Nuova funivia Tires-Carezza

L’impianto ha preso l’80% di contributo pubblico. Penso che basti come commento.
E chi lo doveva pagare? Qualche affittacamere di Tires?

La provincia si riprenderà tutto quanto perché in questo caso ha messo le basi per uno sviluppo turistico invernale in una zona tutt'altro che rinomata
 

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Domani inaugurano lo squarcio nel bosco da Tires a Passo Nigra.

In Val d’Ega (BZ), un nuovo impianto di risalita con stazione “a scomparsa” per toccare il cielo e ridurre l’impatto sull’ambiente.​


È un’anima sempre più verde, quella della Val d’Ega (BZ). Parte di un piano complessivo che mira a minimizzare drasticamente l’impatto ambientale e a diminuire quanto possibile il traffico veicolare con iniziative come il lancio dell’efficiente linea skibus che collega i paesi con i centri sciistici di Obereggen e Carezza e i due comprensori fra loro, la Funivia di Tires si candida a essere una delle più entusiasmanti novità della stagione 2021/2022.

Concepito con l’ausilio e sulla base della filosofia dell’architetto altoatesino Werner Tscholl, l’impianto entrerà in funzione il 10 febbraio 2022, quando gli amanti della montagna potranno avvalersi di una cabinovia a 60 posti in grado collegare San Cipriano con il Catinaccio in 7 minuti su un tracciato di 3,8 km per un dislivello di 644 metri.

L’idea di integrare armoniosamente le stazioni funiviarie nell’incantevole paesaggio dolomitico ha ispirato la realizzazione di una struttura a monte invisibile nei pressi del Rifugio Fronza alle Coronelle, nel regno incantato di Re Laurino che presta il nome - König Laurin – al nuovo mezzo ad agganciamento automatico.

Ad aumentare il fascino dell’ultimo innesto del parco impiantistico della Val d’Ega, c’è inoltre la caratteristica possibilità di guadagnarne il tetto, che la rende l’unica cabinovia cabrio dell’Alto Adige.

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La montagna sconfitta

La funivia di Tires, inaugurata oggi a suon di retorica “green”, diventa il simbolo di un territorio destinato all’(ab)uso e consumo da parte di imprenditori e turisti.

Missione compiuta. La funivia di Tires entrerà da oggi, 10 febbraio, ufficialmente in funzione. La novella ha varcato anche i confini locali, arrivando persino sulle emittenti nazionali di Mediaset, in cui un annuncio pubblicitario spacciato in pompa magna per notizia veniva letto a milioni di telespettatori, probabilmente ignari dei retroscena che hanno accompagnato in questi anni la costruzione dell’infrastruttura.

Chi alloggia al Cyprianerhof, di proprietà dei Damian Martin, il presidente del consiglio di amministrazione della società costruttrice Tierser Seilbahn nonché assessore comunale al turismo di Tires, potrà recarsi alla stazione a valle che sorge, guarda caso, proprio di fronte al lussuoso resort per raggiungere Malga Frommer, anch’essa crocevia di cabinovie e skibus che collega i paesi della Val d'Ega, compresa la ski area di Carezza, e il rifugio Fronza alle Coronelle. Quest’ultimo in particolare sarà destinato all’abbattimento dopo che la Famiglia Trottner l’ha custodito con cura per oltre 76 anni.

Al suo posto la Latemar Karersee GmbH, controllata dall’ex sciatore Florian Eisath, a sua volta consigliere delegato e tra i maggiori azionisti della Tierser Seilbahn, è intenzionata a sferrare il colpo di grazia all'ecosistema del Catinaccio grazie alla costruzione di un enorme resort di lusso, una torre di vetro da 97 posti letto (di cui 22 suites) e un ristorante da 360 coperti.


Libera imprenditoria o disegno politico?​


Qualcuno penserà che in periodo di crisi vadano ringraziati quegli imprenditori che nonostante tutto continuano ad investire sui territori, assumendosi i rischi e da cui beneficerà la propria comunità. Ma è davvero così? Possiamo davvero considerare uno sforzo imprenditoriale una manciata di uomini d’affari in grado di accaparrarsi per tali opere cospicui finanziamenti pubblici, azzerando i rischi e garantendo guadagni milionari a chi trae la propria ricchezza cementificando e mettendo a reddito di un paradiso naturale?

