Kaliningrad
Kayakçı-ı ekrem
Tanti, ma proprio tanti anni fa, diciamo dal 1953 al 1969, anno più anno meno, i fortunati che da Plan Maison salivano al Furggen con l'ardita funivia a campata unica (dismessa nel 1993 dopo che, in una notte di forte gelicidio, una fune aveva ceduto) una volta arrivati su in vetta avevano davanti a loro diverse possibilità di discesa, sia che partissero dalla terrazza sia che prendessero la scalinata nella galleria artificiale creata apposta per evitare il pendio iniziale, molto esposto, soprattutto dal lato svizzero (un indesiderato scivolone a destra ti catapultava immantinente in quel di Zermatt, come infatti sembra che sia successo ad alcuni).
Vertiginose discese "dalla" Furggen:
Cartina 1966. Nella legenda le piste partenti dal Furggen sono quelle contrassegnate dai numeri 11, 12 e 13 (in realtà esisteva anche un altro itinerario via il rifugio Oriondè (Lo riondet):
In quest'altra cartina (grazie a Krisu di Retrofutur!) si notano le tre piste sopracitate nonché la variante Oriondè:
Ecco, a partire dagli anni '70, una di queste piste smette di comparire sulle cartine. Si tratta della pista contrassegnata con il numero 11 sulla prima cartina, vale a dire la Furggen-Plan Maison (passaggino).
Che cos'era successo? Perché questa pista di punto in bianco è scomparsa del tutto? Ma soprattutto, da dove poteva passare una pista proprio nella parete rocciosa a picco sotto la vecchia stazione del Furggen?
Sembra impossibile vedere i resti di una pista tra quelle rocce.
Eppure, cercando su foto più vecchie e guardando meglio, il quadro potrebbe cominciare a tornare:
Nella foto sopra si vede infatti una striscia di neve compatta che attraversa orizzontalmente le rocce. Tale striscia è solo interrotta in un punto. Di cosa poteva trattarsi? Un ostacolo da aggirare?
Anni fa certi signori:
ebbero la bella idea d'ispezionare la vecchia stazione del Furggen risalendo con gli sci per la vecchia pista. Tutto il suggestivo reportage si trova qui. Nel corso dell'escursione la loro attenzione fu attratta dai resti metallici di strutture di sicurezza penzolanti dalla roccia:
La loro sorpresa fu grande dal momento che tutti pensavano che il passaggino non fosse in realtà mai esistito e non fosse altro che il frutto della fantasia dei grafici pubblicitari dell'epoca.
Siccome anch'io, nelle mie frequentazioni cerviniesi a cavallo tra gli anni '60 e '70 avevo avuto notizia dell'esistenza di questa mitica pista, preso dalla curiosità mi sono messo a cercare un po' dappertutto, contattando anche le Funivie del Cervino e, soprattutto, un ex direttore di pista di buona memoria. Quest'ultimo mi ha definitivamente confermato che la pista del passaggino è effettivamente esistita ed era regolarmente battuta e palinata (!). Il punto più ostico del passaggio tra le rocce veniva superato tramite un tunnel, un foro naturale nella roccia successivamente allargato ad arte. La pista è stata in uso fino a tutti gli anni '60. Il suo abbandono sembrerebbe essere coinciso con l'enorme valanga che distrusse tra l'altro la famosa Capanna K2. Frane causate dallo scioglimento del permafrost hanno pian piano reso del tutto impraticabile quel tratto di pista.
Ecco un ingrandimento di una delle foto precedenti con segnato il tracciato del famigerato passaggino:
Qui sotto alcune foto fatte dall'utente Mt. Cervino di Alpinforum e Sommerschi.com, dove si nota distintamente il tunnel nella roccia:
Ma veniamo a noi. La mia curiosità di vedere da vicino l'ex passaggino era troppo forte ormai da un buon paio d'anni. Finalmente ho avuto la necessità di venire in Italia per impegni e sono riuscito a incastrare una giornata di sci a Cervinia. Era sabato 25 giugno, il giorno dell'apertura dello sci estivo. La mia idea era di sciare sul Plateau fin verso le due, poi scendere fin sotto la parete del Furggen via Teodulo-Bontadini. Con una breve salita sarei arrivato al fatidico punto P.
E invece no. La meteo è stata inclemente e, com'è noto, Zermatt non ha aperto. Poco prima delle nove, dopo un'ora di attesa estenuante a causa dell'ostinato silenzio degli elvetici, ho deciso di rompere gli indugi e di rinunciare allo sci sul ghiacciaio. Ho comprato allora una semplice andata e ritorno per Plan Maison e da lì mi sono incamminato prima a piedi e poi con le pelli in direzione della mia ambita meta.
