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Io quando sento alcune esternazioni mi arrabbio e non poco. L’altro ieri era il 25 Aprile, festa della liberazione. Per quella liberazione ragazzi e ragazze di 18 anni ed anche più giovani hanno combattuto, sofferto, lasciato per mesi i loro amori ed i loro affetti.... sono morti. Mio nonno era in Calabria e con la disfatta dell’esercito come tanti si trovò solo, non era più un sottufficiale e non era nemmeno un civile e a 24 anni si fece carico dei suoi ragazzi ed in 18 mesi riuscirono a ritornare alle loro abitazioni in Lombardia chi a Varese, chi a Como. Sua moglie non seppe nulla di lui per quasi due anni. Era vivo? Era morto? ...E noi? Noi dopo 60 giorni chi più chi meno chiusi in casa che cosa facciamo? Ci lamentiamo perché non possiamo uscire? Abbiamo dispense piene , abbiamo la televisione, internet , i social, i giochi, ci alleniamo come non mai in casa ( attrezzi ginnici e pesi spariti da tutti i siti on line ) . Ma siamo seri? Forse più che lamentarci dovremmo farci un analisi di coscienza! Siamo stati abituati ad avere tutto , ad Essere perché abbiamo, ad Essere perché seguiamo mode e modelli sbagliati e così abbiamo educato i nostri figli.In una situazione così se avessimo più personale nella Protezione Civile, nelle Associazioni di Volontariato più persone disposte ad aiutare più che ad essere aiutati potremmo fare molto di più. Non sapete cosa fare? Chiamate il vostro Comune, fatevi dare il nome dell’Assessore al Volontariato e fatevi spiegare cosa potreste fare. Io nel mio piccolo l’ho fatto e lo sto facendo . I nostri ragazzi si vedono via web ogni sacrosanto giorno se vogliono, interagiscono con altri ( non è la stessa cosa ma meglio poco che niente) . Suvvia non è nulla, è solo un momento difficile e se tutti noi impariamo a fare la propria parte, rispettare le regole e non pretendere, passerà più in fretta.