Vuelta 2017

Sono anni che mi chiedo se davvero gente che si beve 20 giorni di corsa, a ritmi forsennati (imposti dalle telecronache televisive, mica possono arrivare alle 8 di sera) con tapponi su tapponi uno dietro l'altro, puó davvero correre, senza ammalarsi o stramazzare, facendo conto solo sulle proprie forze.

Qui non è questione di uno che bara... magari il gioco è a chi bara di più. Si dopano persino gli amatori, per far bella figura, figuratevi i pro... dove girano i dollaroni.
Alla fine è un circo in cui molta gente viene praticamente costretta al doping se vuole restare a galla. E poi, dopo averli sfruttati, li gettano giù additandoli pure .... tutte verginelle.

Probabilmente bisognerebbe resettare tutto, a partire dalla lunghezza delle tappe (da accorciare), così come dalla durata dei grandi giri, per finire ai controlli. Ma la prima cosa che va stracciata è l'enorme velo di ipocrisia che circonda quel mondo.
 
Assolutamente d'accordo.....
Un tour o un giro sono eventi che obiettivamente richiedono l'utilizzo di sostanze dopanti.......2/3 settimane intere a botte di 200/300 km al giorno a ritmi assurdi.....ok che sono professionisti, ma senza aiutini onestamente la vedo un pò dura.......
Sono tutti dopati......è assolutamente giusta la frase appena scritta il gioco è a chi bara di più.......e aggiungerei a chi è lo "sfigato" (o forse a volte il designato) di turno che viene beccato......
 
chi è lo sfigato


Non esiste sfigato, non vengono pescati a sorte, il caso viene fatto uscire quando: 1° Atleta che esce dal nulla e fa un giro a tappe a livelli assurdi, mi viene in mente Bernhard Kohl che dal nulla ha fatto un tour tra i primi e subito uscito il caso di doping. 2° I cannibali , quelli che vogliono vincere tutto, guarda caso la positività di Froome è uscita quando ha detto che avrebbe partecipato al Giro d'Italia per vincerlo, non si può permettere a qualcuno di vincere consecutivamente Tour - Vuelta e Giro,in un anno, farebbe troppo clamore ed ecco che la positività serve a bloccarlo. 3° C'è troppa differenza di livello tra le prestazioni degli atleti in particolar modo sulle salite.
 
Sono anni che mi chiedo se davvero gente che si beve 20 giorni di corsa, a ritmi forsennati (imposti dalle telecronache televisive, mica possono arrivare alle 8 di sera) con tapponi su tapponi uno dietro l'altro, puó davvero correre, senza ammalarsi o stramazzare, facendo conto solo sulle proprie forze.

Qui non è questione di uno che bara... magari il gioco è a chi bara di più. Si dopano persino gli amatori, per far bella figura, figuratevi i pro... dove girano i dollaroni.
Alla fine è un circo in cui molta gente viene praticamente costretta al doping se vuole restare a galla. E poi, dopo averli sfruttati, li gettano giù additandoli pure .... tutte verginelle.

Probabilmente bisognerebbe resettare tutto, a partire dalla lunghezza delle tappe (da accorciare), così come dalla durata dei grandi giri, per finire ai controlli. Ma la prima cosa che va stracciata è l'enorme velo di ipocrisia che circonda quel mondo.

Gran bell'intervento il tuo, mi piace molto!!! Hai descritto perfettamente il mondo del ciclismo professionistico e non solo:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC
 
"Ovviamente questa è una provocazione"

Ma fatto sta che se non danno almeno 9-12 mesi anche a lui,oltre alla squalifica alla Vuelta, a questo punto tanto vale che legalizzino!
 

.

Assolutamente d'accordo.....
Un tour o un giro sono eventi che obiettivamente richiedono l'utilizzo di sostanze dopanti.......2/3 settimane intere a botte di 200/300 km al giorno a ritmi assurdi.....ok che sono professionisti, ma senza aiutini onestamente la vedo un pò dura.......
Sono tutti dopati......è assolutamente giusta la frase appena scritta il gioco è a chi bara di più.......e aggiungerei a chi è lo "sfigato" (o forse a volte il designato) di turno che viene beccato......

sei rimasto ai tempi di Coppi:D:D:D:D

Giro d'Italia 2018
3.546,2 km
totali

168,9 km media per tappa
2 crono individuali
7 tappe per velocisti
6 tappe media difficoltà
6 tappe alta difficoltà (montagna dura)
3 giorni di riposo
 
Beh non mi pare di esserci andato proprio lontanissimo.....170 km di media giornaliera.....23 giorni di gara di cui 3 di riposo......mai meno di 150 km/giorno (tolte le 2 cronometro, una da 10 km e l'altra da 34 km) con botte da 230/240 km/giorno.....
Mi sembra un bel programmino da superman......
 
