Quali studi avete fatto e quale lavoro svolgete?

come ho scritto sopra, ho portato l'esempio di due amici laureati nel campo del marketing che in Italia trovavano solo lavori tipo volantinaggio o il famoso porta a porta, mentre a Londra sono stati assunti (dopo un po' di gavetta) in una multinazionale e stanno facendo anche carriera! Ciò che l'Italia disprezza spesso fa la fortuna di altri paesi. Dovremmo riflettere su questo, su quanti giovani non hanno voglia e su quanti non hanno neppure la possibilità di dimostrare se e quanto valgono.


La cosa folle è che l'Italia li forma a costo zero - e spesso in modo eccellente - e all'estero se li trovano già pronti da impiegare.
Non parlo solo di economia, ma anche di ingegneria, medicina, chimica...
 
come ho scritto sopra, ho portato l'esempio di due amici laureati nel campo del marketing che in Italia trovavano solo lavori tipo volantinaggio o il famoso porta a porta, mentre a Londra sono stati assunti (dopo un po' di gavetta) in una multinazionale e stanno facendo anche carriera! Ciò che l'Italia disprezza spesso fa la fortuna di altri paesi. Dovremmo riflettere su questo, su quanti giovani non hanno voglia e su quanti non hanno neppure la possibilità di dimostrare se e quanto valgono.

ahok, sono campi che non conosco...forse in italia mancano le multinazionali che fanno marketing?

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La cosa folle è che l'Italia li forma a costo zero - e spesso in modo eccellente - e all'estero se li trovano già pronti da impiegare.
Non parlo solo di economia, ma anche di ingegneria, medicina, chimica...

in italia si vorrebbe avere einstein e pagarlo e trattarlo come apprendistaHIHIHI

cmq manca un po' di equilibrio a quanto pare, ora ti ritrovi facilmente apprendista a 33 anni da una parte (se non continui con collaborazioni fuffa) e dall'altra a 25 (forse) ci sono i neo laureati che pensano che la gavetta non serva...
 
ahok, sono campi che non conosco...forse in italia mancano le multinazionali che fanno marketing?

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in italia si vorrebbe avere einstein e pagarlo e trattarlo come apprendistaHIHIHI

cmq manca un po' di equilibrio a quanto pare, ora ti ritrovi facilmente apprendista a 33 anni da una parte (se non continui con collaborazioni fuffa) e dall'altra a 25 (forse) ci sono i neo laureati che pensano che la gavetta non serva...

mah sicuramente in quel campo in Italia non ci saranno così tante opportunità come in altri paesi, ma c'è di fondo un meccanismo tutto italiano di non valorizzazione dei giovani, che spesso neanche hanno la possibilità di mettersi in gioco e dimostrare quanto valgono. Altrimenti non si spiega come in altri paesi ciò che qui viene ritenuto di scarto diventi così importante per altre realtà europee e non solo.
Ci vorrebbe maggior equilibrio e un po' di meritocrazia in questo paese. A Londra, per fare un esempio che conosco, se vali e hai le carte in regola le possibilità di dimostrare e mettersi in gioco te la danno anche se sei di un altro paese e se non conosci nessuno.
 
Ci sono 65500 licenze di negozi di parrucchieri in Italia (dato 2014).
Nel solo ambito di saloni si impiegano più di 80.000 addetti ufficialmente impiegati, più un fottigliardo di apprendisti che ruotano spesso di 6 mesi in 6 mesi per 1-2 anni.

Dire "ci sono poche parrucchiere" è leggermente fuorviante.
Siamo il paese che pro capite ne ha di più al mondo, dopo di noi c'è staccata (di tanto) Spagna e Francia, Germania ancora più indietro, con dinamiche di mercato (e redditività dei servizi in salone) diversissime; anche all'interno del territorio italiano.


Inoltre non si può prendere un lavoro puramente d'intelletto (e per di più non legato ad una domanda diretta), dove la capacità di analisi deriva a volte semplicemente da un software, senza qualcuno che sappia INTERPRETARE i dati (per non parlare di dirigenze medie Italiane che dei dati gli interessa al limite il fatturato), e paragonarlo ad un lavoro fatto di manualità e inventiva, nonché di prodotti che se buoni, costano, e sì, in parte anche di lavoro dipendente (negozi piccoli hanno 2 persone, dove difficilmente sono entrambi soci... di solito c'è 1 titolare e 1 dipendente).
Se non sei buono di fare un colore o anche banalmente una piega, che è la vetrina del tuo salone, non hai clienti e non hai soldi per arrivare a fine mese.

E' tra le categorie che fanno meno nero in assoluto e non naviga certo nell'oro.


Cercate un altro esempio, cortesemente



ps. forse s'è capito, non distribuisco pornografia ungherese; ma ho studiato (tanto), sono acculturato, lo dimostro in ogni colloquio, mi sono fatto il culo da stagista, il culo da co.co.pro, infine continuo a farmi il culo anche da tempo indeterminato.
Sono in una multinazionale americana con tutto ciò che ne consegue (ritmi, pressione, numeri, EBTDA, profittoprofittoprofitto), ho uno stipendio mediamente più alto di chi ha la mia esperienza lavorativa e la mia età.
Ho avuto anche un po' di fortuna, perché non guasta mai, ma se non mi fossi fatto il culo sempre, non ci sarebbe stata fortuna che tenesse: la mia azienda in questo momento si sta ringiovanendo ed è piena di gente che ha fatto stage con umiltà e intraprendenza, richiamata anche dopo 1-2 anni.
Lavoro spesso di domenica (domani ad esempio) e non mi lamento, capita di mandare qualche mail di sabato e non mi lamento, ce l'ho scritto sul contratto di lavoro e per ora lo ritengo commisurato al mio stipendo, ai pochi benefit che ho e a un lavoro che tuttosommato è coerente coi miei studi e mi piace.

Ma la prima regola è farsi il culo e vi assicuro che la mia generazione (1985) è l'ultima che l'ha capito in modo sistematico, parlo con gente che ha 4-5 anni in meno di me e sento "pretendere", "esigere" delle cose, che mi fan pensare che questo paese non ha futuro ANCHE per colpa dei giovani.

Homo faber fortunae suae
 
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