Stefano-Mini
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Un giretto sul Sella: Rif. Pisciadù - Piz Boè - Rif. Kostner
16-17 Agosto 2012
16-17 Agosto 2012
Eccomi di ritorno da una 8 giorni in Dolomiti che difficilmente dimenticherò... sebbene abbia 23 anni e frequenti queste zone da quando ero piccolo devo dire che quest'anno ho avuto la migliore esperienza di montagna possibile! Pensavo di conoscere piuttosto bene l'Alta Badia e che quindi non ci fosse nient'altro da scoprire rispetto a quanto già avevo visto... ma se il giorno della partenza per tornare a casa a stento trattenevo le lacrime, probabilmente vuol dire che mi sbagliavo.
Ah dimenticavo... sono già presenti altri report dato che questo è un giro super-classico delle Dolomiti. Il mio scopo è quello di mettere in luce alcuni aspetti che non sono riuscito a trovare in altri report sperando di fare cosa gradita a chi cerca informazioni su questi sentieri.
Dopo questo preambolo, partiamo col foto-racconto
L'itinerario prevede da principio la salita al Rif. Pisciadù: io avevo optato all'inizio per salire a piedi direttamente da Colfosco per la Val di Mesdì (come avevo fatto l'anno scorso) ma considerando che i giorni precedenti avevamo macinato una marea di km nel Catinaccio e che il bollettino meteo non era dei migliori, decidiamo di prendere il pullman fino a Passo Gardena per risparmiarci qualche centinaio di metri di dislivello. Alloggiavamo all'Hotel Lujanta quindi 8.25 prendiamo il primo pullman che in 15 minuti circa ci porta in cima al passo. Da qui si percorre il celeberrimo sentiero 666 che ci accompagnerà per parecchi chilometri! Dai segnavia subito prima della fermata del pullman comincia la salita verso la Val Setus. Dopo aver guadagnato un pò di quota su facile prato, il sentiero taglia a destra a mezzacosta su una sghiaiata fino all'incrocio con il sentiero che monta direttamente dal parcheggio della Tridentina. A questo punto si comincia la salita vera e propria a zig-zag sul ghiaione che ci porterà fino alle pendici del tratto attrezzato con cavi e staffe metalliche.
sentiero 666 in Val Setus
Arriviamo all'attacco della "ferratina"... non abbiamo imbraghi e davanti a noi c'è una comitiva di 15 francesi che mi sembrano tutt'altro che esperti, forse era meglio se andavano al mare! Lasciamo loro 10 minuti di vantaggio e ci rifocilliamo con una barretta e acqua! Noi non siamo ferratisti ma abbiamo comunque esperienza di montagna. Iniziamo quindi la salita... devo dire che mi aspettavo qualcosa di più impegnativo anche avendo letto altri report, infatti avevo paura che le 2 ragazze del gruppo non ce la facessero (con conseguente sequela di insulti e imprecazioni nei miei confronti ). C'è un'abbondanza di cavi e staffe che facilita in modo disarmante la risalita, inoltre sono attrezzate 2 vie una per la salita e una per la discesa. Io mi divertivo ad arrampicare senza l'ausilio del ferro che avrò toccato si e no 2-3 volte, la roccia è pirna di solidi appigli per mani e piedi. Mi sono divertito un sacco e anche le nostre amiche (mi sono scampato le mazzate, fiuuu)
Passaggi attrezzati
Cavi in abbondanza
Arriviamo così al Rif. Pisciadù che rimane pochi metri dopo la fine del tratto attrezzato! Il lago è una mezza delusione, pensavo fosse blu e non verde :shock:
Lago del Pisciadù
Facendo pochi metri dietro al rifugio si vede l'arrivo della celeberrima ferrata Tridentina col suggestivo ponte sospeso... quelle nuvole però non mi piacciono nulla!
Ponticello ferrata Tridentina
Compro una spilletta al rifugio e ripartiamo subito... ci attende la Val di Tita che preferirei superare asciutto vista la presenza di tratti attrezzati con cavo e staffe. Scopriremo poco dopo che questi tratti attrezzati sono davvero banali da superare e mai esposti. Qualche foto:
Cavo metallico Val di Tita
Passaggio su fittoni non esposto
Parte finale del cavo
Panoramica, io che do una mano a salire
Procediamo quindi sulla traccia del 666 intravedendo la Cima Pisciadù (su cui non saliremo). Il sentiero prosegue in saliscendi fino alla Forcella d'Antersas, crocevia di un bel pò di sentieri.
