FARE I CONTI CON SÈ STESSI: Sentiero Lancedelli e Cengia Paolina 16 agosto 2016

Ma soprattutto, sei andato a fare un giro del genere da solo?????????
Fortuna che eri sulle turisticissime Dolomiti, fossi stato su montagne più trascurate, non avresti nemmeno avuto le chiamate di emergenza, con nessun provider. Secondo me per fare giri oggettivamente difficili, e poco frequentati in solitaria, bisogna essere alpinisti della Madonna, altrimenti è meglio trovare un compagno all'altezza con cui farsi forza a vicenda. Io da solo difficilmente vado oltre i percorsi E.
In compenso hai fatto benissimo a chiamare, anche io l'avrei fatto, e hai fatto bene a non azzardare. È andata bene.
 
Grazie a tutti ragazzi.
Premetto subito che per quanto riguarda l' intervento non conosco ancora il costo: so che sono 90 EUR/min per 30 minuti di volo (tariffa regionale Veneto) cui sarà applicato uno sconto in quanto socio CAI in non so che percentuale, quindi non so ancora quanto sarà il totale...
Per quanto riguarda la Dolomiti Emergency, il giorno dopo l'ho fatta subito.

Ma come è possibile che l'hanno scorso sei riuscito a passare e quest'anno no?
Probabilmente non sono stato chiarissimo nel racconto: quando dico "Quando il sentiero svolta a destra, io punto a sinistra verso la parete rocciosa del promontorio che ho aggirato da dietro e che divide questo canale da quello per cui sono salito prima" intendo dire che abbandono deliberatamente il sentiero della Cengia Paolina per andare a percorrere il secondo arroccamento (quello che avevo fotografato l' anno scorso dalla cengia)

Le ritirate piuttosto che le avanzate, le calate nel buio coi sassi che fischiano a fianco a te e una frontale scarica, piuttosto che continuare... questa roba fa diventare più grandi, più forti, più intelligenti.
Il vero montanaro sa quando tornare indietro. Il vero montanaro sa chiedere aiuto, perché i montanari, grazie al cielo, sanno DARLO l'aiuto.

Hai messo in saccoccia un'esperienza che un trekking ben riuscito non ti darà mai.

Vai così! ;) :wink:
Si, le disavventure sono proprio ciò che fa crescere

Il report è bellissimo, chiaro e coinvolgente. Fino al punto in cui hai perso la via. Lì non mi è chiaro cosa sia successo, e ti chiederei gentilmente se lo potessi rispiegare.
Eri nuovamente sulle tracce già percorse con successo l'anno scorso, quindi, in teoria, stavi finalmente giocando in casa.
Ho capito che la conformazione del terreno era stata stravolta da crolli detritici, come è normale in quelle situazioni. Però conoscevi la direzione e la meta da raggiungere. Che cosa ti ha tratto in inganno?
O forse il terreno è stato talmente stravolto che la Cengia Paolina non è più percorribile?
Come dicevo sopra a Childerique, probabilmente mi sono spiegato male.
A me interessava solo un brevissimo tratto della Cengia Paolina, cioè da quando ci sono sbucato dal canale in salita, fino alla distesa pietrosa sotto Potofana.
Da là infatti, piu o meno dalla foto del reticolato, io ho abbandonato il sentiero della Paolina per prendere l' arroccamento che avevo fotografato l' anno scorso, quindi tornavo in "territorio bandit", invertendo i ruoli con la Cengia Paolina (che appunto già conoscevo) come via di fuga, e questo (dis)arroccamento come main target.
Il casino è venuto fuori quando il (dis)arroccamento è uscito dal canale portandosi sulle cenge e bancate baranciose: tra baranci, piste dei camosci e frane ho preso ad abbassarmi (ad intuito) ed ho proseguito saltando frane e baranci, poi quando sono arrivato al punto schifido non riuscivo neanche a capire da dove cavolo ero saltato fuori, avrei voluto avere un lanciafiamme...

