Progettarsi il funerale

In italia invece secondo me si preparano i migliori ingegneri del mondo. Ma a che prezzo!
Primo se va bene non sono pronti prima dei 25 anni, e spesso anche dopo, tipo 27 o 28 anni, ma anche 30 non sono uno scandalo.
Con tutte le conseguenze anche sul piano famigliare.
Secondo, il 95% di quello che hanno studiato non lo useranno mai durante la loro carriera, ma è' solo servito per fare selezione.
Terzo in italia al momento è' difficile che servano persone così preparate, infatti tanti vanno all'estero a contribuire alla crescita degli altri paesi, dopo che l'Italia si è' sobbarcata le spese della loro istruzione.

Facciamo il 90% :D.
Più o meno tutto condivisibile. Diciamo che per usare al meglio quel 10% che serve, è utile anche il martellamento di palle del 90% inapplicabile alla realtà pratica.
 
In italia invece secondo me si preparano i migliori ingegneri del mondo.
Concordo tranne che per, vediamo se le nozioni delle elementari sono ancora nel cassetto della memoria, modo e tempo verbale.
Avrei detto (senza sbirciare online, non bariamo):
- indicativo imperfetto: preparava
- indicatico passato remoto: preparò
e qui si complica la faccenda :PAAU
- indicativo passato prossimo: ha preparato?
- indicativo trapassato prossimo: ebbe preparato
- indicativo trapassato remoto (mhhh): ebbe avuto preparato?

Sono scusato in quanto nel nord italia l'imperfetto viene usato come il "petrusino" al sud.

*: PS sto controllando: :YYY ho inventato un nuovo eccezionale tempo verbale :D
 
Secondo me ci deve essere una compenetrazione tra tecnologie e carta e penna, altrimenti si ha il DISASTROSO (e non lo dico io, ma tutti gli studi di settore), e inadeguato sistema di scuole elementari Nord Americano. Se abitassi in Nord America, manderei mio figlio alle elementari italiane, per salvare il salvabile. La differenza abissale tra studenti italiani e americani si protrae fino al liceo. Che poi in USA ci siano alcune delle migliori università del globo non lo contesto, ma la base non la sanno fare. I laureandi giapponesi, e cinesi, che riempiono le migliori università del globo non si formano con tablet e app, ma con matematica, scrittura (a mano), e studi a memoria. Imparano anche a risolvere le espressioni matematiche in un secondo.
Ma si sa, gli italiani guardano sempre al peggio e non al meglio.
 
Siamo sicuri che crescita economica = crescita culturale? Io sinceramente non saprei, spesso sì ma potrebbe anche essere non sempre vero. La pietra angolare dell'analisi di un sistema scolastico è molto spesso, riducendola ai minimi termini, il "la scuola prepara meglio quindi si guadagna di più/l'economia cresce". È vero? Voglio dire, giudicare inutile una nozione perché nel 99% dei casi non porta concretamente soldi in tasca è corretto?
 
Non é inutile una nozione che non ha per fine l'accrescimento del reddito o della compartecipazione sociale dell'individuo.
Ma non serve alla societa'. Per cui non trovo giusto che sia la societa' a pagarne il prezzo.

Mi spiego meglio.
L'approfondimento in una materia che non ha ne interesse sociale ne economico non dovrebbe essere pagata dai contribuenti, ma dall'interessato se ne ha interesse. E non dovrebbe far parte del programma ''obbligatorio''
 

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Siamo sicuri che crescita economica = crescita culturale?

Se fosse per il mio modo di pensare l'equazione andrebbe rovesciata, ma è spesso vero che nei paesi in crescita economica spinta la crescita culturale - di massa o più ristretta - avviene DOPO che ci si è riempiti la pancia.

Esempio tipico l'Italia degli anni '50-60. O altri attuali; ma non so fino a che punto sia una regola.
 
Crescita economica non è per forza sinonimo di crescita culturale........

Però al mondo bisogna tenere i piedi in entrambe le scarpe........una generazione di analfabeti che accrescono l'economia e una generazione di super acculturati che hanno perso il contatto con la realtà economica, portano in fondo al medesimo sfacelo......
 
Non é inutile una nozione che non ha per fine l'accrescimento del reddito o della compartecipazione sociale dell'individuo.
Ma non serve alla societa'. Per cui non trovo giusto che sia la societa' a pagarne il prezzo.

Mi spiego meglio.
L'approfondimento in una materia che non ha ne interesse sociale ne economico non dovrebbe essere pagata dai contribuenti, ma dall'interessato se ne ha interesse. E non dovrebbe far parte del programma ''obbligatorio''

Quindi alla società servono solo "cose" che accrescono il reddito?
 
No, ho parlato anche di compartecipazione sociale dell'individuo.
Per esempio è difficile che con le lezioni di storia ci si guadagni qualcosa in futuro.
Ma chi sa la propria storia ha senz'altro più conoscenza del valore suo nella societa'.
lo stesso si potrebbe dire della Filosofia o della letteratura.
 
