Dobbiamo venir fuori da questo Settembre (e Ottobre?) di malanni continui, che sta danneggiando una stagione sì di bassa quota ma anche di alta frequenza camminatoria.
Decidiamo quindi Domenica per una gita agile dal punto di vista tecnico, su comodi sentieri, optando - vista anche la precaria condizione di fisica - per non portare il piccolino sulle spalle. Al suo posto con noi c'è il mitico Giorgio, che non si tira indietro di fronte a un giretto dal sapore autunnale in uno degli angoli più interessanti del nostro Friuli.
Arriviamo oltre lo stabilimento della Goccia di Carnia ad orario molto comodo, ma d'altronde fa fresco e non c'è nessuna fretta visto che abbiamo con noi i panini da mangiare in quota.
La mulattiera verso la Stretta di Fleons e Casera Sissanis è un pelo monotona, ravvivata ad un tratto dai colori finalmente autunnali che si scontrano con la cupa atmosfera della forra e della sua fragorosa cascata.
Giunti al bivio con la parte alta della Val Fleons svoltiamo a destra lungo una mulattiera ora piuttosto ripida, che si inerpica fin verso Casera Sissanis di sotto, adagiata su di un ripiano erboso molto panoramico sul M. Navastolt, contrafforte orientale del M. Avanza, e sul Giogo Veranis che concede il valico verso l'Austria e la vicinissima Hochweissteinhaus.
La cascatella presso la Stretta di Fleons
Sulla mulattiera del segnavia 140
M. Navastolt
Giorgio sui ripiani di Casera Sissanis di sotto. In fondo il Giogo Veranis
Marti e Franklyn a Casera Sissanis di sotto
Fortunatamente il pendio da qui diventa decisamente dolce, su verso i ruderi di Casera Sissanis di sopra, dove si abbandona l'ultima vegetazione ad alto fusto per giungere sui pascoli misti a pietre che portano a Sella Sissanis. Le nuvole tendono a circondarci prima del previsto, peccato visto che il bello deve venire ora.
Giungiamo a Sella Sissanis, dove il clima è meraviglioso. Non c'è vento e il sole ci scalda quanto basta per rimanere in maglietta. Franklyn corre, Giorgio fotografa, io e Marti ci riposiamo sul prato. Tutto sembra tranquillo finchè la vista verso Est ci cattura senza preavviso. Il sottostante laghetto Pera non è stato chiamato così per caso, e crea un contrasto magico con la Creta di Bordaglia appena dietro di lui. Sulla destra, un pelo sfocato dalla nuvolaglia, la mole del Monte Volaia appare ingombrante e minacciosa.
Marti e Franklyn a Casera Sissanis di sopra
Il M. Navastolt, dietro Giogo Veranis è comparso il M. Pietra Bianca e parte della testata della Val Visdende
Marti sui dolci pendii finali verso Sella Sissanis
Franklyn gioioso a Sella Sissanis
Il M. Volaia da Sella Sissanis
Laghetto Pera, dietro la Creta di Bordaglia e il promontorio di Quota Pascoli
Marti sulle rive del laghetto, nel quale si tuffano rane al nostro passaggio
Un primo dolcissimo saliscendi e poi un traverso su pietre ci portano ad ammirare ora il Lago di Bordaglia dall'altro. Là in fondo c'è la casera omonima, dove faremo la nostra pausa. Per arrivarci però dobbiamo portare a termine un lungo giro fino a una specie di valico. Il vero Passo Giramondo che dà in Austria è poco più in là, praticamente in piano. Non vale la pena arrivarci, oggi, perchè proprio da là salgono le nubi fitte e non consentirebbero alcuna vista.
Giriamo quindi indietro verso il lago e la casera, scendendo rapidi per scaldarci visto che qua spira un vento insistente.
Il lago di Bordaglia dall'alto. Dietro il M. Vas.
Marti ammira il lago
Giorgio sul traverso con dietro il M. Navagiust
Lago e Casera Bordaglia di Sopra
Al crocevia di quota 2003
Due escursionisti sulla pietraia appena affrontata
Lago di Bordaglia e M. Volaia
Casera Bordaglia di Sopra
Marti e Franklyn in arrivo alla casera
Dopo un litigio di Franklyn con 4 cani (liberi) che assieme ai loro padroni avevo preso letteralmente possesso della casera ci fermiamo poco oltre - al sicuro - per il nostro meritato pranzo. La temperatura è piuttosto bassa e stando fermi l'avvertiamo tutta, serve vestirsi e non poco mentre addirittura arrivano due gocce.
La discesa sul 142 è veramente rapida fino alla chiesetta di San Giovanni Bosco, addobbata a nozze, e la vicinissima Casera Bordaglia di sotto.
Da qui inizia la mulattiera che tra un taglio e un altro ci condurrà già verso il Rio Bordaglia e quindi la splendida forra della parte finale, prima di tornare al parcheggio poco sopra Pierabech, con tanto di fastidiosa contropendenza per tornare all'auto.
In arrivo a Casera Bordaglia di sotto
La chiesetta intitolata a S. Giovanni Bosco
Addobbi di nozze?