Secondo me i tuoi soccorritori hanno capito che eri davvero preparato e ti hanno reso l'onore delle armi senza farti tante ramanzine. E' così?
Zero ramanzine, anzi abbiamo (o meglio, hanno) passato il volo ridendo perché ero incattivito come il male HIHIHI
poi alla fine ho mollato la tensione e ho svaccato un po' anch' io

[...]

Francamente non sono d'accordo. Anche questa volta è andato molto preparato ed attrezzato, con doppio cellulare con diverso provider, in grado di dare le coordinate esatte di dove si trovava.

Si è fermato prima di compiere un azzardo, e sono certo che avesse equipaggiamento sufficiente per trascorrere la notte senza particolari problemi. Un suo amico sapeva esattamente quale itinerario stesse percorrendo e lo avrebbe potuto spiegare dettagliatamente ai soccorritori.

Certo, questi sono percorsi molto pericolosi, nei quali una scivolata potrebbe essere fatale. Ma questo può succedere (e purtoppo succede - anche oggi sul Sentiero dei Camosci) in un numero indefinito di sentieri segnati e presi sotto gamba.

Ste, ho paura che non troveremo mai un punto d' incontro, non capisco se ragioniamo proprio su due universi paralleli, o se vupi solo far polemica per il gusto di farla...
Innanzitutto, a sentire te in questi due anni sulla Paolina avrebbero dovuto esserci quasi una cinquantina di morti, per non dire un centinaio vista la frequentazione di queste due stagioni, eppure non mi risulta...
In questo caso poi stavo facendo esplorazione, quindi sapevo che era da mettere in conto anche un problema come quello che ho avuto, non sono cascato dal pero...

Inoltre
1- sapevo già che o con un operatore o con l' altro avevo quasi sempre copertura, infatti mi è bastato spostarmi di un paio di metri per avere tutti e due i telefoni che prendevano, e durante tutto il percorso ho fatto soste ad intervalli regolari per vedere la ricezione

2-se l' elicottero non poteva alzarsi per meteo inaspettato: ma mi prendi per scemo? ma secondo te vado a cacciarmi in esplorazione con meteo incerto?
Non so come sei abituato tu e con che gente vai via, ma io se vedo arrivare una nuvola "storta" prendo di corsa la via di fuga!
Se fosse peggiorato il meteo, sarei corso dritto per la Cengia Paolina (che conoscevo avendola percorsa l' anno scorso) fino a Forcella Ra Ola e da là giú al parcheggio, altro che esplorazione del secondo arroccamento!
E se fosse peggiorato mentre ero in attesa (pirla a non accorgermi in mezzora di discesa che stava peggiorando) avrei messo antipioggia, termica, e in posizione sicura avrei aspettato, che se arriva improvviso non dura giorni.
 
Ultima modifica:
Io sarò critico su quanto è successo.... Sono contento che sia finito tutto bene, giusto a quel punto chiamare i soccorsi ma l'errore sta prima: in quella situazione non ci saresti dovuto finire. Quando si fanno giri del genere su non-sentieri su cenge esposte si infila il cul.o nelle pedate volontariamente. Le altre volte è filato tutto liscio, ma avevi pur sempre rischiato (pur nella tua preparazione immagino meticolosa del giro) . Ne sei uscito "vincitore" e questa volta hai voluto osare di più, esagerare, forse commettendo un peccato di "arroganza". Hai giocato col fuoco e ti sei scottato. (La scottatura è da mettere in preventivo quando si fanno robe del genere). Forse certe cose è meglio farle solo se accompagnati da professionisti o da persone più esperte e mai da soli...
Guarda, sicuramente l' ho voluta un po' fare fuori dal vasino, come dici tu ho voluto osare di piú, lo ammetto, e la "scottatura" era ben preventivata, sarei stato un pazzo in caso contrario... quello che mi sta sulle balle è che problemi simili me li aspettavo sul Lancedelli (quello fatto in salita su cengia strettissima), e non su questo che era un sentiero dove se tutto va bene passavano pure i muli, e che l' anno scorso avevo fotografato quasi interamente...

