mauropd
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Ieri grazie ad un mio carissimo amico snowboarder, ho affrontato (con gli sci) la prima vera discesa in fuoripista della mia vita.
Siamo saliti verso le 16 con la funivia al Sass Pordoi per poi scendere dalla Val Lasties.
Uno sguardo al panorama verso il Veneto. Il Pelmo spunta fuori da un cielo che si sta annuvolando (la giornata era iniziata con un sole spettacolare)
Iniziamo scendendo lungo il pianoro che porta ai due muretti gibbosi che ci dividono dalla Forcella Pordoi, sullo sfondo il Piz Boè.
Visti i tanti passaggi precedenti, sembra di essere in pista.
Cerco di riprendere la zone della nostra discesa, ma il "Valon del Fos" della Val Lasties non si vede ancora.
Arriviamo alla Forcella e mi lascio ammaliare da questa vista della val di fassa racchiusa tra due quinte di roccia.
Si riconoscono bene il Collac e la Crepa Neigra, ed il mio amico Marcello, che mi fa da Cicerone in questa avventura (visto che lui, che è maestro di snowboard, è sceso di qui decine di volte).
Non scendiamo però per la forcella, dal lato sud, ma dall'altra parte.
Dal Rifugio Forcella Pordoi (chiuso), si apre finalmente la vista sul "Valon del Fos", la parte alta della Val Lasties, un ampio canale che adesso ci apprestiamo a scendere.
Scendo per primo, trovando l'impresa abbastanza semplice, pur avendo degli sci da gigante (che sicuramente non sono i più adatti a scendere in fuoripista). La neve mi aiuta, visto che sembra quasi di stare in pista, al pomeriggio dopo un po' di passaggi. Mi giro e faccio questa foto con Marcello che è ancora in alto.
Marcello mi sopravanza con lo snowboard e mi riprende in questa foto. Chissà se si vede il sorriso ebete che mi contraddistinguerà da quel punto in poi.
Sciolta la tensione della prima parte di discesa, in cui non sai se sarai in grado o meno di affrontare un fuoripista così lungo, è tutto godimento.
Dopo aver sciato nel canalone iniziamo un traverso che ci fa procedere verso nord, avvicinandoci alla parete che chiude la vista.
In questa immagine, alle spalle di Marcello si vede uno dei canali più estremi che si possano trovare nel gruppo del Sella, il Col Alton.
Finita la zona del "Valon" vero e proprio, la Val Lasties gira a sinistra e si apre . Scendiamo al centro di essa con un po' di neve in cui si sprofonda un attimo (prima sembrava veramente di essere in una pista), ma senza grosse difficoltà anche con i miei sci.
A questo punto ci si presentano due possibilità: stringere a sx vicino alla roccia, oppure attraversare sulla destra verso un'altro pendio più aperto, cui seguirà un pianoro.
Da sopra questo pendio scatto questa foto:
Finito il pendio, supero di slancio un pianetto, mentre il mio amico Marcello, snowboarder, deve togliersi la tavola e camminare per una decina di metri. :hahaha:
Da sotto vediamo 4 ragazzi scendere lungo l'altra discesa che vi avevo descritto prima: eccoli.
Inizia un'altro traverso che ci porterà al canale che si snoda sotto le pendici dolomitiche.
Un particolare del traverso. In fondo a destra si vedono la Crepa Neigra e la pista di Alba.
Mi giro e questa è la vista che mi appare!!
Proseguiamo nella nostra discesa e la parete del Sass Pordoi ci sovrasta
Iniziamo a scendere lungo un ripido canalino facendo attenzione a non finire sopra qualche roccia affiorante con gli sci (impresa riuscita)
scusate per lo stile scarso, ma era la mia prima volta!!
https://youtu.be/R7yK_OlNLGQ
Qui vengo ripreso in una curva sul bordo del canale, con una manifica vista verso il Gruppo del Sassolungo (di cui vediamo Cima Grohmann e Le Cinque Dita)
Riguardando indietro siamo impressionati dalla verticalità della parete di dolomia.
Finito il canalino, un traverso ci porterebbe verso una discesa sopra i mughi e i baranci, che sono ben coperti dalla neve, ma Marcello sceglie di percorrere una traccia che ci porta nel mezzo del boschetto, con la speranza di racchettare meno (essendo lui con lo snowboard, dovrebbe camminare), e quindi finiamo per fare una stradina, percorsa da pochi e a volte un po' impervia, in mezzo agli alberi.
Dopo 10 minuti di questa "dfficoltà supplettiva" sbuchiamo nell'ultimissima parte della stradina originale che, attraversata la strada per il passo Pordoi, ci permette di re-immetterci nella pista che scende dal Belvedere al Lupo Bianco e a Canazei.
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