Giannino for president: perchè no?

Oscar Giannino in Politica: come la prendi?

  • Esulto! Favoloso, Fantastico, finalmente...

    Voti: 12 66.7%
  • No, ma stiamo scherzando?

    Voti: 4 22.2%
  • Altro. Scrivo nel topic.

    Voti: 2 11.1%

  • Votatori totali
    18
qui in italia avviene sempre questo fenomeno che, a mio parere, crea un immobilismo totale impossibile da superare : Tutti sono a parole favorevoli a riforme liberiste ed ad aprire il mercato.. Poi quando si va nel concreto e si propongo riforme che aprono al mercato la categoria interessata e guidata da soggetti che godono di ampie rendite di posizione urla al complotto, alla riforma a favore dei più forti etc . Etc. .. In automatico altre categorie/corporazione che si sentono le prossime toccate si alleano con la protesta e creano un blocco sociale che fa lobby sui partiti, i quali per paura di perdere voti affossano o rendono innocue queste riforme.. Un pò come dire : "chi è senza peccato, scagli la prima pietra!"

i lavoratori non vogliono la riforma dell'art. 18
i farmacisti non vogliono più farmacie
i taxisti non vogliono più taxi
i dipendenti pubblici non voglio essere equiparati ai privati come se il posto statale fosse per diritto divino intoccabile
le assicurazioni non voglio più concorrenza
le banche non voglio piena trasparenza
i magistrati vogliono essere intoccabili
etc etc

la cosa che mi da più fastidio è che nelle proteste delle varie categorie vengono tirati spesso in ballo diritti costituzionali o principi altissimi alla fine solo per difendere quelle che spesso sono solo miserabili rendite di posizione .

Nel mio piccolo mi viene da ridere quando guardo in tv i magistrati che si oppongono a riforme della giustizia in qualsiasi senso invocando l'autonomia della magistratura: Venite un giorno in tribunale e vi mostro come viene utilizzata questa autonomia dall'80 % dei giudici : Imboscandosi nelle stanze più nascoste del palazzo di giustizia cercando ogni escamotage per fare il meno possibile a scapito dei cittadini.. Per poi non parlare di tutta la burocrazia che sta dietro alla macchina della giustizia (cancellieri, ufficiali giudiziari, uscieri, etc etc) .

Diciamolo apertamente : In italia alla fine ci va bene uno stato invadente che però fa un pò da ammortizzatore sociale e giustifica un lassismo generalizzato .

L'italiano medio ha paura della concorrenza, ha paura del vicino che si può dar da fare ed avere più successo di lui e che lo costringerebbe ad uscire dalla sicurezza della sua routine quotidiana .

amen !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!¡!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Ma siamo proprio sicuri che il candidato ideale sia giannino?

Io proporrei irebec che a cromatismo non lo batte nessuno poi, si sa, come fa girare lui l'economia non c'è nessuno ( certo, economia degli sci ma non starei troppo a guardare il capello).

IREBEC FOR PRESIDENT
 
..... E noi comunisti, alleati con i cattolici, ci compriamo la neve dal buon Dio così i vostri sci siete costretti a svenderveli!!!

Perdonate la stupidata ma il bambino che e' in me ha preso il sopravvento...
 
Ciò che sicuramentei rompe o cabasisi, e non ho difficoltà a dichiararlo, e' che le posizioni liberiste (non direi che Monti e i bocconiani suoi fratellini almeno a parole non lo siano) debbano sempre e soLo essere portate avanti in materia di lavoro per i dipendenti del settore privato.


non mi pare che si parli sempre e solo di lavoro dipendente. Comunque, il problema numero uno dell'Italia è la precarietà e la sotto/malaoccupazione di milioni di persone perlopiù giovani. Problema dovuto alla scarsa crescita, dovuta principalmente al fatto che non ci sono le persone giuste a fare le cose giuste.