Da Froome 1 classificato,a Contador 5 classificato ci sono 3,18 minuti do po aver percorso oltre 3000 km.Gli altri 4 sono puliti?

Non sono un tifoso di Froome,ma un appassionato di ciclismo
 
Sono anni che mi chiedo se davvero gente che si beve 20 giorni di corsa, a ritmi forsennati (imposti dalle telecronache televisive, mica possono arrivare alle 8 di sera) con tapponi su tapponi uno dietro l'altro, puó davvero correre, senza ammalarsi o stramazzare, facendo conto solo sulle proprie forze.

Qui non è questione di uno che bara... magari il gioco è a chi bara di più. Si dopano persino gli amatori, per far bella figura, figuratevi i pro... dove girano i dollaroni.
Alla fine è un circo in cui molta gente viene praticamente costretta al doping se vuole restare a galla. E poi, dopo averli sfruttati, li gettano giù additandoli pure .... tutte verginelle.

Probabilmente bisognerebbe resettare tutto, a partire dalla lunghezza delle tappe (da accorciare), così come dalla durata dei grandi giri, per finire ai controlli. Ma la prima cosa che va stracciata è l'enorme velo di ipocrisia che circonda quel mondo.
I ritmi non sono dettati dai tempi televisivi, sono ritmi a cui viaggiano corridori professionisti. L'unica cosa che comanda la tv sono gli orari di partenza di ogni singola tappa, che variano a seconda della lunghezza del percorso e dell'altimetria, cosa che permette di calcolare approssimativamente l'orario di arrivo.
La lunghezza delle tappe è già stata ridotta negli anni e non poco. Ai tempi di Coppi le tappe superavano anche i 300km, oggi solo 2 o 3 tappe superano i 200 e alcune non arrivano a 150. Ma qst ha fatto alzare le medie di percorrenza, quindi comunque un atleta deve essere al top perché deve resistere ad andature veramente elevate ( circa 45km/h in pianura andatura tranquilla, 49-50 di media, 52-53 negli ultimi km o quando partono le fughe)
Va tenuto conto che a quelle velocità a ruota si risparmia tantissimo e in centro gruppo si sfiorano a malapena i pedali, a tirare davanti sono i gregari che non fanno classifica, per finire anche un professionista a 52-55 all' ora dura pochi km
 
Io rimango della mia idea: il fisico umano non è in grado di sopportare le attuali distanze, dislivelli e soprattutto medie dei grandi giri a tappe. Punto!
Il resto è fuffa....
 
Io rimango della mia idea: il fisico umano non è in grado di sopportare le attuali distanze, dislivelli e soprattutto medie dei grandi giri a tappe. Punto!
Il resto è fuffa....
Guarda io ho corso in bici da strada e gareggiato per anni e posso garantire che ci si sorprende a volte di come il fisico risponde all'allenamento e di cosa è in grado di fare quando è al top.
Inoltre oggi la scienza (tabelle di allenamento e alimentazione), l'organizzazione delle squadre (massaggiatori, preparatori personali, team manager che preparano tatticamente la gara, etc..) e lo sviluppo tecnologico delle bici è a livelli mai visti prima.
Oggi i ciclisti sono topi da laboratorio c'è poco da dire, ultraseguiti e parametrati.
Rimane un aspetto solo che non può essere misurato coi numeri: il talento.
Questo sconosciuto fattore che a parità di condizioni rende uno superiore agli altri.
In ogni sport esiste il fuoriclasse che ha una marcia in più dei rivali, solo che nel calcio o basket risalta per fantasia o tecnica sopraffina. Nel ciclismo non contano qst fattori, ma altri. Io li definisco genetici. Purtroppo il più grande danno del doping è che fa dubitare proprio di colui che spicca grazie a tali talenti, quindi mette tutti sullo stesso piano e così facendo ammazza lo sport.
 
