Edo
???
Buonasera!
L'ultima puntata della fotocronaca dedicata alle principali località sciistiche dell'est Europa riguarda, tra le altre cose, anche quella che è appunto la più conosciuta località montana della Polonia. Situata sul versante nord dei monti Tatra, a poca distanza in linea d'aria da Vysoké Tatry, ma dall'altra parte delle montagne, è una località piuttosto conosciuta all'estero, sebbene l'interesse sciistico come si vedrà, non è l'attrattiva principale della località.
Ma cominciamo da prima. Ho scritto "tra le altre cose" perché riprenderò il réportage da dove l'ho interrotto la scorsa volta, così da mostrare qualche fotografia, sebbene non pertinente allo sci, delle zone che bisogna attraversare qualora ci si volesse spostare via terra tra queste località. Il titolo non è quindi del tutto preciso così come la cronistoria della fotocronaca, che si svolge nell'arco di quattro giorni, ma questi sono dettagli ed è meglio passare subito alle fotografie, che probabilmente saranno ancor di più rispetto a quelle del precedente racconto...
Innanzitutto, se come ho già scritto ci si trova a viaggiare via terra tra queste località, vista la quasi impercorribilità delle strade ucraine secondarie - perché è qua che era stata interrotta la precedente puntata - non c'è altra soluzione che ripercorrere la stessa strada del viaggio di andata, ma nella direzione opposta naturalmente:
Signore anziane che mantengono maniacalmente in ordine gli edifici religiosi è un'immagine consueta in questo ed in altri paesi ad esso prossimi. All'interno di esse tali indefesse lavoratrici saranno impegnate a lucidare senza soluzione di continuità i pavimenti, i candelabri, le icone e tutto ciò che ruota attorno alla funzione religiosa. Naturalmente il loro occhio è sempre vigile a redarguire lo straniero che tenta di infrangere di sottecchi il divieto, onnipresente, di scattare fotografie al loro interno. Non importa inoltre se prossime ad esse alcune case rassomigliano più a delle catapecchie che non ricevono manutenzione da cinquant'anni e le strade sono tutte rotte; la chiesa di paese, presente all'interno di ogni più minuto e negletto villaggetto, rifletterà i raggi del sole per mezzo delle sue cupole dorate tirate a lucido e con il colore sgargiante della sua facciata appena ritinteggiata:
Ma comunque, il viaggio continua, anche perché sono appena partito:
Una volta giunti a questo punto, prima di lasciare il paese per ritornare all'interno dei confini dell'Unione Europea, il viaggiatore curioso potrebbe volersi fermare a fare una passeggiata a Leopoli, già che per forza deve passare per di qua. Questa città di particolare interesse non è ancora stata scoperta (ed io aggiungerei, rovinata) dal turismo di massa, trovandosi ad est del confine in una nazione che gode di una brutta reputazione all'estero ed a mio avviso, ingiustamente trascurata. L'viv in ucraino, L'vov in russo, Lemberg in tedesco, Lwów in Polacco è una città storicamente appartenuta alle potenze europee e poi conquistata dalle truppe dell'Armata Rossa nel 1939. Non essendo questa la sede adatta per farlo, non mi dilungherò in descrizioni che oltreché fuori luogo, potrebbero rivelarsi anche imprecise, vista la mia mediocre conoscenza della storia a tal proposito. Non posso però che consigliare una visita a questa città che rappresenta a mio avviso, il "corrispettivo, ma dall'altra parte del confine" di una città che potrebbe essere Cracovia. In Ucraina poi, a dispetto di tutti i problemi che si possono immaginare è presente una vivace vita artistica nei maggiori centri abitati e si trovano tra l'altro bellissimi locali di tutti i tipi, ristoranti che propongono tutte le cucine se non del mondo perlomeno dell'intero mondo ex sovietico. La stessa cucina ucraina, seppur non sia minimamente capace a descriverla a parole perché spesso si tratta di un miscuglio di sapori diversi, ma sempre accostati con un certo criterio, è a mio avviso la migliore e la più interessante di quelle dell'est Europa. I prezzi molto bassi per un europeo "ricco" inoltre rendono ancora più gradevole la permanenza in questi luoghi:
Il solito mercato ex sovietico; se ne trovano di pressoché uguali da qua alla Mongolia ma è sempre interessante farci un giro per curiosare tra la varietà della merce che spazia dalla paccottiglia cinese, oramai tristemente presente probabilmente in ogni angolo del pianeta ai prodotti fatti in casa o dell'orto che anziane persone residenti in periferia o nelle campagne vendono recandosi quotidianamente in città al fine di racimolare qualche spicciolo per integrare le magrissime pensioni statali:
La vendita, che non è mai insistente, come avrete già potuto notare nella precedente fotocronaca, si può svolgere in qualsiasi zona della città. E con strumenti piuttosto rudimentali, ma anche questo fa parte della situazione:
Un'iscrizione in lingua polacca testimonia probabilmente il passaggio di mani di questa città nel passato:
Ancora qualche fotografia varia:
Una curiosa pasticceria:
Sarà perché questa è la città del leoni che ci sono quelle curiose statue?
