Bacino artificiale Alpe Tresca - Pampeago

Se il risultato finale è veramente quello del rendering postato da Lugo89 non dovrebbe essere poi tanto diverso da un invaso naturale.
Capisco lo sfogo di LuigiXV, veder modificare un luogo che abbiamo a cuore spesso ci ferisce, pensiamo però anche che tali modificazioni dell' ambiente hanno ( quasi ) sempre uno scopo positivo, la possibilità di garantire un innevamento costante ha una importante ricaduta economica, poter avere una riserva d' acqua può essere utile in caso di incendio e lo è sicuramente per molti animali, aspettiamo di vedere il risultato finale, se il rendering verrà rispettato probabilmente anche Luigi sarà meno arrabbiato.
 
Tra i tanti interventi che l'uomo può operare in montagna, quello che mi disturba meno sono gli invasi...
Generalmente, ad opera finita, si inseriscono abbastanza bene nel contesto, in più sono utili per una pluralità di motivi.

Per dire: se devo scegliere tra un invaso e l'ennesima sostituzione di un impianto già esistente con una funivia (impattante e spesso anche inutile) .... preferisco si faccia l'invaso ed si mantenga una vecchia biposto/quadriposto.

Capisco che vedere il territorio devastato durante la loro costruzione ferisca chi ama quei luoghi, ma il risultato (come altri prima di me hanno ampiamente detto) va valutato solo a fine lavori.
Personalmente sono fiducioso e abbastanza certo che l'impatto non sarà affatto negativo come appare oggi.

Più in generale, uscendo un attimo dalla questione di questo specifico invaso, è chiaro che tutto sta a mantenere il senso della misura: le Dolomiti hanno un tasso di antropizzazione che diventa sempre più elevato quindi, nonostante le indubbie ricadute economiche di questi interventi, e nonostante siano spesso (ma non sempre) fatti cum grano salis, ci sta che le sensibilità comincino a raggiungere livelli di guardia.

Altrove invece (leggi: appennini), salvo rare eccezioni, è sempre più difficile riuscire a spostare un sasso (o non ci sono i soldi, o se ci sono arrivano assurdi divieti e/o ricatti fintoambientali).
Ma neanche immobilismo assoluto paga... anzi, spesso, questa impossibilità di fare interventi provoca solo declino, degrado e chiusura di località (con ruderi abbandonati a se stessi e che nessuno rimuove più per decenni).
Il che è assurdo perché molte località - se minimamente strutturate con pochi e mirati interventi - reggerebbero il mercato senza che sia necessario deturparle.

Un esempio??
Sorbitevi il video di Campo Nevada (a valle di Campo Imperatore) lasciato morire per i veti di fintoecologisti ed impiccato al modello del rewild.... (clic per farlo partire)

Dio solo sa se non sarebbe preferibile che li si riattivassero gli impianti già esistenti e, a posto di quel cumulo di macerie, si realizzasse un tranquillo invaso per l'innevamento artificiale (oltre che per la prevenzione degli incendi, tipo quello enorme avvenuto l'anno scorso).




Insomma è la solita vecchia storia: a chi troppo e a chi niente... o, se volete, chi ha il pane non ha i denti...HIHIHI e viceversa.
 
Ultima modifica:
Tra i tanti interventi che l'uomo può operare in montagna, quello che mi disturba meno sono gli invasi...
Generalmente, ad opera finita, si inseriscono abbastanza bene nel contesto, in più sono utili per una pluralità di motivi.

Per dire: se devo scegliere tra un invaso e l'ennesima sostituzione di un impianto già esistente con una funivia (impattante e spesso anche inutile) .... preferisco si faccia l'invaso ed si mantenga una vecchia biposto/quadriposto.

Capisco che vedere il territorio devastato durante la loro costruzione ferisca chi ama quei luoghi, ma il risultato (come altri prima di me hanno ampiamente detto) va valutato solo a fine lavori.
Personalmente sono fiducioso e abbastanza certo che l'impatto non sarà affatto negativo come appare oggi.

Più in generale, uscendo un attimo dalla questione di questo specifico invaso, è chiaro che tutto sta a mantenere il senso della misura: le Dolomiti hanno un tasso di antropizzazione che diventa sempre più elevato quindi, nonostante le indubbie ricadute economiche di questi interventi, e nonostante siano spesso (ma non sempre) fatti cum grano salis, ci sta che le sensibilità comincino a raggiungere livelli di guardia.

Altrove invece (leggi: appennini), salvo rare eccezioni, è sempre più difficile riuscire a spostare un sasso (o non ci sono i soldi, o se ci sono arrivano assurdi divieti e/o ricatti fintoambientali).
Ma neanche immobilismo assoluto paga... anzi, spesso, questa impossibilità di fare interventi provoca solo declino, degrado e chiusura di località (con ruderi abbandonati a se stessi e che nessuno rimuove più per decenni).
Il che è assurdo perché molte località - se minimamente strutturate con pochi e mirati interventi - reggerebbero il mercato senza che sia necessario deturparle.