Grazie a tutti in particolare achi non la pensacome me, per cortesia fatemi cambiare idea!

Concordo. Non sono davvero prioritarie ma sono essenziali, principali, fondamentali, sostanziale, importantissimo, necessario, vitale, fondamentale, primario, basilare, principale, determinante, nodale, inevitabile, indispensabile, imprescindibile, rilevante, considerevole, di grande interesse, notevole, apprezzabile, fondamentale, vitale, sostanzioso, essenziale...
i sinonimi li stotrovando in rete, non ho perso 3 ore a sfogliare un vocabolario/dizionario (per chi non lo sapesse erano degli ammassi di carta in cui erano elencati in ordine alfabetico le parole: non c'erano funzioni di sorting, filtering e similari; venivano usati spesso per controllare come una parola era ufficialmente scritta;
sì può sembrare strano, ma una volta era importante mettere gli accenti alle parole e conoscere alla perfezione altri inutili estetismi del genere; l'accanimento verso l'inutile estetismo era dovuto al fatto che l'innovazione faceva un passo in avanti ogni 10 anni mentre ora fa 2 passi ogni munuto e quindi abbiamo giustamente altre priorità).

Ovvio non dico non insegnare lo spirito critico ma solamente di modificare l'approccio. E' tutto il mondo che sta cambiando e quando sento che fanno ancora lezioni nozionistiche alle scuole elementari e medie mi cadono le braccia. Detto per inciso, che non si sappia quale è la capitale della Germania o che il Venezuela non è il Cile non me ne frega nulla. Io vorrei che la scuola elementare e media insegnasse la CREATIVITà e la capacità di analisi critica.

https://www.ted.com/talks/ken_robinson_says_schools_kill_creativity?language=it al100%! Il TEDpiùvisto di sempre e ci sarà un motivo.


Mi spiace Fabio ma sono in totale disaccordo. Tu non hai figli in eta' scolare, e alle elementari (ma anche alle medie) si forma (anche a scuola) il carattere del bambino, oltre alla sua conoscenza, e il "saper insegnare" e il "saper comprendere il bambino" e' di fondamentale importanza per l'insegnante che vuol essere un "buon insegnante", e di riflesso e' fondamentale per il bambino.
Quelle che tu dici essere un insieme di nozioni inutili sono invece il substrato su cui si deve fondare la conoscenza "fast" permessa dall'era internet, che altrimenti sarebbe solo una bellissima bolla di sapone... ma vuota.
Poi, fatto questo, son d'accordo che per le "superiori" e per le "universita'" ci sia un approccio piu' "smart" e filo-tecnologico.
 
Sono quasi sempre d'accordo con te, ma qui mi sembra che hai fatto un salto nel vuoto .....

Per me, che mio figlio non sappia qual'è la capitale della Germania conta eccome. Se non la conosce mi incaxxo!

Ma alle elementari e alle medie, oltre ad insegnare le nozioni BASICHE per accorgersi almeno di essere vivi :D, cosa vogliamo insegnare?
Mi sembra che siamo un po' tutti obnubilati dal fatto che adesso anche un bambino di tre anni sa usare un tablet; USARE appunto, mica domandarsi com'è fatto e come e perché funziona .... Se non conosci quattro-nozionibase-quattro come fai a sviluppare un ragionamento e lo spirito critico necessario? Sarà il caso che si debba avere padronanza almeno di linguaggio e addirittura dei congiuntivi? O sono troppo antico?

E francamente il ragazzino di 12 anni di cui hai postato il video, più che ammirazione in me suscita una certa pena ...... Preferirei andasse a farsi una partita a pallone sotto casa invece di fare il fenomeno da baraccone ... e sapesse usare i congiuntivi :HIP

Mio figlio compie 14 anni tra pochi giorni ed avrà il primo computer; perché glielo ha comprato il nonno ..... io no di certo. Tanto tutti i suoi coetanei che ce l'hanno non è che lo usano a fini di studio ma solo e soltanto per miliardi di caxxate. Quando gli serve per davvero usa il mio, almeno controllo quello che fa.
Approvo e sottoscrivo!
 
Pochi giorni fa sono andato a Milano ad un convegno sulla "robo-advisory" nella finanza, il futuro della tecnologia applicata alla consulenza finanziaria.
Uno dei tanti relatori (uno che in quel settore avveniristico gia' ci lavora oggi) ha detto che l'impulso maggiore e' stato dato dieci anni fa da alcuni studi provenienti da una nota universita' americana di FILOSOFIA.
 