E' ora di ripartire:
Sebbene non sia a tema montano, l'immancabile palazzone "cementone" eletto da me come il più elegante della città mi dà l'arrivederci e mi augura un buon viaggio. Tra l'altro non posso che dedicarlo a marcolski perché a differenza delle scorse puntate, in questa purtroppo non ci sarà niente che lo possa stupire:
E si riparte:
E' oramai quasi buio avendo bighellonato per tutto il pomeriggio. In ogni caso non c'è altro da fare che recarsi in frontiera e cercare poi un posto per dormire dall'altra parte, esperienza questa sera agevolata dalle più moderne tecnologie, più precisamente dell'abolizione delle spese di roaming all'interno dell'Unione Europea:
Un altro giorno è arrivato. E' venerdì. La mia idea era quella di raggiungere Zakopane in giornata per fare una sciata domani, sabato. Ripartire in serata e ritornare per domenica sera a casa con calma. Purtroppo due contrattempi perturbano il mio piano di viaggio: questa notte sono stato male e l'ho trascorsa a vomitare, inoltre le previsioni del tempo per domani danno brutto, e sono tutte d'accordo, senza fornire alcun segno di speranza in un errore. Mi sento anche uno straccio e non so che fare; è meglio avviarmi verso casa lasciano stare Zakopane per la prossima volta? Però è tanto che mi incuriosisce, le previsioni per domenica mattina sembrano invece belle e tra l'altro questa località non è sulla strada nemmeno per un futuro giretto nelle altre località sciistiche della Polonia e della Repubblica Ceca. Dopo poco la decisione è presa: mi imbottisco di tachipirina e mi metto in viaggio lo stesso verso Zakopane, con tutta calma, poi il resto si vedrà poco per volta...
Quindi, innanzitutto bisogna guidare in direzione dell'impronunciabile città di Rzeszów, capoluogo di questa regione sudorientale della Polonia:
Una volta lì, una passeggiata per cercare di riprendermi un po' la si può fare, anche se la città non è particolarmente interessante:
Quindi riparto...:
Tarnow, cittadina situata ottanta chilometri ad est in direzione Cracovia è invece più carina e vale una passeggiata:
Ho deciso comunque, guido ancora un'oretta e poi mi fermo a dormire. Domani mi recherò a Zakopane e poi si vedrà...
L'indomani, come da previsione il tempo è inclemente. Oltretutto per sciare a Zakopane bisogna arrivare molto presto per motivi che dopo elencherò...
In ogni caso anche se non si scia, Zakopane è una cittadina molto bella per fare un giro a piedi. La "Cortina" della Polonia è piena di vita ad ogni ora del giorno (oggi un po' meno visto che piove a dirotto, la ma situazione cambierà questa sera) ed è piena di bei locali e ristoranti. L'architettura vede molte case caratteristiche in legno, informandomi ho scoperto l'esistenza di un vero e proprio stile "Zakopane", che si può riscontrare nell'architettura così come nell'arredamento interno di tali abitazioni caratteristiche:
Come da previsioni il cielo si sta aprendo. E' oramai deciso, mi fermo a dormire qua e domani mattina, recandomi di buon'ora agli impianti tenterò di sciare qualche ora prima di ritornare a casa. Così facendo sarà più faticoso ma i contrattempi fanno parte del viaggio, per non dire che la pioggia che è caduta in paese secondo il bollettino meteo dovrebbe essere neve sui duemila metri, l'altezza alla quale si trovano le piste da sci, viste le temperature piuttosto freddine...:
Questo sì che avrebbe potuto essere l'oggetto di un bellissimo wlf...
Bene, è mattina ed il cielo è sereno. Le speranze sono abbastanza buone, ma tuttavia... c'è ancora un ma...
