secondo voi L'UOMO STA CAMBIANDO IL CLIMA ?

Da quello che si legge dovrebbe essere la maggior estensione ghiacciata dal 2011 ad oggi, bisogna pero’ considerare che la massima estensione dei ghiacci si raggiunge a marzo e quindi l’attuale estensione dovrebbe crescere ancora
 
Non sono informato su queste tematiche nord europee, quindi chiedo: le foto saltellitari della copertura ghiacciata che in atto, a livello di estensione, evidenziano un fenomeno che 20 anni fa sarebbe stata totale normalità, oppure un evento comunque importante con connotati di eccezionalità?
Sono cicli ,20 anni fa' era normale e ripetitivo , anche se in 4 anni un inverno e' stato piu' mite....che ci sia il pack ora non mi stupisce
 
Premesso che credo nel GW e tocchiamo con mano che, purtroppo, si sta materializzando molto più rapidamente di quanto gli scienziati avevano previsto (a parte isolati imbecilli estremisti tipo delle calotte polari sciolte, ghiacciai scomparsi etc.).
Considerato che ho serissimi sospetti che esso sia effettivamente atropico.

Cio premesso e ciò considerato nutro fortissima antipatia per due questioni:
- La notizia del Baltico ghiacciato veine pareccchio sottaciuta
- Sono convinto tale evento sarà fatto passare per essere "diretta conseguenza del GW".

Sull'ultimo punto nutro serissimi dubbi, io credo che, semplicemente, si tatti di un evento freddo al pari di tanti altri verificatisi nel passato remoto e recente.
Global warming e' un nome misleading, non a caso nella comunita' scientifica si parla di Climate Change (quindi di cambio climatico) e non di riscaldamento globale, che e' una locuzione che era in voga due decenni fa.
Quello che cambia, come effetto dell'aumento delle temperature, sono i pattern di tempo atmosferico... ma, per fare un esempio, per quanto sia difficile quantificare probabilita', dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti che eventi che con una distribuzione di eventi climatici non condizionata da CC sarebbero molto improbabili, lo diventano sistematicamente sempre di piu'.
Per dire, nella valle del Tamigi (dove vivo ora) ci sono state, nel giro di 20 anni, 3 alluvioni "once in 100 years".
Ora, non hai la numerosita' campionaria per fare inferenza, ma il valore atteso di alluvioni "once in 100 years" in vent'anni e' 0.2, non 3
 
Climate change OK, ma dire che ogni evento freddo estremo è colpa del cambio climatico è una falsità tendenziosa, punto.
Se le definissero “le sc*regge del moribondo” non avrei nulla da eccepire, di fatto questa definizione colorita descrive alla perfezione cosa sono gli eventi FREDDI estremi, sempre più rari, chi si verificano nella nostra epoca.

NON SONO catostrofi delle è responsabile è responsabile il cabio climatico.
 
