La nuova SKI AREA CIVETTA-CADORE (collegamento Civetta - San Vito Cadore)

1. sono un sanvitese; di ricchi sfondati ti assicuro che a San Vito non ce ne sono, in compenso 20 anni fa c'erano oltre 40 alberghi, ne sono rimasti 12-13... Nel frattempo i negozi hanno chiuso praticamente tutti, sono rimaste solo agenzie immobiliari (comincicano a essere in crisi pure quelle) e bar... In ogni caso credo che siamo noi sanvitesi che abbiamo il diritto di fare quello che vogliamo del NOSTRO territorio (come d'altronde abbiamo sempre fatto nei secoli, sapendolo preservare a dovere)
2. gli impianti del comprensori oCadore Civetta sono per il 75% oltre i 1500 m (tra 1600 e 2300 per l'esattezza). Informati prima di parlare...
3. i parcheggi sono a pagamento quando e come in tutti gli altri posti del mondo; nella tua città sono gratis i parcheggi in pieno centro?
4. questa poi è la peggiore... guarda qua come non pensano di ampliare gli impianti a Sauris... http://www.fontaz.net/regole_Vigo.pdf e il bello che questo progetto è portato avanti dalle Regole!!!

Venti anni fa c'era il turismo di massa anche a 1000 metri, come dove ho la casa, Tonezza del Cimone, poi la cronica mancanza di neve ha spinto le persone altrove, e molti alberghi hanno chiuso. E certo annche la richiesta di strutture, strutture, strutture.
Dici che nei secoli avete preservato a dovere il "vostro" territorio. Già. A parte qualche leggero scivolone negli ultimi 50 anni cosa dici? Guardando dalle cime la valle di Cortina, pure assieme a S. Vito fra le più belle del mondo, ci si accorge che l'homo veneticus ha smerdato per bene di case quasi l'intera valle. Ma anche a non guardare i seimila chessoio chalet, forse non hai molto notato quello che si vede da Tai verso Auronzo. Fabbriche, fabbriche. Di occhiali. Persino sulla pista da fondo di Pozzale ne avevano fatte. Oppure quel bell'edificio al centro di Domegge mi pare, in cemento armato, è proprio un simbolo di conserbvazione.
E la volta che voglio fare un sentiero nel bosco da Pieve? manco lo trovo, solo pezzi ad altri con l'immondizia! Quando esco dall'hotel in Val Puteria i sentieri ci sono tutti, perfetti e puliti...
va bene le piste le volete o volevate fare che partano da 1500 metri, ergo però una bella strada veloce che porti fino a lì e lì? via qualche migliaia di alberi per i parcheggi necessari, no? E poi una comoda pista di rientro fin sotto il paese come scriteriatamente fatto a Plan de Corones dai ci sono semrpe i cannoni...
Preservare a dovere. dai non prendiamoci per i fondelli. Nessun veneto come me o come te può osare pronunciare loa parola presarvare, abbiamo smerdato le campagne venete bellissime, credo narrate anche da Goethe, riempiendole di capannoni oltre ogni limite e fino ad un punto che non si può oltrepassare, è scritto anche su documenti della regione veneto lessi.
Certo voi volete la vostra fetta per rilanciare il "vostro territorio". S. Vito NON E' TUA. VENEZIA dove abito NON E' MIA. E' dei nostri figli, delle generazioni future. Opere irreversibili come quelle in discussione altereranno per semrpe un ambiente meravilgioso e unico. La mia compagna combatte contro il quadrante est di Tessera, e io presto la seguirò.
Io non ho una risposta ma sappiemo tutti che lo sviluppo deve cambiare direzione, non più quella fisica sul territorio che praticamente E' FINITO, e quel poco che manca si sta già ribellando giustamente.
 