Un ingrandimento sugli impianti che spererei di poter raggiungere a breve:
Il perché di questo mio tentennamento è presto spiegato. Zakopane è una cittadina situata a modesta altitudine in fondovalle. Attorno ad essa sono presenti alcuni centri sciistici di modesta grandezza ed anch'essi di modesta elevazione, in questo periodo tra l'altro già chiusi per mancanza di neve. Tra di essi svetta, nel senso letterale della parola, il monte Kasprowy Wierch. Perché a differenza degli altri è alto poco meno di duemila metri, un'altitudine pur sempre ragguardevole in questa zona. E soprattutto perché questa montagna, raggiungibile con una funivia in due tratti, è "mitica", strapubblicizzata, osannata, quasi venerata, spinta al massimo tra i locali. Volantini pubblicitari e brochure sbandierano all'unanimità il fatto che se non si sale a Kasprowy Wierch una vacanza a Zakopane è incompleta come una alle Maldive senza mettere piede in acqua. Questo forse potrà far sorridere un abitante della fascia alpina, tanto più che ad un rapido sguardo su internet questa montagna è sì carina, ma non sembra nulla di così speciale ed immancabile che se non la si vede non si vive più. I fatti sopracitati fanno sì però che la funivia, durante tutto l'arco dell'anno, sia presa d'assalto da una folla di persone così grande, e la maggior parte di esse non sono assolutamente degli sciatori, che si forma una coda di parecchie ore per poter salire. Ero già stato in estate sulla montagna ed anche io come tutti, seppur non aspettandomi niente di straordinario, avevo fatto una coda appunto di parecchie ore, tra l'altro del tutto contraria al mio modo usuale di comportarmi perché se trovo un'attesa troppo lunga per un'attrazione scappo via a gambe levate, per riuscire a prendere sta benedetta funivia. Inoltre per evitare la coda tanta gente acquista il biglietto su internet prenotando l'orario della corsa e, dopo queste cose descritte, lo spaesato forestiero viene a sapere, leggendo nel web che esiste un sistema, tollerato dall'autorità di bagarinaggio che fa sì che la coda in cassa si muova con ancor più lentezza del dovuto perché gran parte dei biglietti vengono comprati da loschi figuri che li rivendono ai singoli o ai gruppi in attesa a prezzo maggiorato, per far loro risparmiare tempo.
Stanti queste pessime premesse e, ultimo ma non meno importante, il fatto che la partenza della funivia non è raggiungibile in automobile ma bisogna lasciare quest'ultima qualche chilometro a valle lungo la strada, in parcheggi che, da ciò che ho potuto leggere, si riempono molto velocemente e poi prendere un taxi per raggiungere la partenza della funivia; il sottoscritto dopo tutta la sfacchinata non era assolutamente sicuro di poter sciare, essendo ancora all'oscuro se per gli sciatori fosse presente o no una fila preferenziale, se di mattina presto, anticipando l'arrivo delle comitive la coda non fosse ancora presente. Tra l'altro tutto questo è ciò che c'è di più adatto per chi ha fretta e per questa sera dovrà essere a casa... ma tant'è, una volta che uno è qua, tanto vale continuare e tentare la sorte:
In ogni caso, nonostante sia arrivato presto, riesco per il rotto della cuffia a parcheggiare nell'oramai unico posto rimasto libero senza che si dovesse percorrere troppa strada a piedi per raggiungere il taxi (o in alternativa lo skibus urbano, che però fino alle otto di mattina non è in funzione). Che "gli slavi" siano, a differenza di me, mattinieri già l'avevo capito ma qua, viste le difficili premesse, la situazione è ancora più spinta. Tanto più che probabilmente è questo il solo posto nel quale è ancora possibile sciare in Polonia. Ed è domenica, tra l'altro...:
Comunque, mi preparo velocemente e prendo sto benedetto taxi:
Una volta alla funivia la situazione è come immaginavo, nella versione "bicchiere mezzo pieno" e lascia ben sperare: c'è già molta gente ma per fortuna i gruppi di non-sciatori non sono ancora arrivati, anche perché effettivamente su internet se non ricordo male la prima corsa acquistabile era per le ore otto, mentre gli sciatori sono presenti da ben prima. In circa un quarto d'ora riesco ad avere il biglietto e, senza attesa, riesco a prendere questa tanto sospirata funivia:
Funivia rinnovata nel 2007 ma costruita originariamente nel 1936, motivo per il quale Zakopane è tanto famosa... Si legge che le code di adesso non sono nulla in confronto a quelle che si potevano trovare una volta con la vecchia cabina... Io non riesco invece immaginare come la situazione possa essere ancora peggiore di quella attuale, ma come si dice al peggio non c'è mai fine...
Dimenticavo; la prima obiezione sarà: tutto questo casino per due misere piste? Sì, anche questo comprensorio seppur più alto e conosciuto degli altri è molto piccolo. Non mi aspetto granché nemmeno da questa skiarea. Ho voluto sciarci a tutti i costi solo per sciare una volta in Polonia, cosa che ancora non avevo fatto e soprattutto per sciare in un luogo così conosciuto e che avevo già visto in estate. La ridotta dimensione del domaine skiable ha fatto sì però che fosse adatto anche a fare quattro piste prima di ripartire la mattina, cosa che non sarebbe stata possibile fare con un comprensorio più grande, nel quale l'acquisto dello skipass per farci sono tre piste sarebbe risultato un po' troppo sprecato:
In ogni caso, risaliamo con sta funivia che in due tratti e tre stazioni, conduce dai mille e quattordici metri sul livello del mare della stazione di partenza impiantata in località Kuźnice ai 1987 metri d'altitudine del Kasprowy Wierch dove si trova la stazione d'arrivo:
Un'altra misteriosa sciovia...; quanti spunti offrirebbe questa località per degli ineffabili indovinelli:
Le piste tra l'altro non sono ancora aperte perché ancora non sono le otto e mezza; una forzata sosta al bar per la colazione è quindi imposta:
In ogni caso la vista in cima è molto bella e la sciata lascia ben sperare: effettivamente in nottata è caduta un po' di neve e, curioso ma simpatico aspetto, le piste sono battute "alla livignasca" e sono larghissime:
In alto ci sono due seggiovie ad ammorsamento fisso su due versanti opposti, che arrivano entrambe in cima al Kasprowy Wierch. La prima è una quadriposto e si chiama Gąsienicowa, affiancata da una pista molto larga ma è quella più corta. L'altra è una lunga seggiovia biposto (impiega un quarto d'ora a salire) chiamata Goryczkowa e per scendere ha una pista più lunga e varia. Entrambe le piste sono classificate nere ma la prima di nero non ha proprio niente e la seconda è sì più difficile, ma non così tanto da giustificarne l'assegnazione del colore, a mio avviso.