Già nel 1896 lo scienziato svedese Svante Arrhenius aveva intuito che un incremento dei livelli di anidride carbonica (CO2) in atmosfera avrebbe provocato un innalzamento della temperatura media superficiale del nostro pianeta. Arrhenius fu un pioniere nel calcolare che un raddoppio della concentrazione di CO2 potrebbe comportare un aumento della temperatura terrestre di circa 3°C.
Le stime correnti indicano che, su periodi di tempo che vanno da decenni a secoli, ogni raddoppio dell’anidride carbonica potrebbe portare a un riscaldamento globale compreso tra 1,5 a 4,5 °C, portando il pianeta pericolosamente vicino o oltre i 2 gradi di riscaldamento, valore che potrebbe essere raggiunto entro la fine di questo secolo. Tuttavia, è possibile che queste previsioni siano in realtà ancora più elevate. A rivelarlo è uno studio coordinato dal Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, a cui ha partecipato anche l’Istituto di scienze polari (Isp) del Consiglio nazionale delle ricerche. I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista Science.
"Sappiamo da tempo che aggiungere CO2 in atmosfera aumenta la temperatura" ha affermato Bärbel Hönisch, ricercatrice presso la Columbia University, e coordinatrice del lavoro, “ma questo lavoro ci offre un'idea molto più solida di quanto il clima sia sensibile su scale temporali lunghe”. Per ricostruire la concentrazione di CO2 nel passato geologico si utilizzano misure dirette, quali l’analisi delle bolle d’aria intrappolate nelle carote di ghiaccio delle zone polari, e misure indirette come lo studio dei segnali chimici nelle piante, minerali e organismi fossili. “La composizione isotopica dei gusci carbonatici di alcuni organismi planctonici conservati nei sedimenti marini o dello scheletro dei coralli ci permette di ricostruire il clima del passato”, prosegue Paolo Montagna, ricercatore del Cnr-Isp e coautore del lavoro. “Combinando misure dirette ed indirette provenienti da vari archivi geologici, siamo riusciti ad ottenere una ricostruzione dettagliata dei livelli di CO2 in atmosfera degli ultimi 66 milioni di anni. Questa ricostruzione è stata poi messa a confronto con la curva di evoluzione della temperatura per avere una visione più completa”.
Nel periodo più antico, tra 66 e 56 milioni di anni fa, la Terra era quasi completamente priva di ghiacci e mentre alcuni studi indicavano livelli relativamente bassi di CO2 la nuova ricerca ha stabilito invece che la concentrazione di CO2 in questo periodo era particolarmente elevata, oscillando tra 600 e 700 ppm (parti per milione)
Lo studio ha confermato che il periodo più caldo fu circa 50 milioni di anni fa, con livelli di CO2 che hanno raggiunto 1600 ppm e temperature fino a 12°C più alte rispetto ad oggi.
Circa 34 milioni di anni fa la riduzione di CO2 ha portato allo sviluppo dell’attuale calotta glaciale antartica.
In seguito si è verificata un’ulteriore diminuzione della CO2, periodo in cui si sono evoluti gli antenati di molte specie vegetali e animali esistenti oggi. Questo evidenzia come le variazioni di questo gas climalterante abbiano un impatto non solo sul clima, ma anche sugli ecosistemi.
“La concentrazione attuale di CO2 ha superato i 420 ppm, segnando un incremento del 50% rispetto ai livelli ricostruiti alla fine del XVIII secolo” continua Montagna.
“Valori così elevati non sono mai stati raggiunti negli ultimi 14 milioni di anni, e questa tendenza, se non mitigata, potrebbe portare le concentrazioni di CO2 a livelli di 600-800 ppm alla fine di questo secolo.
La nuova ricostruzione, basata su un’analisi approfondita dei dati pregressi, rivela che un raddoppio della CO2 in atmosfera corrisponde ad un aumento della temperatura media globale di 5-8 °C.
Tale scenario evidenzia l’urgente necessità di affrontare le emissioni di gas serra e di elaborare strategie efficaci per contrastare il cambiamento climatico” conclude Hönisch.
Questo studio permetterà ai ricercatori di raffinare i modelli per le previsioni climatiche
 
Sottolineo la conclusione..andiamo verso un livello di co2 di 600-800 ppm che è la metà di quello ( 1600 ppm) che 50 milioni di anni fa ha portato secondo la ricerca una crescita fino a 12 gradi percui è ipotizzabile che in assenza di interventi si possa avere un incremento della temperatura media globale di 5-8 gradi..credo che non abbiamo ancora compreso bene il dramma che ci aspetta
 
Per quelli che "i cambiamenti climatici ci sono sempre stati", è vero, è evidente che è così, ma naturalmente ci volevano milioni di anni... o almeno qualche secolo per cambiamenti meno significativi (vedi la piccola era glaciale per esempio, relativamente recente). L'attuale cambio di passo avvenuto nel giro di appena qualche decennio è qualcosa di terribilmente anomalo.
 
Quindi l'obbiettivo in assoluto non è più o meno freddo/caldo ma regolare la velocità dei cambiamenti? Coma la misuriamo e quale è la velocità corretta? Come è stata stabilita? In passato era omogenea o anche negli eoni passati vi furono variazioni nei ritmi?
 