Venti anni fa c'era il turismo di massa anche a 1000 metri, come dove ho la casa, Tonezza del Cimone, poi la cronica mancanza di neve ha spinto le persone altrove, e molti alberghi hanno chiuso. E certo annche la richiesta di strutture, strutture, strutture.
Dici che nei secoli avete preservato a dovere il "vostro" territorio. Già. A parte qualche leggero scivolone negli ultimi 50 anni cosa dici? Guardando dalle cime la valle di Cortina, pure assieme a S. Vito fra le più belle del mondo, ci si accorge che l'homo veneticus ha smerdato per bene di case quasi l'intera valle. Ma anche a non guardare i seimila chessoio chalet, forse non hai molto notato quello che si vede da Tai verso Auronzo. Fabbriche, fabbriche. Di occhiali. Persino sulla pista da fondo di Pozzale ne avevano fatte. Oppure quel bell'edificio al centro di Domegge mi pare, in cemento armato, è proprio un simbolo di conserbvazione.
E la volta che voglio fare un sentiero nel bosco da Pieve? manco lo trovo, solo pezzi ad altri con l'immondizia! Quando esco dall'hotel in Val Puteria i sentieri ci sono tutti, perfetti e puliti...
va bene le piste le volete o volevate fare che partano da 1500 metri, ergo però una bella strada veloce che porti fino a lì e lì? via qualche migliaia di alberi per i parcheggi necessari, no? E poi una comoda pista di rientro fin sotto il paese come scriteriatamente fatto a Plan de Corones dai ci sono semrpe i cannoni...
Preservare a dovere. dai non prendiamoci per i fondelli. Nessun veneto come me o come te può osare pronunciare loa parola presarvare, abbiamo smerdato le campagne venete bellissime, credo narrate anche da Goethe, riempiendole di capannoni oltre ogni limite e fino ad un punto che non si può oltrepassare, è scritto anche su documenti della regione veneto lessi.
Certo voi volete la vostra fetta per rilanciare il "vostro territorio". S. Vito NON E' TUA. VENEZIA dove abito NON E' MIA. E' dei nostri figli, delle generazioni future. Opere irreversibili come quelle in discussione altereranno per semrpe un ambiente meravilgioso e unico. La mia compagna combatte contro il quadrante est di Tessera, e io presto la seguirò.
Io non ho una risposta ma sappiemo tutti che lo sviluppo deve cambiare direzione, non più quella fisica sul territorio che praticamente E' FINITO, e quel poco che manca si sta già ribellando giustamente.

a parte il fatto che faccio fatica a capire quello che scrivi... comunque... immagino che tu, frequentando questo forum, sia appassionato di sci... e toglimi una curiosità... dove penseresti di usare i tuoi Nitro Torque 164 e Supernaturals 163, F2 Lancelot 172, Burton Speed W 168, Duotone MTN-EX Splitboard 163.. bla bla bla.. se in tutte le valli dove abitualmente vai a sciare avessero la tua testa? pensi che esisterebbero impianti di sci dove far divertire i migliaia di appassionati se tutti ragionassero come te?
la storia poi che il territorio è dei nostri figli è di una banalità disarmante... i nostri figli del territorio che gli lasciamo, così com'è, sai cosa se ne faranno? un bel poster sul muro della loro cameretta della gelateria di Colonia dove dovranno andare a lavorare. Detto questo, non accetto che chi non distingue Pozzale da Ciampolongo e Domegge da Chiapuzza voglia spiegare agli altri quello che neppure lui ha capito. PASSO E CHIUDO.
 
