ogni anno un gruppetto di amici crodaioli scalmanati organizza, per i primi di settembre, un weekend escursio-alpinistico in qualche zona non troppo inflazionata delle dolomiti e dintorni... purtroppo, non sempre riesco a trovare la scusa buona per tirar loro pacco... no, ovviamente scherzo (so che leggete )... in realtà non sempre riesco a convincere la mia signora a concedermi ben due giorni consecutivi di libertà , ma quest'anno la lochescion era troppo sfiziosa per lasciarsela scappare... perciò ecco qua un piccolo resoconto di due giorni di montagna e baldoria in quell'angolo delle alpi carniche ove sorge il rifugio de gasperi...
ritrovo con due compari verso le sei al casello di treviso nord, tappa a longarone per tirar su "la guida", altra tappa a domegge per cappuccino+brioche e alle 8:15 circa siamo in val pesarina, al parcheggio di pian di casa... una parte della comitiva ci sta già aspettando al rifugio essendo salita già la sera prima, perciò ci avviamo a passo oltremodo spedito lungo il sentiero 201... anche perché le previsioni meteo prevedono pioggia nel pomeriggio...
un'oretta scarsa di cammino immersi in un'afa equatoriale e raggiungiamo il bel rifugio de gasperi...
giusto il tempo di alleggerire gli zaini, un po' di convenevoli e siamo di nuovo in marcia tutti assieme, questa volta lungo il segnavia 232... obiettivi di giornata il creton di clap grande, massima elevazione del sottogruppo dei clap, e la vicina torre sappada... due cime raggiunte da altrettante vie normali con difficoltà al limite tra escursionismo ed alpinismo...
giunti a ridosso delle pareti meridionali del creton incontriamo un bivio... a destra il segnavia 232 prosegue verso la forca dell'alpino, noi invece pieghiamo a sinistra per imboccare il canalone che scende dalla forca di clap grande...
in parte su sentiero (piuttosto franoso), in parte superando divertenti gradoni e blocchi incastrati, raggiungiamo l'attacco della via normale al creton di clap grande... per la torre sappada, invece, occorre salire ancora fino alla forcella...
breve pausa ristoro e, indossato il caschetto, ci avviamo lungo il canale soprastante, facile ma dalla roccia non proprio solidissima...
la via, oltre ad essere segnata da ometti e bolli rossi, è anche parzialmente attrezzata con alcuni golfari utili per fare sicura ai meno smaliziati nei punti più ostici... dopo un primo tratto per canalini e brevi traversi, raggiungiamo la base di un lungo camino al cui interno si trovano i passaggi più impegnativi della salita...
nel punto più stretto del camino, infatti, occorre passare sotto un grande masso incastrato, rimontarlo...
e, risalita una breve paretina, superare un piccolo salto, eventualmente con l'ausilio di un cordone penzolante...
nella foto seguente potete osservare il vostro cronista intento ad affrontare l'aggettante strapiombo
oltre, proseguiamo per rocce più facili fino a raggiungere l'intaglio fra il creton di clap grande a destra e una cima secondaria a sinistra... qui la vista si apre su sappada e la sua conga verdeggiante...
sotto i nostri piedi il bel bivacco damiana del gobbo, incastonato in posizione incantevole alla testata del cadin di dentro...
ancora un ultimo tratto di salita tra cengette e gradoni ci separa dalla cima del creton... quando ci arriviamo, purtroppo, le nubi hanno già oscurato quasi tutto il panorama... restano sgombri solo uno spicchio del dirimpettaio creton di culzei e poco altro... peccato...
in vetta restiamo solo il tempo di un paio di foto di gruppo, dato che c'è ancora una cima da salire e il tempo a disposizione non è molto... via dunque lungo la crestina sommitale e giù per il canale/camino...
chi calandosi in doppia chi disarrampicando, oltrepassiamo il tratto più complicato e torniamo abbastanza velocemente al punto di partenza...