Quando c'è una contrazione ciclica si dovrebbe fare pulizia tagliando i rami secchi cioè chi è meno produttivo oppure guadagna troppo rispetto a qualcun'altro che farebbe il suo mestiere meglio (quindi maggiore produttività e maggiore crescita) guadagnando meno. Invece quello che succede in Italia è che nelle contrazioni cicliche si manda a casa chi si può mandare a casa, indipendentemente dal merito: i precari. Quando poi c'è una ripresa e si assume, si guarda bene dall'assumere persone a tempo indeterminato, tanto c'è un bacino di precari svegli e capaci sempre disponibile a lavorare per due euro.

Si propone di fare un contratto unico, di qualità e pieno di diritti per tutti gli italiani con l'unica eccezione che si può essere licenziati prevedendo indennizzi, a me non sembra proprio il far west che qualcuno descrive ma un regime contrattuale sano da paese ricco, avanzato, forte e civile.


Irebec ottimo intervento, purtroppo non c'è il "like" in offtopic
 

.

non mi pare che si parli sempre e solo di lavoro dipendente. Comunque, il problema numero uno dell'Italia è la precarietà e la sotto/malaoccupazione di milioni di persone perlopiù giovani. Problema dovuto alla scarsa crescita, dovuta principalmente al fatto che non ci sono le persone giuste a fare le cose giuste.

Quando c'è una contrazione ciclica si dovrebbe fare pulizia tagliando i rami secchi cioè chi è meno produttivo oppure guadagna troppo rispetto a qualcun'altro che farebbe il suo mestiere meglio (quindi maggiore produttività e maggiore crescita) guadagnando meno. Invece quello che succede in Italia è che nelle contrazioni cicliche si manda a casa chi si può mandare a casa, indipendentemente dal merito: i precari. Quando poi c'è una ripresa e si assume, si guarda bene dall'assumere persone a tempo indeterminato, tanto c'è un bacino di precari svegli e capaci sempre disponibile a lavorare per due euro.

Si propone di fare un contratto unico, di qualità e pieno di diritti per tutti gli italiani con l'unica eccezione che si può essere licenziati prevedendo indennizzi, a me non sembra proprio il far west che qualcuno descrive ma un regime contrattuale sano da paese ricco, avanzato, forte e civile.


Irebec ottimo intervento, purtroppo non c'è il "like" in offtopic

questo è libero mercato e concorrenza tra operai....in pratica...
 
Guarda, a me importa relativamente, tanto ormai sono arrivato ad un livello tale che possono già buttarmi fuori dall'oggi al domani con un semplice grazie ed un indennizzo... Quindi non mi scompongo più di tanto... Mi preoccupo anche e proprio per i giovani, che saranno i vecchi di domani.

Io la mia vita l'ho vissuta, piuttosto bene, e continuerò a viverla in qualunque modo a Dio piacendo.

Ripeto, spero di sbagliarmi ma non mi piace che venga trasferito il rischio di impresa su coloro che non la governano e che non hanno la adeguata retribuzione. Vogliamo il modello di altri paesi? Benissimo, adeguiamo tutto. Concorrenza tra operai! Che stronzata!
 
Ma quale liberismo ??? quoto in toto Pierr

Qui il Italia non vi è nessun partito o forza sociale che sostiene valori liberali e liberisti . Gli unici forse veramente liberisti sono i Radicali.. e guardate quanti voti hanno ..

Questo governo con tendenze vagamente liberiste (cmq più liberiste sicuramente dei partiti che lo sostengono) non è neppure riuscito a liberalizzare veramente gli orari dei negozi e le licenze dei taxi . E si parla di questioni di buon senso e non di vero liberismo.

Il paradosso è che la destra di governo che negli altri paesi è generalmente più liberista, qui in Italia è meno liberista della sinistra di governo.. E la sinistra di governo è per un liberismo all'acqua di rose che spesso si confonde con una pregiudizio di classe e che sfocia in provvedimenti che a volte sembrano più voler punire chi si ritiene un "riccone" che aprire alla concorrenza .

