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ROMA. "Quello per il Cara di Mineo "ci sembro' un bando costruito per escludere la concorrenza", era "il classico bando costruito su misura", addirittura "mancava soltanto che indicassero anche il nome del vincitore" e "quando sollevammo i dubbi ci fu un vero e proprio fuoco di sbarramento contro il nostro provvedimento, che fu oggetto anche di attacchi in alcune audizioni parlamentari. Valuteremo l'ipotesi di commissariamento".
Lo ha detto il presidente dell'Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, in audizione presso la commissione parlamentare di inchiesta sul Sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione. "Attualmente il bando e' ancora commissariato, non ce n'e' uno nuovo", ha aggiunto facendo un quadro della situazione nazionale, passando da realtà regionali che hanno visto coinvolti appalti, situazioni mafiose,m sfruttamento di lavoratori, organizzazioni del terzo settore. E ripete come ci sia bisogno di fare appalti divisi per capitoli per evitare situazioni "patologiche" e la necessità di controlli ".
Parla con puntualità, del lavoro fatto dall'Autorità anti corruzzione. Racconta delle ispezioni al Cara di Catania che ancora prima di Mafia Capitale avevano evidenziato "che il settore servizi sociali, medaglia di quel volontariato così forte in Italia, era stato macchiato da interessi. Abbiamo svolto accertamenti, per poi mettere in campo regolamentazione, da casi specifici trovare regole per evitare di ripetere cose patologiche". Come lò'idea di istituire albi di fornitori delle strutture "per evitare la presenza di organizzazioni mafiose perché hanno ora buon gioco a mettere i loro interessi nel settore". E ricorda i casi di sfruttamento degli immigrati, avrebbero dovuto essere ospiti, studiare, imparare l'italiano e invece lavorano per pochi euro decine di ore nei campi sfruttati dai caporali.
Cantone fa la cronistoria del lavoro fatto. "Il 25 febbraio 2015 ci chiesero un parere sul Cara di Mineo da parte concorrente escluso. Verificammo che il bando era stato costruito per evitare concorrenza, ci mancava che ci scrivessero nome del vincitore, fatto su misura. Indicammo subito al Cara l'esistenza di questa patologia, verificammo fuoco di sbarramento, una vera resistenza del Cara che si rifiutò di revocare il bando dove ci fu un unica offerta con un ribasso del 1 per cento"
Da quella esperienza nasce l'idea di individuare regole, una di qaueste è la divisione degli appalti che consente concorrenza vera.
Nel 2016: prime linee guida per affidamenti a cooperative sociali, "rappresentano per il nostro settore un vanto, ma ci sono rischi di patologie che con gli enti del terzo settore non hanno nulla a che fare. I due probemi fondamentali sono la struttura del bando, e secondo l'assenza reale meccanismi di controllo visto che i pagamenti vengono fatti su base migranti ospitati".
E così racconta della gestione centro di accoglienza Castel nuovo di porto a Roma, dove venne fatta dalla finanza un'ispezione a sorpresa scoprendo che la rendicontazione degli ospiti era fatta su autodichiarazione. "Con problemi sulla verifica dei soggetti assistiti e con la procura a sottolineare problemi a fare le verifiche".
Prendendo spunto da indagini procura Napoli, Cantone parla di "Ala di riserva, una onlus assolutamente falsa, messa su da un pregiudicato aveva utilizzato soldi per comprare beni in Montenegro e utilizzava sottoscale e cantine per ospitare i migranti. Gli appalti erano stati dati senza controllo preventivo successivo e nessuna gara nel 2013. Forse perche spesso chi ti da la soluzione del problema è benvenuto senza farsi molti domande su come lo fa".
Tra le domande dei senatori, Cantone ringrazia Minniti: " nel decreto la divisione in lotti è diventato strutturale, strumento utilissimo per evitare patologie, plaudo al decreto che mette punti fermi specifici ma ci sono ancora problemi sulla fase successiva. La fantasia dei truffatori è fervida".