dal sito ufficiale dell' Inail:
"Diritti e quesiti a cura di M. Antonietta Vargiu Infortunio in itinere: l`uso della bicicletta Sul tema dell`infortunio in itinere, in merito al quale si è recentemente pronunciata la Corte di Cassazione, è intervenuta nei giorni scorsi una nota dell`INAIL n. 8476 del 07/11/2011, per rispondere ai numerosi quesiti sul riconoscimento o meno dell`indennizzo quando il mezzo privato utilizzato dal dipendente nel percorso casa-lavoro, o durante gli spostamenti temporanei, sia la bicicletta. Chiarito cioè che il ricorso al mezzo privato (auto o bici) è ammesso purché necessitato, ovvero dimostrando l`assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto e la non percorribilità a piedi del tragitto, è evidente che la libera scelta del dipendente rappresenta proprio la linea di confine tra i tipi di infortunio. Se il lavoratore decide liberamente di percorrere il tragitto in bicicletta su strade trafficate e solitamente congestionate da numerosi veicoli in transito, in questo caso è tendenzialmente escluso l`infortunio in itinere perché il lavoratore ha scelto consapevolmente di esporsi al rischio maggiore su strada, impiegando la bici (o allo stesso modo l`auto) privata piuttosto che i mezzi pubblici, fatta salva la valutazione caso per caso sull`uso necessario della bicicletta. Nella nota infatti l`Istituto, condividendo l`interpretazione dei giudici, ribadisce che, ai fini dell`art.12 del D.lgs. 38/2000 che disciplina l`infortunio in itinere e la sua risarcibilità, non rileva la proprietà del mezzo di trasporto utilizzato, che può essere del lavoratore o di un terzo, quanto piuttosto il controllo che il lavoratore stesso può esercitare sulla guida del mezzo in condizioni di rischio maggiore. È da dire che l`utilizzo della bicicletta viene comunque maggiormente tutelato, anche quando non c`è una reale necessità e quindi anche quando il tragitto è coperto dai mezzi pubblici, purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario. [.]"
la fonte: INAIL - INFORTUNIO IN ITINERE: L'USO DELLA BICICLETTAquindi?
riquoto questo, cosi i grandi difensori della attuale logica della finanza pubblica possono leggerlo.
una volta non basta ovviamente.
se lo stato si esprime in questo modo: "in questo caso è tendenzialmente escluso l`infortunio in itinere perché il lavoratore ha scelto consapevolmente di esporsi al rischio maggiore su strada, impiegando la bici (o allo stesso modo l`auto) privata piuttosto che i mezzi pubblici, fatta salva la valutazione caso per caso sull`uso necessario della bicicletta."
...e mi OBBLIGA senza poter scegliere di pagare dei soldi per l'assicurazione contro gli infortuni mentre me reco sul posto di lavoro, posso solo concludere che si tratta di uno stato che NON funziona per il bene dei cittadini ma funziono solo per tutelare se stesso e prendere dei soldi senza alcun obbligo di dare dei servizi.
innutile parlare di cavilli legali o frasi... il pensiero stesso dietro questa decisione e' profondamente sbagliata, ingiusta, arrogante e fa capire che lo stato considera i cittadini degli sudditi e non dei contribuenti.
la logica giusta sarebbe:
dichiarare in maniera trasparente e in lingua semplice ad ogni lavoratore cosa comprende l'assicurazione e cosa non comprende.
far decidere al lavoratore di quale parte non intende avvalersi, escludendo le parti piu' importanti e garantiti se senza se e senza ma dallo stato.
togliere dalla busta paga il costo dei servizi che non verranno usufriuti dal lavoratore.
CHE MI PARE LA COSA PIU' LOGICA DEL MONDO.