Qui in Italia avviene sempre questo fenomeno che, a mio parere, crea un immobilismo totale impossibile da superare : tutti sono a parole favorevoli a riforme liberiste ed ad aprire il mercato.. poi quando si va nel concreto e si propongo riforme che aprono al mercato la categoria interessata e guidata da soggetti che godono di ampie rendite di posizione urla al complotto, alla riforma a favore dei più forti etc . etc. .. in automatico altre categorie/corporazione che si sentono le prossime toccate si alleano con la protesta e creano un blocco sociale che fa lobby sui partiti, i quali per paura di perdere voti affossano o rendono innocue queste riforme.. Un pò come dire : "chi è senza peccato, scagli la prima pietra!"

I lavoratori non vogliono la riforma dell'art. 18
I farmacisti non vogliono più farmacie
I taxisti non vogliono più taxi
I dipendenti pubblici non voglio essere equiparati ai privati come se il posto statale fosse per diritto divino intoccabile
Le assicurazioni non voglio più concorrenza
Le banche non voglio piena trasparenza
I magistrati vogliono essere intoccabili
etc etc

La cosa che mi da più fastidio è che nelle proteste delle varie categorie vengono tirati spesso in ballo diritti costituzionali o principi altissimi alla fine solo per difendere quelle che spesso sono solo miserabili rendite di posizione .

Nel mio piccolo mi viene da ridere quando guardo in TV i magistrati che si oppongono a riforme della giustizia in qualsiasi senso invocando l'autonomia della magistratura: venite un giorno in Tribunale e vi mostro come viene utilizzata questa autonomia dall'80 % dei Giudici : imboscandosi nelle stanze più nascoste del palazzo di giustizia cercando ogni escamotage per fare il meno possibile a scapito dei cittadini.. per poi non parlare di tutta la burocrazia che sta dietro alla macchina della Giustizia (Cancellieri, Ufficiali Giudiziari, Uscieri, etc etc) .

Diciamolo apertamente : In Italia alla fine ci va bene uno stato invadente che però fa un pò da ammortizzatore sociale e giustifica un lassismo generalizzato .

L'Italiano medio ha paura della concorrenza, ha paura del vicino che si può dar da fare ed avere più successo di lui e che lo costringerebbe ad uscire dalla sicurezza della sua routine quotidiana .

Quanti amici dipendenti pubblici mi dicono che appena assunti i loro colleghi più vecchi per prima cosa gli hanno detto :
"qui puoi fare quello che vuoi, basta che tu non ti dia troppo da fare altrimenti ci metti nei casini tutti" . Questo è lo spirito medio del nostro paese e che si riflette sul sistema politico .

Un spirito del genere è a mio parere geneticamente incompatibile con il mercato.

E paradossalmente le forze che si dichiarano più rivoluzionarie alla fine diventano le più conservatrici . La Lega, Beppe Grillo ad esempio sono le prime forze antagoniste alla riforma del mercato del lavoro e le prime ad allearsi con le protesta di categoria più misera .

L'argomentazione usata è sempre la stessa : "Riforme dei forti contro i deboli" , argomentazione sotto la quale poi si fanno scudo i peggiori apparati burocratici e le imprese o le persone che hanno le maggiori rendite di posizione grazie a normative che impediscono l'accesso a concorrenti o, più spesso, che non premiano in alcun modo il merito .


Ti quoto in pieno!!!

Inoltre continuamo ad essere il paese dei NO. Il paese dove ci scandalizziamo dei rifiuti per strada ma non vogliano inceneritori vicino casa. Il paese dove facciamo il referendum per non privatizzare l'acqua e nello stesso tempo i comuni senza soldi vendono quote di tutte le partecipate (metano, parcheggi, rifiuti ecc). Il paese dove chiediamo a gran voce nuove viabilità ma basta che non passi vicino casa mia altrimenti comitati e striscioni da tutte le parti. Il paese dove abbiamo il costo dell'energia più alto di tutti ma non vogliamo il nucleare, i rigassificatori ecc. tanto i reattori sono lì al confine che noia ci danno...

Chi ci governa, destra o sinistra o tecnico che sia, è quello che ci meritiamo...
 
Ripeto, spero di sbagliarmi ma non mi piace che venga trasferito il rischio di impresa su coloro che non la governano e che non hanno la adeguata retribuzione.

