Ciao ragazzi,
ci hanno segnalato questo link: "ehi, fate un giro, si parla di Buyer's Guide!".
Ed eccoci qui, sperando di non essere invadenti in uno spazio che magari non ci compete, ma in fondo siamo anche noi sciatori e appassionati.
Ci fa piacere che sopravviva ancora la formula dei forum e che ci sia chi ha voglia di commentare e scrivere di sci. È una gran bella cosa.
E che qualcuno dedichi del tempo a commentare la nostra Buyer's Guide.
Siamo sempre meravigliati, però, di scoprire che un lavoro di queste proporzioni, che realmente non ha eguali per impegno, mole, dedizione e professionalità messe in campo, nonché investimenti di tempo e denaro, venga serenamente liquidato come 'soldi buttati nel cesso'.
È la classica deriva degenerata del web, dove chiunque può sentirsi in diritto di svilire il lavoro di altri.
Essere sul mercato vuol dire senz'altro sottoporsi alle valutazioni della potenziale clientela e fa parte del gioco, va accettato in massima serenità. Ma sorprende, davvero – e questo probabilmente è un problema di chi scrive – realizzare che non venga colto lo spirito propositivo di un lavoro come questo.
Concordiamo con chi parla di una grande presenza di dati: è per suffragare con valori oggettivi ciò che c'è di soggettivo, per allontanarsi dalla soggettività della valutazione.
È un tentativo di dare risposte, di andare oltre quello che le aziende stesse fanno. Non esiste una scala di valutazione del flex degli scarponi? Li testiamo tutti in laboratorio per provare a capire se ciò che dicono i testatori in pista corrisponde con il reale comportamento delle plastiche e del progetto generale. I valori di sgancio degli attacchi, la termicità delle scarpette, la scorrevolezza delle pelli... magari potrà interessare poco a qualcuno, ma si tratta di un lavoro di ricerca che non viene fatto da nessuno. E che lascia un segno, che ha un valore. Altroché le recensioni che trovi dovunque sul web.
C'è un grande sforzo nel cercare di fare combaciare l'attrezzatura alla tipologia di attività che vengono fatte in montagna dagli utenti: il dislivello, il tipo di curve, la tecnica, la preparazione fisica. Sono aspetti che stanno variando negli anni, come sta variando la fauna di chi pratica scialpinismo e freeride, a differenza magari dell'attrezzatura che rimane pressoché invariata in alcuni segmenti (attacchi ad esempio).
Penso che a volte sarebbe sufficiente mettersi in discussione e pensare che di là non c'è solo gente 'prezzolata' o che pensa di fare una specie di compendio o catalogo (due termini orribili) ma che si sforza di fare cultura in un certo ambito, con le migliori intenzioni. Magari sbagliando, magari non arrivando all'obiettivo desiderato, ma senza meritarsi di essere considerata come soldi buttati nel cesso perché 'mio cugino' la sa più lunga. Noi lo facciamo sempre, quando ci vengono mosse critiche precise, puntuali e argomentate in modo civile. A prescindere che siano (o che le consideriamo) giuste o sbagliate.
Scusate ancora l'intromissione.
E incrociamo le dita, che in alto nevica.
E non dimenticate che un paio di sci è fatto della stessa materia dei sogni.
peace&powder
(davide)