Ma soprattutto, sei andato a fare un giro del genere da solo?????????
[...]
Io da solo difficilmente vado oltre i percorsi E.
Guarda io sono abituato a muovermi in autonomia su percorsi di vario tipo, come dicevo sopra, rispondendo a Cappello, qua ho voluto spostare l' asticella troppo in là, ho peccato di presunzione e mi sono scottato...
Adesso per un po' i percorsi esplorativi li lascio perdere, e se e quando riprendo a farli, li farò con altre persone...

PS se trovassi una Guida che conoscesse tutti quei cancari di percorsi militari, la farei diventare miliardaria HIHIHI

Fortuna che eri sulle turisticissime Dolomiti, fossi stato su montagne più trascurate, non avresti nemmeno avuto le chiamate di emergenza, con nessun provider
Non serve andare chissà dove, ci sono zone cosí anche sulle Dolomiti, e là a fare giri strani non ci vado manco in quattro HIHIHI
 
ma si ma lasciatelo perdere.. cosa siete sua madre ???

ha fatto ciò che gli piace fare.. ha portato a casa la pelle.. pagherà di tasca sua il soccorso ricevuto.. in più ci ha reso disponibile un report che è utile al di là delle immagini e dei percorsi perchè fornisce spunti di riflessione a tutti.. ma che volete ancora ??? bliz.. a letto senza cena.. HIHIHI
 
Bel giro finito male. Bravo ad aver chiamato, per come sono forse avrei rischiato di farmi male piuttosto, mi sentirei malissimo a dover disturbare il soccorso per "niente".
Però in certi posti NON ci si va da soli, è la prima cosa che si impara andando in montagna, se ricordi già mi ero stupito per le tue solitarie.

Comunque se tesserato CAI non dovresti pagar nulla
P.s: "se stessi" senza accento :skifrusta:

Inserisco il finale dell'articolo sul soccorso pubblicato sull'annuario del 2015 del CAI Edolo
173671-dsc0413.jpg
 

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Grazie a tutti ragazzi.
Premetto subito che per quanto riguarda l' intervento non conosco ancora il costo: so che sono 90 EUR/min per 30 minuti di volo (tariffa regionale Veneto) cui sarà applicato uno sconto in quanto socio CAI in non so che percentuale, quindi non so ancora quanto sarà il totale..

Come socio CAI sei coperto dalla polizza assicurativa sulle spese di soccorso, che vale anche in attività personale. Recati il prima possibile nella tua sezione per avviare la pratica. Sostanzialmente dovrai pagare la fattura che riceverai e poi l'assicurazione ti rimborserà.

Qui trovi tutte le informazioni utili: http://www.caiconegliano.it/articoli/2013-12/le-spese-dei-soci-il-soccorso-alpino.html

In bocca al lupo!
 
per come sono forse avrei rischiato di farmi male piuttosto, mi sentirei malissimo a dover disturbare il soccorso per "niente"

In una situazione diversa è quello che avrei fatto, qua però il rischio era troppo alto: un conto è scivolare per un ghiaione 10/20 metri, altra cosa e saltar giú per 200...
Fidati che è stato il mio cruccio principale, quando dico che bestemmio e piango è anche per quello, e infatti le mie prime parole a bordo dell' elicottero sono state "scusatemi, sono un cog'ione, mi sta sulle balle avervi mosso per una cosa del genere"
 
Mod ON: Cerchiamo di usare questa discussione per fare belle osservazione sulla difficoltà della "ritirata". Mod: OFF


Prima di tutto, bravo e grazie Blitz per aver condiviso e personalmente complimenti per aver saputo alzare bandiera bianca.
Secondo: in montagna ci sono percorsi ed escursioni che non si prestano a ragionamenti da "codice del parcheggio Auchan". Ci sono sentieri in cui si può morire (vedi la normale del Civetta http://www.ilgazzettino.it/nordest/...ta_escursionista_marco_michielon-1927129.html ) ci sono ferrate in cui non è contemplato l'errore, ci sono vie in cui il ghiaccio può staccarsi, e ci sono sentieri non commerciali in cui il "freestyle" fa parte della gita. Si parte convinti di farcela, ci si prepara al meglio, ma si mette in conto anche che qualcosa può andar storto.
E non ci si straccia le vesti se qualcosa va male quando si affrontano certe cose: estremizzando (sono cose diverse ma lasciatemi usare il paragone), quando uno che fa base jump estremo sbaglia qualcosa, ci si rammarica ma non penso sia opportuno cambiare il codice civile... chi fa certe cose le fa volontariamente e consapevolmente accettando i rischi.
:D
 
