto... :think:
Via, prendiamo nota e andiamo avanti, altrimenti si fa notte!
Arrivo sulla bella cresta verde, dove trincee e camminamenti si sprecano


Ora il sentiero cambia versante

e segue i vecchi camminamenti protetti

passando davanti ad alcune caverne rinforzate

mentre possenti muraglie dominano l' orizzonte alle mie spalle


La discesa se ne va cosí, per piacevoli e rilassanti pratoni

godendo di meravigliose vedute

Guarda che spettacolo questa valle tutta verde, con in fondo il Peralba ed il gruppo del Rinaldo a fare da sfondo :skiamo:

Ma il meglio deve ancora arrivare.
All' inizio del report ho scritto "rivedere le spettacolari Crode Longerin, da vicino, magari senza foschia e con la luce che meritano".
Sono vicino.
La foschia non c' è e le nuvole se ne sono andate.
C' è una luce bassa che è qualcosa di assurdo.
ELAMADONNA :skiamo: :skiamo: :skiamo: :arf: :arf: :arf:

Penso che neanche nei desideri piú profondi avessi mai immaginato di trovarmici con queste condizioni, è tutto semplicemente perfetto, da non crederci :shock:
Perdo il conto di quanto tempo resto imbambolato, poi - quasi controvoglia - vado ad aggirare un dosso infilandomi nel bosco

Quando ne esco sono a Passo Palombino, valico che separa la Val di Londo (laterale della Val Visdende) dalla Val Melín (laterale della Val Digón) ed importante crocevia di sentieri

Adesso le splendide crode le guardo dal basso, mentre mi appresto a scendere lungo il sentiero 167 per Malga Londo


Scendo rapido attraversando i pascoli, ed ecco comparire le regine

Io educatamente saluto
e loro ricambiano


Un paio addirittura si avvicinano e vengono a farsi fare i grattini
Dopo l' incontro con le padrone di casa, il sentiero riprende le antiche sembianze di strada militare

ed in breve mi porta alla grande Malga Londo

Da qua in pochi minuti sono di ritorno alla macchina, stanco morto (ed ho ancora un' ora e mezza di strada

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