Noè Bordignon, Guglielmo Ciardi e il figlio Giuseppe, Giacomo Favretto.
Nomi sconosciuti ai più e ulteriormente sbeffeggiati dopo una scellerata scelta espositiva trevigiana.
Anni fa Linea d'Ombra e Treviso avevano creato un binomio impressionista che pareva indissolubile, tuttavia qualche inspiegabile scaramuccia politica incrinò il rapporto al punto che Marco Goldin (plenipotenziario di Linea d'Ombra) emigrò in altri lidi con un lungo e nervoso peregrinare tra Roma, Bergamo, Brescia, Pordenone, Napoli, ecc.
In questo rivedo l'inquietudine e la fragilità degli impressionisti che tanto ama ... Ma siamo poi così sicuri che quella fragilità non sia la loro vera forza?
Nei tratti nervosi di Giuseppe Ciardi percepisco l'inquietudine di cui sopra.
Questi impressionisti veneti sono spesso a dipingere scene rurali (d'altronde nella campagna veneta del tempo quello c'era) con paesaggi di sfondo a me noti e cari: Pelf, Schiara, Civetta, Cansiglio, Piancavallo, Cesen, Monte Grappa, Col Visentin, ecc. Questi sono frequentemente innevati, in relazione al momento della creazione dell'opera.
Gente semplice, di umili origini ma con un dono, una sensibilità poetica fuori dal comune.
Sì, poetica. Perchè i loro dipinti sono poesie struggenti non scritte ma messe su tela.
Non avevano il talento di Monet & Co, sono arrivati all'impressionismo con un filino di ritardo e forse quando il movimento aveva perso gran parte del suo slancio innovativo, erano persone semplici ma non meritavano il trattamento subito da Treviso.
Spiego.
Si parla di oltre 15 anni fa quando a Treviso una mostra su Van Gogh inanellò numeri da record con oltre 1200000 visitatori segno che un minimo di voglia di cultura c'era (c'è?), senza contare che negli alberghi della zona c'era il tutto esaurito; in pratica vincevano tutti: Linea d'Ombra faceva il pienone e occupava i titoli di giornali e TG, gli albergatori si prendevano bei soldi, il comune acquisiva visibilità, la gente tornava a casa soddisfatta.
Poi i litigi tra Goldin e l'amministrazione.
Linea d'Ombra abbandonò Treviso e lo stesso chiodo che teneva appeso Van Gogh, l'anno successivo esponeva Giuseppe Ciardi.
Non c'erano i social ma le canzonature furono pesanti e parzialmente ingiuste perchè si trattava del suo dipinto migliore: In riva al mare.
Un dipinto di una drammaticità, di un'angoscia, di una rabbia, di una tristezza, di una solitudine, di una malinconia pari a quelle del celebre urlo di Munch.
Una spinta emotiva, una spersonalizzazione, un dignità imponenti.
Pur non essendo ai livelli di Van Gogh è indubbio che ci sia del potenziale però davanti a colossi come l'olandese senza orecchio tutti siamo nanetti ignoranti.
Scusate lo sfogo (tardivo, parzialmente OT e fuori luogo in un forum di sci ... Che poi Vigggi mi dice che non va bene parlare di queste cose su skiforum.it ).
Ciao
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Il libro sui Ciardi sarebbe disponibile in 2 versioni: la versione riccanza da 100 € e quella poveranza da 22 €.
Io ho preso la poveranza............
Ciao
Che bel thread, lo scopro solo ora. Grazie a Terios che l’ha aperto, e grazie a tutti coloro che vi hanno contribuito.
Permettetemi un fuori tema... in tema. Un Wlf pittorico. Vediamo se qualcuno indovina il soggetto, l’autore essendo noto.
Che c'è troppo affollamento in pista. O l'impianto è troppo potente, o la pista è troppo strettaChe ne pensate?
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Di gusto personale solo i due piccoli, affiancati o in due punti diversi della stanza. Quello grande lo prenderei solo se cambiasse la cornice che stile retrò non mi piace, se lo prendessi il grande in soggiorno ed i due piccoli in corridoio d’ingresso.Che ne pensate?
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Visti ieri in una galleria, ne sono rimasto folgorato: capolavori assoluti.
Vorrei prendere sia quello grande che i due piccoli “estate-inverno”, per esporli a mo’ di trittico.