Sono il primo che ammette che, sia per l'eta', sia per una imperfetta condizione fisica (nonostante le 35 uscite estive in windsurf, alcune al lago di S. Croce) io mi serva pure degli impianti. Da alcune tue espressioni ti faccio persente pero' ce si trattano di tavola da snowboard, mi insospettisce infatti che metti in mezzo anche la duotone splitboard che e' una tavola divisibile da salita per cui NON servono gli impianti, essendo dotata di pelli di foca per la risalita. Ed inoltre piu' di qualche volte, prima di prendere la splitboard ho usato la ciaspe o ciaspole o racchette da neve con la tavola sullo zaino.
Pero' non non ne posso piu' di vedere smerdare le montgne di cemento, e poi via ogni scusa e' buona come i ridicoli chalet, pur belli, costruiti ad ogni angolo delle piste in Val Zoldana
Ah per capirsi due natali fa sono andato in Val Sarentino sopra bolzano dove c'e' solo un piccolo comprensorietto a destra (Valdurna se non ricordo male), ma poi ci sono decine di gite scialpinistiche, fatte da me e da decine di altri scialpinisti e riders. Gli alberghi e i garni' della Val Sarentino a Natale erano pieni. Vedi che c'e' un'alternativa?
Vedo dalle tue risposte quantomeno arroganti che allora e' vero che fra veneziani e cadorini non corre buon sangue, non so perche' francamente, io casa li' non ce l'ho. Pero' ce l'hanno dieversi mia amici a Pozzale, S. Vito e Cortina, ed in un'assemblea di condominio di molti anni in uno dei paesi citati un tuo compaesano mi disse in faccia che piuttosto a meta' soldi ma la casa ad un veneziano non l'avrebbe mai venduta.
Vabbe' dimmi, le occhialerie le avete costruite ovunque alla faccia della conservazione del territorio di cui siete campioni, e adesso??? Adesso che non vanno piu'? Allora prova ad ipotizzare che come purtroppo da funesti segnali di neve ce ne sia poca per anni, o che sia un tiramolla di freddo e caldo, non so se hai letto qualche analisi scientifica, bene con delle cattedrali nel deserto e con un debito di decine di milioni di euro... Ah aspetta, pubblico o privato che sia, quel buco lo paghi tu? No la collettivita' che siano le banche o ce sia poi la regione o lo stato col solito sistema dei contributi o del ripianamento.
Ah scusami se ho sbagliato frazione, comunque la pista era proprio a Pozzale, dove ho risieduto per molte volte in casa da ben due amici diversi, un'altro ce l'ha giu' a Pieve, poi dai cosa me ne frega che il cemento sulla statale sia stato ficcato prima o dopo Domegge, e' il concetto che conta. Guarda non e' un problema del Cadore, persino a Valdaora-Olang hanno cemetifivato parte delgi splendidi prati, quando cominciano a girare i soldi e' difficile fermarsi.
Permettimi alla fine una replica da pari a pari. se tutti gli abitanti delle montagne avessero la tua di testa avremmo belle autostrade e viadotti che portano in cima, come quella perla di orrore mondiale che porta su alle Tre cime, e che non si puo' piu' togliere perche' "porta soldi al comune", avremmo dun disastro ovunque. Ringraziando il cielo evidentemente quelli delle regole hanno una maggior lungimiranza, e sono degli abitandi del Cadore con la c maiuscola. Mi stia bene e passo e chiudo io caro signore.
 
Mammamia

Pensavo che dopo il pronunciamento delle Regole, la discussione fosse chiusa, invece....mammamia il fuoco covava sotto la cenere e il dibattito si è rianimato. Mi sembra che tutti siano d'accordo nel considerare l'area tra il Pelmo e le Rocchette da una parte, e tra san vito e selva dall'altra, che racchiude in nuce il mondeval, altamente suggestiva, tant'è che c'era chi voleva farvi le immersioni psico-fisiche, come neanche nella jacuzzi. Turisticamente però l'area è poco sfruttata, per niente dalla parte di sanvito, quantunque i terreni siano in maggior parte di proprietà delle Regole sanvitesi. Per salire a malga prendera da san vito ci sono solo due sentieri, abbastanza scomodi e appena tracciati nella parte alta; per quanto è a mia conoscenza, non li percorre quasi nessuno d'estate e tantomeno d'inverno. Eppure, sempre IMHO, se san vito vuole espandersi turisticamente, non può farlo che da quella parte. Ma per portare la gente su, o costruisci una strada o fai gli impianti. Posso anche capire chi vorrebbe mantenere la natura incontaminata, così com'è, ma credo che non abiti dalle parti di sanvito, e che anche il suo reddito lo ricavi altrove. Un pò come gli sceicchi del quatar, che vanno a passare il w.e. in tenda tra le dune del deserto, nel rispetto della tradizione dei pastori loro avi, ma che il resto della settimana lo passano al fresco dei condizionatori alimentati dai petrodollari. Comunque, pazienza. Vuol dire che con i miei atomic d2 sl brucerò la neve del mini comprensorio di sanvito, fantasticando le discese che avrei potuto fare sull'altro lato della valle e poi giù, fino a pescul.
 