Scorcio sulla forra del Rio Bordaglia
Decidiamo quindi Domenica per una gita agile dal punto di vista tecnico, su comodi sentieri, optando - vista anche la precaria condizione di fisica - per non portare il piccolino sulle spalle. Al suo posto con noi c'è il mitico Giorgio, che non si tira indietro di fronte a un giretto dal sapore autunnale in uno degli angoli più interessanti del nostro Friuli.
Arriviamo oltre lo stabilimento della Goccia di Carnia ad orario molto comodo, ma d'altronde fa fresco e non c'è nessuna fretta visto che abbiamo con noi i panini da mangiare in quota.
La mulattiera verso la Stretta di Fleons e Casera Sissanis è un pelo monotona, ravvivata ad un tratto dai colori finalmente autunnali che si scontrano con la cupa atmosfera della forra e della sua fragorosa cascata.
Giunti al bivio con la parte alta della Val Fleons svoltiamo a destra lungo una mulattiera ora piuttosto ripida, che si inerpica fin verso Casera Sissanis di sotto, adagiata su di un ripiano erboso molto panoramico sul M. Navastolt, contrafforte orientale del M. Avanza, e sul Giogo Veranis che concede il valico verso l'Austria e la vicinissima Hochweissteinhaus.
La cascatella presso la Stretta di Fleons
Sulla mulattiera del segnavia 140
M. Navastolt
Giorgio sui ripiani di Casera Sissanis di sotto. In fondo il Giogo Veranis
Marti e Franklyn a Casera Sissanis di sotto
Fortunatamente il pendio da qui diventa decisamente dolce, su verso i ruderi di Casera Sissanis di sopra, dove si abbandona l'ultima vegetazione ad alto fusto per giungere sui pascoli misti a pietre che portano a Sella Sissanis. Le nuvole tendono a circondarci prima del previsto, peccato visto che il bello deve venire ora.
Giungiamo a Sella Sissanis, dove il clima è meraviglioso. Non c'è vento e il sole ci scalda quanto basta per rimanere in maglietta. Franklyn corre, Giorgio fotografa, io e Marti ci riposiamo sul prato. Tutto sembra tranquillo finchè la vista verso Est ci cattura senza preavviso. Il sottostante laghetto Pera non è stato chiamato così per caso, e crea un contrasto magico con la Creta di Bordaglia appena dietro di lui. Sulla destra, un pelo sfocato dalla nuvolaglia, la mole del Monte Volaia appare ingombrante e minacciosa.
Marti e Franklyn a Casera Sissanis di sopra
Il M. Navastolt, dietro Giogo Veranis è comparso il M. Pietra Bianca e parte della testata della Val Visdende
Marti sui dolci pendii finali verso Sella Sissanis
Franklyn gioioso a Sella Sissanis
Il M. Volaia da Sella Sissanis
Laghetto Pera, dietro la Creta di Bordaglia e il promontorio di Quota Pascoli
Marti sulle rive del laghetto, nel quale si tuffano rane al nostro passaggio
Un primo dolcissimo saliscendi e poi un traverso su pietre ci portano ad ammirare ora il Lago di Bordaglia dall'altro. Là in fondo c'è la casera omonima, dove faremo la nostra pausa. Per arrivarci però dobbiamo portare a termine un lungo giro fino a una specie di valico. Il vero Passo Giramondo che dà in Austria è poco più in là, praticamente in piano. Non vale la pena arrivarci, oggi, perchè proprio da là salgono le nubi fitte e non consentirebbero alcuna vista.
Giriamo quindi indietro verso il lago e la casera, scendendo rapidi per scaldarci visto che qua spira un vento insistente.
Il lago di Bordaglia dall'alto. Dietro il M. Vas.
Marti ammira il lago
Giorgio sul traverso con dietro il M. Navagiust
Lago e Casera Bordaglia di Sopra
Al crocevia di quota 2003
Due escursionisti sulla pietraia appena affrontata
Lago di Bordaglia e M. Volaia
Casera Bordaglia di Sopra
Marti e Franklyn in arrivo alla casera
Dopo un litigio di Franklyn con 4 cani (liberi) che assieme ai loro padroni avevo preso letteralmente possesso della casera ci fermiamo poco oltre - al sicuro - per il nostro meritato pranzo. La temperatura è piuttosto bassa e stando fermi l'avvertiamo tutta, serve vestirsi e non poco mentre addirittura arrivano due gocce.
La discesa sul 142 è veramente rapida fino alla chiesetta di San Giovanni Bosco, addobbata a nozze, e la vicinissima Casera Bordaglia di sotto.
Da qui inizia la mulattiera che tra un taglio e un altro ci condurrà già verso il Rio Bordaglia e quindi la splendida forra della parte finale, prima di tornare al parcheggio poco sopra Pierabech, con tanto di fastidiosa contropendenza per tornare all'auto.
In arrivo a Casera Bordaglia di sotto
La chiesetta intitolata a S. Giovanni Bosco
Addobbi di nozze?
Scorcio sulla forra del Rio Bordaglia