Comunque, per iniziare scendo dalla e risalgo sulla Gąsienicowa. La qualità della neve è inaspettata, molto bella e prettamente invernale:
Una volta ritornato in cima che fare? Naturalmente andare a testare l'altro versante:
Il primo tratto della pista è come dicevo ancor più largo dell'altra. La neve è bella ed in ogni caso anche il panorama è molto piacevole da quassù e la piccola skiarea, fuori dal casino della funivia e soprattutto in questo versante, trasmette un senso di pace e di tranquillità:
Un ingrandimento sulle piste di un'altra skiarea vicino a Zakopane, di quelle basse ed in attività probabilmente nei mesi invernali. Lo stile "Zakopane" è si bello ma a mio avviso hanno costruito troppe abitazioni, come quasi sempre accade nelle località turistiche:
Ed adesso, la pista Goryczkowa:
L'intermedia delle funivie:
L'ultimo tratto della pista:
La partenza della seggiovia:
E la tranquilla e panoramica risalita da quindici abbondanti minuti:
Anche questa seggiovia, come le sue cugine slovacche è stata revisionata ed è ben tenuta; nonostante l'età gli anni li porta bene. Comunque, è il momento di ripetere la pista ancora qualche volta prima di ritornare giù perché la neve è veramente bella ed è veramente un peccato andarsene già:
Qualche altro giro sulla seggiovia biposto:
Dopo qualche giro senza foto, è ora dell'ultimo:
Verso la fine della pista, una piccola variante in mezzo alle piante:
Ancora uno scatto della funivia e l'ultimo viaggio sulla seggiovia biposto:
Curioso è il metodo per indicare l'orario di chiusura della seggiovia. Per non parlare del cartello che suggerisce come (non) comportarsi durante la risalita...
Per ritornare sull'altro versante scopro che non c'è un collegamento diretto: o si scarpina per un bel po' di metri in salita dalla cima della seggiovia, o ci si arrangia e si risale a scaletta la stradina di collegamento percorsa prima, all'incontrario:
E a questo punto si è obbligati a ridiscendere alla seggiovia Gąsienicowa:
E a riprendere la seggiovia quadriposto per ritornare alla funivia:
Bene, a questo punto la giornata sciistica deve per forza maggiore terminare, anche se quassù, benché siano presenti solamente due piste non si sta poi così male...
La funivia in discesa fortunatamente non ha ancora una fila d'attesa e riesco a prendere la prima cabina, senza aspettare quasi nulla:
Mentre che invece sì che adesso, che è più o meno mezzogiorno la fila si è formata, benché non sia lunga come si può leggere su internet (o come avevo trovato quando ero già stato qua qualche anno fa in agosto):
Con il taxi, posso ritornare al parcheggio:
Ed andare a mangiare qualcosa in centro prima di ripartire:
- - - Updated - - -
Bene, la fotocronaca è quasi finita ed il ritorno appena iniziato. E' circa l'una e mezza di pomeriggio e se va bene sarò a casa per le quattro di mattina. Purtroppo qualche contrattempo ha fatto sì che ho dovuto correre questo ultimo giorno e non mi ha fatto visitare con calma questa località. Posso tuttavia ritenermi soddisfatto perché, nonostante le brutte premesse alla fine la mattinata è stata bella e ne è valsa la pena fermarmi qua oltre il tempo previsto per provare questa piccola ma rinomata, perlomeno per il nome, skiarea:
La strada dapprima mi porta in Slovacchia e per i primi circa cento chilometri è inedita:
Ogni tanto in Slovacchia (ed anche in polonia, subito dopo Zakopane) si transita vicino ad aree sciistiche. Sono di ridotte dimensioni ma piuttosto diffuse, il ciò significa che probabilmente lo sci è un'attività popolare in questo paese:
Un ultimo saluto ai monti Tatra:
Sulla montagna a sinistra c'è un curioso téléski:
Una simpatica pubblicità...:
E la strada continua:
Numerosi castelli in Slovacchia si possono ammirare dalla strada:
Ancora una skiarea sulla destra:
Da questo momento in poi la strada si congiunge con quella che avevo percorso all'andata, solamente che era notte e non avevo potuto vedere niente, come ad esempio la skiarea sullo sfondo (che era oltretutto nella direzione contraria) ed il castello vicino al fiume:
L'ultima puntata della fotocronaca dedicata alle principali località sciistiche dell'est Europa riguarda, tra le altre cose, anche quella che è appunto la più conosciuta località montana della Polonia. Situata sul versante nord dei monti Tatra, a poca distanza in linea d'aria da Vysoké Tatry, ma dall'altra parte delle montagne, è una località piuttosto conosciuta all'estero, sebbene l'interesse sciistico come si vedrà, non è l'attrattiva principale della località.