Le regole, le magnifiche ed altri pdeudo organismi dai nomi altisonanti, sono assolutamente inutili. Oggi come oggi sono solo uno stupido doppione, scarsamente apprese attivo, delnterritotrio di tiferimentr
 

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Osservazioni del gruppo Pelmo-Mondeval

Leggetevi le osservazioni che il gruppo Pelmo-Mondeval, i "contrari", hanno mandato in comune a San Vito riguardo il nuovo PAT che dovrebbe prevedere la possibilità del famoso collegamento.

10 marzo 2012 – Proposte per il miglioramento del P.A.T. (Piano di Assetto del Territorio) del Comune di San Vito di Cadore, elaborate dal gruppo Pelmo-Mondeval.
NOTE AL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO: DOCUMENTO PRELIMINARE (artt. 3, 5, e 15 LR 11/2004) E RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE
L’adozione di un nuovo strumento di gestione del territorio deve servire ad orientare in un modo diverso il passaggio non ancora del tutto concluso di San Vito da una società agro-silvo-pastorale storica a una società di montagna moderna compiuta in tutti i suoi aspetti. Ovvero deve contribuire a far convivere la complessità e la pluralità delle risorse sociali, economiche e culturali-paesaggistiche oggi riconosciute come essenziali. Negli ultimi decenni, infatti, questo passaggio è stato gestito da un sistema di sfruttamento dei suoli che, concentrando la sua azione nelle aree residenziali del fondovalle e procedendo con una violenza inarrestabile in un’unica direzione, ha inserito genericità all’interno di un sistema insediativo tipico della regione dolomitica e ha ignorato l’esistenza di un paesaggio culturale vasto e di elevato interesse. Questo epocale passaggio ha così assunto una valenza negativa e ha portato, in generale, a una cruda e netta separazione nel rapporto tra l’uomo e la preponderante geomorfologia nella quale è immerso e, di conseguenza, la sua storia, che su questo rapporto si basava.
Perché questo passaggio possa essere corretto è allora assolutamente prioritario che il PAT prenda atto che il sistema insediativo storico complessivo della valle non può più essere un punto di riferimento, in quanto già irrimediabilmente compromesso, e che la realtà d’oggi si configura nella divisione netta dei suoi spazi: il fondovalle abitato, composto da un’artificialità totale, compatta e ininterrotta, e i restanti 9/10 del suo territorio, occupati da boschi sui versanti, praterie sulle alte quote e rocce. Su questo “stato delle cose”, il Piano di Assetto del Territorio deve poi individuare, senza riproporre contraddizioni o mezze misure che perpetuano ambiguità, ciò che regola oggi il rapporto tra queste due realtà diverse e opposte; deve cioè identificare, per ciascuna di esse, obiettivi, capacità, competenze e sensibilità diverse e coerenti, al fine di valorizzare quella complessità/pluralità accennata all’inizio ed evitare che gli errori del passato si espandano a tutto lo spazio, compromettendo la possibilità di recuperare e sviluppare, finalmente con criteri consoni al periodo storico e all’ambiente in cui ci troviamo, ciò che di specifico resta ancora all’esterno del centro abitato. Per esempio – sempre restando, vista la sede, su temi generali – facendo molta attenzione a non introdurre in maniera indifferenziata anche all’esterno del fondovalle soluzioni che richiedono metodi di sfruttamento della montagna legati all’uso di tecnologie materiali pesanti e impattanti, utili in passato, ma totalmente inadatte ad agire oggi in un ambiente naturale divenuto fragile di fronte all’uso di massa dei suoi spazi; e piuttosto concentrandosi, nei territori esterni al paese, verso la promozione e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole sostanzialmente indirizzato al rispetto delle risorse naturali, alla tutela del paesaggio rurale montano e delle aree di importanza naturalistica e, di conseguenza, anche di valorizzazione delle identità storico-culturali. Insomma, verso un’economia, a medio/lungo termine, basata sull’uso prevalente di sistemi tecnico-culturali immateriali puliti, gli unici in grado oggi di affrontare i delicati meccanismi della natura e dotati, tra l’altro, di un elevato potenziale di sviluppo favorevole a questi scopi.
Il testo proposto dall’Amministrazione comunale, invece, pur riportando, accanto a una serie di frasi preliminari astruse, l’elenco di tematiche culturali, sociali ed economiche note, spesso ovvie, ma del tutto condivisibili, mantiene, addirittura tra le righe destinate ad individuare le politiche di sviluppo sostenibile (pag. 26), l’utilizzo del Piano Neve (anche se accompagnato dall’ambigua precisazione “…Previa revisione…”), con le sue devastanti e anacronistiche conseguenze. È una scelta incomprensibile e inaccettabile per le seguenti ragioni:
Riproporre il Piano Neve nel PAT equivale a non scegliere! Questa non-scelta scarica, di fatto, sulle spalle dei cittadini di San Vito il compito di decidere se adottare o no, su queste terre, criteri di sostenibilità ambientali reali e competenti. È evidente che ciò avverrà solo attraverso una lunga serie di compromessi e conflitti sociali prolungati nel tempo, che non garantiscono affatto soluzioni democratiche e all’altezza, in termini di qualità, delle aspettative.
Gli strumenti di pianificazione territoriale sovraordinata PTCP e PTRC hanno già definito in modo chiaro ed inequivocabile la vocazione delle aeree “esterne” al fondovalle di San Vito di Cadore. L’introduzione del Piano Neve nel PAT contraddice quindi sia l’intero impianto del Piano, sia gli strumenti di pianificazione che, a varie scale, organizzano e indirizzano il territorio all’interno del quale San Vito si inserisce. Questi strumenti nascono da un’analisi articolata, anche se non conclusa (vanno definiti, ma non sono i soli approfondimenti mancanti in ambito geologico, naturalistico e archeologico, i piani di gestione di dette aree insieme agli altri Comuni o enti territorialmente competenti), elaborata negli ultimi decenni circa i valori storico-ambientali ritrovabili nell’area in discussione, e danno vita a un stretta maglia di conoscenze che ricopre pressoché tutta l’area. Tralasciando in questa sede le non secondarie criticità che questa scelta aprirebbe su quei territori, dovute ai noti problemi di approvigionamento idrico e di sicurezza valanghiva, risulterebbe veramente ridicolo che l’ultimo anello mancante, quello locale, teoricamente il più interessato alle “cose di casa”, ignorasse l’intero sistema di tutele/valori esistente proponendo di sconquassare tutto introducendo elementi totalmente estranei all’indirizzo che, da alcuni decenni, gli è stato dato dalla pianificazione sovraterritoriale; illudendosi di ottenere, magari proponendo “piani economici strategici” che per la loro attuazione richiedono mirabili soluzioni progettuali capaci di “sfruttare” i pochi “buchi vuoti” di questa rete, “la botte piena e la moglie ubriaca”.
La durata del PAT è decennale. Non ha alcun senso quindi, visto il parere contrario espresso più volte su questo tema negli ultimi cinquant’anni dalla comunità locale, inserirlo in questa tornata. Simili prese di posizione della comunità locale non possono avere valore transitorio, anche perché svilirebbero completamente il ruolo di chi le ha sostenute. Tali scelte determinano, in una società sana e corretta, decisioni la cui durata ha valore temporale quantificabile, come minimo, a medio termine/lungo termine, oltre a contribuire a formare quella fondamentale componente della complessità moderna che è la profondità storica.
Il territorio geografico del Comune di San Vito di Cadore possiede una particolarità unica e rara; rientra per i 9/10 in zone SIC o ZPS – ambito per l’istituzione del parco-riserva naturale regionale SIC IT3230017 MONTE PELMO MONDEVAL FORMIN – ambito per l’istituzione del parco-riserva naturale regionale ZPS IT3230081 ANTELAO MARMAROLE SORAPIS. Se San Vito decide di non proteggere quelli che universalmente vengono riconosciuti come alcuni tra i più affascinanti paesaggi delle Dolomiti significa che i beni culturali e paesaggistici italiani possono essere alterati per ragioni di solo mercato e che quindi, da quel momento, sono tutti a rischio. L’utilizzo del territorio non deve intaccare l’integrità del capitale natura, ma deve sfruttare gli interessi che esso genera.
Decidere che l’applicazione rigorosa di uno sfruttamento sostenibile a quelli che universalmente vengono riconosciuti come alcuni tra i più affascinanti paesaggi delle Dolomiti non interessa alla comunità, significa anche dire che una parte della sua popolazione, che su questi temi, prioritari oggi su tutto il Pianeta, si sta formando, resterà esclusa, e quindi, di fatto, espulsa, dal processo di trasformazione del paese, per lasciare spazio, ancora una volta, a criteri e interessi obsoleti e corporativistici.
Il Piano di Assetto del Territorio – Rapporto Ambientale Preliminare, nel paragrafo dedicato al Paesaggio e ai Beni Culturali (pag. 43) indica la “… carenza di studi…” riguardanti l’analisi del paesaggio a livello locale come un problema da risolvere per redigere adeguatamente la Carta della Trasformabilità, sulla base dei principi fondanti la Convenzione Europea del Paesaggio; facciamo tuttavia notare che la stessa Amministrazione Comunale attuale sta realizzando un censimento analitico georeferenziato delle tracce antropiche presenti sulle praterie storiche di questo territorio. Nonostante tutto ciò il PAT non fa riferimento a queste ricerche in corso, benché i loro risultati siano indispensabili per completare quella rete di conoscenze più volte accennata e poter quindi capire come impostare al meglio lo sviluppo sostenibile di questa parte del territorio comunale.
Per tutti i motivi sopra elencati, ci sembra opportuno chiedere la sospensione dell’iter di elaborazione del PAT in attesa della realizzazione e della conclusione delle ricerche sopracitate e l’eliminazione del Piano Neve dal PAT.
il gruppo Pelmo-Mondeval