Guarda io ho corso in bici da strada e gareggiato per anni e posso garantire che ci si sorprende a volte di come il fisico risponde all'allenamento e di cosa è in grado di fare quando è al top.
Inoltre oggi la scienza (tabelle di allenamento e alimentazione), l'organizzazione delle squadre (massaggiatori, preparatori personali, team manager che preparano tatticamente la gara, etc..) e lo sviluppo tecnologico delle bici è a livelli mai visti prima.
Oggi i ciclisti sono topi da laboratorio c'è poco da dire, ultraseguiti e parametrati.
Rimane un aspetto solo che non può essere misurato coi numeri: il talento.
Questo sconosciuto fattore che a parità di condizioni rende uno superiore agli altri.
In ogni sport esiste il fuoriclasse che ha una marcia in più dei rivali, solo che nel calcio o basket risalta per fantasia o tecnica sopraffina. Nel ciclismo non contano qst fattori, ma altri. Io li definisco genetici. Purtroppo il più grande danno del doping è che fa dubitare proprio di colui che spicca grazie a tali talenti, quindi mette tutti sullo stesso piano e così facendo ammazza lo sport.

Sach, la tua posizione è rispettabilissima! Io purtroppo non sono assolutamente d'accordo.
Esistite un limite fisico, nel ciclismo odierno è stato talmente superato da rendere lo stesso sport, a tratti, ridicolo.
Mi dispiace scriverlo da appassionato di sport ma soprattutto da pedalatore.
 
Non esiste sfigato, non vengono pescati a sorte, il caso viene fatto uscire quando: 1° Atleta che esce dal nulla e fa un giro a tappe a livelli assurdi, mi viene in mente Bernhard Kohl che dal nulla ha fatto un tour tra i primi e subito uscito il caso di doping. 2° I cannibali , quelli che vogliono vincere tutto, guarda caso la positività di Froome è uscita quando ha detto che avrebbe partecipato al Giro d'Italia per vincerlo, non si può permettere a qualcuno di vincere consecutivamente Tour - Vuelta e Giro,in un anno, farebbe troppo clamore ed ecco che la positività serve a bloccarlo. 3° C'è troppa differenza di livello tra le prestazioni degli atleti in particolar modo sulle salite.
Nessuna polemica solo alcune osservazioni: mi sembra un po' categorico il tuo discorso. Il Giro 2004 lo vinse Cunego, nel 2012 Eisedal, Nibali ha perso una Vuelta contro un 40enne di cui nemmeno ricordo il nome... eppure nonostante non si siano ripetuti, non sono stati mai beccati positivi.
Riguardo ai distacchi in salita sono anni che non si creano più. Il livello è talmente alto che neanche scalatori puri riescono più a scattare o a fare il vuoto. Anche i più forti ormai devono centellinare gli sforzi, attaccano solo nel finale e capita spesso che se sbagliano il tempo dell' attacco poi pagano staccandosi. Le uniche vittorie in solitaria vengono da fuggitivi che riescono ad arrivare all'inizio dell'ultima salita con un margine sufficiente da amministrare
 
Sach, la tua posizione è rispettabilissima! Io purtroppo non sono assolutamente d'accordo.
Esistite un limite fisico, nel ciclismo odierno è stato talmente superato da rendere lo stesso sport, a tratti, ridicolo.
Mi dispiace scriverlo da appassionato di sport ma soprattutto da pedalatore.
Domanda: qual'è qst limite?
Nell'atletica qual'è il tempo limite sui 100m che non potrà essere superato? 9.60? Chi può saperlo? Lo sport si evolve appunto per superare i limiti.
Non è giusto affermare a priori che chi ci riesce ha barato. E se fosse Il Fuoriclasse?
Con qst non sto dicendo che il doping non esiste, anzi. Il doping è il più grande nemico dell'essenza stessa dello sport
 
I distacchi si sono livellati? Magari perchè si è livellato pure il doping....


Mi spiace ma ho smesso di credere alle favole da tempo.
E ti dico di più: penso che il doping in questo sport esista già dai tempi antichi delle tappe da 300 km.
Ora è solo più raffinato, tanto che spesso l'antidoping non sa neanche bene cosa cercare, visto che alcune sostanze sono sconosciute e solo a distanza di anni ci si accorge, laddove si riesaminino le provette, che quel tal corridore s'era bombato.

Parliamoci chiaro: probabilmente i fuoriclasse sono davvero tali, salvo meteore estemporaneee (da doping estremo) vince chi merita. Ma anche i fuoriclasse, probabilmente, son costretti a bombarsi perchè se no le prenderebbero dai gregari.
 
Top