Ma cominciamo da prima. Ho scritto "tra le altre cose" perché riprenderò il réportage da dove l'ho interrotto la scorsa volta, così da mostrare qualche fotografia, sebbene non pertinente allo sci, delle zone che bisogna attraversare qualora ci si volesse spostare via terra tra queste località. Il titolo non è quindi del tutto preciso così come la cronistoria della fotocronaca, che si svolge nell'arco di quattro giorni, ma questi sono dettagli ed è meglio passare subito alle fotografie, che probabilmente saranno ancor di più rispetto a quelle del precedente racconto...
Innanzitutto, se come ho già scritto ci si trova a viaggiare via terra tra queste località, vista la quasi impercorribilità delle strade ucraine secondarie - perché è qua che era stata interrotta la precedente puntata - non c'è altra soluzione che ripercorrere la stessa strada del viaggio di andata, ma nella direzione opposta naturalmente:
Signore anziane che mantengono maniacalmente in ordine gli edifici religiosi è un'immagine consueta in questo ed in altri paesi ad esso prossimi. All'interno di esse tali indefesse lavoratrici saranno impegnate a lucidare senza soluzione di continuità i pavimenti, i candelabri, le icone e tutto ciò che ruota attorno alla funzione religiosa. Naturalmente il loro occhio è sempre vigile a redarguire lo straniero che tenta di infrangere di sottecchi il divieto, onnipresente, di scattare fotografie al loro interno. Non importa inoltre se prossime ad esse alcune case rassomigliano più a delle catapecchie che non ricevono manutenzione da cinquant'anni e le strade sono tutte rotte; la chiesa di paese, presente all'interno di ogni più minuto e negletto villaggetto, rifletterà i raggi del sole per mezzo delle sue cupole dorate tirate a lucido e con il colore sgargiante della sua facciata appena ritinteggiata:
Ma comunque, il viaggio continua, anche perché sono appena partito:
Una volta giunti a questo punto, prima di lasciare il paese per ritornare all'interno dei confini dell'Unione Europea, il viaggiatore curioso potrebbe volersi fermare a fare una passeggiata a Leopoli, già che per forza deve passare per di qua. Questa città di particolare interesse non è ancora stata scoperta (ed io aggiungerei, rovinata) dal turismo di massa, trovandosi ad est del confine in una nazione che gode di una brutta reputazione all'estero ed a mio avviso, ingiustamente trascurata. L'viv in ucraino, L'vov in russo, Lemberg in tedesco, Lwów in Polacco è una città storicamente appartenuta alle potenze europee e poi conquistata dalle truppe dell'Armata Rossa nel 1939. Non essendo questa la sede adatta per farlo, non mi dilungherò in descrizioni che oltreché fuori luogo, potrebbero rivelarsi anche imprecise, vista la mia mediocre conoscenza della storia a tal proposito. Non posso però che consigliare una visita a questa città che rappresenta a mio avviso, il "corrispettivo, ma dall'altra parte del confine" di una città che potrebbe essere Cracovia. In Ucraina poi, a dispetto di tutti i problemi che si possono immaginare è presente una vivace vita artistica nei maggiori centri abitati e si trovano tra l'altro bellissimi locali di tutti i tipi, ristoranti che propongono tutte le cucine se non del mondo perlomeno dell'intero mondo ex sovietico. La stessa cucina ucraina, seppur non sia minimamente capace a descriverla a parole perché spesso si tratta di un miscuglio di sapori diversi, ma sempre accostati con un certo criterio, è a mio avviso la migliore e la più interessante di quelle dell'est Europa. I prezzi molto bassi per un europeo "ricco" inoltre rendono ancora più gradevole la permanenza in questi luoghi:
Il solito mercato ex sovietico; se ne trovano di pressoché uguali da qua alla Mongolia ma è sempre interessante farci un giro per curiosare tra la varietà della merce che spazia dalla paccottiglia cinese, oramai tristemente presente probabilmente in ogni angolo del pianeta ai prodotti fatti in casa o dell'orto che anziane persone residenti in periferia o nelle campagne vendono recandosi quotidianamente in città al fine di racimolare qualche spicciolo per integrare le magrissime pensioni statali:
La vendita, che non è mai insistente, come avrete già potuto notare nella precedente fotocronaca, si può svolgere in qualsiasi zona della città. E con strumenti piuttosto rudimentali, ma anche questo fa parte della situazione:
Un'iscrizione in lingua polacca testimonia probabilmente il passaggio di mani di questa città nel passato:
Ancora qualche fotografia varia:
Una curiosa pasticceria:
Sarà perché questa è la città del leoni che ci sono quelle curiose statue?
