Una decina di morti scialpinisti in montagna tra chamonix zermatt

La precondizione di questo tipo di incidenti, apparentemente assurdi, è che si tratta di escursioni "per il grande pubblico" programmate e organizzate da tempo in una precisa finestra di ferie, e quindi difficilmente rimandabili. I clienti non si rendono ben conto dei rischi e sono quindi restii a rinunciare, mentre la guida è comunque interessata a lavorare e tende ad accontentarli.

Leggevo su un quotidiano svizzero le interviste alle guide locali che dicevano che il maltempo non solo era previsto ma era presente già dal mattino, a alcuni gruppi sullo stesso percorso avevano fatto ritorno al rifugio, date le condizioni.

Le guide dicevano anche che proseguire comunque con quel tempo può essere assolutamente fattibile o una follia a seconda del grado di preparazione. Parlavano di temperature non così estreme, tra i - 5 e i - 10, più vento.
 
Ho avuto il piacere e l'onore di sciare con Mario.

Grande persona e grande guida. Non conoscevo la moglie che è morta anche lei poche ore fa.

Entrambi erano ottimi alpinisti con esperienza in tutto il mondo.

Saluti a tutti quelli che ci hanno lasciato in questi giorni.

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[La Grave febbraio 2008]

Ciao Mario!!!

RIP
 
Ultima modifica:
@il pordenonese non intendevo perché non hanno usato le cartine ma perché non avessero idea della difficoltà del percorso. Possibile che non avessero studiato il percorso la sera prima con la guida?
 
La sensazione di impotenza in quei momenti ti assale, ne so qualcosa perché anche a noi é capitata una situazione simile, 1000 mt più in basso, e su una pista da sci alla francese. Il maltempo non era previsto, solo un pó di vento in più rispetto al day precedente.
Avevo studiato il percorso dall'inizio della pista fino alla sua fine dopo il parco naturale. Eravamo sulla pista, vento, freddo e whiteout in meno di tre minuti, perso qualsiasi punto di orientamento, fatica a stare in piedi per le raffiche.....io li riesco a capire.
Il racconto in uno dei miei reportage.
Poveretti
 
@il pordenonese non intendevo perché non hanno usato le cartine ma perché non avessero idea della difficoltà del percorso. Possibile che non avessero studiato il percorso la sera prima con la guida?

Non posso parlare di ciò che non conosco (e qui nessuno sa esattamente cosa sia successo), ma una guida esperta di sicuro ha studiato il percorso. Poi gli imprevisti possono accadere (esempio il maltempo che arriva prima del previsto) o anche gli errori di valutazione (siamo tutti umani)....e in montagna queste cose a volte si pagano care. Davvero, solo rispetto per questa disgrazia.
 

.

"Non sapevamo che la gita fosse lunga e impegnativa perché non ce l’avevano detto."

Ma di cosa dobbiamo discutere?


Il posto per chi ha un approccio del genere a qualunque attività fisica all'aria aperta, è Disneyland.
La spiaggia libera di Cesenatico davanti al grattacielo è già troppo.

Pressapochismo e approssimazione.
Lo specchio di come in questo paese si diffonde cultura legata alla montagna.


Messner ha ragione, è verissimo. Quelle condizioni è giocare alla roulette russa con una pistola automatica!
Ciononostante, se al mattino ti svegli col culo in un rifugio e la sera, il tuo programma è di rimettere il tuo stesso culo in un altro rifugio, il maltempo non deve essere contemplato! Nel senso: sei in grado di prevederlo con un grado di approssimazione esagerato! Sei in grado di trovare piano A, B, C e rinunciare.

Messner parla spesso di esposizione alla difficoltà e al rischio. Non sei Casarotto che ti fai 15gg sul Bianco in inverno senza contatti radio e senza rifornimenti in solitaria e sì, se becchi maltempo dopo 3 giorni ti devi arrangiare perché non hai via d'uscita.

Sei lì al mattino, guardi fuori e dici: mmm sono a 3400m c'è maltempo, si aspetta o si scende.

1) i rifugi sono OBBLIGATI in caso di maltempo ad accogliere chiunque chieda riparo, quindi non me ne frega un ***** dei problemi dei rifugio, dei problemi di introiti o altro
2) quasi tutte le associazioni che organizzano queste guide sono protette da clausole legate al meteo, i soldi non li perdono sicuro, al limite ripianificano un'uscita di recupero


Gente ma stiamo scherzando?
Stiamo parlando di introiti?
Stiamo sdoganando quanto di più sano c'è da 3 secoli nel mondo della montagna, dell'alpinismo: la cooperazione, l'aiutarsi, il rispetto per tutto ciò che c'è intorno a te.
 
Non ho esperienza ma ho sentito al tg la testimonianza dell'uomo milanese sopravvissuto e sembrano criticare l'organizzazione equipaggiamento ed alcune scelte effettuate ad esempio sul dove fermarsi con le tende
Bohhh
Resta ina tragedia un gran dispiacere anche x famiglie coinvolte
 
Il problema della Haute Route è che se prenoti il rifugio una settimana prima... cola cavolo che trovi posto! Con o senza guida.
Si prenota mesi prima.
E se fa brutto... eh il cliente è scontento, il rifugio è prenotato, la guida perde l'introito... un mix di situazioni che facilita scelte incaute.