Grande Blitz, qui dentro sappiamo benissimo di che pasta sei fatto e sono sicuro che se uno come te ha deciso di chiamare i soccorsi è perché era davvero umanamente e camosciamente impossibile uscirne senza rischiare la pellaccia oltre il limite consentito.
Quando ho visto la prima foto del reportage ho temuto che ti fossi fatto male, alla fine è andata bene così: ne sei uscito sano e salvo e con un po' di esperienza in più. :D
Ah, ci metterei la mano sul fuoco che ora non avrai pace finché non tornerai nella valle di Travenanzes a cercare (partendo dal basso) la chiusura del giro :pERF
 
Sono nelle condizioni di poter comprendere il tuo stato d'animo e l'accaduto. I veterani del forum ricorderanno forse che ormai quasi dieci anni fui costretto a prendere (in ambiente invernale) la tua stessa decisione prima che calassero le tenebre ed esattamente per lo strsso motivo: esplorazione di un percorso poco conosciuto e tentativi di uscirne con logica reiterati e falliti. Rimaneva quello forse giusto, ma sul momento valutato troppo rischioso per le condizioni del gruppo di 4. Anche noi durante il primo tentativo eravamo addirittura in grado di parlare con i sottostanti percorritori del sentiero "normale" e facile, si stimava che fossimo a non piu' di 30-40m di dislivello di distanza dalla soluzione, purtroppo non potevamo allestire una calata che avrebbe risolto l'empasse.

Quindi sposo in toto la tua scelta di non rischiare, per i soccorritori e' molto meglio intervenire in condizioni di sicurezza una volta in piu' che in condizioni limite poi. Anch'io come te diedi precisissime indicazioni e l'avvistamento fu velocissimo.
Nel nostro caso passare la notte a -15 gradi non era un'opzione validissima.

Il CAI, se socio, provvedera' a rimborsare l'intervento a meno che mi sia perso qualcosa. Prima, immagino dovrai anticipare la cifra come capito' nel celeberrimo intervento su un altro forumista in territorio elvetico al quale assistetti.

Sugli errori che ti vengono imputati, ma e' normale in questi casi, posso trovarmi daccordo solamente sulla gia' affrontata tematica della solitaria su percorsi un po' al limite. In due, se preparati entrambi, si valuta meglio e si prendono decisioni piu' sensate in casi limite. Ecco, ormai io ho preso atto che se sono da solo calo un po' il livello dell'itinerario potenziale perche' preferisco stare piu' sereno.
 
Io una volta ho pensato di chiamarlo per mia madre.
Il percorso non era difficile (discesa dalla Torcola, a Isola di Fondra, in AVB), ma lei non è avvezza alla montagna. Non l'avevo mai percorso, tuttavia, le cartine della comunità montana lo segnavano come percorso E, all'imbocco del sentiero c'era un bel cartello che sembrava nuovo nuovo, in un ora di discesa saremmo dovuti arrivare a Pusdosso. Io problema è che anni fa il sentiero era poco curato, in alcuni punti la traccia si perdeva, i segnavia erano pochi e molto sbiaditi, il bosco era fitto e estremamente pendente, in alcuni punti bisognava passare su placchettine di roccia viscida e piena di muschio. Ogni tanto con la traccia invisibile le dicevo di star ferma, facevo qualche metro, cercavo un vecchio segno di vernice, e mi facevo seguire. Ero tranquillo, più o meno Pusdosso sapevo dov'era, e bisognava scendere, alla fine un bollo del CAI, lo si trovava sempre. Non era certo una situazione pericolosa, semplicemente si.procedeva lentamente, dovendo cercare la via. Mia madre, appunto non abituata, e paurosa di natura, a vedere ciò, poi era stanca, ha avuto una crisi di panico, e sedutasi per terra non voleva più andare da nessuna parte. Lì ho pensato seriamente di chiamare, perché le crisi di panico, quelle giuste, ti paralizzano, anche se i pericoli oggettivi sono trascurabili, e quasi inesistenti. Poi sedendomi con lei, l'ho fatta calmare, e in circa 30 minuti l'ho convinta a riprendere la marcia e siamo arrivati giù.
Oggi non succederebbe più perché quel sentiero è stato tutto risistemato.
E in quel caso, se avessi chiamato, mi sarei sentito a disagio per davvero. Perché i pericoli oggettivi non c'erano, ma era tutto basato sulle crisi e i timori atavici (di perdersi) di una persona estremamente sensibile. Conoscendola, non l'avrei mai portata su un sentiero abbandonato alla vegetazione, ma le cartine nuove lo segnavano, il cartello all'imbocco era nuovo, mai avrei pensato che fino a Pusdosso, sarebbe stata una prova di orienteering nel bosco.
 