L'economia va a cicli, è un dato di fatto. Prendi una fabbrica di automobili: in un anno buono vende 2 milioni di auto, in un anno cattivo ne vende 1. È ovvio che l'ottimo numero di lavoratori nel primo anno. (mettiamo 50000) è superiore che nel secondo caso (mettiamo 30000).

Il rischio di impresa NON È essere costretti a destreggiarsi perchè in anni magri non puoi ricalibrare il numero di lavoratori. Questo è un fattore esterno non interno.

Ora ci sono diversi possilibi situazioni:

Liberismo perfetto: anni buoni assumono 20000 lavoratori (i migliori possibili), anni cattivi licenziano 20000 lavoratori ( i peggiori). Massimi livelli possibili di profitti, di stipendi (la torta è la maggiore possibile....), di entrate fiscali, di efficienza, di valorizzazione del merito, di crescita e di giustizia (ebbene si, giustizia....). Con una più accorta politica di welfare si può tenere a un livello discretamente alto la tassazione e con questa tutelare chi non riesce a rimanere nel mondo del lavoro, tenendo comunque conto del fatto che il sistema in questione è quello che assicura maggiori posti di lavoro nell'economia....


In Italia invece succede che l'azienda non riesce a cavalcare i cicli economici come vorrebbe/dovrebbe, quindi i profitti si riducono e in anni magri possono anche trasformarsi in perdite costringendo a chiuderla o a aiuti di stato di varia natura che poi paga il paese. La capitalizzazione rimane bassa e quindi la ricchezza rappresentata dalle azioni della società è bassa.
Tuttavia un bel po' di flessibilità è comunque offerta dal fatto che 20000, 30000, 40000 lavoratori (non i migliori, ma i più fortunati) sono a tempo indeterminato tutelati nel loro posto di lavoro o dalla cassa integrazione, mentre 30000, 20000, 10000 lavoratori ( i più sfigati) sono condannati a perenne precarietà perchè non c'è nessun motivo per assumerli a tempo indeterminato e saranno sempre loro quelli 'usati' per la flessibilità, e nel frattempo l'economia non cresce perchè non la si morde con maggiore produttività e immediate risposte verso i movimenti del ciclo, quindi col passare del tempo i posti di lavoro nell'economia scendono inesorabilmente, cosi come gli stipendi (concorrenza al ribasso), e i posti di lavoro a tempo indeterminato vengono sostituiti da lavoro precario a mano a mano che i primi vanno in pensione o perdono il lavoro in caso di fallimento dell'azienda.


C'è poi lo scenario 'sinistra radicale al potere': i contratti precari vengono per legge trasformati in contratti a tempo indeterminato senza facoltà di licenziamento. L'azienda assumerà un numero di 40000 lavoratori, i profitti crollano perchè in tutte le fasi economiche la dimensione del lavoro non è ottimale. Le risorse per innovare sono inferiori, l'economia si ferma, le aziende chiudono, la disoccupazione sale, i conigli nel cilindro non ci sono (deficit pubblico?), e probabilmente alle elezioni successive ci troviamo al governo una Tatcher (se va bene), o un Berlusconi (se va male)....
 
Mah, e con questo la finisco, secondo me stiamo semplificando il problema e parliamo di un modello teorico in un mondo teorico.

La realtà, quella italiana, e' ben altra.

Non discuto della validità della teoria liberista, discuto e metto in dubbio la sua piena saggia e consapevole applicazione in un paese come il nostro.

Premesso che ho parlato di tendenza liberista e NON di liberismo in atto, contesto che questa debba viaggiare a senso unico. Certo, bisogna pur iniziare, ma per una volta mi piacerebbe veder iniziare il processo da qualche altra parte, che so... Le ferrovie, tanto per dirne una, o gli ordini professionali, per dirne un'altra... e potremmo proseguire.... mi piacerebbe vedere il ns. Governo tecnico fare qualcosa di veramente tecnico in merito ai carrozzoni, agli enti, ai ministeri dove regna burocrazia e lassismo (non per colpa, o non solo per colpa dei dipendenti bensì di chi li comanda e li dovrebbe governare) Mi piacerebbe vedere premiati veramente i comportamenti virtuosi... Ma questo e' il mondo del Candido di Voltaire...