Io ho provato a "perdermi" in montagna con la guida (di fiducia) - zona Gran Combin.
Nel senso che in vento e bufera non si trovava il colle in cui passare per una questione di metri.
Quando ho sentito la Guida bestemmiare ho pensato "è la volta che dormo nel buco"
Alla fine schiarita puf trovato ma intanto in un attimo erano le 19.30 ad aprile a 3500 metri... freddo becco vento che ti toglieva il pensiero. Acqua gelata nella borraccia.
Poi scendi scendi ed era notte. Con la pila vedi a due metri, capire dove sei nella valle è un casino. La Guida sapeva dove andare - lì capisci che è un mestiere.
Arrivati ad un rifugio (non la Nacamuli prevista ma Prarayer) alle 23.30. In marcia dalle 6.00 dalla cab de Valsorey - una giaccata assurda.
Guida, grazie.

Da allora sempre un piumino in più nello zaino... e un po' di attenzione prima di giudicare gli altri.

Riguardo allo studiare il perorso: sempre - e in genere traccia GPS preparata... 60% delle volte dopo 48 ore ero in un posto diverso dal previsto, per evolvere di meteo, condizioni, imprevisti vari...
 
Negli anni ho letto diversi libri di alpinismo molti dei quelli riportano tragedie di tutti i tipi e coinvolgono Alpinisti esperti e Ho appena sentito i vari punti di vista di gente che in montagna dovrebbe pur saper andare tipo i vari Messner e Moro che parlavano di quello che è capitato in questi gioni. ..sono arrivato alla conclusione che

Quando il destino dice no...c'è un ***** da fare
Chiunque tu sia!
 
Negli anni ho letto diversi libri di alpinismo molti dei quelli riportano tragedie di tutti i tipi e coinvolgono Alpinisti esperti e Ho appena sentito i vari punti di vista di gente che in montagna dovrebbe pur saper andare tipo i vari Messner e Moro che parlavano di quello che è capitato in questi gioni. ..sono arrivato alla conclusione che

Quando il destino dice no...c'è un ***** da fare
Chiunque tu sia!

Non è questo il caso Pizz.

Non lo trovo tollerabile una serie di imprudenze del genere.
Il maltempo è 1 settimana che era previsto su qualunque sito meteo, e se a 1 settimana sei al 25% di probabilità, il giorno prima sei al 90%, sei nella civiltà, se sei una guida alpina e sopravvivi ad una roba del genere, saresti da radiare dall'albo per imperizia e imprudenza.
 
Si può per cortesia cambiare il titolo del thread? Personalmente lo trovo fastidioso (e
inesatto perché le vittime sono sei). Grazie.



Sulla stampa locale i commenti sono molto accorti, soprattutto quelli di soccorritori ed
esperti, anche perché le informazioni sono ancora frammentarie e perché è sempre facile
essere lucidi quando non si è dentro una situazione del genere.

Per quanto riguarda le condizioni atmosferiche, il tempo fino a domenica è stato eccezionale,
con sole, temperature miti (ma rigelo notturno), e manto nevoso stabile fino al pomeriggio
(pericolo 1 al mattino, in salita a 3 per valanghe bagnate e da raptazione per via del
riscaldamento diurno).

Condizioni ideali, quindi, con le quali chiunque sarebbe partito da Chamonix per la traversata
il 26 aprile. Le considerazioni sulle scelte legate alle condizioni meteorologiche devono quindi
riguardare solo la tappa del giorno, con partenza dalla Cabane de Dix, e il peggioramento
atmosferico avvenuto domenica. Le condizioni comunque non erano estreme come riportato
anche da Kendi (fonte: Le Nouvelliste, intervista a Robert Bolognesi di Meteo Valais).

Più che le condizioni oggettive sono probabilmente da analizzare le dinamiche di gruppo.
Compresa la scelta della guida di partire da solo per cercare aiuto. Gli otto clienti del suo
gruppo sono rimasti con la moglie (accompagnatrice UIMLA) e con i quattro del secondo
gruppo (indipendente).

Una cosa che mi ha lasciato perplesso fin da ieri è il fatto che l'allarme sia stato dato solo
lunedì alle 6:30 di mattina. Mi sembrava strano che il guardiano del rifugio Vignettes non
avesse dato l'allarme non vedendo arrivare il gruppo.

Dalle notizie frammentarie che ho raccolto sui vari giornali/siti, sembra che il gruppo di dieci
persone fosse in realtà diretto al rigugio Nacamuli (in una laterale della Valpelline), mentre
il gruppo di quattro persone aveva in programma di scendere fino ad Arolla. Sembra che
abbiano deciso di dirigersi alla Vignettes solo una volta colti dal maltempo. Per questo non
erano attesi al rifugio e l'allarme è stato dato solo al mattino, quando degli scialpinisti in
partenza hanno sentito delle grida di aiuto arrivare da una distanza di circa 500m dalla
capanna.

A questo punto non è chiaro perchè il gestore del rifugio Nacamuli non si sia allarmato
quando non ha visto arrivare il gruppo.
 
Ultima modifica:
Sono arrivati a 500 metri dal rifugio. ..senza guida
La tormenta li ha beccati che erano quasi arrivati, poi ti trovi nel white out...posto che non conosci, cosa fai?
Ti fermi e aspetti...potevano fare qualcosa di più. ?
Si...potevano scavarsi una truna, ma eravamo li? Possiamo giudicare le loro condizioni psico-fisiche?
Io di giudicare non me la sento....anzi più vado in montagna e meno mi sento di fare la morale
 
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