Un esempio??
Sorbitevi il video di Campo Nevada (a valle di Campo Imperatore) lasciato morire per i veti di fintoecologisti ed impiccato al modello del rewild.... (clic per farlo partire)

Dio solo sa se non sarebbe preferibile che li si riattivassero gli impianti già esistenti e, a posto di quel cumulo di macerie, si realizzasse un tranquillo invaso per l'innevamento artificiale (oltre che per la prevenzione degli incendi, tipo quello enorme avvenuto l'anno scorso).




Insomma è la solita vecchia storia: a chi troppo e a chi niente... o, se volete, chi ha il pane non ha i denti...HIHIHI e viceversa.

Grande MAX, parole sante, sull’Appennino così si procede la rewild, praticamente ovunque! Che paese di m... il nostro!
 
Questo è il lago montagnoli, creato per l'innevamento ma progettato in modo intelligente per poter essere balneabile:
image.jpg


In costruzione sembrava un disastro:
foto9.jpg


Una volta terminato è perfettamente integrato nel paesaggio ed è un'attrazione turistica:
 
La differenza sostanziale tra l'arte di quella testa bucata e un invaso, è che una è costata dei soldi per essere ammirata da pochi, l'altro è costato dei soldi per aiutare l'intera stazione a non fallire e dunque magari a smantellare la testa bucata o lasciarla marcire in mezzo alla natura...

Ma chi osa chiamare arte quelle pietre? Sono molto peggio dell'invasdo, per non parlare delle pale eoliche.....,e si parla degli invasi.Certo tanti vedono solo quello che gli fa comodo vedere.
 

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Questo è uno dei laghetti di Bombasel, naturali

246927-dscn1003.jpg


potrebbe anche sparire un domani, perchè l'acqua serve per un altro lago artificiale,


nel post pubblicato nella sezione Val Fiemme, Lusia, ecc, quando si parlava di bacini, ho scritto che non sono contrario ai bacini artificali se non troppo invasivi, vedi quelli di Obereggen o Cermis, il territorio ha già dato, la misura è colma. Non condivido la scelta di fare quel bacino in quella zona, e non condivido la politica attuale nella gestione di questo territorio, quel dovevo dire l'ho scritto. buone vacanze
 
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Se mi permettete il lago di Bombasel lo conosco abbastanza bene.

Innanzitutto e’ un lago di origine naturale, alimentato naturalmente per via superficiale e sotterranea. Quando furono realizzati casette ed alberghi in quota al Cermis a inizio anni ‘60 il lago di Bombasel fu usato come bacino di alimentazione dell’acquedotto che ancora oggi serve l’alpe Cermis a quota 2000 metri nonché tutti i rifugi dll’alpe.
Per fare ciò il livello fu leggermente alzato e venne fatta una presa. Per realizzare l’acquedotto venne tracciata la mulattiera che ancora oggi e’ usata per visitare la zona. In tutti questi anni di utilizzo, anche in pieno inverno con tutto ghiacciato, il livello del lago e’ sempre rimasto pressoché costante ed il tubo del “troppo pieno” dell’acquedotto ha sempre avuto portata costante.

Per quanto riguarda i due bacini del Cermis vengono riempiti una prima volta nel corso del disgelo primaverile e le normali piogge utilizzando una presa sul Rio Val dela Roda in quota. Solo una minima parte del flusso del torrente e’ dirottata ai bacini.
Tale flusso si azzera a fine Novembre quando tutto gela.
Per il resto dell’inverno l’alimentazione dei bacini e’ fatta da pozzi sottofalda dell’Avisio sul fondovalle.

I bacini vengono utilizzati una prima volta al 100% al primo innevamento. Tra l’acqua immagazzinata e quella che contemporaneamente viene pompata dai pozzi sul fondovalle e’ appena sufficiente per innevare in 100 ore Costabella, Lagorai, campo scuola, Olimpia 1 o in alternativa la Donei e Olimpia 2 o in alternativa Prafiori.
Per tutte le altre piste bisogna aspettare la seconda finestra di freddo, perché a quel punto i bacini sono vuoti, e la temperatura e’ molto probabilmente risalita o in inversione termica. In particolare per la Via del bosco se l’olimpia due non viene innevata alla prima finestra solitamente serve la terza finestra di freddo perché fino a che l’olimpia due non e’ innevata non si può fare neve sulla via del bosco perché altrimenti gli operatori non saprebbero come salire in quota per il loro turno ( o motoslitta lungo l’olimpia due, o 4x4 lungo la via del bosco ).

Nel corso dell’inverno i bacini vengono svuotati e riempiti in continuazione, facendo in pratica da polmone per l’intero sistema, per un totale equivalente di 3 o 4 svuotamenti a seconda della nevosità della stagione.