Tu Pierr parli di lavoratori " migliori" e lavoratori "peggiori": cosa intendi? Io ho diversi colleghi che lavorano con me ed ho l'onore di coordinarli. Non esiste lavoratore peggiore, esistono differenti attitudini che un buon dirigente, e con questo non voglio dire di esserlo, deve saper valorizzare e cogliere: tutti danno il loro fondamentale contributo alla causa aziendale.

Chi lasciamo a casa in tempi di crisi? I più vecchi che magari hanno problemi a trovare un altro lavoro ed hanno famiglia da mantenere o i più giovani che hanno più tempo davanti a loro e maggiori possibilita di ricollocarsi, magari con meno carichi familiari ma con grande volontà e determinazione anche se non accompagnata dalla esperienza?

O per "peggiori" intendi scansafatiche? Guarda, nella mia azienda sono una percentuale irrisoria e non credo costituisca eccezione.

E comunque per i tempi di reale crisi gli strumenti per licenziare già esistono... In realtà la mia sensazione e' che lo strumento verra' usato dai nostri illuminati imprenditoricoli per tener ancora più bassi i salari: ti va così? Bene, in caso contrario quella e' la porta... Se questo e' il liberismo tenetevelo pure, vivrete benissimo e se appartenete alle categorie dei lavoratori autonomi, sicuramente avrete un ricco bacino di clienti! Poi vorrei cercare di leggere e capire per intero la riforma perché si sono fatte tante parole ma, al solito, non si e' capita per intero la portata.

No, e la finisco per davvero, per far ripartire il Paese occorre maggiore capacita imprenditoriale maggiore determinazione nella guerra alla burocrazia (da non confondersi con la totale assenza di controlli ) alla corruzione ed alla lentezza ed incertezza della giustizia.

Adesso vediamo 'sto piano per lo sviluppo del passerotto e speriamo in bene!

PS tanto per chiarire, il mondo della sinistra radicale non mi appartiene
 
incollo qui una cosa che avevo scritto tempo fa in un altro thread: http://www.skiforum.it/forum/off-topic/55204-la-crescita-economica-questa-sconosciuta.html


alcune considerazioni sulle libertà di licenziamento, entrata prepotentemente nel dibattito di questi giorni:


se un imprenditore può liberamente licenziare, in linea teorica gli converrà assumere o licenziare per raggiungere quel livello X (che starà a lui valutare) che massimizza i suoi profitti. un lavoratore in più o uno in meno, gli fa guadagnare meno che col livello X. Comunque sia, l'imprenditore guadagna di più che con il livello "non X" come quasi certamente è quello attuale.

Fare l'imprenditore converrebbe perciò di più, aumenterebbe la possibilità di fare soldi e diminuirebbe il rischio di perdere soldi.

E i salari? inizialmente ci sarebbe una corsa al ribasso: a parità di produttività, l'imprenditore licenzierebbe un lavoratore ben pagato per assumerne uno che accetta stipendi più bassi. Un disastro. Ma non finisce qui.

Lavorare da stipendiato diventerebbe troppo poco conveniente, mentre fare impresa diventerebbe molto più attraente. Molta più gente quindi deciderebbe di provare a metter su un'impresa, attratti dalla possibilità di maggiori profitti. Queste imprese per esistere avranno bisogno di lavoratori, che saranno nuovi rispetto a quelli impiegati dal vecchio imprenditore. La disoccupazione comincia a scendere....

A un certo punto con discreta facilità si raggiunge un livello di pieno impiego. Su livelli di stipendi che permangono bassi.

I profitti molto alti continuano però a spingere per l'apertura di nuove imprese, e quando non si troveranno più lavoratori da malpagare, che si può fare? semplice: "rubare" lavoratori alle altre imprese, offrendo loro stipendi più alti.