Ecco, arrivato nel punto più vicino possibile al passaggino, quel che resta di quella gloriosa pista:
Resomi conto dell'effettiva impraticabilità della zona, tolgo le pelli e mi accingo ad affrontare la discesa. Nel frattempo era iniziata a precipitare una pioggerella dura e battente presto trasformatasi in pallottole di neve. In lontananza s'udiva già il tuono rimbombare.
^ L'arrivo a Plan Maison. Tutta la discesa fu percorsa sugli sci (salvo un brevissimo leva e rimetti per superare un ostacolo).
Vertiginose discese "dalla" Furggen:
Cartina 1966. Nella legenda le piste partenti dal Furggen sono quelle contrassegnate dai numeri 11, 12 e 13 (in realtà esisteva anche un altro itinerario via il rifugio Oriondè (Lo riondet):
In quest'altra cartina (grazie a Krisu di Retrofutur!) si notano le tre piste sopracitate nonché la variante Oriondè:
Ecco, a partire dagli anni '70, una di queste piste smette di comparire sulle cartine. Si tratta della pista contrassegnata con il numero 11 sulla prima cartina, vale a dire la Furggen-Plan Maison (passaggino).
Che cos'era successo? Perché questa pista di punto in bianco è scomparsa del tutto? Ma soprattutto, da dove poteva passare una pista proprio nella parete rocciosa a picco sotto la vecchia stazione del Furggen?
Sembra impossibile vedere i resti di una pista tra quelle rocce.
Eppure, cercando su foto più vecchie e guardando meglio, il quadro potrebbe cominciare a tornare:
Nella foto sopra si vede infatti una striscia di neve compatta che attraversa orizzontalmente le rocce. Tale striscia è solo interrotta in un punto. Di cosa poteva trattarsi? Un ostacolo da aggirare?
Anni fa certi signori:
ebbero la bella idea d'ispezionare la vecchia stazione del Furggen risalendo con gli sci per la vecchia pista. Tutto il suggestivo reportage si trova qui. Nel corso dell'escursione la loro attenzione fu attratta dai resti metallici di strutture di sicurezza penzolanti dalla roccia:
La loro sorpresa fu grande dal momento che tutti pensavano che il passaggino non fosse in realtà mai esistito e non fosse altro che il frutto della fantasia dei grafici pubblicitari dell'epoca.
Siccome anch'io, nelle mie frequentazioni cerviniesi a cavallo tra gli anni '60 e '70 avevo avuto notizia dell'esistenza di questa mitica pista, preso dalla curiosità mi sono messo a cercare un po' dappertutto, contattando anche le Funivie del Cervino e, soprattutto, un ex direttore di pista di buona memoria. Quest'ultimo mi ha definitivamente confermato che la pista del passaggino è effettivamente esistita ed era regolarmente battuta e palinata (!). Il punto più ostico del passaggio tra le rocce veniva superato tramite un tunnel, un foro naturale nella roccia successivamente allargato ad arte. La pista è stata in uso fino a tutti gli anni '60. Il suo abbandono sembrerebbe essere coinciso con l'enorme valanga che distrusse tra l'altro la famosa Capanna K2. Frane causate dallo scioglimento del permafrost hanno pian piano reso del tutto impraticabile quel tratto di pista.
Ecco un ingrandimento di una delle foto precedenti con segnato il tracciato del famigerato passaggino:
Qui sotto alcune foto fatte dall'utente Mt. Cervino di Alpinforum e Sommerschi.com, dove si nota distintamente il tunnel nella roccia:
Ma veniamo a noi. La mia curiosità di vedere da vicino l'ex passaggino era troppo forte ormai da un buon paio d'anni. Finalmente ho avuto la necessità di venire in Italia per impegni e sono riuscito a incastrare una giornata di sci a Cervinia. Era sabato 25 giugno, il giorno dell'apertura dello sci estivo. La mia idea era di sciare sul Plateau fin verso le due, poi scendere fin sotto la parete del Furggen via Teodulo-Bontadini. Con una breve salita sarei arrivato al fatidico punto P.
E invece no. La meteo è stata inclemente e, com'è noto, Zermatt non ha aperto. Poco prima delle nove, dopo un'ora di attesa estenuante a causa dell'ostinato silenzio degli elvetici, ho deciso di rompere gli indugi e di rinunciare allo sci sul ghiacciaio. Ho comprato allora una semplice andata e ritorno per Plan Maison e da lì mi sono incamminato prima a piedi e poi con le pelli in direzione della mia ambita meta.
Ecco, arrivato nel punto più vicino possibile al passaggino, quel che resta di quella gloriosa pista:
Resomi conto dell'effettiva impraticabilità della zona, tolgo le pelli e mi accingo ad affrontare la discesa. Nel frattempo era iniziata a precipitare una pioggerella dura e battente presto trasformatasi in pallottole di neve. In lontananza s'udiva già il tuono rimbombare.
^ L'arrivo a Plan Maison. Tutta la discesa fu percorsa sugli sci (salvo un brevissimo leva e rimetti per superare un ostacolo).
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