Solo per la funivia di Tires sono stati stanziati 11 milioni di euro dalle casse provinciali sui 15 milioni totali. Per la torre di vetro, la Latemar Karersee ha previsto una spesa totale di 16 milioni e 773 mila euro, di cui 5,82 milioni finanziati dalla Provincia che a sua volta continuerebbe a sostenerne le spese di gestione, stanziando 555 mila euro ogni anno per i prossimi 35 anni, in tutto 25 milioni di euro dirottati dal pubblico in favore di una società privata. Di quale ricchezza per il territorio stiamo parlando se lo scorso 8 novembre 2021, il Presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michl Ebner ha sottoscritto un memorandum di cooperazione con Mosca, spianando potenzialmente la strada a nuovi investimenti nel settore turistico da parte di nuovi imprenditori russi?

Il greenwashing nella Venezia delle Dolomiti​


Nonostante tutto, la retorica dell’ossimorico sviluppo sostenibile continua a dominare il discorso pubblico dentro il quale vengono proposte tali opere. In più occasioni l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider ha dimostrato il proprio impegno a favore di investimenti verso il trasporto elettrico e a idrogeno all’interno del settore turistico. Sebbene la funivia di Tires sia stata costruita con la promessa di abbattere il traffico (trascurabile) della zona, nuove colate di cemento da adibire a parcheggi, sono state ordinate dal Comune. Un'operazione definita necessaria per prepararsi alle nuove fiumane di automobili che prenderanno d’assalto la piccola valle per il proprio giro turistico sulla terrazza panoramica ricavata sul tetto della funivia. Ad ogni modo il traffico veicolare sui passi non verrà fermato, come chiesto ripetutamente dalle associazioni ambientaliste e nonostante si continui a parlare della funivia come alternativa all’automobile.

Non tragga dunque in inganno la retorica della mobilità alternativa, degli autobus a metano o della mobilità elettrica su filo. Per quanto sicuramente più virtuoso del trasporto individuale, lo scopo non è mai stato l’ambiente, e di questo passo non lo sarà mai. Il principio in realtà è la mera efficienza. A fronte di un aumento esponenziale del flusso turistico, perché trasportare cinque persone quando ne puoi trasportare dieci volte tanto in un’unica tratta?
Tires non è il primo esempio di svendita del territorio e di certo, di questo passo, non sarà l’ultimo. Il modello Braies, sfruttando l’assenza di opposizione, sta vincendo e sarà destinato a diventare la regola, con l’ambizione di trasformare il Sudtirolo in una sorta di Disneyland per turisti, una Venezia ad alta quota progettata sempre meno per chi la vive e sempre più per chi la consuma.
 

La montagna sconfitta

La funivia di Tires, inaugurata oggi a suon di retorica “green”, diventa il simbolo di un territorio destinato all’(ab)uso e consumo da parte di imprenditori e turisti.

Missione compiuta. La funivia di Tires entrerà da oggi, 10 febbraio, ufficialmente in funzione. La novella ha varcato anche i confini locali, arrivando persino sulle emittenti nazionali di Mediaset, in cui un annuncio pubblicitario spacciato in pompa magna per notizia veniva letto a milioni di telespettatori, probabilmente ignari dei retroscena che hanno accompagnato in questi anni la costruzione dell’infrastruttura.

Chi alloggia al Cyprianerhof, di proprietà dei Damian Martin, il presidente del consiglio di amministrazione della società costruttrice Tierser Seilbahn nonché assessore comunale al turismo di Tires, potrà recarsi alla stazione a valle che sorge, guarda caso, proprio di fronte al lussuoso resort per raggiungere Malga Frommer, anch’essa crocevia di cabinovie e skibus che collega i paesi della Val d'Ega, compresa la ski area di Carezza, e il rifugio Fronza alle Coronelle. Quest’ultimo in particolare sarà destinato all’abbattimento dopo che la Famiglia Trottner l’ha custodito con cura per oltre 76 anni.

Al suo posto la Latemar Karersee GmbH, controllata dall’ex sciatore Florian Eisath, a sua volta consigliere delegato e tra i maggiori azionisti della Tierser Seilbahn, è intenzionata a sferrare il colpo di grazia all'ecosistema del Catinaccio grazie alla costruzione di un enorme resort di lusso, una torre di vetro da 97 posti letto (di cui 22 suites) e un ristorante da 360 coperti.