Sentiero 666 in Val di Tita
Cima Pisciadù
Val di Tita
Val di Tita
Verso la forcella d'Antersas
Piz Boè
Poco sopra l'Antersas
Questa è l'ultima foto che ho fatto prima della tempesta... il bollettino meteo dava alta probabilità di temporali in tarda mattinata e così è stato! Abbiamo beccato una bella grandinata che ci ha costrettti a tirar fuori l'armamentario da pioggia. La mia paura maggiore non era tanto l'acqua o la grandine, bensì la nebbia e i fulmini in uno spazio così aperto e vasto! Giuro che un pò di strizza mi è venuta quando dopo un lampo ho avuto la sensazione che i capelli si fossero caricati elettricamente! La visibilità in alcuni momenti era davvero minima, procediamo tutti e 4 in fila senza perderci di vista neanche per un istante, non ci sono ripari. Fortunatamente ci sono un sacco di segnavia bianchi e rossi... arriviamo alla risalita finale verso il Rif. Boè che facciamo piuttosto di corsa, fortunatamente poco tempo fa c'è stato lo skyrace e hanno lasciato dei cartelli gialli lungo il sentiero che indicavano il percorso anche con scarsa visibiltà! Arriviamo al Rif. Boè che naturalmente è strapieno di persone. Il tempo in montagna cambia in fretta si sa, per questo dopo una mezz'ora la situazione si presentava così:
Rif. Boè dopo la tempesta
Piz Boè 3152m
Il rifugio magicamente si svuota, mangiamo con calma e decidiamo il da farsi... da principio la mia idea era evitare la via diretta per salire al Piz Boè perchè avevo letto che era un pò esposta (sempre per evitare le mazzate dei compagni/e di viaggio ) quindi saremo dovuti tornare indietro un pezzo per salire dall'altro lato (quello classico per chi viene dalla Forcella Pordoi) dato che l'avevo già fatto l'anno scorso e sapevo che non era niente di particolarmente impegnativo. Domando al rifugio e loro mi dicono di salire direttamente da lì, il sentiero non è brutto. Faccio decidere alla ciurma... saliamo da lì!
Segnavia davanti al Rif. Boè
Il 638 in 50 minuti porta in cima al Piz Bòè, inizia risalendo un classico ghiaione fino ad arrivare a un breve tratto attrezzato. Avevo letto essere esposto ma sinceramente l'esposizione mi è parsa davvero irrilevante...
Tratto attrezzato 638 minimanente esposto
Val di Lasties dal 638
Siamo quasi arrivati al Piz Boè...
Forcella dai Ciamorces e Cresta Strenta
Capanna Fassa
Cresta Strenta sentiero 672
FINALMENTE IN VETTA!!! Capanna Fassa al Piz. Boè quota 3152m, il tetto del Sella!
Facciamo asciugare gli indumenti da pioggia e cominciamo a goderci uno dei panorami più belli che abbia mai visto in vita mia C'ero stato l'anno scorso a pranzo ma sembrava di essere al supermercato! Una marea di gente! La pioggia invece deve aver scoraggiato i più e adesso in vetta siamo solo quelli che poi pernotteranno al rifugio. Vedete l'unica finestra sulla facciata della capanna? E' la finestra della nostra camera da 4
Piz Boè 3152m
Capanna Fassa
Qualche dettaglio sulla Capanna Fassa...
Tocca scalare anche per salire in branda!
Come funziona la vita a 3152m
Colgo nuovamente l'occasione per ringraziare i gestori del rifugio Alex e Marcus che sono stati davvero ospitali e gentili. Si trova più ospitalità e cordialità a 3152m che sul lungo mare di Forte dei Marmi, ma questo è risaputo. Ordiniamo la cena e poi tutti fuori per ammirare il tramonto! Purtroppo ho solo un iPhone 4S e le foto sono quel che sono, non rendono giustizia a uno spettacolo indimenticabile. Se ci fosse stato Nik credo che si sarebbe tolto qualche soddisfazione
Sassolungo controsole
S.Croce, Conturines e Tofane
Cristallo, Pelmo, Civetta, 5 torri...