Leggendo questo thread mi è sovvenuta la famosa frase di Francesco De Santis :<< un popolo ignorante non ragiona, ubbidisce...>> In effetti mi rendo conto di vivere in un mondo di ignoranti ( non me ne vogliate ) infatti tutti noi non ragioniamo più, ma ubbidiamo sempre e comunque. Ubbidiamo alle logiche commerciali delle grandi multinazionali, ubbidiamo ( ancor più i giovani ) alle logiche perverse di un mondo dove apparire conta più di essere, ubbidiamo alle lobby politiche lamentandoci di una politica corrotta ma non facendo nulla di propositivo.Potrei andare avanti così con mille esempi...Sono forse il più vecchio che è intervenuto e ho conoscenza di un mondo che non c'è più, di un mondo che non tornerà più. Nostalgia? Un po' ma solo perché mi rendo conto di quanti anni sono passati.La verità è che non si può dire chi abbia ragione e chi no, ma una cosa è certa : se siamo arrivati sin qui è perché qualcuno si è posto delle domande che altri non si ponevano.Ben venga l'utilizzo della lim in classe, ben venga l'utilizzo delle nuove tecnologie ma devono restare altresì anche le vecchie classiche materie, quel nozionismo che ci ha condotti sin qui....La più grande nazione a livello mondiale da un punto di vista economico e militare ha compiuto danni culturali notevoli in Iraq e sapete perché? Perché nonostante tutto i loro ufficiali non sapevano neppure dove fosse l'Iraq, non conoscevano la storia: Assiri, Babilonesi ..la Mesopotamia per loro erano e sono parole astruse ed infatti hanno lasciato incustoditi i Musei di Bagdad ed altri facendo distruggere opere importanti.Milizie facinorose sí sono impossessate di opere e le hanno rivendute comprandosi armi ecc ecc... Mia nipote conosce a stento le tabelline, di geografia sa poco e nulla così pure di storia. La matematica e le scienze sono anch'esse poco conosciute però...però sa utilizzare il tablet, naviga in internet è sempre connessa con i suoi amici reali e fittizi....Ignorare che la scuola italiana possa fare di più è indiscutibile ma se essa può fare di più perché non ci domandiamo cosa noi possiamo fare per i nostri figli? Perché voi genitori ( io ho già dato ) non vi chiedete perché i vostri figli sono così? Quanto avete stimolato la loro creatività da bimbi? Quanto avete fatto conoscere loro del mondo? Quanto avete letto loro libri per far capire loro che cos'è la cultura ? Quanto li avete "cresciuti " facendo loro capire cosa significa essere uomo - donna? Quali e quanti principi avete loro trasmesso? Avete spiegato loro che la vita è, come dicevano i latini, un "do tu des" ? La scuola questo non può farlo e non deve farlo, la scuola deve istruire i giovani con un percorso che li porti alla fine ad avere una conoscenza della lingua italiana ( ahimè come avrebbe pianto la mia maestra delle elementari a leggere gli scritti dei futuri laureandi moderni ), una ottima conoscenza di una, due lingue estere ma anche della cultura italiana, della storia, della geografia, delle scienze.....Se non si ha una cultura così non si può capire chi siamo (infatti stiamo perdendo la nostra identità culturale, con tutto quello che ne consegue ) , cosa saremo ( perché non sappiamo quali sono stai gli errori del passato ) ma sopratutto non avremo la possibilità di fare un ragionamento complesso ed articolato perché non avremo la capacità critica di analizzare un'idea, un pensiero.
Scusate la prolissità di un vecchio alpiere.

Saluti a tutti.
 
Mi spiace Fabio ma sono in totale disaccordo.
Nno so se mi sono espresso male ma di sicuro non sto dicendo che voglio un insegnamento basato sulal tecnologia. Ho più volte dett oche pomperei le cose che amplificano ragionamento e spirito analitico e critico e questo non si apprendere con un "punta e clicca" e con un "cerca su wikipedia". Vediamo se riesco a spiegarmi meglio con un esempio:
invece di dare più ore a matematica, tecnica, scienze, etc. metterei queste discipline alla pari di "disegno, musica, "artigianato". Dei 5 giorni di scuola vorrei che uno fosse di italiano, uno i matematica e poi però uno di musica, uno di disegno ed uno di "artigianato".
Quello a cui mi riferisco io è l'approccio "digital" che l'insegnante deve avere: questo è un approccio! Non significa che i bambini debbano usare la tecnologia, ma l'ecosistema di insegnamento deve essere basato sul fatto che al giorno d'oggi tutto è liquido e tutto cambia. Non possiamo insegnare l'apprendimento come una volta, un approccio che fondava le proprie radici su informazioni cristalizzate e fisse da decenni.
E farei un po' di analisi logica (soggetto, verbo, complemento oggetto) ma anche un po' di programmazione (if, else e menate simili).
Non vorrei che il nostro sistema d'istruzione provasse ad arginare il mare con una mano, ovvero fregarsene completamente di wquello che sta accadendo.
Poi sia chiaro si parla ad alta voce e si scrivono4 cazzate tra un "daffare" e l'altro.

Ho trovato il mio sosia perfetto, mi ritrovo in lui in tutto tranne per il fatto che lui ha una doppia R mentre io ne sono senza.



Come mai questo tizio non è al ministero dell'Istruzione?
E come mai, e qui mi preoccupo, io vengo alla scoperta di Bolelli solo adesso?





PS:
sono felicissimo che a qualcuno l'argomento interessi :D e soprattutto, qualcuno impari, sono contentissimo che qualcuno non la pensi come me!
 
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