Che dire??
E' chiaro che loro (solo loro in tutto il mondo???) hanno capito che occorre fare "...uso prevalente di sistemi tecnico-culturali immateriali puliti, gli unici dotati...di un elevato potenziale di sviluppo...". E' così semplice no? perchè nessuno in Alto Adige, Austria, Svizzera, etc lo ha capito?
Se vi può interessare quello che penso io... è che una tale presunzione di solito nasce da un'altrettanto grande frustrazione... magari mi sbaglio, chissà...
Quello che è certo è che se io fossi il sindaco di San Vito questa pappardella la stamperei su un bel rotolo di carta igienica da portarmi in tasca in caso di bisogno quando vado a sciare a Plan de Corones, in Alta Badia o in Val Gardena.
 
Andate fuori e guardate cosa segna un termometro adesso a marzo. Andate giu' a Calalzo e osservate cose resta del lago voi che vorreste innevare ancora un altro fantomatico comprensorio; gia' con che acqua non si sa.
Se non cambia, se non succede un miracolo, l'estate piu' drammatica e arida del secolo per le nostre Dolomiti e' alle porte!!!
E voi a farneticare di altre piste, ancora neve sparata e distruzione. Francamente non riesco a capire dove abbiate la testa, ve lo dico senza tanti giri di parole. Ah vorse non vi siete accorti che molti posti di montagna che la neve dovrebbero avercela stanno chiedendo lo stato di calamita' e implorando aiuti statali per il crollo del turismo invernale, gia' non sono rientrati degli immensi costi di gestione, e non solo per la crisi, ma la gente a sciare su una crosta gelata in mezzo ai prati marroni non ci va.
Non so l'uomo proprio merita una punizione divina terribile, a volte lo penso quando leggo certi commenti.
Promuovete questa zona splendida per l'estate che non conocevo, Il Mondeval, fatela conoscere, e io andro' li' invece che altrove quest'estate, e lo diro' a tutti. Lasciate perdere le scemenze di nuovi impianti per una neve sempre piu' rara e cara.
 
le stagioni non sono più quelle di una volta!

Andate fuori e guardate cosa segna un termometro adesso a marzo. Andate giu' a Calalzo e osservate cose resta del lago voi che vorreste innevare ancora un altro fantomatico comprensorio; gia' con che acqua non si sa.
Se non cambia, se non succede un miracolo, l'estate piu' drammatica e arida del secolo per le nostre Dolomiti e' alle porte!!!
E voi a farneticare di altre piste, ancora neve sparata e distruzione. Francamente non riesco a capire dove abbiate la testa, ve lo dico senza tanti giri di parole. Ah vorse non vi siete accorti che molti posti di montagna che la neve dovrebbero avercela stanno chiedendo lo stato di calamita' e implorando aiuti statali per il crollo del turismo invernale, gia' non sono rientrati degli immensi costi di gestione, e non solo per la crisi, ma la gente a sciare su una crosta gelata in mezzo ai prati marroni non ci va.
Non so l'uomo proprio merita una punizione divina terribile, a volte lo penso quando leggo certi commenti.
Promuovete questa zona splendida per l'estate che non conocevo, Il Mondeval, fatela conoscere, e io andro' li' invece che altrove quest'estate, e lo diro' a tutti. Lasciate perdere le scemenze di nuovi impianti per una neve sempre piu' rara e cara.