Altipiano delle Mesules
La Regina delle Dolomiti
Verso il Pordoi
Buonanotte Sassolungo
Che dire... faceva freddo, ero fuori in ciabatte... ma come sotto l'effetto di qualche droga non riuscivo a staccare gli occhi da quello spettacolo, era più forte di me. Non sapevo più cosa e dove guardare, lo sguardo si perdeva all'infinito in quel cielo senza fine...
Il sole va giù e sono costretto a rientrare, ordianiamo un vin brulè caldo per riprenderci (che scopriremo essere offerto dalla casa).
Chiediamo informazioni per l'alba, Alex ci dice di scendere dalle 5.30 perchè il sole sorge verso le 6. Sveglia impostata alle 5.25 e tutti a nanna!
La mattina seguente ci svegliamo e usciamo... io ho addosso un pile e uno smanicato sempre in pile ma fa un freddo cane! La sera prima Alex ci aveva detto di prendere pure i loro piumini se ne avessimo sentito il bisogno. La temperatura sarà poco sopra lo 0°...
Alba dal Piz Boè
Buongiorno Regina!
Ecco il sole
Buongiorno Sassolungo!
Stesso effetto del tramonto... sarei stato ore a vedere quello spettacolo non curante del freddo!
Brinata sui tavoli
Lasciamo il segno!
Endless sky...
E' giunta ora di scendere verso valle... fuori dal rifugio incontro un signore che è salito dalla Piazzetta verso le 6.30 dopo aver dormito in macchina al Passo Pordoi :shock: Dice che è una bella ferrata ma molto tecnica...
Per la discesa imbocchiamo il 638 che ci porterà fino al Rif. Kostner. La prima parte è una semplice traccia che scende dalla piramide del Piz Boè senza troppe difficoltà. Si passa nei pressi del Lech Dlace che però non si vede dal sentiero, ricordo di averlo visto solo dall'alto dalla Forcella dai Ciamorces se non mi sbaglio.
Prima parte del 638 verso il Kostner
Pianoro sotto al Piz Boè
Nei pressi del Lech Dlace
Le cose si fanno più serie quando dal pianoro bisogna scendere di colpo di quota... la discesa avviene infatti per uno scosceso canalino detritico molto franoso su cui si fa davvero fatica a non scivolare. Avevo letto qualcosa a riguardo qui sul forum ma non avevo mai visto foto dettagliate a riguardo. Io me lo sono sceso cercando di stare il più possibile vicino alle pareti rocciose in modo da avere un appiglio per le mani. Altrimenti va benissimo la tecnica "tutto di culo" per i meno esperti
Canalino finale del 638
In fondo al canalino
Cartelli all'uscita del canalino
In pochi minuti di falso piano si giunge al Rif. Kostner
Vicini al Rif. Kostner
Il Rif. Kostner al Vallon
Panorama sull'Alta Badia
Dopo aver pranzato scendiamo sempre per il 638 verso il Lago Boè e successivamente fino alla stazione a monte della cabinovia del Boè. Di qui bisogna scendere il primo tratto di pista spacca-gambe e poi per tornare a Colfosco si imbocca il sentiero 645 subito dopo le reti di protezione a bordo pista. Discesa lunga e molto noiosa nel bosco nei pressi dei piloni della cabinovia.
Arriviamo esausti dalla discesa al punto di partenza, l'hotel Lujanta. Un ultimo sguardo un pò malinconico al Rif. Pisciadù che ci osserva dall'alto...
Pascoli sotto l'hotel Lujanta
Rif. Pisciadù e Val di Mesdì
Che dire... prima cosa spero di non avervi annoiato Per quanto mi riguarda questo giro lo classifico come il più bello che abbia fatto fin'ora e sicuramente il più emozionante per tutta una serie di motivi. Spero che questo report sia di aiuto a quanti volevano qualche informazione in più sul gruppo del Sella e sui sentieri di accesso principali.
Come ultima cosa, lascio il link alla traccia che ho registrato con la TabaccomApp per iPhone dove potete trovare km percorsi, dislivelli e tutte le foto geolocalizzate sul percorso
Rif. Pisciadù - Piz Boè - Rif. Kostner
Un saluto a tutti gli Skifosi e W DOLOMITI FOREVER
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