da 20 anni fa a oggi...
Poche righe scritte con il dispiacere di non poter essere a Modena.
Alle spalle venti anni di telemark (o per meglio dire venti anni a provare a curvare in telemark...) tecnica scelta perchè arrivando dallo sci di fondo escursionismo sembrava la più logica per poter scendere pendii sempre più impegnativi a tallone libero e avere contemporaneamente la possibilità di vagabondare fra valli e vette senza preferire le une alle altre.
Nel frattempo la tecnica è evoluta, i materiali sono cambiati e l'unica cosa rimasta uguale è rimasta solo la voglia di andare a vedere cosa c'è oltre quel colle innevato alla fine della salita.
A sensazione, i numeri di quelli che praticano questa disciplina sciistica sono cresciuti in questi venti anni. E' stata una crescita lenta, ma è stata una crescita. Sicuramente non è stata esponenziale come tante le aziende del settore vorrebbero, ma c'è stata.
Nello stesso periodi di tempo, i materiali proposti per "vagabondare" sulla neve sci ai piedi sono cambiati anche per la specialità "concorrente", per lo scialpinismo. Non parlo tanto degli sci, quelli si è visto che sono praticamente intercambiabili fra le diverse discipline, quanto per qual che riguarda attacchi e scarponi. L'attacco Dynafit, l'attacchino, ha saputo dare nuova vita e movimento a un settore che era statico da sempre e dove sembrava che il peso da mettere sotto i piedi non potesse essere ridotto pena minore resistenza alle sollecitazioni e minore efficenza nella risposta degli attrezzi alle richieste motorie dello sciatore. L'attacco Dynafit ha dimostrato che questo poteva non essere vero, incrementando in maniera esponenziale la leggerezza del sistema sci/attacco/scarpone, facendo crescere le velocità di ascensione, dando il via a un fenomeno, quello delle gare di scialpinismo, forse lontano dall'essenza di questo sport ma che ha visto così crescere il numero dei praticanti in modo impensabile.
Allo stesso tempo, per assurdo, il peso della attrezzatura in uso per il telemark è andato aumentando, arrivando a essere persino più del triplo di quello che era all'inizio degli anni '90. Sicuramente è cresciuta la facilità di curvare, ma altrettanto sicuramente è diminuita la sensibilità dello sciatore e il suo sentire la neve e il pendio. Sci più facili, più corti e più veloci, hanno imposto attacchi molto più robusti e scarponi di pari livello. La codifica della didattica ha consentito che la curva di apprendimento fosse più breve (ricordo che prima, uno degli slogan di un gruppo di telemark del nord - i talloni liberi epicurei - era: "se era facile avremmo fatto snowboard") ma anche la necessità di essere maggiormente presenti sulle piste preparate, dove lo scotto da pagare per una attrezzatura più pesante sembrava essere più lieve. Da modo, stile di sci, libero per antonomasia di vagare fra valli, colli e montagne, il telemark si è ritrovato costretto sulle piste battute, a sciare su neve "addomesticata" sempre più lontano da quella viva e ribelle. Adesso se si va su quest'ultima è per la gran parte solo approfittando dell'ascensore tecnologico degli impianti. Quanti sono quelli che praticano lo scialpinismo in telemark? Se prima, gite facili o difficili non credo possa essere una discriminante, si trattava della totalità di chi sciava con il tallone svincolato, ora, la mia impressione è che si tratti solo di una bassa percentuale. Per il resto si scia in pista o vicino alle piste facendo freeride dove il peso non ha importanza visto che si usano gli impianti per risalire.
La vera crescita di numeri per questa disciplina, che oltre alla gioia del movimento ha dalla sua l'aumentare la percezione e la sensiblità dello sciatore, credo arriverà solo quando si torneranno ad avere materiali perfomanti e soprattutto anche leggeri. E su questo, noi praticanti, TSE, i promoter credo si possa influire ben poco.