quelli che sparano sentenze sui cambiamenti climatici basandosi sui dati dei mesi scorsi veramente mi fanno tenerezza... lo scorso anno queste cose non le potevi scrivere, l'anno prima forse in parte, l'anno prima ancora proprio per niente (l'inverno più nevoso degli ultimi 50 anni!), l'anno prima ancora no, ..., nel 89 si, nel 88 anche, nel 87 no...
lo stesso dicasi per quelli (sempre tu) che trasferiscono le cose che vedono fuori della porta di casa all'universo... vai a farti un giro in Austria a metà aprile (Ischgl, Sant Anton, Lech, etc...) e vedrai che c'è più gente lì che scia "su una crosta gelata" che da noi a Natale! quando li avrai visti, non dimenticarti di chiederti il perchè.
ti saluto
 
Adesso non parlavo di cambiamenti climatici globali, ma ammetterai che la neve a 1000 metri è diventata un'utopia ormai ovunque, persino nel famoso 2009-2010 (ho casa a Tonezza a 1000 metri). L'anno scorso non mi pare che la stagione sia durata molto.
Le risorse idriche da cui si vorrebbe attingere per l'innevamento artificiale dipendono ache da quanti insiediamenti umani ci sono. In val Boite sono gli stessi di trent'anni fa secondo te??? Forse il traffico perennemente bloccato scendendo la domenica sera da Cortina causa intasamento da proprieteri di seconde case era un mio miraggio eh sì.
Il Lago di Calalzo a secco è una mia invenzione?
Ma ti dico una cosa. Ci fossero stati tre metri costanti di neve negli ultimi dieci anni questo non sarebbe una ragione per devastare ancora boschi e sottomettere ancora la natura al devastante impatto dell'uomo!!!!!!!!!!!!!!!!
Ti assicuro che se mai gli ritornasse la voglia di fare sta scemenza verranno furi le barricate. E lì ci sarò anche io!!!
Ah poi volevate collegarvi con gli impianti di Zoldo mi pare. Quelli che dicono fra alcuni mesi saranno falliti visto il disastro economico di quest'anno? E che ripianeremo con un'altra bella addizionale regionale?
 
Adesso non parlavo di cambiamenti climatici globali, ma ammetterai che la neve a 1000 metri è diventata un'utopia ormai ovunque,

Ovunque proprio no, come già detto a nord delle Alpi e in Francia è stato un inverno normalmente ben nevoso, come in Valle d'Aosta.. ma come anche sull'Appennino meridionale (Basilicata - Calabria - Sicilia) dove si scia ancora su innevamenti superabbondanti.. motivo più che sufficiente per considerare questo inverno davvero eccezionale..

In ogni modo, questa stagione invernale non è stata certo negativa, per fatturati e passaggi agli impianti, in Val Gardena, Val Badia, Plan de Corones, dove le piste e l'urbanizzazione non mancano certo, ma sono fatte con criterio e rispetto dell'ambiente.. sono quelli esempi di sviluppo (e di benessere) a cui dovrebbe auspicare la ValBoite e provare a diventarne concorrente: il progetto della nuova Skiarea va in questa direzione.
 
ancora...

1) ammetterai che la neve a 1000 metri è diventata un'utopia ormai ovunque, persino nel famoso 2009-2010
2) Ma ti dico una cosa. Ci fossero stati tre metri costanti di neve negli ultimi dieci anni questo non sarebbe una ragione per devastare ancora boschi e sottomettere ancora la natura al devastante impatto dell'uomo!!!!!!!!!!!!!!!!
3) Ti assicuro che se mai gli ritornasse la voglia di fare sta scemenza verranno furi le barricate. E lì ci sarò anche io!!!
4) Ah poi volevate collegarvi con gli impianti di Zoldo mi pare. Quelli che dicono fra alcuni mesi saranno falliti visto il disastro economico di quest'anno? E che ripianeremo con un'altra bella addizionale regionale?