E' ora di ripartire:
Sebbene non sia a tema montano, l'immancabile palazzone "cementone" eletto da me come il più elegante della città mi dà l'arrivederci e mi augura un buon viaggio. Tra l'altro non posso che dedicarlo a marcolski perché a differenza delle scorse puntate, in questa purtroppo non ci sarà niente che lo possa stupire:
E si riparte:
E' oramai quasi buio avendo bighellonato per tutto il pomeriggio. In ogni caso non c'è altro da fare che recarsi in frontiera e cercare poi un posto per dormire dall'altra parte, esperienza questa sera agevolata dalle più moderne tecnologie, più precisamente dell'abolizione delle spese di roaming all'interno dell'Unione Europea:
Un altro giorno è arrivato. E' venerdì. La mia idea era quella di raggiungere Zakopane in giornata per fare una sciata domani, sabato. Ripartire in serata e ritornare per domenica sera a casa con calma. Purtroppo due contrattempi perturbano il mio piano di viaggio: questa notte sono stato male e l'ho trascorsa a vomitare, inoltre le previsioni del tempo per domani danno brutto, e sono tutte d'accordo, senza fornire alcun segno di speranza in un errore. Mi sento anche uno straccio e non so che fare; è meglio avviarmi verso casa lasciano stare Zakopane per la prossima volta? Però è tanto che mi incuriosisce, le previsioni per domenica mattina sembrano invece belle e tra l'altro questa località non è sulla strada nemmeno per un futuro giretto nelle altre località sciistiche della Polonia e della Repubblica Ceca. Dopo poco la decisione è presa: mi imbottisco di tachipirina e mi metto in viaggio lo stesso verso Zakopane, con tutta calma, poi il resto si vedrà poco per volta...
Quindi, innanzitutto bisogna guidare in direzione dell'impronunciabile città di Rzeszów, capoluogo di questa regione sudorientale della Polonia:
Una volta lì, una passeggiata per cercare di riprendermi un po' la si può fare, anche se la città non è particolarmente interessante:
Quindi riparto...:
Tarnow, cittadina situata ottanta chilometri ad est in direzione Cracovia è invece più carina e vale una passeggiata:
Ho deciso comunque, guido ancora un'oretta e poi mi fermo a dormire. Domani mi recherò a Zakopane e poi si vedrà...
L'indomani, come da previsione il tempo è inclemente. Oltretutto per sciare a Zakopane bisogna arrivare molto presto per motivi che dopo elencherò...
In ogni caso anche se non si scia, Zakopane è una cittadina molto bella per fare un giro a piedi. La "Cortina" della Polonia è piena di vita ad ogni ora del giorno (oggi un po' meno visto che piove a dirotto, la ma situazione cambierà questa sera) ed è piena di bei locali e ristoranti. L'architettura vede molte case caratteristiche in legno, informandomi ho scoperto l'esistenza di un vero e proprio stile "Zakopane", che si può riscontrare nell'architettura così come nell'arredamento interno di tali abitazioni caratteristiche:
Come da previsioni il cielo si sta aprendo. E' oramai deciso, mi fermo a dormire qua e domani mattina, recandomi di buon'ora agli impianti tenterò di sciare qualche ora prima di ritornare a casa. Così facendo sarà più faticoso ma i contrattempi fanno parte del viaggio, per non dire che la pioggia che è caduta in paese secondo il bollettino meteo dovrebbe essere neve sui duemila metri, l'altezza alla quale si trovano le piste da sci, viste le temperature piuttosto freddine...:
Questo sì che avrebbe potuto essere l'oggetto di un bellissimo wlf...
Bene, è mattina ed il cielo è sereno. Le speranze sono abbastanza buone, ma tuttavia... c'è ancora un ma...
