Discesa da Furggen via Duca degli Abruzzi
E comunque un impiantino da Pancheron alla cresta del Furggen si dovrebbe fare, le tecnologie ci sono (funitel va e vieni o funifor a campata unica).
mi chiedo se qualche freerider ha fatto la ex pista che passava dal rifugio Duca degli Abruzzi
Ciao a tutti, questo è un forum proprio bello e quindi mi sento di dare anch'io un piccolo contributo, raccontando la mia esperienza (non sono un freerider).
Io c'ero.
All'inizio di aprile del 1984, ero a Cervinia con mia moglie, neo sposi. Un giorno con tempo bellissimo sono andato a sciare da solo e da Plain Maison ho preso la funivia per il Furggen.
In quei tempi, le lunghe code che tutti raccontano per andare su con la funivia non c'erano più. Si prendeva la funivia e si era al massimo in 5 o 6 (da cui capisco anche le considerazioni economiche che hanno poi portato alla dismissione dell'impianto). Tutti erano convinti che la pista fosse veramente pericolosa, ma non era vero.
Allora, sugli impianti della Cervino Spa noi sciavamo con la tessera a punti, che era molto più conveniente del giornaliero (specie se si era amici di qualche ragazzo addetto ai controlli). Ma quando era il momento di "obliterare" la tessera all'ingresso della funivia del Furggen, era una vera mitragliata. Insomma, andare al Furggen era pericoloso e molto caro.
Arrivati in cima, lo spettacolo era commovente: da Cervino a Cervino a 360°, passando per tutte le montagne più belle d'Europa. Non avrei voluto più scendere. In ogni caso, a un certo punto ho preso i gradini della galleria e dopo un bel po' sono uscito sulla stretta piazzola che oggi non esiste più (o si è trasferita almeno 50 metri più in basso causa scomparsa ghiacciaio). Mi stavo mettendo gli sci, per la solita discesa verso quella che oggi è la pista 5 e Cervinia, quando mi accorgo che un signore di una certa età mi stava guardando. A furia di ammirare il paesaggio eravamo rimasti soli. Un saluto e poi mi dice: Non è che vuoi venire con me, che passiamo dal rifugio Duca degli Abruzzi? Di questa pista che passa proprio sotto il Cervino, ma proprio sotto, tanto da sentire distintamente le continue scariche di roccia e ghiaccio, io non ne avevo mai sentito parlare. Ma l'avventura è l'avventura.
Siamo scesi, restando sempre a destra e più in quota possibile. La pista non esisteva e non c'era alcuna traccia di passaggi. I rumori del Cervino erano impressionanti. Abbiamo visto molti gruppi di camosci e dopo una mezz'oretta siamo arrivati al rifugio Duca degli Abruzzi (2.800 m). Allora era una casetta, non come oggi, e non si vedeva neppure perchè era tutto coperto da metri e metri di neve. Quando siamo stati sul piazzale davanti al rifugio, abbiamo visto un ragazzo che aveva appena cominciato le operazioni per l'apertura stagionale.
Sarà stato mezzogiorno. Ci siamo fermati lì almeno due ore, tutti e tre parlando e bevendo thè in quantità offerto dal rifugio (purtroppo non c'era niente da mangiare, ma è il thè più buono che io abbia mai bevuto). Era pomeriggio inoltrato quando siamo ripartiti e scesi per il tracciato della strada fino a Cervinia.
E' una giornata che mi è rimasta nel cuore, perchè oltre alla bellezza dei paesaggi ed alla simpatia delle persone, ho assaporato il senso dell'avventura in posti dove, allora come oggi, non c'è nulla da scoprire, si paga, si seguono le frecce, e si scende restando sempre tutti insieme (a meno di essere un freerider).
Ripensandoci, mi spiace di non aver poi preso più spesso quella piccola funivia che portava in paradiso, rendendomi conto solo a cose fatte che anche il Furggen non era eterno (cosa che, ovvio, vale anche per altre esperienze della vita).
Massimo