Le imprese "derubate" si troveranno di fronte ad alcune scelte:

a) lasciare andare il lavoratore senza rimpiazzarlo. I profitti scendono, perchè non avranno più quel livello di lavoratori X ottimale per massimizzare i profitti.
b) tenersi il lavoratore, pagandolo di più. Anche in questo caso i profitti scendono, e una maggiore quota di valore aggiunto aziendale viene ripartita ai lavoratori.

In alcuni casi la diminuzione di profitto porta il bilancio da nero a rosso, e l'azienda chiude. Si noti bene: chiude l'azienda incapace di dare stipendi alti. Quella capace di dare stipendi alti, rimane invece sul mercato.....

Spero di aver acceso qualche lampadina........



piccola postilla: il pil viene ripartito tra remunerazione del lavoro e remunerazione del capitale. Secondo voi dove è che il lavoro ottiene una ripartizione maggiore del valore aggiunto: negli Stati Uniti o in Italia? E qual è quindi che il paese in cui il capitale ottiene una fetta maggiore di ricchezza prodotta?
 
Nella puntata del mattino dopo la "notizia" che B. ritorna in politica (se mai c'è entrato...), Oscar G. annuncia:
Oscar Giannino annuncia un nuovo soggetto politico liberale: "Reagire dopo la nuova discesa in campo di Berlusconi"
"Oggi 12 luglio, San Giovanni Gualberto, mi sento di dirvi dal profondo del cuore senza per questo mettere in imbarazzo la radio che mi ospita, radio 24, che a questa notizia (il ritorno di Berlusconi) alcuni di quelli che la pensano come me, credo non pochi, decidono in questa maniera con un appello di chiedere a tanti di voi italiani di reagire.

Noi che ci sentiamo liberali offesi e presi in giro in tutti questi anni per meno Stato, meno spesa, meno tasse, per un percorso di ripresa dell'economia italiana che metta insieme quelli che diventano ex produttori e quelli che non lo diventeranno mai, non perché siamo delusi da Monti ma perché non ci riconosciamo nella linea che è stata esattamente uguale a quella dei venti anni precedenti, più tasse, e che, come vedete, aggrava il PIL e deperisce il gettito, noi non ci riconosciamo nella linea delle patrimoniali che già ci sono, l'IMU, il conto titoli, auto di lusso, aerei, elicotteri, le barche (abbiamo buttato via 50'000 barche dalle coste italiane con tutta l'economia che si portavano dietro) noi non ci riconosciamo certo nel Berlusconi che torna, è fuori di dubbio, e vorremmo cambiare anche questa linea che è un rigore malconcepito. Poiché non ci riconosciamo né in questo (Monti) né in quello (Berlusconi) abbiamo deciso di farvi un appello, lo vedrete fra qualche giorno, io di qui non posso dire di più perché qui faccio il giornalista pro tempore e spero di continuarlo a fare perché non entrerò mai in contraddizione con quello che penso, da cittadino a cittadino, non certo perché mi sono montato la testa, diffidate da chiunque vi dica che mi sono montato la testa.

Ci sono energie dal basso, senza carismatici leaderismi. E' chiaro, quando i partiti vengono fondati da un tycoon deperiscono non appena il tycoon fa un passo indietro; questi partiti non sono compatibili con la democrazia e con il confronto interno, ma non sono compatibili neanche con la rappresentanza di quei valori che hanno dichiarato per tanti anni. Tanti di voi li hanno votati e tanti altri li hanno avversati, perché non ci hanno mai creduto.

Davanti a questo rendiconto si tratta di mettersi una mano sulla coscienza e alcuni di noi hanno deciso di chiedervi collettivamente di metterla insieme a noi e di capire se proprio per questo e anche per questo, non sia necessario nei pochi mesi che abbiamo di fronte, dare vita a un'altra cosa che nell'offerta politica non c'è, costruendola dal basso, senza leaderismi essenza, sappiatelo bene, che io faccia mestieri diversi da quei pochi che già 'non' so fare. Vedremo, di sicuro tornare a diciotto anni fa non è cosa che possa attirare chi è avanti d'età come me".