Un ingrandimento sugli impianti che spererei di poter raggiungere a breve:
Il perché di questo mio tentennamento è presto spiegato. Zakopane è una cittadina situata a modesta altitudine in fondovalle. Attorno ad essa sono presenti alcuni centri sciistici di modesta grandezza ed anch'essi di modesta elevazione, in questo periodo tra l'altro già chiusi per mancanza di neve. Tra di essi svetta, nel senso letterale della parola, il monte Kasprowy Wierch. Perché a differenza degli altri è alto poco meno di duemila metri, un'altitudine pur sempre ragguardevole in questa zona. E soprattutto perché questa montagna, raggiungibile con una funivia in due tratti, è "mitica", strapubblicizzata, osannata, quasi venerata, spinta al massimo tra i locali. Volantini pubblicitari e brochure sbandierano all'unanimità il fatto che se non si sale a Kasprowy Wierch una vacanza a Zakopane è incompleta come una alle Maldive senza mettere piede in acqua. Questo forse potrà far sorridere un abitante della fascia alpina, tanto più che ad un rapido sguardo su internet questa montagna è sì carina, ma non sembra nulla di così speciale ed immancabile che se non la si vede non si vive più. I fatti sopracitati fanno sì però che la funivia, durante tutto l'arco dell'anno, sia presa d'assalto da una folla di persone così grande, e la maggior parte di esse non sono assolutamente degli sciatori, che si forma una coda di parecchie ore per poter salire. Ero già stato in estate sulla montagna ed anche io come tutti, seppur non aspettandomi niente di straordinario, avevo fatto una coda appunto di parecchie ore, tra l'altro del tutto contraria al mio modo usuale di comportarmi perché se trovo un'attesa troppo lunga per un'attrazione scappo via a gambe levate, per riuscire a prendere sta benedetta funivia. Inoltre per evitare la coda tanta gente acquista il biglietto su internet prenotando l'orario della corsa e, dopo queste cose descritte, lo spaesato forestiero viene a sapere, leggendo nel web che esiste un sistema, tollerato dall'autorità di bagarinaggio che fa sì che la coda in cassa si muova con ancor più lentezza del dovuto perché gran parte dei biglietti vengono comprati da loschi figuri che li rivendono ai singoli o ai gruppi in attesa a prezzo maggiorato, per far loro risparmiare tempo.
Stanti queste pessime premesse e, ultimo ma non meno importante, il fatto che la partenza della funivia non è raggiungibile in automobile ma bisogna lasciare quest'ultima qualche chilometro a valle lungo la strada, in parcheggi che, da ciò che ho potuto leggere, si riempono molto velocemente e poi prendere un taxi per raggiungere la partenza della funivia; il sottoscritto dopo tutta la sfacchinata non era assolutamente sicuro di poter sciare, essendo ancora all'oscuro se per gli sciatori fosse presente o no una fila preferenziale, se di mattina presto, anticipando l'arrivo delle comitive la coda non fosse ancora presente. Tra l'altro tutto questo è ciò che c'è di più adatto per chi ha fretta e per questa sera dovrà essere a casa... ma tant'è, una volta che uno è qua, tanto vale continuare e tentare la sorte:
In ogni caso, nonostante sia arrivato presto, riesco per il rotto della cuffia a parcheggiare nell'oramai unico posto rimasto libero senza che si dovesse percorrere troppa strada a piedi per raggiungere il taxi (o in alternativa lo skibus urbano, che però fino alle otto di mattina non è in funzione). Che "gli slavi" siano, a differenza di me, mattinieri già l'avevo capito ma qua, viste le difficili premesse, la situazione è ancora più spinta. Tanto più che probabilmente è questo il solo posto nel quale è ancora possibile sciare in Polonia. Ed è domenica, tra l'altro...:
Comunque, mi preparo velocemente e prendo sto benedetto taxi:
Una volta alla funivia la situazione è come immaginavo, nella versione "bicchiere mezzo pieno" e lascia ben sperare: c'è già molta gente ma per fortuna i gruppi di non-sciatori non sono ancora arrivati, anche perché effettivamente su internet se non ricordo male la prima corsa acquistabile era per le ore otto, mentre gli sciatori sono presenti da ben prima. In circa un quarto d'ora riesco ad avere il biglietto e, senza attesa, riesco a prendere questa tanto sospirata funivia:
Funivia rinnovata nel 2007 ma costruita originariamente nel 1936, motivo per il quale Zakopane è tanto famosa... Si legge che le code di adesso non sono nulla in confronto a quelle che si potevano trovare una volta con la vecchia cabina... Io non riesco invece immaginare come la situazione possa essere ancora peggiore di quella attuale, ma come si dice al peggio non c'è mai fine...
Dimenticavo; la prima obiezione sarà: tutto questo casino per due misere piste? Sì, anche questo comprensorio seppur più alto e conosciuto degli altri è molto piccolo. Non mi aspetto granché nemmeno da questa skiarea. Ho voluto sciarci a tutti i costi solo per sciare una volta in Polonia, cosa che ancora non avevo fatto e soprattutto per sciare in un luogo così conosciuto e che avevo già visto in estate. La ridotta dimensione del domaine skiable ha fatto sì però che fosse adatto anche a fare quattro piste prima di ripartire la mattina, cosa che non sarebbe stata possibile fare con un comprensorio più grande, nel quale l'acquisto dello skipass per farci sono tre piste sarebbe risultato un po' troppo sprecato:
In ogni caso, risaliamo con sta funivia che in due tratti e tre stazioni, conduce dai mille e quattordici metri sul livello del mare della stazione di partenza impiantata in località Kuźnice ai 1987 metri d'altitudine del Kasprowy Wierch dove si trova la stazione d'arrivo:
Un'altra misteriosa sciovia...; quanti spunti offrirebbe questa località per degli ineffabili indovinelli:
Le piste tra l'altro non sono ancora aperte perché ancora non sono le otto e mezza; una forzata sosta al bar per la colazione è quindi imposta:
In ogni caso la vista in cima è molto bella e la sciata lascia ben sperare: effettivamente in nottata è caduta un po' di neve e, curioso ma simpatico aspetto, le piste sono battute "alla livignasca" e sono larghissime:
In alto ci sono due seggiovie ad ammorsamento fisso su due versanti opposti, che arrivano entrambe in cima al Kasprowy Wierch. La prima è una quadriposto e si chiama Gąsienicowa, affiancata da una pista molto larga ma è quella più corta. L'altra è una lunga seggiovia biposto (impiega un quarto d'ora a salire) chiamata Goryczkowa e per scendere ha una pista più lunga e varia. Entrambe le piste sono classificate nere ma la prima di nero non ha proprio niente e la seconda è sì più difficile, ma non così tanto da giustificarne l'assegnazione del colore, a mio avviso.