Secondo me Blitz già solo per il fatto che è riuscito a valutare la situazione e saper rinunciare è stato un grande, non tutti credo che avrebbero fatto altrettanto. La vergogna di chiamare il soccorso per una cosa del genere si fa sentire e spesso si rischia lo stesso.

Poi il percorso è qualcosa di spettacolare, tra una via "inedita" e zone spettacolari, si sa che l'uomo è sempre alla ricerca di adrenalina e andare in zone poco battute rende un po' esploratore!
 
Da amante come te delle gite in solitaria, dico che purtroppo sono cose che uno che va in giro da solo deve(e avrai...) mettere in conto... e non solo queste :OO:OO:OO
L'importante è che alla fine non ti sia fatto nulla. Il resto è tutta esperienza accumulata per cercare di non ripetere in futuro gli errori che certamente ci sono stati! :)
Diciamo che per stavolta ti diamo solo una tirata d'orecchie :B:
Solo una domanda Blitz: per uscire dalla cengia avevi studiato qualcosa, una foto, una relazione o altro?
 
Suggerisco a tutti l'associazione al CAI, a Dolomiti Emergency o la stipula di altra polizza.

Non credo che quando ci si trova in pericolo serio (non mi è mai capitato e dunque non lo so) ci si perda in calcoli economici, ma può anche essere che la prospettiva dei 3/5.000 euro di conto da dover pagare possano diventare per qualcuno uno stimolo ad andare oltre i propri limiti.

E' vero il contrario, ovvero che sapendo di avere la copertura si rischia di chiamare il soccorso per niente?
Secondo me no, anche perchè il 118 dovrà pur 'certificare' lo stato di pericolo e non penso che lo faccia se capisce di essere stato chiamato per stanchezza di uno sprovveduto.
Rimane da capire se la crisi di panico (evento non infrequente in montagna) possa generare lo stato di pericolo. Io ritengo di sì (in certe condizioni), anche se è difficile da certificare.

Nel dubbio, credo che se noi appassionati di montagna versiamo una quota associativa al CAI o ad una onlus come Dolomiti Emergency o altre del tipo, facciamo solo il nostro dovere.

Quanto al meteo: è vero e sacrosanto che il meteo in montagna, soprattutto in tarda primavera ed in estate è imprevedibile. Ma è anche vero che per l'assiduo frequentatore della montagna è 'meno' imprevedibile. A maggior ragione se si frequentano con assiduità le stesse zone, dove i segnali premonitori (anche diverse ore prima) sono quasi sempre gli stessi.
Questo, preceduto da un esame attento dei bollettini meteo locali (che in estate tendono ad essere pessimisti) e proseguito da un esame di come si sviluppa la giornata (l maggiore o minore soleggiamento incide molto sulla termoconvezione), credo che dia un buon margine di sicurezza.
Soprattutto a chi ha la fortuna, come Blitz, di trascorrere diversi giorni in montagna e non è obbligato a fare l'escursione X a tutti i costi quel giorno.
 
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