Qualcuno ne sa di più?
 
Dago-commento:

UN PARTITO DA OSCAR(DABAGNO) - LA “RIVOLUZIONE LIBERALE” LI FA E POI LI ACCOPPIA: OSCAR GIANNINO, EMMA MARCEGAGLIA, LO SMONTEZEMOLATO, QUALCHE BOCCONIANO E UNA SPRUZZATA DI FINIANI PRONTI AL FLOP ELETTORALE - CHI POTREBBE MAI VOTARE UN PARTITO DI ILLUSTRI “PRENDITORI” DI SOLDI PUBBLICI CHE PROMETTONO “MENO STATO E MENO TASSE” E STUDIANO SIMBOLI E SLOGAN A BAGNOMARIA IN LUSSENBURGO?…
 
Nella puntata del mattino dopo la "notizia" che B. ritorna in politica (se mai c'è entrato...), Oscar G. annuncia:
Oscar Giannino annuncia un nuovo soggetto politico liberale: "Reagire dopo la nuova discesa in campo di Berlusconi"
"Oggi 12 luglio, San Giovanni Gualberto, mi sento di dirvi dal profondo del cuore senza per questo mettere in imbarazzo la radio che mi ospita, radio 24, che a questa notizia (il ritorno di Berlusconi) alcuni di quelli che la pensano come me, credo non pochi, decidono in questa maniera con un appello di chiedere a tanti di voi italiani di reagire.

Noi che ci sentiamo liberali offesi e presi in giro in tutti questi anni per meno Stato, meno spesa, meno tasse, per un percorso di ripresa dell'economia italiana che metta insieme quelli che diventano ex produttori e quelli che non lo diventeranno mai, non perché siamo delusi da Monti ma perché non ci riconosciamo nella linea che è stata esattamente uguale a quella dei venti anni precedenti, più tasse, e che, come vedete, aggrava il PIL e deperisce il gettito, noi non ci riconosciamo nella linea delle patrimoniali che già ci sono, l'IMU, il conto titoli, auto di lusso, aerei, elicotteri, le barche (abbiamo buttato via 50'000 barche dalle coste italiane con tutta l'economia che si portavano dietro) noi non ci riconosciamo certo nel Berlusconi che torna, è fuori di dubbio, e vorremmo cambiare anche questa linea che è un rigore malconcepito. Poiché non ci riconosciamo né in questo (Monti) né in quello (Berlusconi) abbiamo deciso di farvi un appello, lo vedrete fra qualche giorno, io di qui non posso dire di più perché qui faccio il giornalista pro tempore e spero di continuarlo a fare perché non entrerò mai in contraddizione con quello che penso, da cittadino a cittadino, non certo perché mi sono montato la testa, diffidate da chiunque vi dica che mi sono montato la testa.

Ci sono energie dal basso, senza carismatici leaderismi. E' chiaro, quando i partiti vengono fondati da un tycoon deperiscono non appena il tycoon fa un passo indietro; questi partiti non sono compatibili con la democrazia e con il confronto interno, ma non sono compatibili neanche con la rappresentanza di quei valori che hanno dichiarato per tanti anni. Tanti di voi li hanno votati e tanti altri li hanno avversati, perché non ci hanno mai creduto.

Davanti a questo rendiconto si tratta di mettersi una mano sulla coscienza e alcuni di noi hanno deciso di chiedervi collettivamente di metterla insieme a noi e di capire se proprio per questo e anche per questo, non sia necessario nei pochi mesi che abbiamo di fronte, dare vita a un'altra cosa che nell'offerta politica non c'è, costruendola dal basso, senza leaderismi essenza, sappiatelo bene, che io faccia mestieri diversi da quei pochi che già 'non' so fare. Vedremo, di sicuro tornare a diciotto anni fa non è cosa che possa attirare chi è avanti d'età come me".


Qualcuno ne sa di più?

l'ho sentita in diretta la trasmissione.....ero curioso pure io!!! secondo me tra settembre e ottobre avremo un po' di sorprese politiche......
 
Top