Comunque, per iniziare scendo dalla e risalgo sulla Gąsienicowa. La qualità della neve è inaspettata, molto bella e prettamente invernale:
Una volta ritornato in cima che fare? Naturalmente andare a testare l'altro versante:
Il primo tratto della pista è come dicevo ancor più largo dell'altra. La neve è bella ed in ogni caso anche il panorama è molto piacevole da quassù e la piccola skiarea, fuori dal casino della funivia e soprattutto in questo versante, trasmette un senso di pace e di tranquillità:
Un ingrandimento sulle piste di un'altra skiarea vicino a Zakopane, di quelle basse ed in attività probabilmente nei mesi invernali. Lo stile "Zakopane" è si bello ma a mio avviso hanno costruito troppe abitazioni, come quasi sempre accade nelle località turistiche:
Ed adesso, la pista Goryczkowa:
L'intermedia delle funivie:
L'ultimo tratto della pista:
La partenza della seggiovia:
E la tranquilla e panoramica risalita da quindici abbondanti minuti:
Anche questa seggiovia, come le sue cugine slovacche è stata revisionata ed è ben tenuta; nonostante l'età gli anni li porta bene. Comunque, è il momento di ripetere la pista ancora qualche volta prima di ritornare giù perché la neve è veramente bella ed è veramente un peccato andarsene già:
Qualche altro giro sulla seggiovia biposto:
Dopo qualche giro senza foto, è ora dell'ultimo:
Verso la fine della pista, una piccola variante in mezzo alle piante:
Ancora uno scatto della funivia e l'ultimo viaggio sulla seggiovia biposto:
Curioso è il metodo per indicare l'orario di chiusura della seggiovia. Per non parlare del cartello che suggerisce come (non) comportarsi durante la risalita...
Per ritornare sull'altro versante scopro che non c'è un collegamento diretto: o si scarpina per un bel po' di metri in salita dalla cima della seggiovia, o ci si arrangia e si risale a scaletta la stradina di collegamento percorsa prima, all'incontrario:
E a questo punto si è obbligati a ridiscendere alla seggiovia Gąsienicowa:
E a riprendere la seggiovia quadriposto per ritornare alla funivia:
Bene, a questo punto la giornata sciistica deve per forza maggiore terminare, anche se quassù, benché siano presenti solamente due piste non si sta poi così male...
La funivia in discesa fortunatamente non ha ancora una fila d'attesa e riesco a prendere la prima cabina, senza aspettare quasi nulla:
Mentre che invece sì che adesso, che è più o meno mezzogiorno la fila si è formata, benché non sia lunga come si può leggere su internet (o come avevo trovato quando ero già stato qua qualche anno fa in agosto):
Con il taxi, posso ritornare al parcheggio:
Ed andare a mangiare qualcosa in centro prima di ripartire:
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Bene, la fotocronaca è quasi finita ed il ritorno appena iniziato. E' circa l'una e mezza di pomeriggio e se va bene sarò a casa per le quattro di mattina. Purtroppo qualche contrattempo ha fatto sì che ho dovuto correre questo ultimo giorno e non mi ha fatto visitare con calma questa località. Posso tuttavia ritenermi soddisfatto perché, nonostante le brutte premesse alla fine la mattinata è stata bella e ne è valsa la pena fermarmi qua oltre il tempo previsto per provare questa piccola ma rinomata, perlomeno per il nome, skiarea:
La strada dapprima mi porta in Slovacchia e per i primi circa cento chilometri è inedita:
Ogni tanto in Slovacchia (ed anche in polonia, subito dopo Zakopane) si transita vicino ad aree sciistiche. Sono di ridotte dimensioni ma piuttosto diffuse, il ciò significa che probabilmente lo sci è un'attività popolare in questo paese:
Un ultimo saluto ai monti Tatra:
Sulla montagna a sinistra c'è un curioso téléski:
Una simpatica pubblicità...:
E la strada continua:
Numerosi castelli in Slovacchia si possono ammirare dalla strada:
Ancora una skiarea sulla destra:
Da questo momento in poi la strada si congiunge con quella che avevo percorso all'andata, solamente che era notte e non avevo potuto vedere niente, come ad esempio la skiarea sullo sfondo (che era oltretutto nella direzione contraria) ed il castello vicino al fiume:
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