Non c'è una velocità corretta, ma se in passato un raddoppiamento della CO2 era avvenuto in milioni di anni e adesso in poco più di cent'anni (e sappiamo tutti cosa è cambiato in questi anni, anche se qualcuno ne nega l'importanza), due domande me le farei.
 
Quindi l'obbiettivo in assoluto non è più o meno freddo/caldo ma regolare la velocità dei cambiamenti? Coma la misuriamo e quale è la velocità corretta? Come è stata stabilita? In passato era omogenea o anche negli eoni passati vi furono variazioni nei ritmi?
Non c'è una velocità corretta, ma se in passato un raddoppiamento della CO2 era avvenuto in milioni di anni e adesso in poco più di cent'anni (e sappiamo tutti cosa è cambiato in questi anni, anche se qualcuno ne nega l'importanza), due domande me le farei.
È evidente che dobbiamo stabilizzare il livello di co2 evitando un aumento ulteriore da matrice umana,quel che farà poi la natura in milioni di anni non deve essere una scusante supercaxxola..la cosa è che già stabilizzandoci ai livelli attuali la situazione non è buona,figurarsi se li incrementiamo ancora verso i livelli di co2 che caratterizzavano le epoche piu calde del passato
 
Quindi l'obbiettivo in assoluto non è più o meno freddo/caldo ma regolare la velocità dei cambiamenti? Coma la misuriamo e quale è la velocità corretta? Come è stata stabilita? In passato era omogenea o anche negli eoni passati vi furono variazioni nei ritmi?
Separerei i piani.
  • Sul piano scientifico, ci sono una serie di questioni:
    • Sappiamo che la CO2 modifica il clima, in particolare aumenta la temperatura media. Di questo ci sono evidenze storiche, modelli fisici, forse non esperimenti su larga scala ma possiamo assumerlo come verita' scientifica.
    • Ipotizziamo che l'aumento di CO2 in atmosfera sia di origine umana. Anche questo non lo sappiamo per certo, ma e' evidente che ci siano emissioni di carbonio aggiuntive rispetto a quelle naturali, e i record storici ci dicono che la concentrazione di carbonio in atmosfera aumenta da quando queste emissioni aggiuntive sono apparse, e la velocita' di variazione dipende dalla quantita' di queste emissioni, che dipende dal numero di persone che consumano e dal loro reddito pro-capite.
    • Se la CO2 modifica il clima, e l'aumento di CO2 in atmosfera e' di origine umana, allora l'uomo modifica il clima.
  • Poi c'e' la questione economico-sociale
    • Cambiamenti troppo rapidi del clima non lasciano tempo per l'adattamento, o rischiano di generare cambiamenti irreversibili (ossia, anche tornando indietro perche' miracolosamente riusciamo ad eliminare tutto il carbonio in atmosfera, non torneremo mai alla condizione di partenza, una sorta di isteresi, per chi ha presente il fenomeno)
    • La velocita' "corretta" non esiste, la cosa che si studia e' capire (per ora in termini di emissioni di arrivo) quali saranno le conseguenze economiche di CC. Si sta lavorando (o meglio, sto lavorando) sulla dimensione "dinamica" delle emissioni, anche solo per capire come i fattori socioeconomici rilevanti per le emissioni ne modifichino la velocita' (in "matematichese", analizziamo le derivate delle curve di emissione)
    • Peraltro, c'e' una dimensione interessante e poco esplorata... in CC c'e' una dimensione di disuguaglianza degli impatti pazzesca. Si vede sperimentalmente che la temperatura media annua "ottima" e' attorno ai 13 gradi: stati che hanno temperature medie sotto questa, o sopra questa, hanno danni economici indotti dal clima, o meglio, non producono quello che potrebbero produrre. Se la temperatura media aumenta, gli stati sotto avrebbero paradossalmente degli effetti economici positivi da CC (ovviamente da pesare con gli altri effetti di CC, anche economici, quali l'aumento dei fenomeni metereologici estremi etc). E quegli stati che avrebbero impatti positivi sono i soliti noti, ossia quelli ai bordi nord o sud della fascia temperata (nordeuropa, canada, USA, ma anche sudafrica, australia, argentina, cile... Insomma, la questione e' un bel burdel
 