tocca ora alla torre sappada, risaliamo i pochi ma faticosi metri che ci separano dalla forca di clap grande e ci infiliamo nello stretto e bagnato canale-fessura entro cui si dipana la prima parte della salita... anche qui è presente qualche ancoraggio per fare sicura, oltre ad alcune cambre (non sempre saldissime, invero) che facilitano il superamento dei punti più complicati... alcuni dei quali sono particolarmente stretti, per cui astenersi zaini - o panze - eccessivamente voluminosi...
qualcuno con elegante progressione in spaccata, qualcun altro con una più verace tecnica ad incastro, ma tutti superiamo l'angusto budello oltre il quale si presenta una paretina grigia verticale, addomesticata in parte da alcuni gradini metallici... in parte perché i gradini sono piuttosto distanziati tra loro e alcuni ballano al punto da non invogliare particolarmente a caricarci tutto il peso sopra...
dopo un tratto più facile, è la volta di una seconda paretina-colatoio, meno difficile della precedente ma forse il punto più divertente di tutta la salita...
la paretina ci conduce direttamente sull'anticima della torre sappada, più bassa di un metro o poco più rispetto alla vetta vera e propria, ma separata da quest'ultima da una spaccatura larga all'incirca mezzo metro... fino a qualche tempo fa, un masso incastrato nella spaccatura fungeva da ponte e consentiva di oltrepassare agevolmente l'ostacolo... ora il masso è crollato, per cui c'è bisogno di un po' di ingegno in più... ad ogni modo, sulla piatta sommità della torre è presente uno spit per assicurare chi non se la sente di affrontare il passaggio slegato, la cui difficoltà è più psicologica che tecnica...
anche qui zero panorami, solo nuvole per cui cominciamo subito a scendere...
per scendere la paretina verticale qualcuno preferisce farsi assicurare, gli altri sfidano l'istabilità delle cambre... ma tutti mattiamo nuovamente piede sulle ghiaie basali... siamo da poco sul sentiero del rientro quando arriva, un po' in anticipo sul previsto, l'attesa pioggerellina... che si trasforma ben presto in diluvio universale... varcata la soglia del rifugio, di asciutto non mi erano rimaste nemmeno le mutande...
per riscaldarci siamo stati costretti a dar fondo alle scorte di birra del rifugio e, tra una partita a scacchi ed una a scopone scientifico, non abbiamo trascurato di ripristinare la riserva energetica in vista del giorno seguente... un sincero plauso alla gestione per l'ottima cucina...
continua...
ritrovo con due compari verso le sei al casello di treviso nord, tappa a longarone per tirar su "la guida", altra tappa a domegge per cappuccino+brioche e alle 8:15 circa siamo in val pesarina, al parcheggio di pian di casa... una parte della comitiva ci sta già aspettando al rifugio essendo salita già la sera prima, perciò ci avviamo a passo oltremodo spedito lungo il sentiero 201... anche perché le previsioni meteo prevedono pioggia nel pomeriggio...
un'oretta scarsa di cammino immersi in un'afa equatoriale e raggiungiamo il bel rifugio de gasperi...
giusto il tempo di alleggerire gli zaini, un po' di convenevoli e siamo di nuovo in marcia tutti assieme, questa volta lungo il segnavia 232... obiettivi di giornata il creton di clap grande, massima elevazione del sottogruppo dei clap, e la vicina torre sappada... due cime raggiunte da altrettante vie normali con difficoltà al limite tra escursionismo ed alpinismo...
giunti a ridosso delle pareti meridionali del creton incontriamo un bivio... a destra il segnavia 232 prosegue verso la forca dell'alpino, noi invece pieghiamo a sinistra per imboccare il canalone che scende dalla forca di clap grande...
in parte su sentiero (piuttosto franoso), in parte superando divertenti gradoni e blocchi incastrati, raggiungiamo l'attacco della via normale al creton di clap grande... per la torre sappada, invece, occorre salire ancora fino alla forcella...
breve pausa ristoro e, indossato il caschetto, ci avviamo lungo il canale soprastante, facile ma dalla roccia non proprio solidissima...