I bacini sono relativamente piccoli, solamente 40.000 mc in totale, perché i pozzi sul fondovalle sono molto generosi per tutto l'inverno.
Per poter innevare più piste o innevare in tempo minore ad inizio stagione servirebbe più acqua di accumulo in quota, perché i tubi dal fondovalle sono già al 100% delle possibilità e non e’ certo che sia possibile trovare facilmente altra acqua di pozzo sul fondovalle in un raggio di distanza accettabile da quelli esistenti.

Per cui il Cermis servirebbe un bacino di dimensioni simili a quello in costruzione a Predazzo. Ma posti adatti residui, ovvero con roccia solida, non tropo lontano dall’area sciabile ma lontano da possibili anche nei casi più estremi smottamenti e/o valanghe non se ne trovano.
Forse il posto migliore sarebbe creare un laghetto in che sembri il più naturale possibile nella zona di quelli di Bombasel. Ci sono già degli avvallamenti naturali al momento secchi che si presterebbero bene.
Bacini interrati sotto le piste sono stati scartati perché hanno capacità limitata, costano almeno 4 volte tanto a parità di capacità, e trattengono il calore dell’acqua, che esce dai pozzi a +8. Per cui servirebbero torri di raffreddamento come quelle che già si vedono in fianco alla stazione sul fondovalle e che abbattono un poco la temperatura dell’acqua in uscita dai pozzi.

Per la cronaca il bacino a monte della Tresca durante l’inverno viene alimentato dalle acque dell’avisio attraverso una derivazione alla condotta forzata che alimenta la centrale di Predazzo a partire dalla diga a Moena che crea il lago che arriva fino a Soraga.
Al momento sia il versante di Predazzo che quello di Pampeago non hanno un bacino se non qualche minuscola vasca I corrispondenza delle pompe. Ed e’ molto penalizzante sui tempi dell’innevamento per le prese sia sulla condotta forzata che sul rio Stava hanno dei limiti non superabili.
 
In rete ho trovato la relazione illustrativa, che giustifica la dimensione del bacino in relazione alle piste coperte, che sono la 5 nazioni, la Torre di Pisa, il campo scuola e la residenza.
Ad oggi la latemar può attingere a 53l/S , 23 dal rio Gardone ( anche se credo che d’inverno non c’è ne sia così tanta ) e 30 L/s dalla condotta forzata che alimenta la centrale idroelettrica di Predazzo.
Hanno una vasca da 1000 mc, che di fatto dopo 3 ore a pieno regime e’ vuota.

Hanno già 40 cannoni, ma dato che il che consumo di acqua medio quando ci sono buone condizioni di freddo e’ 3,5 L/s già dopo sole 3 ore devono spegnerne 25 e continuare con 15.
Chiaro che in quelle condizioni possono preparare solo la 5 nazioni. E per il resto aspettare che torni il freddo.
Con questo nuovo bacino invece avranno acqua a sufficienza per innevare in 72 ore continuate le piste menzionate sopra.
E forse anche un poco di avanzo per aiutare Pampeago, visto che al momento per innevare davvero in 72 ore ( come intenderebbero fare ) necessiterebbero in base ai dati forniti di 80 cannoni, e non 40, con un pompaggio in linea di quasi 280 L/s. Che onestamente e’ un programma molto ambizioso aloe attuali condizioni. Magari fra 20 anni le finestre di freddo saranno veramente poche e di poche ore, ma al momento e’ un poco sovradimensionato, se l’obbiettivo e’ innevare solo le 3 piste del piano. Inoltre anche lo strato di neve prevista per il primo innevante, 70cm, mi pare un poco eccessivo. Solitamente se ne considerano 50. A cui aggiungere in 15-20% di neve ch3 va fuori pista, serve a coprire le Canaletto, o acqua che evapora nel processo di trasformazione.

Qui la relazione tecnica.
http://www.regolafeudale.it/pdf/relazione-illustrativa-tresca.pdf
 
opera finita

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se aprono un rifugio, la specialità pizza della Tresca....

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Ultima modifica:
Come premesso alla fine del cemento armato non si vede nulla, perché il tutto viene ricoperto dal materiale scavato. La barriera in cemento e’ solo lo scheletro per maggiore sicurezza.
 
Iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo rifugio, credo ..........Pazzesco....

272345-busa-della-tresca.jpg


la zona del bacino, completamente stravolto il luogo


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272347-xxxxxx.jpg
 
Non capisco perché sia svuotato. Probabilmente dovevano finire dei lavori sul fondale,i magari la guaina era danneggiata. Vedrai che fra poco lo riempiranno nuovamente. Lasciarlo vuoto non solo e’ brutto, ma la guaina impermeabile dura più a lungo quando e’ protetta dall’acqua dai raggi solari.
 
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