Libera imprenditoria o disegno politico?​


Qualcuno penserà che in periodo di crisi vadano ringraziati quegli imprenditori che nonostante tutto continuano ad investire sui territori, assumendosi i rischi e da cui beneficerà la propria comunità. Ma è davvero così? Possiamo davvero considerare uno sforzo imprenditoriale una manciata di uomini d’affari in grado di accaparrarsi per tali opere cospicui finanziamenti pubblici, azzerando i rischi e garantendo guadagni milionari a chi trae la propria ricchezza cementificando e mettendo a reddito di un paradiso naturale?

Solo per la funivia di Tires sono stati stanziati 11 milioni di euro dalle casse provinciali sui 15 milioni totali. Per la torre di vetro, la Latemar Karersee ha previsto una spesa totale di 16 milioni e 773 mila euro, di cui 5,82 milioni finanziati dalla Provincia che a sua volta continuerebbe a sostenerne le spese di gestione, stanziando 555 mila euro ogni anno per i prossimi 35 anni, in tutto 25 milioni di euro dirottati dal pubblico in favore di una società privata. Di quale ricchezza per il territorio stiamo parlando se lo scorso 8 novembre 2021, il Presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michl Ebner ha sottoscritto un memorandum di cooperazione con Mosca, spianando potenzialmente la strada a nuovi investimenti nel settore turistico da parte di nuovi imprenditori russi?

Il greenwashing nella Venezia delle Dolomiti​


Nonostante tutto, la retorica dell’ossimorico sviluppo sostenibile continua a dominare il discorso pubblico dentro il quale vengono proposte tali opere. In più occasioni l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider ha dimostrato il proprio impegno a favore di investimenti verso il trasporto elettrico e a idrogeno all’interno del settore turistico. Sebbene la funivia di Tires sia stata costruita con la promessa di abbattere il traffico (trascurabile) della zona, nuove colate di cemento da adibire a parcheggi, sono state ordinate dal Comune. Un'operazione definita necessaria per prepararsi alle nuove fiumane di automobili che prenderanno d’assalto la piccola valle per il proprio giro turistico sulla terrazza panoramica ricavata sul tetto della funivia. Ad ogni modo il traffico veicolare sui passi non verrà fermato, come chiesto ripetutamente dalle associazioni ambientaliste e nonostante si continui a parlare della funivia come alternativa all’automobile.

Non tragga dunque in inganno la retorica della mobilità alternativa, degli autobus a metano o della mobilità elettrica su filo. Per quanto sicuramente più virtuoso del trasporto individuale, lo scopo non è mai stato l’ambiente, e di questo passo non lo sarà mai. Il principio in realtà è la mera efficienza. A fronte di un aumento esponenziale del flusso turistico, perché trasportare cinque persone quando ne puoi trasportare dieci volte tanto in un’unica tratta?
Tires non è il primo esempio di svendita del territorio e di certo, di questo passo, non sarà l’ultimo. Il modello Braies, sfruttando l’assenza di opposizione, sta vincendo e sarà destinato a diventare la regola, con l’ambizione di trasformare il Sudtirolo in una sorta di Disneyland per turisti, una Venezia ad alta quota progettata sempre meno per chi la vive e sempre più per chi la consuma
Sicura che non hai sbagliato sito? Dovresti andare su Greenpeace, o qualche forum di ambientalisti, lì troveresti gente d'accordo con te.
 
Come spesso accade, anche in questo caso credo che la verità stia nel mezzo. Ma è più figo fare l'estremista, sia da un lato che dall'altro.
 
Stavolta L articolo postato da Crespeina è vicina alla realtà.
Quella funivia non è stata costruita come mezzo di trasporto ma come gardaland-ata ideale per chi si trova per sbaglio in vacanza in montagna e non sa cosa fare.

Parto con il pregiudizio che ogni intervento che fanno in Alto Adige migliori il mondo ma su questo temo che farò fatica ad avere un giudizio positivo.

Più terribile è L idea di demolire il Fronza per far posto a un hotel per persone incompatibili con la montagna.
 
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