la via, oltre ad essere segnata da ometti e bolli rossi, è anche parzialmente attrezzata con alcuni golfari utili per fare sicura ai meno smaliziati nei punti più ostici... dopo un primo tratto per canalini e brevi traversi, raggiungiamo la base di un lungo camino al cui interno si trovano i passaggi più impegnativi della salita...
nel punto più stretto del camino, infatti, occorre passare sotto un grande masso incastrato, rimontarlo...
e, risalita una breve paretina, superare un piccolo salto, eventualmente con l'ausilio di un cordone penzolante...
nella foto seguente potete osservare il vostro cronista intento ad affrontare l'aggettante strapiombo
oltre, proseguiamo per rocce più facili fino a raggiungere l'intaglio fra il creton di clap grande a destra e una cima secondaria a sinistra... qui la vista si apre su sappada e la sua conga verdeggiante...
sotto i nostri piedi il bel bivacco damiana del gobbo, incastonato in posizione incantevole alla testata del cadin di dentro...
ancora un ultimo tratto di salita tra cengette e gradoni ci separa dalla cima del creton... quando ci arriviamo, purtroppo, le nubi hanno già oscurato quasi tutto il panorama... restano sgombri solo uno spicchio del dirimpettaio creton di culzei e poco altro... peccato...
in vetta restiamo solo il tempo di un paio di foto di gruppo, dato che c'è ancora una cima da salire e il tempo a disposizione non è molto... via dunque lungo la crestina sommitale e giù per il canale/camino...
chi calandosi in doppia chi disarrampicando, oltrepassiamo il tratto più complicato e torniamo abbastanza velocemente al punto di partenza...
tocca ora alla torre sappada, risaliamo i pochi ma faticosi metri che ci separano dalla forca di clap grande e ci infiliamo nello stretto e bagnato canale-fessura entro cui si dipana la prima parte della salita... anche qui è presente qualche ancoraggio per fare sicura, oltre ad alcune cambre (non sempre saldissime, invero) che facilitano il superamento dei punti più complicati... alcuni dei quali sono particolarmente stretti, per cui astenersi zaini - o panze - eccessivamente voluminosi...
qualcuno con elegante progressione in spaccata, qualcun altro con una più verace tecnica ad incastro, ma tutti superiamo l'angusto budello oltre il quale si presenta una paretina grigia verticale, addomesticata in parte da alcuni gradini metallici... in parte perché i gradini sono piuttosto distanziati tra loro e alcuni ballano al punto da non invogliare particolarmente a caricarci tutto il peso sopra...
dopo un tratto più facile, è la volta di una seconda paretina-colatoio, meno difficile della precedente ma forse il punto più divertente di tutta la salita...
la paretina ci conduce direttamente sull'anticima della torre sappada, più bassa di un metro o poco più rispetto alla vetta vera e propria, ma separata da quest'ultima da una spaccatura larga all'incirca mezzo metro... fino a qualche tempo fa, un masso incastrato nella spaccatura fungeva da ponte e consentiva di oltrepassare agevolmente l'ostacolo... ora il masso è crollato, per cui c'è bisogno di un po' di ingegno in più... ad ogni modo, sulla piatta sommità della torre è presente uno spit per assicurare chi non se la sente di affrontare il passaggio slegato, la cui difficoltà è più psicologica che tecnica...
anche qui zero panorami, solo nuvole per cui cominciamo subito a scendere...
per scendere la paretina verticale qualcuno preferisce farsi assicurare, gli altri sfidano l'istabilità delle cambre... ma tutti mattiamo nuovamente piede sulle ghiaie basali... siamo da poco sul sentiero del rientro quando arriva, un po' in anticipo sul previsto, l'attesa pioggerellina... che si trasforma ben presto in diluvio universale... varcata la soglia del rifugio, di asciutto non mi erano rimaste nemmeno le mutande...
per riscaldarci siamo stati costretti a dar fondo alle scorte di birra del rifugio e, tra una partita a scacchi ed una a scopone scientifico, non abbiamo trascurato di ripristinare la riserva energetica in vista del giorno seguente... un sincero plauso alla gestione per l'ottima cucina...
continua...