1) così famoso che infatti era l'anno prima...

2) questa è la verità, allora dì subito che sei un ambientalista e basta, senza tiran fuori altre ragioni strampalate...

3) le barricate vai a farle al MOSE, sono sicuro che sei contrario anche a quello

4) lo sai gli impianti di Zoldo quanto sono e sono stati importanti per quella valle? lo sai che fino a quando non hanno investito sugli impianti e sul turismo 4 zoldani su 5 dovevano fare le valige ed andarsene a fare il gelato in Germania? e sai quanto disagio sociale ha portato questo? I tanto odiati impianti di risalita hanno consentito di rallentare lo spopolamento della montagna. O secondo te dovremmo restare qui vivendo alo stato brado così siamo più rustici quando venite a vederci? E se si cerca di tenere in piedi gli impianti pur tra mille difficoltà secondo te perchè? perchè in comune/provincia/regione sono tutti scemi? o forse perchè anche se gli impianti sono in perdita sono il motore dell'economia turistica?

Tu non sai quanta delusione provo a dover scrivere queste parole, dover difendere la MIA terra dalle ideologie ipocrite e superficiali di chi spara sentenze standosene per la maggior parte dell'anno ben lontano da qui... sei riuscito a farmi venire il voltastomaco ancora una volta. Addio n.2.
 
1) così famoso che infatti era l'anno prima...

2) questa è la verità, allora dì subito che sei un ambientalista e basta, senza tiran fuori altre ragioni strampalate...

3) le barricate vai a farle al MOSE, sono sicuro che sei contrario anche a quello

4) lo sai gli impianti di Zoldo quanto sono e sono stati importanti per quella valle? lo sai che fino a quando non hanno investito sugli impianti e sul turismo 4 zoldani su 5 dovevano fare le valige ed andarsene a fare il gelato in Germania? e sai quanto disagio sociale ha portato questo? I tanto odiati impianti di risalita hanno consentito di rallentare lo spopolamento della montagna. O secondo te dovremmo restare qui vivendo alo stato brado così siamo più rustici quando venite a vederci? E se si cerca di tenere in piedi gli impianti pur tra mille difficoltà secondo te perchè? perchè in comune/provincia/regione sono tutti scemi? o forse perchè anche se gli impianti sono in perdita sono il motore dell'economia turistica?

Tu non sai quanta delusione provo a dover scrivere queste parole, dover difendere la MIA terra dalle ideologie ipocrite e superficiali di chi spara sentenze standosene per la maggior parte dell'anno ben lontano da qui... sei riuscito a farmi venire il voltastomaco ancora una volta. Addio n.2.


Ti capisco arams :(. Purtroppo chi vive in città come il sottoscritto, non può immaginare cosa vuol dire vivere in zone montane fuori dall'orbita turistica, dove le fabbriche chiudono, i giovani per cercare lavoro o per studiare se ne vanno ed i pochi alberghi e ristoranti gestiti ancora da vecchi propietari non hanno più la forza di andare avanti. Una situazione simile o peggiore la trovo nel paese natale di mio padre in valle Brembana BG, dove sono rimasti solo anziani o chi ha una piccola attività artigianale e molte seconde case vuote tutto l'anno. L'unica soluzione o speranza sarebbe attirare turismo e cosa più efficace sono gli impianti di risalita, visto che le zone immacolate e selvagge che ora ci sono non portano "purtroppo" denaro.

Ciao
 
veramente brutto, scomposto, intriso di luoghi comuni ed offensivo verso arams l'intervento di nakaniko.

per inciso: nessuno nega la grave siccità che ha colpito il nord est (per altro veramente anormale e non attinente con cambiamenti climatici e storie varie, finchè rimane un episodio), ma il lago di centro Cadore è molto basso anche per motivi legati a captazione delle acque e lavori ENEL, se non erro.
 
dici, allora lo cancello, tanto non c'e' verso
minchia manco parlassimo di una sperduta localita' del tibet, s. Vito e' il paese prima di Cortina, 5 minuti scarsi di auto!!!
Un posto chiuso nel nulla e senza turismo, eh gia'
 
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