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Separerei i piani.
  • Sul piano scientifico, ci sono una serie di questioni:
    • Sappiamo che la CO2 modifica il clima, in particolare aumenta la temperatura media. Di questo ci sono evidenze storiche, modelli fisici, forse non esperimenti su larga scala ma possiamo assumerlo come verita' scientifica.
    • Ipotizziamo che l'aumento di CO2 in atmosfera sia di origine umana. Anche questo non lo sappiamo per certo, ma e' evidente che ci siano emissioni di carbonio aggiuntive rispetto a quelle naturali, e i record storici ci dicono che la concentrazione di carbonio in atmosfera aumenta da quando queste emissioni aggiuntive sono apparse, e la velocita' di variazione dipende dalla quantita' di queste emissioni, che dipende dal numero di persone che consumano e dal loro reddito pro-capite.
    • Se la CO2 modifica il clima, e l'aumento di CO2 in atmosfera e' di origine umana, allora l'uomo modifica il clima.
  • Poi c'e' la questione economico-sociale
    • Cambiamenti troppo rapidi del clima non lasciano tempo per l'adattamento, o rischiano di generare cambiamenti irreversibili (ossia, anche tornando indietro perche' miracolosamente riusciamo ad eliminare tutto il carbonio in atmosfera, non torneremo mai alla condizione di partenza, una sorta di isteresi, per chi ha presente il fenomeno)
    • La velocita' "corretta" non esiste, la cosa che si studia e' capire (per ora in termini di emissioni di arrivo) quali saranno le conseguenze economiche di CC. Si sta lavorando (o meglio, sto lavorando) sulla dimensione "dinamica" delle emissioni, anche solo per capire come i fattori socioeconomici rilevanti per le emissioni ne modifichino la velocita' (in "matematichese", analizziamo le derivate delle curve di emissione)
    • Peraltro, c'e' una dimensione interessante e poco esplorata... in CC c'e' una dimensione di disuguaglianza degli impatti pazzesca. Si vede sperimentalmente che la temperatura media annua "ottima" e' attorno ai 13 gradi: stati che hanno temperature medie sotto questa, o sopra questa, hanno danni economici indotti dal clima, o meglio, non producono quello che potrebbero produrre. Se la temperatura media aumenta, gli stati sotto avrebbero paradossalmente degli effetti economici positivi da CC (ovviamente da pesare con gli altri effetti di CC, anche economici, quali l'aumento dei fenomeni metereologici estremi etc). E quegli stati che avrebbero impatti positivi sono i soliti noti, ossia quelli ai bordi nord o sud della fascia temperata (nordeuropa, canada, USA, ma anche sudafrica, australia, argentina, cile... Insomma, la questione e' un bel burdel
Nell'ultimo secolo l'aumento di co2 nell'atmosfera è per certo di origine umana dato che è raddoppiata nel passaggio dall'epoca pre industriale a quella industriale,un tempo così breve dal pt di vista storico da non lasciare alcun dubbio come non c'e alcun dubbio che una società post industriale emetta molte piu emissioni di una pre industriale..più attività,più produzione,più complessità,più abitanti.
Basta pensare a come viveva una famiglia dell'800 rispetto a una famiglia moderna,quali strumenti utilizzava,ecc
 
Il punto è..posto che nessuno di noi vuole tornare indietro alle condizioni di 100-150 anni fa tuttavia bisognerà fare ciò che non compromette irrimediabilmente la qualità di vita attuale nei paesi già industrializzati..i paesi in fase di industrializzazione dovranno disciplinarla
 
Basta mettere un fungo fuori da un bistrot per cambiare il microclima, quindi la risposta è sì.
L’errore è l’illusione che l’uomo possa “riparare” il clima, quando la popolazione aumenta invece di diminuire.

Che poi non è una illusione è un grande inganno, poiché i “grandi della terra” che fanno i summit lo sanno benissimo che non risolveranno un bel niente, se non forse un mondo meno inquinato, più pulito, ma miglioramento che nella ci azzecca col Clima.
 
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