paulpaul
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Ad ogni modo io che sono del parmense non ho grandi problemi a capire anche cremonesi di città: certo, quello di Casalmaggiore è praticamente il mio dialetto, così come in larga parte il mantovano (ancora più del bolognese, molto diverso nelle vocali e nell'accento anche se abbastanza comprensibile).Il casalasco è emiliano, mentre il cremonese no. Il cremasco invece è affine al bergamasco.
Ci sono praticamente tre dialetti differenti in provincia.
Il cremonese è quello più particolare essendo un po' un ibrido.
Confermo i piacentini di lombardo non hanno niente. Forse le vocali virate. Ma ad esempio in Lombardia si vira solamente la ö e la ü.
In piacentino si vira anche la ë.
Come detto rimane sempre un dialetto emiliano, ma (circa) dal Taro in poi si parlano varianti che si è soliti far rientrare in quello che viene un po' impropriamente chiamato "emiliano occidentale", con caratteristiche che lo accomunano maggiormente al lombardo e in parte al piemontese, pur rimanendo emiliano. C'è da dire che in generale l'emiliano (almeno fino a Modena) è abbastanza intellegibile da un lombardo, almeno nella forma scritta: la divisione Emilia/Lombardia è risorgimentale, e al tempo degli stati preunitari nessuno parlava di Emilia (bisogna tornare indietro alle regioni augustee di epoca romana). Ad esempio, la denominazione ufficiale di Reggio Emilia al tempo del Ducato di Modena e Reggio era "Reggio di Lombardia" (intesa come Longobardia, nome dato in genere a tutta l'Italia Superiore, come veniva chiamata). La cartina sotto è del 1820 circa.